Oristano
8 Agosto 2018
Cari amici,
Il vino Vernaccia di Oristano può considerarsi
un eccellente, vero prodotto di nicchia. Si, perché la “Vitis Austera”, il
vitigno da cui si ricava il prezioso vino, esprime le sue eccellenti qualità
solo se coltivata nella Bassa Valle del Tirso; quando si è provato a coltivarla
altrove, al massimo dal vitigno si è ottenuto un buon vino, ma che poco aveva
delle caratteristiche dell’originale. Per conoscere tutti i dettagli di questo vino
straordinario c’è un libro raro e davvero interessante, dal titolo “Vernaccia
di Oristano”, scritto dal giornalista Gian Piero Pinna nel 2012.
Personalmente su questo prezioso vino ho già scritto su questo blog in data 19 Novembre 2013 (per chi volesse andare a leggere il post ecco gli estremi:
Gian Piero Pinna,
seppure oggi accreditato e ottimo giornalista e scrittore, è una figura
poliedrica nel panorama culturale dell’Oristanese e della Sardegna. Oggi, nell'età della riflessione, “uomo
di penna”, dimostrò sin da giovanissimo una grande passione per la storia della
meravigliosa cucina della Sardegna. Questa passione, che lo ha portato poi a pubblicare
sull’argomento diversi libri, lo ha spinto a diventarne protagonista, divenendo
apprezzato chef e anche valente sommelier, tant’è che a Roma, nel 2000, è stato
insignito della prestigiosa onorificenza di Maestro di Cucina.
Questa inestinguibile passione,
diventata grande competenza professionale, lo ha portato ad insegnare in
prestigiose scuole alberghiere della penisola e della Sardegna. Nel 1973, dopo
aver concluso la sua prestigiosa carriera di chef executive, nel più esclusivo
albergo della Costa Smeralda, l’Hotel Pitrizza, si è continuato ad occupare, da
giornalista-scrittore, di enogastronomia, pubblicando diversi libri.
Proprio per parlare
della nostra Vernaccia di Oristano, entrando nei dettagli del suo prezioso
libro, il Comune di Zeddiani il 1° Agosto ha organizzato un convegno con la
presenza di Gian Piero, l'autore, per rendere edotto il pubblico dei grandi segreti di
questo vino straordinario. Agosto, purtroppo, è il mese dedicato al riposo ed
alle ferie. Non avendo il dono dell’ubiquità, non ho potuto essere presente
alla conferenza, seppure invitato dal caro amico Gian Piero, ma ho voluto, comunque, seguire con
piacere il favorevole andamento dell'incontro. Proprio per questo oggi, nonostante la mia
assenza, riporto per Voi nel mio blog la bella relazione sul Convegno fatta da
Rosy Massa e pubblicata su Sardegna Reporter il 2 Agosto. Eccola.
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Con l’autore, del libro
“Vernaccia di Oristano”, ieri 1° agosto, a Zeddiani, nella Piazza degli Ulivi,
si è parlato del rinomato vino della Bassa Valle del Tirso, ha dialogato con
l’autore, Franco Deidda, sommelier dell’A.I.S. di Oristano. L’evento è stato
organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Zeddiani con la
collaborazione della Pro Loco. Nel corso dell’incontro, molteplici le tematiche
affrontate, a cominciare dalla crisi che sta affrontando il rinomato vino
oristanese, nonostante i riconoscimenti che continua a ricevere nelle varie
fiere dove viene presentato. L’incontro, ha offerto vari spunti, sia per
parlare delle caratteristiche della Vernaccia di Oristano, sia per affrontare
le problematiche connesse con la scarsa commercializzazione e diffusione di
quello che era uno dei vini più rappresentativi della Sardegna.
Dopo il saluto
del Sindaco di Zeddiani, Claudio Pinna, che ha apprezzato e trovato molto
interessante iniziativa, la parola è passata al relatore Franco Deidda che dopo
aver introdotto egregiamente l’argomento ha passato la parola all’autore del
libro, che ha esordito dicendo che “Parlare di Vernaccia vuol dire immergersi
nelle leggende, nella storia e nelle tradizioni del nostro vino. Valorizzare la
Vernaccia, significa valorizzare il territorio oristanese con tutte le attività
produttive che vi si esercitano, senza dimenticare che stimolare il settore
vitivinicolo e quello gastronomico, strettamente correlati, significherebbe
avere maggiori opportunità, sia in termini di sviluppo economico e sia in
termini di prospettive turistiche, soprattutto, se si abbina anche all’enoturismo,
come si fa già in molte regioni italiane.
“Con una peculiarità
enologica come il vino della Bassa Valle del Tirso – ha aggiunto il relatore
Franco Deidda – si potrebbero innescare una serie di sinergie tra gastronomia,
turismo, artigianato, folclore, agricoltura, pesca e allevamento del bestiame,
che assicurerebbero certamente sviluppo e ingenti risorse nei vari settori
economici delle nostre zone. Puntando sulla valorizzazione della Vernaccia e
sfruttandone la notorietà, che gli deriva dal fatto che sia stato un vino fatto
oggetto di miti, storie e leggende, lo si potrebbe far ritornare agli antichi
fasti quando il suo consumo permetteva di avere un adeguato ritorno economico”.
Apprezzato da regnanti, papi, poeti, scrittori, santi, navigatori,
commercianti, gourmet e uomini comuni, si potrebbero intraprendere tante
attività collaterali a quella dell’enologia, in tutto il territorio
dell’oristanese”.
“Se qualche altra
località, avesse avuto la fortuna di avere un prodotto così caratterizzante
come la Vernaccia che, tra l’altro, trova spazio in tutti gli aspetti della
vita sociale, civile e religiosa – ha aggiunto Pinna – sicuramente gli abitanti
avrebbero saputo adoperare gli strumenti giusti per sfruttare adeguatamente
tutte le opportunità offerte da un’occasione simile. Oggi sono sempre di più le
persone disposte a visitare località con ottime produzioni enologiche e a
sborsare somme di tutto rispetto per acquistare vini di qualità, a volte per il
solo gusto di avere bottiglie di gran pregio nella propria cantina. Con
adeguate azioni di marketing, anche la Vernaccia di Oristano potrebbe diventare
uno di questi vini, da bere, centellinare ed esibire in determinate occasioni,
o a tavola, o per farne oggetto di dono raffinato. Contestualmente alla
produzione del pregiato vino, si potrebbe puntare anche sull’enoturismo, che
oggi sta trovando sempre più estimatori e in futuro, potrebbe rivelarsi una
delle carte vincenti del territorio oristanese”.
“Non bisogna trascurare
neanche il fatto che se un vino di pregio, ha caratteristiche di altissimo
livello – ha aggiunto Deidda – diventa più facilmente commerciabile e, allo
stesso tempo, più remunerativo per il produttore. A questi livelli – ha
concluso Deidda – la viticoltura potrebbe offrire sbocchi professionali
abbastanza interessanti e ben retribuiti, ai futuri imprenditori e ai tecnici
del campo enologico, con ripercussioni benefiche sull’intera economia locale”.
Rosy
Massa
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Cari amici, un grande
plauso a Gian Piero, uomo dalle molteplici virtù, proprio come la nostra unica Vernaccia di Oristano, che meriterebbe
ben più ampia considerazione…
A domani.
Mario
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