mercoledì, agosto 15, 2018

NELL’ESTATE BAULADESE LA FESTA DI SAN LORENZO È SEMPRE UN EVENTO IMPORTANTE! FIN DAL XII SECOLO IL SANTO RISULTA VENERATO NELLA CHIESA A LUI DEDICATA.


Oristano 15 Agosto 2018
Cari amici,
Voglio prima di iniziare la mia riflessione di oggi, augurare Buon Ferragosto a tutti Voi!
Pochi giorni fa ho parlato qui dell'estate bauladese, sempre più ricca di cultura, post nel quale ho ricordato che tra gli avvenimenti in calendario c'è sempre la festa di San Lorenzo, santo a cui è dedicata la più antica chiesa di Bauladu. I miei ricordi su questa festa, in calendario il 10 Agosto, risalgono agli anni Cinquanta del secolo scorso, quand'ero ancora adolescente. 
Nonostante il gran caldo d’Agosto la processione, con cavalieri e stendardi, attraversava, ieri come oggi, la gran parte del paese con una grande partecipazione di folla. Di quel periodo ho anche dei ricordi “particolari”, che per curiosità voglio raccontarvi. Poiché il Santo Lorenzo, considerato autore di numerosi miracoli, si ritiene sia stato messo a morte bruciato legato sopra ad una grande graticola, la credenza popolare gli attribuiva il potere di dispensare le sue grazie, attraverso l’utilizzo di frammenti di carbone che grazie a Lui potevano essere rinvenuti scavando per terra subito dopo il passaggio del Santo in processione.
Credetemi, quest’usanza era talmente diffusa che praticamente almeno un componente di ogni famiglia, dopo il passaggio del Santo faceva un piccolo scavo nella strada (allora l’asfalto non era proprio noto) e stranamente venivano quasi sempre rinvenuti piccoli pezzi di carbone che, custoditi gelosamente, potevano essere usati durante l’anno per chiedere grazia al Santo in caso di malattia o bisogno. La verità è che ho partecipato anch’io a questa ricerca, trovando sempre del carbone!
Amici, fede e credenze popolari vanno sempre di pari passo e la realtà è che San Lorenzo per Bauladu è sempre stato uno dei Santi più venerati. Vediamo allora insieme, anche se brevemente, la storia di questo Santo e le origini del suo culto nel mio paese d’origine: Bauladu.
Lorenzo nacque in Spagna, precisamente ad Osca in Aragona, alle falde dei Pirenei. Di famiglia agiata, da giovane fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; in questa città conobbe ed entrò in amicizia con il futuro papa Sisto II, suo apprezzato Maestro, che allora insegnava in quel Centro di Studi di Saragozza, all'epoca ritenuto uno dei più famosi. La solida amicizia instauratasi tra Lorenzo e Sisto, tra allievo e maestro, si consolidò al punto che quando Sisto lasciò la Spagna per trasferirsi a Roma, Lorenzo lo seguì.
Quando nel Conclave del 30 Agosto 257 Sisto fu eletto Papa, come Vescovo di Roma affidò a Lorenzo il compito di Arcidiacono, ovvero gestore economico delle offerte fatte alla Chiesa e responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, che si occupava di alleviare le sofferenze di almeno 1.500 persone fra poveri e vedove. 
Quei tempi per i cristiani di Roma, però, non erano molto favorevoli. Un anno dopo nell’Agosto del 258 l'imperatore Valeriano emanò un editto che ordinava di mettere a morte tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi.  
L'editto dell’imperatore non tardò ad essere eseguito. Papa Sisto II, sorpreso mentre celebrava l'eucaristia nelle catacombe di Pretestato, fu ucciso il 6 Agosto insieme a quattro dei suoi diaconi, tra i quali Innocenzo; quattro giorni dopo, il 10 agosto, fu la volta di Lorenzo, che aveva 33 anni. Anche se non è certo, la tradizione afferma che Lorenzo fu bruciato, legato ad una grande graticola messa poi sul fuoco.

A Bauladu la venerazione per San Lorenzo Martire risale all’incirca al XII secolo. La chiesa a Lui dedicata è la più antica presente nel territorio. La costruzione, che comprendeva anche un convento ed un ospizio, si presume sia stata costruita nel XII secolo su iniziativa dei monaci Camaldolesi di Santa Maria di Bonarcado, dai quali dipendevano sia il convento che l’ospizio. I frati Camaldolesi giunsero nel Giudicato di Arborea nel 1130 circa, quando Costantino d’Aragona donò loro i territori di Bonarcado. Anche il territorio di Bauladu faceva parte della donazione.
In origine la Chiesa pare dovesse essere dedicata a San Nicola, ma poi il suo nome e quello della zona vennero cambiati in San Lorenzo. Le parti originarie della Chiesa ancora esistenti sono evidenziate dal lembo inferiore del prospetto in conci squadrati di basalto, arenaria e trachite verde.
L’edificio religioso fu più volte rimaneggiato nelle epoche successive, e oggi nel Presbiterio è possibile ammirare il pregiato altare ligneo, ritenuto di grande interesse artistico e di probabile arte barocca. Questa Chiesa presenta alcune affinità con altre chiese del periodo giudicale e risulta certamente più antica della Parrocchiale dedicata a San Gregorio Magno, costruita tra il 1205 ed il 1228.
Cari amici, il territorio di Bauladu come ha scritto con grande competenza e maestria il Prof. Raimondo Zucca nel suo libro “Da Vadum Latum a Bauladu”, è un sito abitato fin dal periodo nuragico. Chi vuole può andare a leggere quanto da me scritto su questo blog sull’argomento in data 2 Aprile 2017 cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2017/04/da-vadum-latum-bauladu-la-storia-della.html.
Anche il sito che i monaci Camaldolesi utilizzarono per costruirvi la Chiesa di San Lorenzo era già stato oggetto di precedente insediamento umano. Questo fatto è testimoniato dal nuraghe San Lorenzo, in parte ancora visibile, che risulta “inglobato” nel muro di recinzione del sito chiesastico, che fu chiuso con una recinzione in quanto successivamente divenuto cimitero.
Ebbene, amici, a Bauladu la venerazione di questo Santo continua senza soste. Anche quest’anno l’Amministrazione comunale guidata dal dinamico Sindaco Davide Corriga ha incluso la festa nel programma estivo “Bauladu è Cultura”, abbinando ai festeggiamenti religiosi quelli civili. Nel magnifico parco Anfiteatro di San Lorenzo il 10 Agosto si sono esibiti in un concerto live i Rock Tales: con il loro repertorio hanno raccontato il rock, dagli anni '50 ai giorni nostri!
Ciao Davide, continua così! Ad maiora!
Mario




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