mercoledì, agosto 01, 2018

INTELLIGENZA ARTIFICIALE 4.0. L’ITALIA CERCA SPAZIO TRA I GRANDI COMPETITORS CHE PREPARANO IL FUTURO ANCHE DEI NUOVI STRUMENTI DEL VIVERE QUOTIDIANO.


Oristano 1 Agosto 2018
Cari amici,
Il primo post del mese è dedicato al futuro, ovvero a "come esso cambierà e ci cambierà". Che la vita dagli albori dell’umanità sia cambiata in modo straordinario, non è certo una notizia ma una verità sacrosanta, consolidata. Il cambiamento, poi, quello avvenuto negli ultimi 50 anni, può essere paragonato addirittura a quello dei precedenti 500, in quanto a partire dalla seconda metà del secolo scorso è avvenuta un’accelerazione a dir poco incredibile. Figuriamoci cosa succederà nei prossimi 50 anni!
In questo turbinio di innovazione costante l’Italia non vuole certo fare la parte della Cenerentola, in quanto in possesso di cervelli e di strutture tecnologiche di alto livello, con una validità e capacità tali da consentirle di affrontare ad armi pari i diversi competitors internazionali. In quest’ottica, per portare avanti questa sfida così importante per il futuro, è nato il Laboratorio Italiano per lo Sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Suo compito principale sarà quello di ideare i nuovi strumenti capaci di sollevarci da molte delle fastidiose incombenze nello svolgimento della vita di tutti i giorni.
Mercoledì 4 Luglio a Roma, nell’Aula Magna del DIAG Sapienza è stato presentato il nuovo Laboratorio di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti del Consorzio Interuniversitario per l’Informatica (CINI), che comprende le intelligenze di 43 Università pubbliche italiane. Con questo strumento sarà possibile concretizzare quanto l'intelligenza artificiale italiana sarà capace di fare, in un contesto ad alta competizione. Sarà un connubio forte tra Università e aziende, in particolare quelle dell'industria più avanzata, quelle 4.0, che cercano di creare strumenti innovativi, sempre più utili per lo svolgimento della vita di tutti i giorni.
E' una grande sfida quella che il neonato Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale, unitamente a CNR e Istituto Italiano di Tecnologia (con un parco di oltre 600 ricercatori) cerca di portare avanti nel mondo, lanciando un guanto di sfida agli altri forti competitors. Come spiega Rita Cucchiara, direttore del Laboratorio (è proveniente dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), "Vogliamo collaborare col mondo industriale ed essere il punto di riferimento delle start-up italiane. Nel mondo ci sono già investimenti enormi. Da due anni la sfida è cominciata negli Stati Uniti e in Cina e anche l'Europa deve muoversi".
Si, amici, il futuro dell'Intelligenza artificiale va vissuto partecipando, se vogliamo essere protagonisti, non subendolo o stando a guardare. Oggi l'Intelligenza artificiale è una straordinaria combinazione di tutta una serie di tecnologie informatiche che, dopo aver studiato a fondo i diversi comportamenti umani, è in grado di ripeterli alla perfezione, interfacciandosi con il mondo esterno e agendo praticamente come avrebbe fatto un sistema biologico. Non solo. Il nuovo “sistema robotico”, ormai altamente perfezionato, risulta anche uno strumento in grado di aumentare notevolmente le capacità umane, sollevando l’uomo da tutta un serie di incombenze, anche in un’età in cui sarebbe impossibilitato a svolgerle.
Indubbiamente la “nuova frontiera” dell’intelligenza artificiale non è esente da rischi. È sicuramente uno strumento potente, di grande perfezione e collaborativo, ma, non essendo umano, è anche capace di creare implicazioni etiche e sociali che, essendo macchina, non è in grado di gestire emotivamente. Ci basti pensare alla privacy ed alla sua possibile violazione, all’eventuale intrusione nei sistemi, alla mancanza di trasparenza, essendo la macchina priva della sensibilità umana.
La conquista della leadership in questo importantissimo settore dell’intelligenza artificiale, che raggiungerà in futuro sicuramente livelli oggi neanche pensabili, è già oggi una lotta senza quartiere. Fin dal 2016 gli Usa stanziarono 900 milioni di dollari in questo settore, mentre la Cina, dall’altro lato del mondo, si prepara a diventare una superpotenza nel campo entro il 2030.
Il Vecchio Continente, dopo essere rimasto un po’ alla finestra a guardare, secondo un recente documento del Politecnico di Zurigo ha iniziato a muoversi, inizialmente in ordine sparso. La Francia di Macron per il 2018 ha stanziato 1,85 miliardi di euro, La Gran Bretagna, seppure impegnata con la Brexit, 1,3 miliardi e la Germania una cifra equivalente. E l’Italia? Praticamente poco e niente, prima della nascita del laboratorio prima citato.
Ora una bella spinta potrebbe arrivare proprio da questo Laboratorio. "Ci dedicheremo a quei settori di grande impatto per il futuro – ha sottolineato Rita Cucchiara -. La sanità, compresa la medicina preventiva, la sicurezza informatica, le macchine autonome. Nell'hardware ci sono naturalmente anche la robotica e i droni. È la prima volta che l'informatica italiana manda un segnale così forte della sua presenza e della consapevolezza che l'Italia deve e può giocare una grande partita nello sviluppo delle tecnologie del futuro".
Cari amici, un segnale a mio avviso di forte positività. Considerato il buon numero di Università partecipanti al Laboratorio, il raccordo sarà certamente costante con gli allievi del settore; una collaborazione che migliorerà sia la formazione che le strutture di ricerca, che già vantavano eccellenti ricercatori distintisi in campo internazionale. Su questo punto non dimentichiamoci il grande pericolo costituito dalla fuga all’estero dei nostri migliori cervelli! I giganti mondiali dell'informatica stanno continuando a "scipparci" i ricercatori più bravi, che qui da noi, purtroppo hanno vita grama!
È vero o non è vero che la nostra politica nei confronti dei giovani è purtroppo fallimentare e che per loro andare via è praticamente un obbligo? Pensiamoci seriamente…
A domani.
Mario


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