Oristano
18 Agosto 2018
Cari amici,
Che la Sardegna sia
tutta straordinariamente bella, credo che ormai lo sappiano in molti; un vero
peccato per quelli che si limitano ad utilizzarla (turisticamente parlando) solo
parzialmente, limitandosi a godere del nostro mare e delle nostre coste, perdendo però in
questo modo la possibilità di scoprire dei gioielli straordinari posti all’interno
dell’Isola, che meriterebbero attenzione quanto e più delle zone di mare. Ecco perché oggi
voglio parlarvi di una di queste perle meravigliose, posta nel cuore della nostra
Sardegna interna: nella zona di Gadoni,
un tempo importante centro minerario.
L’occasione per
parlarvi di Gadoni me l'ha data la cara amica Veronica Moi (collaboriamo insieme al settimanale diocesano L’Arborense),
persona dotata non solo di grandi capacità intellettuali ma anche di una dote
particolare che io apprezzo moltissimo: la disponibilità nei confronti degli
altri e l’amore sconfinato per il suo Paese natio: Gadoni. È Lei che di
recente, con un suo pezzo su l’Arborense, ha messo in evidenza un gioiello del
suo amato territorio: la bellissima piscina naturale de Arredelus.
Gadoni, per chi non lo
conosce, è un piccolo comune della provincia di Nuoro, ubicato nella Barbagia
di Belvì. La zona è quella affacciata sull’Alta valle del Flumendosa, posta ai
piedi del Gennargentu e considerata di grande interesse paesaggistico e
naturalistico, ricca di boschi e di fresche acque sorgive che creano un
notevole effetto suggestivo agli abitanti e ai visitatori.
Il territorio di Gadoni
risulta abitato sin da epoca pre-nuragica; durante la dominazione romana fece
parte della Barbaria (da cui Barbagia),
anche se i romani mai riuscirono ad imporre un vero dominio.
Le miniere di
Funtana Raminosa, un tempo molto attive e sfruttate, risultano utilizzate fin
dal periodo nuragico. Nel Medioevo Gadoni fece parte del Giudicato di Arborea,
appartenente alla Curatoria della Barbagia di Meana, successivamente accorpata
a quella del Mandrolisai. Quando il Giudicato finì, diventando Marchesato
(1410), passò sotto il suo dominio e, alla sconfitta di quest'ultimo, sotto il
dominio aragonese, divenendo parte della signorìa della Barbagia di Belvì. Nel
1768 il territorio di Gadoni fu incorporato nella contea di Santa Sofia,
assegnata in feudo a Salvatore Lostia. Sotto la signoria dei Lostia vi rimase fino
al 1839, ovvero fino alla soppressione del sistema feudale.
Amici, il tempo cambia
molte cose, ma Gadoni, nonostante la chiusura delle miniere, continua la sua
orgogliosa esistenza, seppure limitata a meno di mille anime, utilizzando le
straordinarie risorse naturali di cui il Buon Dio ha dotato il suo territorio,
tra cui proprio una perla quasi unica al mondo: la piscina naturale di Arredelus,
parte del Rio Flumendosa. Arrivarci richiede magari l’aiuto di un amico del
posto, ma ne vale davvero la pena! Recandosi alla sua scoperta si attraversano
paesaggi mozzafiato: camminando verso la meta si svolta verso la vecchia strada
(ora c’è la nuova, con un moderno ponte alto oltre 100 metri) che passava
invece per “Su ponti ‘e ferru”, vetusto
ma ancora strutturalmente intatto, anche se meno trafficato.
Scrive Veronica Moi nel
suo pezzo su L’Arborense: “Mentre si percorre la strada per Arredelus,
circondati da uno scenario tipicamente montano e ricco di vegetazione, ci si
aspetta di ritrovarsi semplicemente sulla riva di un fiume. Parcheggiando la
macchina e percorrendo circa 50 metri, si presenta una spiaggia ghiaiosa e
l’acqua limpida che invita a distendere l’asciugamano e a fare il bagno. La
meta è sempre più frequentata, specie da chi ama le zone in cui la calura
estiva non è forte come al mare e da chi decide all’ultimo di fare una gita
fuori porta in una zona diversa dal solito”.
Amici, quello di cui
Vi parlo è uno scenario davvero bucolico, che invita fortemente ad andare a
provare l’ebbrezza del fresco, del verde, dell’acqua cristallina, paesaggi ormai
inusuali per chi è abituato alla rumorosa vita cittadina, immerso nei fumi
degli scarichi delle auto e delle attività commerciali. Se davvero
cominciassimo a pensare che potremmo davvero rigenerarci, riassaporando, anche
se solo per pochi giorni, la vita serena e tranquilla di un tempo, fatta di serenità
e paesaggi incontaminati!
La Sardegna, amici, è
un grande scrigno di queste meravigliose bellezze! Sta a noi, turisticamente
parlando, farle conoscere, reclamizzarle e renderle economicamente fruibili.
Purtroppo, per ora, la Sardegna continua ad essere una terra con “i tesori
nascosti”. Saranno capaci i nostri giovani di lanciarla sul mercato e mettere
finalmente a frutto i tesori unici
che la Sardegna possiede? Io penso di sì!
Tornando al gioiello
Arredelus, Veronica scrive anche che “è possibile portare anche delle canoe e
percorrere un tratto del fiume praticando sport e fotografando il fascino
incontaminato della natura. Per gli amanti della fotografia, è consigliato
portare con sé una actioncam”.
Allora,
amici, cosa aspettiamo? Cominciamo visitando e suggerendo di visitare Gadoni e le sue grandi bellezze!
A domani.
Mario
Arredelus, foto di Franco Garau
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