Oristano 9 Agosto 2018
Cari amici,
La notizia non è certo delle migliori: gli abitanti della
terra (siamo ormai ben 7 miliardi) alla fine di Luglio avevano già consumato
quanto il nostro pianeta è in grado di produrre in un anno. Un fenomeno
tristissimo, anche se già noto, seppure a molti pare poco importi, ma che potrà
portare senza interventi risolutori a carestie che potrebbero far ricadere il
mondo in certe bibliche carestie. È dagli anni ‘70 del secolo scorso, considerato il problema, che è
iniziato questo particolare monitoraggio, noto come «Earth Overshoot Day».
Quest’anno l’Overshoot
Day è arrivato un giorno prima dell’anno scorso, come hanno spiegato alla ONG Global
Footprint Network, sottolineando con preoccupazione che poco o nulla si sta
facendo per rimediare, in quanto l’umanità sta consumando sempre più
rapidamente quanto in un anno la natura può rinnovare. Questo significa che nei
5 mesi che mancano alla fine dell’anno vivremo «a credito» e sfrutteremo in
modo irreversibile la Terra.
Nonostante gli appelli,
«l’Overshoot Day» sta diventando sempre più precoce. Basti pensare che nel
2000 arrivò a fine Settembre, anticipando poi sempre di più: nel 2016 arrivò l’8
Agosto e nel 2017 il 2 Agosto. Quanto si produce nel mondo viene dunque divorato
in modo sempre più veloce. I parametri presi per il calcolo statistico di
questo consumo di beni alimentari da parte della popolazione mondiale sono:
il consumo di frutta, verdura, carne, pesce, acqua e legno; consumo che per la salvaguardia del pianeta dovrà necessariamente diminuire, adottando seri provvedimenti immediati; si dovrà intervenire evitando l'attuale grande spreco alimentare (sempre
più marcato nei Paesi sviluppati) e consumando meno proteine animali (carne, in
particolare) e più vegetali. Solo entrando in questo ordine di idee, anche se
lentamente, la situazione cambierebbe.
Amici, pensate che se
si riuscisse a spostare in avanti ogni anno di 4/5 giorni «l’Overshoot Day», il
pianeta potrebbe tornare all’equilibrio precedente entro il 2050. «Al
momento, abbiamo bisogno dell’equivalente di 1,7 Terre per soddisfare le nostre
esigenze», fa notare il WWF, partner di Global Footprint Network.
«L’impronta mondiale è accelerata a causa del consumo eccessivo e dei rifiuti»,
spiega Valerie Gramond (sempre del Wwf), che ricorda come nel mondo circa un
terzo del cibo finisca nella spazzatura.
Il mondo, sovra-sfruttato
in questo modo, è sempre più in pericolo. La produzione mondiale di cibo
produce almeno il 26% dei gas serra mondiali. In particolare, come ormai decine
di studi evidenziano (in primis quello della FAO del 2006), il maggior imputato
è l’allevamento, prima fonte di produzione delle proteine animali. La zootecnia
globale è ritenuta un fattore centrale nell’uso di risorse alimentari e
idriche, inquinamento delle acque, uso delle terre, deforestazione,
degradazione del suolo ed emissioni di gas serra. Un esempio su tutti: per
produrre un kg di carne di manzo sono necessari ben 15.500 litri di acqua.
Amici, in tutto questo bailamme
di dati, di pericoli e di preoccupazioni, l’Italia come si colloca? Anche l’Italia
da una bella mano, un importante contributo a questo disastro. Pensate che per
soddisfare il fabbisogno degli italiani ci sarebbe bisogno di 4,3 «Italie»! Non
meravigliamoci: dipendesse solo da noi l’Overshoot day sarebbe arrivato già a
Maggio. Anche molti altri Paesi europei non scherzano: l’Overshoot day di
Germania e Francia è stato rispettivamente il 2 e 5 Maggio, il 7 Maggio è stata
la volta della Svizzera, l’8 del Regno Unito e il 23 della Grecia.
Amici, bisogna essere sempre
realisti, anzi “più realisti del Re”. L'Earth Overshoot day, non è un semplice
dato statistico che al massimo ci costringe a scuotere il capo, ma un dato a
dir poco preoccupante. Quando la richiesta di cibo della popolazione terrestre
supera quella disponibile, cioè quella che gli ecosistemi terrestri in un anno possono
rigenerare, è come in una famiglia numerosa quando non ci sono più i soldi per arrivare a fine
mese (in quanto lo stipendio è modesto).
Il capo famiglia ha due
vie possibili: fare economie evitando gli sprechi, oppure contrarre dei debiti per
mantenere il precedente tenore di vita. La stessa cosa sta avvenendo nel mondo:
o ci si adegua sprecando meno, riciclando e inquinando di meno, oppure egoisticamente
rubiamo il futuro alle generazioni successive!
Cari amici, è triste
dirlo ma la popolazione oggi presente nel mondo assomiglia a quella famiglia
prima descritta; per non rinunciare al benessere esistente, anziché fare
economie (come in una famiglia) utilizziamo le risorse future della Terra,
sottraendole alle nuove generazioni. A
prescindere dall’egoismo che spinge a fregarsene degli abitanti futuri del
pianeta, credo che finiremo anche noi in bancarotta, proprio come quelle
famiglie a cui accennavo prima. E l'egoismo non paga mai.
A domani.
Mario
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