Oristano
7 Agosto 2018
Cari amici,
Considerata la mia non
più verde età, ho conosciuto Oristano nella prima metà del secolo scorso appartenente
alla Provincia di Cagliari; ho partecipato ai festeggiamenti per l’ottenuta autonomia
nel 1974, e, strada facendo, ho anche assistito alla istituzione delle
strutture di riferimento: Prefettura, Comando Provinciale delle varie forze militari, Camera di
Commercio, Ragioneria Provinciale dello Stato, Filiale della Banca
d’Italia e i numerosi altri uffici che spettano ad ogni capoluogo di Provincia.
Tutto questo sembrava
portare ad un “cambio di passo”, ad una crescita sociale, politica ed economica
che avrebbe finalmente affrancato Oristano dall’annosa sudditanza da Cagliari.
Eppure col passare degli anni (ne sono passati 44 dalla nascita della
Provincia), dopo i primi brindisi, poco o niente è cambiato. L’economia reale non è mai
decollata e lentamente ma inesorabilmente la gran parte di quegli uffici che
avrebbero davuto essere il perno della ripresa, dando lustro e rango alla neo Provincia, si sono volatilizzati; dopo la
Ragioneria Provinciale, la Banca d’Italia, e in data recentissima la Camera di
Commercio che tornerà, come in passato, ad essere una piccola parte della Camera
della Provincia di Cagliari.
Sono anche dell’opinione
che il declino non è ancora terminato, in quanto credo vacilli (nonostante dopo
un periodo di attesa senza Prefetto quest’ultimo sia stato rinominato e sia al
momento operativo) sia la Prefettura che, a cascata, molti altri uffici che come
base di appoggio hanno proprio il Palazzo del Governo. Perché, cari amici, Vi
dico tutto questo? Perché è la realtà dei fatti, e per rendersene conto basta
dare uno sguardo agli ultimi dati elaborati dallo Svimez per il Sole 24 Ore.
Dai dati ricavati si
rileva che Oristano è la Provincia del Mezzogiorno con il minore stock di
imprese registrate (967) e, seguita solo da Nuoro, l'ultima per start-up (2,09
su 10mila imprese), contro una media nazionale di 14,72. Cagliari, invece, con
una media di 14,71 neo-imprese su mille, è la seconda del Sud. Oristano, insomma,
sempre Cenerentola, in quanto è la Provincia del Mezzogiorno con il rapporto
più alto di popolazione in età non attiva sulla popolazione attiva (39,6%).
Dati che evidenziano in maniera inequivocabile uno status a dir poco pre-comatoso.
Il primo a riconoscere
che i dati Svimez non sono certo confortanti è il Sindaco della Citta, Ing.
Andrea Lutzu (vincitore delle ultime elezioni con Forza Italia), che ha
sconfitto la precedente Amministrazione di Sinistra. Lutzu concorda che la
Provincia di problemi ne ha, eccome! È sì una Provincia votata all’agricoltura - sostiene - ma tutto
questo non basta, in quanto oggi nel Terzo Millennio è necessario investire in ben
altro, soprattutto nella salvaguardia del territorio. “Dobbiamo investire nella tutela
del paesaggio, nella valorizzazione delle risorse culturali e nel turismo”,
sostiene con forza Andrea.
“Sul turismo
sicuramente si può fare molto”, è il suo convincimento; è necessario dare
maggior valore al porto di ottimo livello esistente, aprendolo ai
crocieristici, avviare la costruzione di un nuovo complesso golfistico per
completare il percorso del golf sardo, che già ha campi di ottimo livello, diffondere turisticamente
la conoscenza dei propri tesori, da Tharros ad una maggiore valorizzazione della
Sartiglia, dai monumenti dell’epoca giudicale al Crocifisso di Nicodemo, dai Giganti di Mont'e Prama ai
47 siti di interesse culturale della città.
Oggi la Sardegna se
vuole davvero recitare un ruolo incisivo in campo turistico, deve muoversi all’unisono,
non singolarmente in ordine sparso; senza un piano integrato regionale,
agricoltura-turismo-industria - dice Lutzu - non può esserci sviluppo, non solo
per Oristano, ma per la Sardegna intera. Serve un progetto comune che, come un
puzzle ben costruito, crei un’attrazione verso l’Isola, dove ognuno possa reclamizzare
se stesso ed allo stesso tempo gli altri, individuando al meglio le vocazioni
di ogni area.
Arborea, con la sua
importante industria lattiero casearia (la 3A), è certamente un fiore all’occhiello
della nostra Provincia, ma questo non basta. La Provincia deve completare quel
puzzle che dicevo prima: investire in colture di qualità, affiancare un’industria
di trasformazione agricola, puntare maggiormente sul turismo, dai B&B agli
alberghi stellati, dai percorsi-natura a cavallo o in bici, alla ricerca di
antichi saperi e sapori. In Provincia di Oristano, in particolare nei piccoli
paesi (come quelli intorno al Lago Omodeo), potrebbero sorgere iniziative di alto valore turistico e
con un buon ritorno economico.
Cari amici, passare
dalle teoria alla pratica non è certo semplice e, spesso, c’è di mezzo “il mare”! Un mare impregnato di un grande individualismo che sembra essere parte integrante del DNA dei sardi. L’isola, volendo, ce la può fare, ma non da
sola! La Regione Sardegna (e in particolare la Provincia di Oristano) potrebbe davvero crescere e migliorare, ma servono le
infrastrutture mancanti: la rete del metano, l'elettrificazione dei treni, la
continuità territoriale. Tutte cose chieste e richieste da anni, ma, forse, per
il Governo Centrale i sardi contano poco: sono “Quattro Gatti” che hanno poco valore (elettorale), perchè avrebbero diritto
a tutto questo? Intanto restiamo come prima, isola Cenerentola, che vede i propri paesi spopolarsi e lentamente morire, come ho avuto
modo di ribadire su questo blog anche pochi giorni fa.
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento