Oristano 18 giugno 2023
Cari amici,
Ci sono storie che
apparentemente nascono bene e poi, per mille ragioni, finiscono male. Succede in
particolare in politica, quando la “patata bollente” è difficile da tenere in
mano, e allora tutti la evitano, in modo che l’opinione pubblica riesca a
sapere poco o niente di come sono andate veramente le cose. La storia di cui
voglio parlare con Voi oggi riguarda un costoso aereo di Stato, voluto ai tempi
del Governo Renzi, per effettuare i "viaggi di Stato" lunghi senza scalo, anche per agevolare le missioni commerciali delle imprese italiane, ma che in realtà poco ha
volato: perché finito in tempi brevi a riposo, parcheggiato e inutilizzato nell’aeroporto
di Fiumicino.
Come ha riportato la
giornalista Annarita Digiorgio su Twitter, questo aereo fu ordinato in quanto gli
altri due aerei di Stato in servizio erano ritenuti insufficienti: l’A340 con una autonomia di 16.600 chilometri, mentre l’Airbus A319CJ con una autonomia di
circa 8.600 chilometri. Ci voleva un aereo più adeguato e fu, perciò, ordinato l'Airbus
A340-500, che, nuovo, costava 216 milioni di dollari; nel 2011 il suo prezzo era
arrivato addirittura a 262 milioni di dollari, ma l’Italia lo prese a 150
milioni per 8 anni. L'aereo doveva servire a permettere viaggi di lunga
distanza e senza scali agli esponenti del Governo in carica ed ai loro staff.
Quando nel 2018 i
grillini entrarono a far parte del “Governo del cambiamento” con la Lega (con
Giuseppe Conte Premier e Di Maio e Salvini Vicepremier), i Cinquestelle uscivano
da una campagna elettorale aggressiva, emblema di dieci anni di populismo,
antipolitica, vaffaday e anti casta. Una volta al Governo, come ben sappiamo, dichiararono con
orgoglio di voler aprire il palazzo come una scatoletta di tonno! E il primo “tonno
pescato” fu proprio l’aereo di stato che due anni prima il governo italiano presieduto
da Renzi aveva preso in leasing per i viaggi lunghi.
Puntando proprio su quell’aereo,
Di Maio e Toninelli convocano una conferenza stampa a Fiumicino, salirono con le
telecamere sull’Airbus A340-500, impostando una bella sceneggiata. “Lo
avevamo promesso, lo abbiamo fatto. Abbiamo messo a terra l’ego volante di
Renzi – disse Toninelli col suo sguardo acuto. È con grandissimo orgoglio che
oggi vi do una bellissima notizia: su nostra richiesta i commissari
straordinari di Alitalia hanno inviato ufficialmente la comunicazione di
scioglimento del contratto di leasing stipulato con Etihad per l’Air Force
Renzi”.
Purtroppo, prima di fare
la pubblica sceneggiata, non fecero un’analisi costi benefici del contratto per
quell’aereo, non interpellarono l’avvocatura dello Stato, pensando che il
contratto si potesse sciogliere con una semplice diretta Facebook! “Con la
risoluzione del contratto di leasing risparmieremo 150 milioni – disse Luigi Di
Maio -. Ci siamo messi al lavoro e abbiamo trovato il modo per farvi
risparmiare un po’ di soldi. Non è solo questione di soldi, qui c’è tutta
l’arroganza del potere. Alitalia ci ha risposto dicendo che avviano la
procedura per recedere da questo contratto, stracciarlo e chiudere un capitolo buio
relativo ai privilegi della politica”.
Amici, quelle dichiarazioni
rilasciate dai Di Maio e Toninelli, purtroppo erano solo aria fritta. Il contratto,
infatti, non si poteva sciogliere con una diretta sull’aereo, e Etihad ha fatto
causa ad Alitalia contro l’interruzione unilaterale senza preavviso. Il
risultato? L’Italia deve continuare a pagare quanto pattuito alla compagnia, insieme alle spese
per tenere l’aereo fermo “in parcheggio”, mentre sarebbe, invece, utilissimo usarlo!
Tanto per dirne una, in occasione di una visita di Stato di Draghi in Algeria
nel luglio 2022, non avendo un aereo abbastanza grande da poter imbarcare
tutti, i ministri in missione andarono con due aerei diversi raddoppiando la
spesa.
In realtà, nonostante il
livore dei grillini contro Renzi, su quell’aereo l’ex Presidente del Consiglio non
ci volò mai. Fu usato 88 volte per le missioni imprenditoriali del Governo, dal
Presidente Paolo Gentiloni, e in due occasioni dal capo dello Stato Sergio
Mattarella: prima per una missione istituzionale in Argentina e Uruguay, e poi
in Canada. Del resto, anche Conte e i suoi ministri usarono l’aereo di stato.
Di Maio in soli sei mesi fece 31 voli, persino per andare da Roma a Torino prese
l’aereo di Stato.
Tenerlo fermo è una vera balordaggine! Come ha avuto modo di
spiegare l’Aereonautica militare, quell’aereo avrebbe potuto essere utilizzato
per portare i militari impegnati in missione all’estero, mentre durante la
pandemia avremmo potuto usarlo per i dispositivi medici, invece di farli
portare da aerei russi o cinesi. Ora quell’aereo di Stato, che diventa sempre
più obsoleto, continua la sua lunga sosta a Fiumicino, mentre lo Stato italiano
continua a pagare fino in fondo il leasing contratto per l’acquisto dell’aereo, purtroppo senza usufruirne. Mentre tutti gli altri capi di stato dei Paesi
industrializzati viaggiano su una flotta degna della nazione che rappresentano,
l’Italia, lascia in garage il suo gioiello.
Cari amici, credo che ci
sia poco da aggiungere…
A domani.
Mario
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