Oristano 7 Giugno 2023
Cari amici,
In Italia la crescente
denatalità sta iniziando a creare situazioni che iniziano a preoccupare
seriamente. Le previsioni statistiche, riferite al mondo del lavoro, mettono in
luce che i lavoratori in attività passeranno da 35,66 milioni dell'anno pre-Covid
a 27,375 milioni nel 2070, ovvero si conteranno 8,285 milioni di lavoratori in
meno, con introiti fiscali per lo Stato nettamente inferiori a quelli attuali;
intanto, avverte l'Inps, la spesa pubblica italiana aumenterà entro il 2045:
per le pensioni (+1,9%); per la spesa sanitaria (+1,2%) e per assistere gli
anziani (+0,74%).
Come conciliare, dunque,
l’aumento delle spese con gli introiti che continueranno a calare, considerato
che i lavoratori diminuiranno? Il costo «verrà traslato su altre voci di
spesa che nel prossimo futuro dovrà inevitabilmente aumentare», sostengono gli
analisti di Fiscal Focus, il centro studi guidato da Antonio Gigliotti,
consultato in esclusiva da Il Giornale. In termini strettamente demografici,
entro il 2050 gli over 50 aumenteranno del 15% rispetto al 2020, mentre il
numero di decessi annuo sarà del 60% maggiore già dal 2035. Da qui al 2070,
seppure gradualmente, le eredità saranno dunque distribuite su un minor numero
di persone. E qui, amici, casca l’asino!
L’Unione Europea, l’Ocse
e il Fondo monetario internazionale hanno in testa un'idea meravigliosa: applicare
una specie di “patrimoniale mascherata”. Ma in che modo? Aumentando il
valore degli immobili e contestualmente le tasse di successione! È questa una
politica fiscale perfettamente in linea con le ultime indicazioni di policy
dell'Ocse. Insomma, a pagare questa patrimoniale saremo noi, il ceto medio. Si,
lo Stato, che avrà assoluto bisogno di nuove entrate, farà cassa grazie ai beni
che i figli riceveranno dai loro genitori. Saranno proprio le nostre case,
costruite con grande sacrificio, a rimpinguare le asfittiche casse dello Stato,
falcidiate dalla de-natalità e dall’aumento della vita media.
Gli esperti del Centro
Studi Fiscal Focus sono partiti dal rapporto UE Intaxmod. Inheritance and Gift
Taxation in the Context of Ageing (Eredità e tassazione delle donazioni nel
contesto dell'invecchiamento, n.d.r.) del Joint Research Centre della
Commissione UE. Ecco cosa sostengono i nostri euroburocrati. «L'invecchiamento
della popolazione in Europa rappresenta una sfida per i sistemi pensionistici e
la capacità di finanziamento del welfare state, poiché il gettito fiscale sul
lavoro diminuisce». Di conseguenza, «il rafforzamento della tassazione di
successione è un'opzione promettente come fonte alternativa di gettito».
Gli euroburocrati i conti
li hanno già fatti: «le entrate fiscali di successione in Francia e Germania
raddoppieranno entro il 2050 e saranno il 225% in più in Irlanda». Ed ecco
perché l'Europa spinge anche per rivedere gli estimi catastali italiani, cosa
che questo esecutivo ha giurato che non farà mai. Ma vediamo, per quanto ci
riguarda, di quanti soldi parliamo. Oggi l'eredità a parenti in linea diretta,
ossia figli o genitori, in Italia è tassata con un'aliquota del 4% (tolti
dunque i debiti) oltre il valore di un milione di euro. Negli altri Paesi UE le aliquote
sono quasi tutte più alte e scattano a franchigie più basse, tipo 500mila euro,
come sottolinea il Fondo monetario internazionale.
Ora, per far capire
meglio il problema, facciamo un'ipotesi facile: se in Italia si introducesse
una flat tax del 10% senza detrazioni sui trasferimenti di ricchezza, lo Stato
incasserebbe 20 volte di più di oggi, passando dai quasi 500 milioni del 2020 a
circa 10 miliardi l'anno! Un salasso mica di poco conto! Inoltre, col passare
degli anni, andremo in pensione più tardi, come i greci e i danesi, e ce la
«godremo» (sic!) di più (seppure magra): in media dai 21 ai 23 anni rispetto ai
19 di oggi. Chi oggi è al lavoro si scordi una possibile pensione anticipata, o
altri scivoli (il regime sperimentale di quota 100 è stata un fallimento, lo
dice l'Inps). Secondo il documento The 2021 Ageing Report nel 2030, l'età di
pensionamento in Italia sarà di 68 anni, un'età destinata a salire a 69 anni
nel 2050 e a 71 nel 2070. Insomma, lavoreremo di più e pagheremo di più.
Cari amici, forse non
tutti sono consci che la forte de-natalità avrebbe avuto, in futuro, conseguenze
così drastiche, ma la realtà, purtroppo, è proprio questa: poiché abbiamo
deciso di fare meno figli, ci piaccia o no, pagheremo alla grande, questo è il risultato!
A domani.
Mario
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