domenica, giugno 11, 2023

LA STORIA DELLA CELEBRAZIONE DEL “CORPUS DOMINI”, UNA DELLE FESTIVITA' PIU' SENTITE DAL POPOLO CRISTIANO.

Corpus Domini 2020 celebrato dall'Arcivescovo di Oristano Mons. Carboni

Oristano 11 giugno 2023

Cari amici,

Oggi è domenica 11 giugno, giorno che celebra quest'anno la solennità cristiana del CORPUS DOMINI. Il Corpus Domini (Corpo del Signore), è sicuramente una delle festività più sentite dal popolo cristiano, vuoi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per lo stile della celebrazione. Pressoché in tutte le diocesi, infatti, si accompagna a processioni, rappresentazioni visive di Gesù che percorre le strade dell’uomo. In origine questa festività solenne era in calendario il giovedì che segue la prima domenica dopo Pentecoste, successivamente fu spostata alla domenica successiva. Come riporta con dovizia di particolari Riccardo Maccioni, grande cronista, oggi caporedattore del quotidiano AVVENIRE, ecco riepilogata per Voi la storia di questa grande festa del popolo cristiano, come Lui la racconta.

Le origini del Corpus Domini risalgono al Medio Evo. Siamo in Belgio, nel XIII secolo, per la precisione a Liegi. Qui il vescovo ricevette e assecondò la richiesta di una religiosa che voleva celebrare il Sacramento del corpo e sangue di Cristo al di fuori della Settimana Santa. Più precisamente, però, le radici della festa vanno ricercate nella Gallia belgica e nelle rivelazioni della beata Giuliana di Retìne. Quest’ultima, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, nel 1208 ebbe una visione mistica, in cui una candida luna si presentava in ombra da un lato. Un’immagine che rappresentava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Fu così che il direttore spirituale della beata, il canonico Giovanni di Lausanne, supportato dal giudizio positivo di numerosi teologi, presentò al vescovo la richiesta di introdurre una festa in Diocesi in onore del Corpus Domini. Il via libera arrivò nel 1246 con la data della festa fissata per il giovedì dopo l’ottava della Trinità.

La celebrazione del Corpus Domini, successivamente, si estese a tutta la Chiesa. Fu Papa Urbano IV, dopo il miracolo eucaristico di Bolsena, nel Viterbese, ad estendere la solennità a tutta la Chiesa con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264. Il miracolo eucaristico che convinse il Papa avvenne nell’anno precedente. A Bolsena un sacerdote boemo, che si stava recando in pellegrinaggio a Roma, mentre celebrava Messa, allo spezzare l’Ostia consacrata, fu attraversato dal dubbio della presenza reale di Cristo. In risposta alle sue perplessità, dall’Ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino (conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare, ancora oggi custodite nella basilica di Santa Cristina. Nell’estendere la solennità a tutta la Chiesa cattolica, Urbano IV scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua).

Papa Urbano IV incaricò anche il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corporis et Sanguinis Christi. In quel tempo, era il 1264, san Tommaso risiedeva, come il Pontefice, sull’etrusca città rupestre di Orvieto, nel convento di San Domenico (che, tra l’altro, fu il primo ad essere dedicato al santo iberico). Il Doctor Angelicus insegnava teologia nello studium (l’università dell’epoca) orvietano e ancora oggi presso San Domenico si conserva ancora la cattedra dell’Aquinate e il Crocifisso ligneo che gli parlò. Tradizione vuole infatti che proprio per la profondità e completezza teologica dell’officio composto per il Corpus Domini, Gesù - attraverso quel Crocifisso - abbia detto al suo prediletto teologo: "Bene scripsisti de me, Thoma". L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il "Pange lingua", scritto e pensato da Tommaso d’Aquino.

In numerosi Paesi, tra cui dal 1977 l’Italia, la celebrazione fu spostata alla domenica successiva, anche se, in molte Chiese locali, tra cui Milano, la data è rimasta invariata, così che la celebrazione e la processione eucaristica, rimase in calendario al giovedì. Era così anche a Roma, fino all'anno scorso, quando Papa Francesco decise di spostare alla domenica la processione del Corpus Domini. La ricorrenza ha il grado liturgico di solennità ed è di precetto. In occasione della solennità del Corpus Domini si porta in processione, racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un'ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento.

Cari amici, da cristiano e da cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme, parteciperò anche quest’anno, con fede e devozione, alla solenne celebrazione e alla processione.

A domani.

Mario

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