Oristano 22 giugno 2023
Cari amici,
Voglio legare la riflessione di oggi al recente fatto di Roma, dove è morto, in modo tragico, un bambino di 5 anni! Il crescente aumentare in
Europa dei “N.E.E.T”. (acronimo che significa Not in Education, Employment
or Training), ovvero dei giovani under 35 che non studiano e non lavorano,
inizia seriamente a preoccupare. L’Italia, poi, vanta un record oltremodo
ultra-negativo: è il Paese che nell’Unione Europea è “maglia nera”, ovvero il
peggiore di tutti! Ebbene, in questo sfacelo la nostra Sardegna è al primo
posto in negativo: è la peggiore d’Italia. È una situazione che rischia di
diventare incontrollabile, un pericoloso campanello d’allarme.
Questi dati sono emersi
dalle statistiche elaborate ed esposte alla “Convention annuale dei Giovani
Imprenditori di Confartigianato”; la ricerca, che ha elaborato anche “l’indice
dei territori Youth-friendly per impresa e lavoro”, ha evidenziato che la
Lombardia è la regione che offre ai giovani le condizioni migliori per lavorare
e per fare impresa, mentre “Maglia nera” risulta la Sardegna, in compagnia di
Molise, Calabria, Sicilia e Basilicata. Diversi i parametri presi in considerazione:
il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la
collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell’apprendistato, il saldo
migratorio, inevitabile e giustificato. ma non giustificabile perché frutto
della totale assenza di politiche adeguate, che, come conseguenza, crea la
migrazione dei giovani verso l’estero o altre regioni.
L’Italia presenta, come
detto, il dato peggiore tra i Paesi dell’Unione Europea, per quanto riguarda il
numero di giovani inattivi. dato che, senza politiche adeguate, è destinato a
peggiorare. Secondo l’ISTAT (dati 3.2023) l’attuale numero di NEET in Italia è pari
a 5.745.000! Giovani realmente inattivi, nel senso che non lavorano e nemmeno
si attivano a cercare un lavoro. Dati, questi, che fanno preoccupare e che
impongono al nuovo Governo e al Parlamento di adottare al più presto delle
politiche nazionali e territoriali per i giovani.
Amici, secondo le analisi
incrociate sul mercato del lavoro giovane, risulterebbe che i giovani
non sono solo inattivi per “piattezza del mercato di riferimento”, ma restano a
margine proprio come scelta di vita! La cosa, ovviamente, preoccupa e non poco,
anche in considerazione del fatto che il problema, in alcune aree del Paese, si
è acuito con l’arrivo del Reddito di Cittadinanza, e che oggi con le
rimodulazioni legislative ha portato non poco scompiglio tra quelli che
immaginavano una vita col sussidio e senza sudare!
Secondo il prof. Gianni
Lepre, economista e Consigliere del Ministro della Cultura con delega alle
Imprese d’eccellenza dell’artigianato, “Una situazione del genere, da me più
volte affrontata parlando dei Neet non solo rappresenta un pesante problema
generazionale in senso sociologico, ma mette anche a rischio le filiere del
made in Italy. Le nuove generazioni già erano state disilluse da un approccio
troppo propagandistico sul mercato del lavoro, poi dopo sono finite nel
paradiso patinato del Reddito di Cittadinanza e del sussidio che potevano
percepire anche senza fare nulla”.
Il problema, amici, non è
di poco conto. Oggi i milioni di giovani che non studiano, non lavorano e
soprattutto non hanno alcun interesse a cercarne uno, sono in balia di un
futuro nebuloso, dopo la caduta illusione del vivere col reddito di
cittadinanza. L’analisi del prof. Lepre appare alquanto impietosa, ma è esattamente
la verità nel contesto sociale nel quale viviamo. Il noto economista che tra
l’altro è anche Presidente della Commissione Economia della Cultura del
Consiglio nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, ha poi concluso: “L'anno
europeo delle competenze sia l'occasione per cambiare il futuro dei nostri
giovani, per donare loro una speranza concreta e soprattutto una missione,
facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e
imprese per trasmettere il saper fare, su misure per sostenere la creazione
d'impresa e il passaggio generazionale in azienda”.
Cari amici, vedere queste
schiere di giovani che stanno a casa senza alcun impegno lavorativo, senza
prospettive, ma soprattutto senza ambizioni, fa davvero male! I milioni di
under 35 oggi fuori dal mercato del lavoro rappresentano per la nazione un
assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente da
parte di questo Governo. Come sottolinea Davide Peli, Presidente dei Giovani
Imprenditori di Confartigianato, “I giovani sono il futuro del made in
Italy”, per cui se vogliamo veder crescere l’Italia in futuro, è su di loro
che dobbiamo scommettere e investire.
A domani.
Mario
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