Oristano 1° giugno 2023
Cari amici,
Voglio aprire i post di giugno parlando con Voi degli adolescenti, ovvero gli appartenenti alle Nuove Generazioni, focalizzando l'attenzione sui grandi rischi che essi corrono con l'imperversare delle nuove tecnologie (in particolare i SOCIAL), che li portano ad isolarsi, a concepire un nuovo modo di aggregazione, stravolgendo il precedente concetto di "stare insieme fisicamente". Se è pur vero che l’uomo
non è nato per vivere da solo ma cooperativo in società, insieme agli altri, ovvero facendo vita comunitaria all'interno di un gruppo sociale, col passare del tempo questo rapporto è profondamente cambiato. Fin
dagli albori della civiltà, entrare a far parte di un gruppo significava
relazionarsi con gli altri all’interno di regole ben precise; l’appartenenza ad
un gruppo significava e significa ancora oggi, fare strada insieme, scoprire
insieme il mondo, condividere visioni e tendenze, ma nel pieno rispetto della
propria identità, senza lasciarsi influenzare dagli altri, o, peggio ancora, farsi
manipolare.
C'è da dire, però, che col passare dei secoli certe situazioni sono profondamente cambiate, e l’identità e l’autonomia del
singolo, purtroppo, sono state praticamente state annullate, tanto che le ultime generazioni (i
così detti millennials e generazione Z), a differenza di quelle precedenti, perso la propria indipendenza, abbracciando la sudditanza della vita di gruppo, perdendo così la propria autonoma personalità e cedendola
irrimediabilmente al gruppo, in particolare succubi del volere del capogruppo. Una
abdicazione pericolosa, specie in presenza di personaggi dalle menti autoritarie malate. Questa
realtà la possiamo toccare con mano tutti i giorni, osservando certi anomali comportamenti
emulativi messi in atto, evidenziati è postati poi sui social, che qualche volta hanno portato addirittura
alla morte di qualche soggetto debole.
Sui social media a
catalizzare l’attenzione di schiere di giovani adepti sono gli INFLUENCERS,
che con grande potere di convinzione sono in grado di catalizzare non solo l’attenzione
degli appartenenti al gruppo, ma anche di averne in cambio una sudditanza
assoluta, imponendo loro di compiere degli atti che mai avrebbero messo in atto senza la loro
potenza persuasiva! Ci sono stati casi di auto-lesioni, di corse effettuate a
velocità folli, di prove di abilità comprendenti furti o varie prove di forza, solo
per citare alcune delle cervellotiche richieste impositive ordinate dall’influencer di turno ed
eseguite dai seguaci-sudditi per cercare di dimostrare coraggio e fedeltà al gruppo.
Amici, il problema è più
serio di quanto appare, in quanto l’appartenenza a certi gruppi è diventata molto pericolosa, in quanto sono gruppi gestiti in maniera settaria. Si, amici, certi
gruppi non sono altro che delle vere e proprie “SETTE”, gestite da menti dotate di un’intelligenza malvagia, che inducono gli appartenenti al gruppo a mettere in atto comportamenti di
grande pericolosità. Secondo la psicologa statunitense Margaret Singer, “una
relazione settaria è un tipo di relazione in cui una persona induce
intenzionalmente un’altra a divenire totalmente o quasi totalmente dipendente
da sé e dal movimento o gruppo, per quanto riguarda la maggior parte delle
decisioni più importanti della vita”.
Amici, di recente un film
presentato all’ultimo Festival di Cannes, dove concorreva per la Palma d’Oro, “CLUB
ZERO” (firmato dalla regista austriaca Jessica Hausner, con protagonista Mia
Wasikowska), ha trattato proprio il tema spinoso della relazione settaria.
Nello specifico il film focalizzava l'attenzione sull’alimentazione (e sull'impatto che la produzione di cibo crea sulla vita del pianeta), analizzata attraverso la visione ferma e
appassionata di una professoressa di liceo, Miss Novak. La docente sosteneva con
forza ai suoi studenti una sua filosofia inusuale, shoccante, ovvero una sorta di
religione della nutrizione! Il suo mantra era: “non mangiate e starete meglio, anzi
vi concentrerete meglio se non avrete bisogno del cibo. Salverete voi e il
pianeta”.
Nel film Miss Novak porta
avanti il suo cervellotico progetto coinvolgendo con determinazione un gruppo di
suoi studenti in particolari lezioni-sedute; questi, tutti giovanissimi,
ragazzi, ragazze, raccolti in cerchio, ascoltavano i suoi insegnamenti, improntati ad una particolare gestualità e ritualità. comportamenti, ad esempio, come
non divorare gli alimenti, Comportamenti accompagnati da un rituale che prevedeva di portare lentamente il cibo alla
bocca, quasi in una sorta di mantra, per poi rifiutarlo, liberandosene. "Non
mangiate e starete meglio": questo era il pensiero shock della
professoressa: quasi una religione della nutrizione impartita ai ragazzi, di
cui, però, i genitori non erano proprio al corrente.
Nell’interessante film la
scuola sosteneva lo strano metodo e l’insegnante, ma i genitori non ne sapevano nulla, o
quanto meno non si accorgevano. Qualcuno dei ragazzi, però, avvertito il
pericolo, esce dalla setta, mentre in pochi rimangono agganciati al nuovo, strano ideale della professoressa, al punto da entrare a far parte proprio del Club Zero, che dà il
titolo alla pellicola. Indubbiamente un film anticonvenzionale, dove peraltro c’è una scena
in cui una delle protagoniste accusa anche l’industria alimentare che “costruisce
e demolisce i nostri corpi”. Il film tocca un tema importante e pericoloso:
la forza di una mente capace di influenzare le azioni degli esseri umani,
portandoli a credere al suo vangelo, a prendere decisioni senza ritorno, attraverso
una forma di manipolazione che può risultare pericolosa e devastante. Ecco il terribile potere di certi influencers!
Cari amici, il pericolo
degli influencers, in particolare per i giovani millennials è grande: e quanto raccontato
nel film (tratto seppure in modo romanzato dalla realtà) dovrebbe far
riflettere non poco: grande attenzione, dunque, ai messaggi distorti di certi
personaggi, influencer senza scrupoli, pronti a trascinare nel baratro i propri
adepti.
A domani.
Mario
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