Oristano 23 febbraio 2023
Cari amici,
Sulla longevità dei sardi
ho avuto modo diverse volte di scrivere su questo blog, confrontando anche la
nostra "lunga vita" con quella di altre “BLUE ZONE” del pianeta. Chi è curioso e vuole documentarsi può andare
a leggere quanto scrissi in data 11 luglio 2015 cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2015/07/sardegna-terra-di-centenari-lo-stile-di.html,
oppure leggere il post del 16 gennaio del 2020 cliccando sul link: http://amicomario.blogspot.com/2020/01/sardegna-terra-di-centenari-e-lisola-la.html.
La nostra Isola, infatti,
è considerata una Blue Zone, zona blu, termine che identifica le zone del Pianeta
dove la vita è più longeva. Sono 5 le Blue Zone in tutto il mondo: Icaria,
isola greca del Mar Egeo, Okinawa in Giappone, Loma Linda in California, Nicoya
in Costarica e, naturalmente, la Sardegna. I sardi vantano l'invidiabile
primato di avere la più alta percentuale di centenari, in rapporto alla
popolazione, nel mondo.
Ebbene, gli studi per
accertare le motivazioni reali della nostra longevità continuano, e di recente la
Fondazione per la tutela dell'identità ogliastrina e della Barbagia di Seulo
ha commissionato ai ricercatori del dipartimento di Scienze chirurgiche
dell'Università di Cagliari, guidato dal prof. Germano Orrù, un progetto
scientifico sull'impatto dello stile di vita sul microbiota orale. Il progetto
intende studiare sia la popolazione antica che quella recente della Comunità
ogliastrina, e, in particolare le loro abitudine alimentari. La ricerca parte
dallo studio dei batteri della cavità orale, studio ritenuto la “Nuova
frontiera” per scoprire il segreto della longevità della popolazione sarda
dell'Ogliastra, una delle cinque Blu zone del mondo.
Come spiega il Presidente
della Fondazione per la tutela dell'identità ogliastrina e della Barbagia di
Seulo Flavio Cabitza, "Lo studio dell'equilibrio dei batteri della
bocca, patogeni e non, permetterà di valutare lo stato di rischio in rapporto
alle malattie nella popolazione attuale e di confrontarlo con quello degli
antenati e di altre etnie. La ricerca si divide in tre fasi: nella prima
scenderemo negli ossari dei cimiteri per recuperare teschi di ultranovantenni;
nella seconda verranno invece prelevati i batteri della bocca di tutti gli
ultra ottantenni viventi del territorio; l'ultima fase è quella che si svolgerà
in laboratorio sulle cellule umane prelevate e servirà a capire quale è la
dieta che ha tenuto in equilibrio i batteri della bocca, da cui spesso partono
molte malattie, portando queste persone a un'età avanzata. Con questo studio
stiamo cercando di dimostrare scientificamente la relazione tra la nostra dieta
e la longevità".
Amici, all’interessante
progetto collabora anche l'Università di Sassari, che ha predisposto i bandi di
dottorato per dei giovani ricercatori che si vorranno cimentare nello studio
dei centenari d'Ogliastra. Come auspica la professoressa Grazia Fenu del
dipartimento di Scienze biomediche dell'ateneo sassarese, "Puntiamo a una
grande partecipazione delle nuove generazioni. L'obiettivo è quello di
predisporre una convenzione per la nascita di un polo scientifico nella base
militare di Perdasdefogu in cui studiare, oltre alla genetica, la psicologia
dei centenari e ricavare tutti gli elementi che hanno avuto a che fare con la
longevità".
Il prof. Germano Orrù ha
sempre sostenuto che mangiando più verdure e meno carne si possono prevenire
tante malattie, a iniziare da alcune patologie croniche a carattere autoimmune
o cardiovascolari. Una ricerca multidisciplinare, da lui coordinata, è stata di
recente eseguita proprio attraverso lo studio dei batteri rilevati nella
placca dentale degli avi dei sardi. In particolare, l'analisi dei batteri
orali, legati alla dieta, ha svelato una differenza sostanziale tra sardi
attuali e quelli di 150-200 anni fa. La correlazione tra ciò che mangiamo e le
malattie che possiamo contrarre è forte: una scoperta importante fatta grazie
ad una metodologia innovativa.
Come ha spiegato il
dottor Orrù, «L'estrazione del Dna della placca dentale dei nostri antenati
ci consente di studiare le informazioni che ricaviamo, senza distruggere i
denti e le ossa. La comunità batterica che circonda il nostro corpo viene
denominata microbiota, e nella bocca è costituita da più di 800 specie
batteriche differenti».
Le abitudini alimentari
dei sardi, come ha precisato il ricercatore dell'Azienda universitaria di
Cagliari, «hanno subito un drastico cambiamento dagli anni Cinquanta in poi,
determinando un'alterazione del microbiota del cavo orale. Un numero
troppo elevato di batteri anaerobi fa sì che questi possono attraversare le
barriere tessutali ed entrino in circolo sanguigno esponendoci a malattie come
l'artrite reumatoide, o patologie come l'aterosclerosi». Varie ricerche hanno
dimostrato che un'alimentazione ricca di carne incrementa il livello di questi
microrganismi. Lo studio di Orrù e dei collaboratori ha rilevato che nelle
placche dentali degli antenati la percentuale di batteri anaerobi risultava
molto bassa rispetto ai sardi attuali (100 volte in meno).
Cari amici, indubbiamente
uno studio che aiuterà a capire prima e a migliorare poi il nostro stile
alimentare attuale. Insomma, l'elisir di lunga vita di noi sardi, potrebbe
presto non essere più un segreto!
A domani.
Mario
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