Oristano 12 febbraio 2023
Cari amici,
Non credo che tutti
sappiano che il più grande costruttore al mondo di batterie per auto elettriche
è la CINA. La società CATL (Contemporary Amperex Technology Co.,
Limited), made in Cina, costruisce batterie per tutto il mondo, fornendole alle
grandi case come Tesla, Mercedes e centinaia di altri clienti. La Catl, tra
l’altro, ha una reputazione inappuntabile e, come del resto tutte le grandi
aziende cinesi, ha il preciso obiettivo di conquistare il mondo, continuando ad
espandere il proprio raggio d'azione in ogni angolo del pianeta.
Ma, come spesso avviene, questo
lavoro, fatto praticamente in regime di “quasi monopolio”, ha iniziato a
destare invidie e sospetti. tanto che diverse sono state le prese di posizione
sia in Stati europei che americani. I recenti ultimi due episodi iniziano a
creare crepe nell’avanzare senza intoppi di questa immensa fabbrica con gli
occhi a mandorla. Il primo di questi fatti è accaduto in Ungheria, dove CATL
vorrebbe aprire uno stabilimento per fabbricare batterie in partnership con
Mercedes. Il corposo piano prevede un investimento mica di poco conto: ben
7,3 miliardi di euro, il più grande fatto singolarmente in Ungheria.
Tuttavia, durante la
firma dell'accordo con le autorità locali della città di Debrecen, dove sarebbe
dovuto sorgere l’impianto, un gruppo di contestatori ha interrotto l'evento
al grido di "Traditori!"; in effetti i manifestanti contestavano
la costruzione dello stabilimento in quanto non si era minimamente tenuto conto
del possibile impatto ambientale che la fabbrica avrebbe avuto sul territorio. Contestazione
se vogliamo anche abbastanza violenta, tanto che tra i manifestanti sono volate
anche parole grosse, tipo "I vostri nipoti sputeranno sulla vostra
tomba!". E questa manifestazione, tra l’altro, non appare un fatto
isolato.
L’irruenza senza freni
della politica cinese sia nei confronti dell’Europa che dell’America, in
particolare degli Stati Uniti, sta facendo scattare rivolte popolari sempre più
calde anche oltre oceano. Ormai i cittadini sono sempre più preoccupati dell’impatto
che certe industrie creano nei confronti dell’ambiente, tanto che lo
scontento cresce a dismisura, come del resto anche da noi in Italia, dove
possiamo constatare le lunghe contestazioni per i termovalorizzatori, i
rigassificatori, le trivellazioni e quant’altro.
Insomma, sta sempre più
prevalendo la filosofia NIMBY (Not In My Backyard, ovvero non nel mio
giardino). Alle proteste europee sull’aggressiva politica economico-commerciale cinese si è dunque ora
aggiunta anche quella degli Stati Uniti, dove è scattato un altro campanello
d'allarme. In Virginia, il Governatore Glenn Youngkin (mica uno
qualunque, essendo un possibile candidato dei Repubblicani alle elezioni del 2024), sta fortemente osteggiando
un accordo in corso tra Ford e CATL, definendolo un "Cavallo di
Troia" dell'azienda cinese per aggirare l'Inflaction Reduction Act,
promosso dal Presidente Joe Biden, con forti incentivi per difendere
l'industria automobilistica americana. Il Governatore della Virginia in realtà
non ha tutti i torti: appare chiaro che se CATL riuscisse ad aprire uno
stabilimento per le batterie in Virginia, anche se in partnership con Ford che
è americana al 100%, godrebbe di forti vantaggi a spese dei
"taxpayers" americani.
Cari amici, il problema
che affligge le economie occidentali oggi appare alquanto serio: è da tempo che hanno lasciato troppo
spazio alle economie dell’Est, dove il mondo sembra girare ad un’altra
velocità, dando scacco alle nostre. Saranno gli effetti della globalizzazione, ma continuando di
questo passo io credo che in tempi, anche relativamente brevi, potremo
ritrovarci a misurarci con un “Ordine Mondiale” molto diverso da quello che
abbiamo vissuto negli ultimi 70 anni. Per
un “apparente risparmio” ci siamo lasciati conquistare da una globalizzazione
che ha violentato le eccellenze locali, che ha fatto milioni di disoccupati
trasferendo le fabbriche all’Est e comprando i prodotti lavorati da fabbriche
straniere, dove il rispetto del lavoro e dell’operaio non esistono.
Voi non ci crederete, ma
penso che il mondo, se riflettesse seriamente, tornerebbe volentieri indietro!
A domani.
Mario
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