Oristano 1 febbraio 2023
Cari amici,
Inizio i post di febbraio parlando della "Candelora", che si celebra domani 2 febbraio. Questo antico rito è detto anche della Purificazione di Maria, madre di Gesù Bambino. Questa celebrazione deriva da un’antica
usanza ebraica, che prevedeva che, trascorsi quaranta giorni dalla nascita di un figlio
maschio, la madre, considerata impura dopo il parto, doveva recarsi al
Tempio di Gerusalemme per purificarsi. La celebrazione della Candelora, come detto, avviene
il 2 Febbraio in quanto in quella data cadono i quaranta giorni dopo il 25
Dicembre (giorno della nascita di Gesù). La candelora, come ricorrenza
cristiana, è chiamata anche Festa di presentazione di Gesù al Tempio,
nell'adempimento della Legge Giudaica riguardante i primogeniti maschi.
Perché questa antica celebrazione ha preso il nome di “Candelora? La festa è chiamata Candelora
perché in quel giorno si benedicono e distribuiscono ai fedeli delle candele
che, si dice, difendano contro calamità e tempeste. Nel rito cristiano le
candele accese simboleggiano Gesù Cristo “luce per illuminare le genti",
come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento
appunto della sua presentazione al Tempo di Gerusalemme.
Inoltre, nella tradizione
cristiana le candele benedette il 2 febbraio vengono utilizzate il giorno
successivo come taumaturgiche per la cura del mal di gola. Il 3 febbraio, infatti, nel
calendario liturgico si celebra la memoria di San Biagio, protettore
delle gole in quanto, tra i suoi miracoli, si ricorda il salvataggio di un
bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce. Le candele
sono spesso presenti nelle raffigurazioni pittoriche del Santo.
Nell’antica tradizione
cristiana la Candelora segna anche la fine del tempo di Natale, per cui sia in
casa che nelle chiese, si dovrebbero rimuovere i presepi allestiti, che però
molto spesso vengono eliminati subito dopo l’Epifania, ovvero dopo l’arrivo dei
Re magi, più che altro per la necessità di liberare lo spazio occupato in casa.
Amici, la tradizione cristiana della Candelora si diffuse fin dai primi secoli
del Cristianesimo. A Roma, fin dall’VIII secolo d.C. era il Papa a celebrare
solennemente la ricorrenza.
Sempre a Roma, nel
Medioevo, si compiva una lunghissima processione che partiva da Sant'Adriano e
attraversava i fori di Nerva e di Traiano, attraverso il colle Esquilino, per
raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore. In tempi più recenti, la
processione si accorciò, svolgendosi intorno alla Basilica di San Pietro. In
quell'occasione, all'interno della Basilica, sull'altare venivano poste delle
candele, con un fiocco di seta rosso e argento, e con lo stemma papale. Erano
scelte tre di queste e la più piccola era consegnata al Papa, mentre le altre
due andavano al diacono e al suddiacono ufficiali. Una volta benedetti i ceri,
il Papa consegnava la sua candela al cameriere segreto, insieme con il paramano
di seta bianca, che gli era servito per proteggersi le mani dalla cera calda, e
passava alla benedizione dei ceri.
La celebrazione della festività
della Candelora nel corso dei secoli subì, come spesso succede, delle
modifiche. Fin dal XV secolo ad occuparsi della celebrazione della Candelora, a
Roma, fu la Confraternita della Chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere,
gestita dai “Fiumaroli”. Oltre ai ceri, la chiesa provvedeva anche alla
benedizione delle acque del Tevere. Santa Maria dell'Orto divenne così la
piccola 'capitale' delle altre confraternite e dei sodalizi legati al fiume. La
mattina del 2 febbraio tutti si presentavano sulle proprie imbarcazioni per la
benedizione solenne e la consegna dei ceri.
Da 1983 l’Arciconfraternita
della Chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere ha ripristinato la
celebrazione del rito della consegna delle candele benedette ai marinai,
pescatori, agli equipaggi dei battelli fluviali oltre che agli sportivi dei
circoli nautici e a tutti coloro che vivono e lavorano sul Tevere. Si perpetua
così (nella domenica più prossima alla data indicata), una cerimonia di antica
tradizione che fin dal 1500 si è svolta a Santa Maria dell'Orto.
Amici, la Candelora è
celebrata proprio agli inizi di quel breve periodo dell’anno che precede la
primavera, con temperature miti e sempre più scarse precipitazioni. Questo ha
fatto sì che nella tradizione popolare della civiltà contadina nascessero dei
proverbi che servivano ad esorcizzare la futura stagione produttiva. Ecco, per
opportuna conoscenza, qualche antico proverbio. "La Madonna Candelora
dell'inverno semo fora, ma se piove o tira vento nell'inverno semo
drento", ossia il 2 febbraio l'inverno può considerarsi finito, ma se
il 2 febbraio il tempo è brutto, l'inverno durerà un altro mese almeno.
Un altro proverbio invece
recita: ''Per la Santa Candelora, se nevica o se plora dell'inverno siamo
fora, ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno''. E questi
sono solo due dei più famosi. Negli Stati Uniti la festa religiosa è stata
sostituita da una laica, “il giorno della marmotta “, Groundhog Day,
sempre il 2 febbraio. La tradizione vuole che in questo giorno si debba
osservare il rifugio di una marmotta. Se questa emerge e non riesce a vedere la
sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l'inverno finirà presto; se invece vede
la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà di corsa
nella sua tana, e l'inverno continuerà per altre sei settimane.
Amici, ad Oristano il giorno della Candelora segna anche la data ufficiale dell'inizio del festeggiamenti per la Sartiglia, nel senso che la ricorrenza coincide con il primo atto ufficiale della Giostra. I Presidenti dei Gremi dei Contadini e dei Falegnami consegneranno i ceri benedetti ai rispettivi Componidoris che guideranno la prossima Sartiglia. La Candelora, insomma, rappresenta da sempre uno dei momenti più intensi della nostra famosa giostra: LA SARTIGLIA!
Cari amici, non dimentichiamo mai che le antiche tradizioni popolari, così come i proverbi, sono oggi come ieri fonte di saggezza per i popoli!
A domani.
Mario
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