Oristano 27 febbraio 2023
Cari amici,
Lo straordinario sviluppo
della tecnologia cinese inizia ad impensierire gran parte del mondo
occidentale, che si sente accerchiato, controllato e spiato dalla straordinaria
potenza tecnologica cinese, quella di un Paese indubbiamente poco democratico e pertanto
considerato non immune da pericoli. Ad aumentare questa preoccupazione anche la
evidente, comprovata vicinanza dimostrata dalla Cina nei confronti della
Russia, che ormai da un anno ha invaso l’Ucraina, con mire che potrebbero
varcare anche i confini di questo Stato.
Il costante avanzare
dell’economia in Cina, con il conseguente aumento del commercio e dei
rapporti economici con l’Occidente, in passato era ritenuto per l’opinione
pubblica americana un elemento positivo, utile per facilitare l’avvicinamento
della Cina alle democrazie occidentali; mentre ora questo pericoloso avanzare
viene ritenuto alquanto pericoloso, in quanto capace di aiutare l’autoritarismo
e l’autocrazia del Paese del Sol Levante.
Che il forte incremento del
commercio cinese in Europa e Stati Uniti possa nascondere anche mire che nulla
hanno a che fare con il normale interscambio commerciale, è iniziato a balenare
in diversi Paesi sia europei che extra europei, USA compresa. Di recente Il
governo australiano, per esempio, ha deciso di mettere al bando le videocamere
di sorveglianza made in Cina dai suoi edifici. Lo ha comunicato il primo
ministro della difesa australiano, Richard Marles, ai microfoni dell'emittente
locale ABC Radio, affermando che i dispositivi in questione potrebbero
rappresentare un potenziale rischio per la sicurezza nazionale.
Il Ministro della
Cybersicurezza australiano, James Paterson ha dichiarato: «Non possiamo
sapere con certezza se le informazioni, le immagini e l'audio sensibili
registrati da questi dispositivi non vengano segretamente trasmessi in Cina
contro gli interessi dei cittadini australiani», richiedendo alle autorità
del Paese il sequestro delle videocamere per effettuare alcune verifiche. Le
videocamere erano state fornite da due compagnie cinesi la Hikvision e
la Dahua, entrambe partecipate dal governo di Pechino. La fornitura ha
riguardato almeno 913 dispositivi tra telecamere, citofoni, sistemi di accesso
elettronico e videoregistratori, installati in oltre 250 edifici governativi australiani.
Che la Cina non badi
troppo ad usare metodi invasivi e pericolosi è cosa nota. Nel novembre dello
scorso anno Stati Uniti e Regno Unito adottarono una serie provvedimenti
simili, mettendo di fatto al bando l'installazione di sistemi di
videosorveglianza cinesi dai siti considerati sensibili. Ora, improvvisamente,
è scoppiato anche un altro serio problema: quello dei “Palloni-sonda-spia”, uno dei quali è stato
abbattuto mentre sorvolava gli Stati Uniti, e che, secondo l'intelligence Usa «quella
sonda fa parte di una più ampia operazione di spionaggio di Pechino».
Il pallone sonda
cinese, abbattuto dalle Forze aeree degli Stati Uniti al largo del South
Carolina, su ordine del Presidente degli Stati Uniti, come hanno affermato funzionari
dell’intelligence statunitense intervistati dal quotidiano “Washington Post” e
anche dalla CBS News, spiava il territorio americano. L'attività di queste “spie volanti” rientrerebbe
in un più ampio programma di sorveglianza. Gli Stati Uniti non sono a
conoscenza delle dimensioni precise della flotta di palloni spia cinesi, ma
ritengono che negli ultimi anni Pechino abbia effettuato almeno due dozzine di
missioni nei cieli di almeno cinque continenti.
Nel frattempo, in un laboratorio
governativo a Quantico, in Virginia, un team d'élite di ingegneri dell'FBI
sta studiando attentamente i resti del pallone recuperato, cercando di sapere
quante e quali informazioni gli 007 di Pechino possano aver acquisito, e anche
di quali capacità tecniche disporrebbe il pallone spia. Gli Stati Uniti,
utilizzando le grandi capacità in capo alla National security agency, oltre
alle altre agenzie, hanno già raccolto alcune informazioni in tempo reale sui
tipi di segnali emessi dal pallone mentre viaggiava, anche se non tutti gli
esperti militari e di intelligence si sono detti in grado di esaminare
l'hardware della macchina.
Amici, la “guerra
fredda” tra USA e Cina sembra aver ripreso vigore. Durante il discorso
sullo Stato dell’Unione tenuto al Congresso, il Presidente Joe Biden ha fatto
riferimento all’incidente del pallone sonda cinese, affermando che se la Cina
minaccerà la sovranità statunitense, le autorità di Washington prenderanno
tutti i provvedimenti necessari per proteggere il proprio Paese. La portavoce
del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha invece dichiarato che i resti
del pallone aerostatico cinese abbattuto nel fine settimana «non appartengono
agli Stati Uniti» e vanno dunque riconsegnati a Pechino. «Il governo cinese
continuerà con risolutezza a difendere i propri legittimi diritti e interessi»,
ha affermato Mao in risposta alle dichiarazioni del portavoce del Consiglio per
la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, secondo cui Washington non ha alcuna
intenzione di restituire a Pechino i resti del pallone-spia.
Cari amici, il pericolo
di una guerra, non solo economica, tra Oriente e Occidente sembra che abbia
ripreso forza. La Cina a quanto pare sta usando palloni spia non solo sugli
Stati Uniti ma anche su oltre 40 Paesi in cinque continenti. Anche da noi in
Italia? Secondo quanto trapela da parte di fonti diplomatiche, c'è anche il
nostro Paese tra la quarantina di Stati con cui gli Usa hanno condiviso le
informazioni sulla tecnologia che spaventa ora il mondo intero. Insomma, la
paura è che pericolosi venti di guerra sconvolgano la fragile pace di cui
godiamo.
A domani.
Mario
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