Oristano 17 Febbraio 2023
Cari amici,
Devanshi Sanghvi, è una
bambina indiana di otto (8) anni, figlia del commerciante di gemme, Dhanesh
Sanghvi, ricchissimo proprietario di “Sanghvi and Sons”, una delle più
antiche aziende produttrici di diamanti del Gujarat, con filiali in tutto
il mondo. Ebbene, la piccola Devanshi Sanghvi, seppure appartenente ad una
famiglia straordinariamente benestante, ha deciso di abbandonare tutto quel
benessere per farsi monaca giainista, e quindi di rinunciare alla ricchissima eredità
a cui aveva diritto come figlia del ricco commerciante.
Non è facile di certo
rinunciare agli agi ed alla prospettiva di una vita dorata, in quanto Devanshi
Sanghvi è ereditiera di uno straordinario impero miliardario, messo in
piedi dal padre, commerciante di diamanti. C’è da pensare che la piccola da
tempo maturasse questa decisione, in quanto lei non ha mai guardato la tv, non
ha mai visto un film, non è mai stata in un centro commerciale o in un
ristorante. Una decisione indubbiamente forte la sua, avendo deciso di cambiare
per sempre quella vita dorata a cui era destinata. Una volta entrate in
Monastero Devanshi non potrà prendere mezzi pubblici, dovrà dormire sul
pavimento e non potrà mangiare dopo il tramonto, mentre dovrà alimentarsi
seguendo uno stretto regime vegetariano. Sono questi i precetti del gianismo,
la religione della sua famiglia e di quattro milioni e mezzo di fedeli in
India, seguaci di una delle più antiche religioni del mondo, fondata 2.500 anni
fa.
Devanshi è una delle
persone più giovani a essere diventata monaca in India. La vocazione è derivata
certamente dalla profonda religiosità della sua famiglia, e lei, già da
piccolissima, pregava tre volte al giorno e a due anni cominciava a praticare i
primi digiuni. Ciò nonostante, considerata l’età, la sua scelta di vita
monacale, spartana e tanto drastica quanto ascetica, ha fatto emergere critiche
e dubbi anche all’interno della Comunità giainista. Si, insieme allo
stupore e all'ammirazione per la decisione presa, le perplessità non sono
mancate.
La famiglia Sanghvi
appartiene infatti all'unica setta giainista che accetta monaci bambini, mentre
le altre tre ammettono solo adulti. E c'è chi, come Kirti Shah, un mercante di
diamanti, amico della famiglia e membro locale del Bharatiya Janata Party, uno
dei due maggiori partiti politici in India, induista, ha manifestato il suo
scetticismo parlando ai microfoni della Bbc: «Nessuna religione dovrebbe
permettere ai bambini di diventare monaci», ha detto, perciò chiedo al governo
di intervenire.
Come lui la pensa anche la
docente Nilima Mehta, consulente sul tema della tutela dei bambini a
Mumbai (ex Bombay), convinta che «il consenso non possa essere considerato
legale se espresso a una così tenera età» e che la scelta rappresenti una
violazione dei diritti umani e dell'infanzia, perché «la bimba sarà privata di
una vera istruzione e del suo tempo ricreativo». Eppure - conclude il
professore - «si tratta di una pratica che avviene anche nel buddhismo e
nell'induismo». La scelta di Devanshi ha aperto un partecipato dibattito, in
quanto molti si chiedono perché la famiglia non potesse aspettare che la
bambina raggiungesse l'età adulta, prima di fare scelte così importanti per suo
conto.
Come spesso avviene,
però, c’è chi invece sostiene che «non si possono applicare principi legali al
mondo spirituale», come il professor Bipin Doshi, docente di Filosofia
giainista all'università di Mumbai, convinto che la piccola sarà privata degli
«intrattenimenti tradizionali» ma non di «amore ed educazione». E questo
nonostante i timori su alcune pratiche estreme del giainismo, tra cui i
digiuni, come quello di due mesi che nel 2016 portò una ragazzina di 13 anni
alla morte.
Nonostante le diverse
opinioni, la decisione presa da Devanshi appare ormai definitiva. Quanto sia
frutto di una libera scelta o della suggestione di una bimba, da sempre vissuta
in un ambiente super-religioso, non è dato sapere. Si sa che le famiglie
giainiste sempre più spesso inducono i figli al monachesimo per accrescere il
loro status sociale. La realtà è che Devanshi è diventata monaca nei giorni
scorsi, dopo una cerimonia a Surat, la città dei diamanti, alla presenza di
decine di migliaia di persone che hanno assistito alla «diksha», la
consacrazione e la sua promessa di rinuncia ai beni materiali di fronte ai
monaci e ai presenti.
Devanshi era uno splendore:
coperta di gioielli, avvolta in abiti di seta e con una corona di meravigliosi diamanti
sulla testa; dopo la cerimonia, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con
un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. È stata fotografata con in
mano una scopa, che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo
cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.
Cari amici, credo che sia
difficile accettare che scelte così drastiche avvengano in età in cui la
ponderatezza non è ancora consolidata.
A domani.
Mario
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