Oristano
11 Luglio 2015
Cari amici,
tutti nel mondo, ormai,
conoscono almeno di nome la Sardegna: è uno dei Paesi dove si vive più a lungo!
La nostra Isola è considerata una Blue
Zone, zona blu, termine che identifica le zone del Pianeta dove la vita è
più longeva. Sono 5 le Blue Zone in tutto il mondo: Icaria, isola greca del Mar Egeo, Okinawa in Giappone, Loma Linda
in California, Nicoya in Costarica
e, naturalmente, la Sardegna. I
sardi vantano l'invidiabile primato di avere la più alta percentuale di
centenari, in rapporto alla popolazione, al mondo. Terra antica la Sardegna,
per molti l’ultimo lembo della mitica Atlantide, ed i suoi abitanti, forti di
un DNA tanto antico, sembrano aver sviluppato una caratteristica unica: quella
di durare molto più a lungo di altri popoli nel tempo.
Nell’attuale mondo
globalizzato, dove gli stili di vita sono diventati tanto infernali, la
longevità dei sardi ha destato grande curiosità dappertutto, spingendo gli
studiosi a venire in Sardegna per verificarne i motivi. In particolare nell’ultimo
periodo, in tanti si sono dedicati allo “studio” dei motivi di tale longevità. Di recente (agli inizi del 2015) Dan Buettner,
giornalista del National Geographic, promotore della longevità a livello
globale, ha guidato una troupe di studiosi specializzati nel settore e di giornalisti,
per cercare di scoprire “l’elisir di lunga vita dei sardi”, approfondendo in
particolare le ricerche in Ogliastra. L’‘esploratore’ statunitense, al termine
dei lavoro, ha riportato in un libro la sua esperienza, mettendo in rilievo l’incidenza,
sui sardi longevi, non solo dell’alimentazione (in particolare dei legumi), ma
anche l’influenza positiva dei rapporti sociali sulla longevità, migliorando
nel complesso la qualità della vita. Gli studi di Dan Buettner sono stati
ripresi dal Wall Street Journal
(oltre due milioni di copie stampate e 350mila copie digitali diffuse), e la
curiosa notizia della “Qualità della
vita e della Longevità in Sardegna” ha praticamente fatto il giro del
mondo, contribuendo a definire la Sardegna la terra dei centenari!
L’ipotesi di partenza, ha
dichiarato Buettner, era che ci fosse
una ‘spiegazione genetica’ alla longevità, ma gli studi fatti hanno fornito ipotesi
diverse, basate in particolare sull’analisi delle abitudini alimentari dei
sardi negli ultimi secoli. Il consumo di carne infrequente, ad esempio, legato solo
ad occasioni celebrative, l’ampia disponibilità di frutta e verdura fresche e
il consumo di legumi (fave in Sardegna, lenticchie in Grecia, fagioli in Costa
Rica e soia a Okinawa), hanno contribuito e contribuiscono a far vivere di più
e meglio. "Ma è la dieta immateriale – ha concluso – a contribuire in misura
altrettanto (forse anche più) significativa".
In sostanza, gli
incontri abituali e tradizionali di socializzazione, condivisione e
partecipazione alla vita sociale, quella di tutti i giorni, in un ambiente sano
e accogliente, privo in gran parte degli stress della vita moderna, sicuramente
contribuiscono all’invecchiamento di successo e di lunga durata. L’eccezionale
percentuale di persone longeve in alcune aree della Sardegna, associata ad un’alta
qualità di vita, valida per tutte le età (anziani compresi), che ha pochi riscontri
nel mondo, potrebbe sicuramente rappresentare un “vero modello” per il
miglioramento della salute della popolazione mondiale.
Questo grande battage pubblicitario
sulla longevità dei sardi, è stato un modo, anche se particolare, di esporta
uno stile di vita. A questo proposito
voglio informare anche Voi di una bella notizia di cui sono venuto a conoscenza
e che mi ha dato grande piacere. Negli USA, in Texas, la città di Fort Worth,
capoluogo della Contea di Tarrant, ha avviato uno studio sulle abitudini dei
nostri centenari. L’obiettivo che si è proposto il sindaco Betsy Price è quello di educare i suoi cittadini a una vita più
salutare. Per fare questo ha puntato l’obiettivo sulla Sardegna (in particolare
su Ogliastra e Barbagia), considerata a tutti gli effetti una delle poche “Blue
Zones” esistenti al mondo. Per realizzare il suo progetto ha, guarda caso, coinvolto il genetista e divulgatore
scientifico Dan Buettner, quello prima menzionato!
“The
italian island of Sardinia” (così come siamo definiti negli
USA), è diventata, dunque un bell’esempio per una grande città americana come Fort
Worth, che si prepara ad imitarne lo stile di vita e le abitudini. Il sindaco
di Fort Worth, Betsy Price, ha già iniziato il lavoro di incoraggiamento ai
suoi cittadini per un “cambiamento dello
stile di vita” dell’intera Comunità. Fort Worth, 800 mila abitanti, ci
crede nell’esperimento del suo Sindaco, e per questo ha investito nel progetto
50 milioni di dollari. “Quando partecipa un’intera Comunità – ha
detto Betsy Price– dagli uffici alle scuole, dai ristoranti alle botteghe, i piccoli
cambiamenti contribuiscono a creare un grande beneficio per tutti noi: costi
sanitari più ridotti, maggiore produttività e, infine, una migliore qualità
della vita”.
Cari amici, come ho
detto prima sono doppiamente felice per questa meravigliosa notizia: la
Sardegna è non solo terra antica, ma anche capace di insegnare modi di vivere
sereni e tranquilli, dove il tempo, lo stare insieme, il convivio e tanto altro…hanno
un sapore per molti ancora sconosciuto! Come diceva il nostro grande Marcello
Serra, la Sardegna è un grande “Continente”,
non geograficamente, ma per sapere e conoscenza, certamente si!
Cia, amici, a domani.
Mario
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