lunedì, febbraio 28, 2022

IL CAVALIERE E LA CAMELIA. L’ORDINE DELLA CAMELIA ANCHE QUEST’ANNO, SEPPURE CON UNA CERIMONIA ESSENZIALE, HA ASSEGNATO LA CAMELIA 2022. LA GIURIA HA SCELTO DI PREMIARE PINA SODDU.


Oristano 28 febbraio 2022

Cari amici,

Chiudo il mese di Febbraio parlando con Voi, cari lettori, di "SARTIGLIA". Nonostante il perdurare della pandemia scatenata dal Covid, quest'anno la nostra meravigliosa giostra equestre è ripresa, seppure solo nei suoi tratti essenziali. In questo clima, seppure moderatamente festoso, non poteva mancare la collegata assegnazione della “CAMELIA”, il riconoscimento istituito dal Gremio del Cavaliere Infinito e dall'Ordine della Camelia, che premia e celebra le donne che vivono attivamente e appassionatamente i colori, i profumi, i suoni, i cerimoniali, le tensioni, la gioia e l'ebbrezza della Sartiglia. Si, è stata assegnata anche quest’anno la Camelia, l'ottava in ordine di tempo, consegnata da Gabriella Collu, Prïóra dell'Ordine della Camelia e Presidente della giuria per l’assegnazione del premio; la cerimonia, seppure svoltasi in modo essenziale, ha visto la consegna della Camelia 2022 alla prescelta: PINA SODDU.

Il premio “La Camelia”, istituito 8 anni fa, come molti sanno è un riconoscimento annuale, costituito da una preziosa ceramica realizzata dall'artista Alessandra Raggio. Viene assegnato ad una “donna di Sartiglia” che più di altre ha dimostrato una particolare, profonda dedizione nei confronti della secolare manifestazione che affonda le sue radici nei secoli. Prima di Pina Soddu avevano ricevuto questo importante riconoscimento Angela Solinas ('15), Gabriella Collu ('16), Maria Teresa Mereu ('17), Matilde Carta ('18), Anna Paola Corona ('19), Anna Contini ('20) e Stefania Pinna ('21). La motivazione è sempre la stessa: “Perché, come molte altre donne, da sempre ha contribuito e contribuisce dietro le quinte, con amore, a conservare la tradizione più intima, più sacra e più bella della Sartiglia.”

Tutti gli amanti della meravigliosa Giostra equestre oristanese, possono immaginare la felicità espressa da PINA SODDU, quando una piccola delegazione del Gremio del Cavaliere Infinito e dell’Ordine della Camelia, capitanata da Gabriella Collu, ha bussato alla sua porta per annunciarle il titolo di Camelia dell’anno! Lei era confusa, incredula, perché non se l’aspettava! Le donne, in particolare quelle di Sartiglia, non sono abituate a ricevere riconoscimenti ufficiali. Loro agiscono per passione, per ancestrale generosità. È la prima volta che il titolo di Camelia dell’anno viene assegnato a una Priorissa: titolo per Pina alquanto meritato, in quanto lei, moglie di Tore Carta, dal 1995 lo è stata per ben tre volte, e per tre volte è stata vice Priorissa. Chi non conosce da vicino la Sartiglia non può avere idea dell’impegno enorme che, lontano dai riflettori, per un anno intero travolge ogni Priorissa e la sua vice; si comincia dalla cerimonia della Candelora poi arriva il giorno della consegna della Bandiera e si prosegue ininterrottamente tra incontri e celebrazioni sino al giorno della Stella e della Benedizione.

Dopo il primo momento di commozione e dopo il consueto brindisi (mentre la stupenda Camelia di ceramica donata come sempre dalla ceramista Alessandra Raggio aveva già trovato un posto d’onore nel soggiorno), Pina Soddu ha intrattenuto la Delegazione, mostrando tutta la sua gioia e la sua grande commozione. A un certo punto, tra un amaretto, una vernaccia e uno spumante, qualcuno ha detto “Certo che fare la Priorissa dev’essere un bell’impegno, un bel lavoro”, e Pina, commossa, si è dolcemente ribellata: “Che dici? È un grande impegno ma non è un lavoro; tutto ciò che è necessario viene fatto con gioia non può essere definito un lavoro. Chi vive davvero la Sartiglia si sente parte di una enorme famiglia che accoglie con amore non solo chi la sta vivendo ma chi l’ha già vissuta anche in tempi lontanissimi. E questo è un grande onore. È un vero privilegio.” Parole degne di una vera Camelia.

Cari amici, seppure a causa della pandemia in atto stiamo vivendo una Sartiglia alquanto ridotta, l’impegno resta identico: quello di mantenere fortemente la tradizione per trasmetterla alle generazioni future! Ci auguriamo che negli anni a venire la SARTIGLIA torni alla sua piena espressione di fede, tradizione e favorevole rito di augurio di buon andamento economico e sociale. Ci auguriamo che in futuro gli esempi di dedizione e amore portati dalle “donne di Sartiglia” come Pina Soddu, possano consentire di trasmettere alle nuove generazioni la stessa orgogliosa passione di impegno, amore e dedizione! Viva la SARTIGLIA, con un sincero grazie alle splendide donne che da dietro le quinte la sostengono!

Atrus annus mellus!

Mario

 

 

 

domenica, febbraio 27, 2022

CHE FARE PER COMBATTERE AL MEGLIO LE AGGRESSIONI BATTERICHE E VIRALI? IN PRIMIS RAFFORZIAMO IL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO ASSUMENDO I CIBI PIÙ ADATTI.


Oristano 27 febbraio 2022

Cari amici,

Nel periodo che stiamo attraversando abbiamo bisogno, oggi più di ieri, di rafforzare il nostro sistema immunitario, che deve affrontare l’assalto non solo dei terribili virus e batteri, sempre più aggressivi (tra cui il pericolosissimo Covid-19), ma anche compensare il super lavoro causato dallo stress, dalla sedentarietà e dall’eccessiva esposizione agli schermi del computer e degli altri apparati tecnologici.  Il Sistema Immunitario è il nostro “scudo naturale”, che protegge la nostra salute e ci difende dagli attacchi degli agenti esterni dannosi, siano essi virus o batteri.

Ebbene, amici, è nostro preciso dovere tenere questo sistema sempre perfettamente efficiente, dando al nostro corpo quanto necessario per tenerlo in buona salute. È con una giusta dove di vitamine (come la vitamina D e B6) e sali minerali che possiamo tenerlo funzionate è vitale, in modo da poter affrontare al meglio sia questo periodo invernale che il nostro lavoro, gli impegni sociali e la vita familiare. Scopriamo insieme, allora, come mantenere il sistema immunitario in salute, per affrontare le piccole e grandi sfide di ogni giorno!

Partiamo dall’alimentazione. Una buona alimentazione è una delle prime fonti di benessere, per cui scegliere i cibi giusti ci aiuta a stare meglio, ad avere più energia e ad affrontare aggressioni virali e stress. “Noi siamo quello che mangiamo” sosteneva, a ragione, già nel 1800 il tedesco Feuerbach. Sebbene la sua riflessione andasse a toccare temi filosofici e politici ben più ampi, oggi possiamo affermare che, alla luce dei più recenti studi, appare corretta anche l’interpretazione letterale della medesima espressione: la nostra buona salute nasce a tavola, a seconda di quello che mangiamo.

Ebbene, sicuramente vi state chiedendo: “Quali sono i principi per un’alimentazione sana ed equilibrata in grado di rafforzare il sistema immunitario? In primo luogo, fornendo all’organismo gli “Antiossidanti”; questi, in realtà, sono costituiti da molecole che aiutano a combattere gli agenti nocivi che causano uno stato di stress ossidativo. Essi, perciò, risultano in grado di prevenire o riparare i danni prodotti dai radicali liberi. Gli antiossidanti più potenti sono: il Glutatione, sostanza prodotta dal nostro organismo, che si trova anche in alcuni vegetali, tra cui l’asparago, l’avocado, gli spinaci, le pesche e le mele; la Vitamina C, le cui principali fonti sono kiwi, agrumi, uva, peperoni, peperoncino, ribes nero, crucifere (cavolo, cime di rapa, verza, broccoli), prezzemolo, rucola, timo fresco, coriandolo ed erba cipollina.

A seguire la Vitamina E, contenuta nei semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, semi di zucca, di girasole ecc.), nell'avocado, arachidi, cereali integrali, curry, origano e kiwi; la Vitamina D, che troviamo negli alimenti di origine animale (i più ricchi sono l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi, sgombro, sardina, tonno e salmone, i gamberi e il tuorlo d’uovo, i formaggi e il burro). I funghi rappresentano l’unica fonte vegetale; infine il B-Carotene, che si trova maggiormente nell’olio di fegato di merluzzo, fegato, peperoncino, carote, albicocche secche, zucca, prezzemolo, pomodori maturi, broccolo e cavolo verde.

Risultano anche molto importanti i probiotici, che mantengono in equilibrio l’intestino, per cui è necessario assumere regolarmente anche questi alimenti (i cosiddetti probiotici sono dei microorganismi, soprattutto batteri, viventi e attivi, contenuti nello yogurt e nel kefir (che si possono anche preparare in casa evitando così zuccheri e conservanti impiegati dall’industria alimentare), nei crauti, nella soia fermentata. Per vivere e proliferare, i probiotici hanno bisogno di un corretto nutrimento, ovvero di prebiotici, ossia fibre alimentari non digeribili (FOS), che si trovano in alcuni alimenti in particolare: porro, aglio, cipolla, fagioli, banane, farina di frumento integrale.

Cari amici, la salute del proprio sistema immunitario si costruisce giorno per giorno con una dieta varia e attenta, senza fare grosse rinunce, ma lasciando spazio a tutti gli alimenti che contribuiscono a migliorarla. Che aspettiamo allora? Nella nostra dieta quotidiana includiamo, lo yogurt, gli agrumi, il cacao, i cereali, la frutta secca, i frutti di bosco, il the verde, i vegetali, etc., con le fibre e altri similari. Tenere in salute il nostro sistema immunitario è la migliore assicurazione contro le aggressioni esterne sempre più minacciose!

A domani.

Mario

sabato, febbraio 26, 2022

LE ANTICHE ORIGINI DEL DETTO “ESSERE LA PIETRA DELLO SCANDALO”, LOCUZIONE CHE STIGMATIZZAVA I COMPORTAMENTI E LE AZIONI RIPROVEVOLI (SESSO, DENARO E POTERE).


Oristano 26 febbraio 2022

Cari amici,

La parola “Scandalo” deriva dal greco Skàndalon, il cui significato letterale è “ostacolo, inciampo”. Ebbene, per un individuo (fin dal lontano passato) essere considerato una “Pietra di scandalo”, significava essersi macchiato di un crimine, ovvero di un’azione che aveva creato turbamento della sensibilità morale pubblica, sia per violazioni di natura economica che di comportamenti sessuali riprovevoli o di abusi di potere.

La persona considerata colpevole, che aveva causato simili turbamenti nel contesto sociale di appartenenza, doveva essere esposta al ludibrio collettivo, in modo ben evidente; la punizione consisteva nell’esibizione del colpevole in una pubblica piazza, costretto a restare immobile, seduto per ore e nei momenti di maggiore vita sociale, su una grossa pietra, collocata in posizione centrale (possibilmente nel luogo più frequentato del relativo centro abitato, spesso vicino ad una chiesa), additato allo scherno e derisione di tutta la Comunità.

Su questo argomento, focalizzato però sulla trasgressione sessuale e non su quella di natura economica, ho già scritto su questo blog un anno fa (in data 17 febbraio 2021); chi volesse può andare a leggere quanto scrissi cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2021/02/lantica-gogna-mediatica-del-medioevo-sa.html. Oggi, invece, voglio ripercorrere con Voi alcune delle modalità che venivano usate, nei tempi che furono, per punire i colpevoli di reati di natura economica, anch’essi costretti all’esposizione sulla “Pietra dello scandalo”.

Nell’antica Roma, i debitori e i commercianti falliti, che non avevano quindi ottemperato al pagamento dei debiti, venivano esposti a una pubblica umiliazione: la “Bonorum cessio a culo nudo super lapidem” (cessione dei beni, a natiche denudate, sopra una pietra); inoltre, seduti in quelle umilianti condizioni, i malcapitati dovevano gridare “cedo bona”, ossia “cedo i miei averi”. Dovevano ripeterlo per tre volte, alzandosi e poi sbattendo violentemente il sedere nudo sulla pietra. Fatto questo, la colpa era ritenuta estinta e da quel momento i creditori non potevano più rivalersi su di lui. Da questa punizione, nel tempo, è derivata l’espressione significativa “essere rimasto senza pantaloni”.

Nella Roma dei Cesari la “Pietra dello scandalo” era una grande pietra che si trovava di fronte alla porta maggiore del Campidoglio, sulla quale era scolpita la figura di un leone; su questa dovevano sedersi coloro che mancavano ai loro impegni debitori oppure coloro che erano stati dichiarati falliti e avevano dovuto svendere tutti i loro beni ai creditori. Fu Giulio Cesare a inventare questo tipo di pena per sostituire una delle Leggi delle XII tavole in cui si autorizzavano i creditori non soddisfatti a uccidere o ridurre in schiavitù il debitore moroso, secondo l'istituto della “Manus iniectio”. La Manus iniectio (imposizione della mano) era un istituto giuridico del diritto romano, e aveva, come più comune presupposto, la condanna al pagamento di una somma di denaro.

Amici, le “Pietre dello scandalo”, dette anche “dell’infamia” o “dei fallimenti”, erano nel passato alquanto diffuse, sparse per tutto il territorio e non solo nelle grandi città, tanto che in alcuni centri sono tutt’ora visibili. La persistenza dell'uso è testimoniata nella pietra dello scandalo ancora esistente nella Loggia del Porcellino a Firenze. La pena prevista a Firenze aveva un nome preciso, “l’Acculata”, e si svolgeva nella Loggia del Porcellino nel Mercato Nuovo; la pietra era quel cerchio di 6 spicchi di marmo tutt’ora visibile e che rappresenta in dimensione reale la ruota del Carroccio, simbolo della legalità.

A San Donato Valdicomino (Frosinone) è ancora presente la cinquecentesca Pietra di San Bernardino (promotore dei Monti di Pietà), dove il debitore stava ininterrottamente seduto a natiche nude per un periodo di tempo proporzionato all’entità del suo debito. A Modena, addirittura, erano ancora più “cattivi”. Usavano la “Petra ringadora” (vedi foto), un gigantesco blocco di marmo rosso veronese che ancora oggi è posto all’angolo del Palazzo Comunale in piazza Grande. Un’ordinanza dello Statuto Cittadino del 1420 prescriveva che “…il colpevole dovesse essere lì condotto per 3 consecutivi sabati (giorno di mercato), fare 3 volte il giro della piazza preceduto da trombettieri che attirassero l’attenzione e a ogni giro fosse spinto a “dare a culo nudo su la petra ringadora, la quale sia ben unta da trementina”, in modo che bruciasse non solo di vergogna.

Cari amici, nel Terzo Millennio che stiamo percorrendo, fa sorridere pensare a quei tempi andati, allora così diversi e così rigorosi, quando la vita sociale e la morale erano vissute in modo meno elastico rispetto a quello di oggi. Mi viene da sorridere, pensare a quanti “grandi nomi” della nostra Italia di oggi, sarebbero rimasti a “Culo nudo” in piazza, sbeffeggiati dai tanti cittadini onesti!  

A domani.

Mario

venerdì, febbraio 25, 2022

DEPURARE L’ORGANISMO: COME E PERCHÉ. UNA NECESSITÀ CHE CI CONSENTE, SPECIE DOPO ECCESSI E FESTIVITÀ, DI RECUPERARE IL NOSTRO STATO DI BENESSERE.


Oristano 25 febbraio 2022

Cari amici,

Il nostro organismo è una macchina complessa. Per funzionare ha bisogno di introdurre tutta una serie di “carburanti” che, opportunamente metabolizzati, lo tengono in ordine e in salute. In realtà, come di norma, succede per qualsiasi altro mezzo (al pari, per esempio, della nostra automobile), per essere mantenuto nella sua forma migliore. Purtroppo, però, non sempre alimentiamo il nostro corpo con il carburante giusto di cui ha bisogno, ragion per cui lo costringiamo a soffrire e ad ansimare pericolosamente, come nell’auto quando si accende la spia rossa. A quel punto risulta necessario intervenire con una particolare “manutenzione disintossicante” che lo riporti alla migliore efficienza.

Con la quotidiana alimentazione si accumulano nell’organismo degli elementi non salutari, “le tossine”, che è bene eliminare per ristabilire la naturale funzionalità del nostro corpo. Le tossine sono i prodotti di scarto dei nostri processi metabolici, che, come suggerisce il nome, possono avere un effetto più o meno tossico sul corpo. Le tossine in eccesso possono causare irritazioni gastrointestinali, stanchezza, gonfiori, eruzioni cutanee e mal di testa. Il nostro corpo, di norma, elimina gli scarti con le feci, la pelle e l’urina; quindi, gli organi che si ‘occupano’ di trattarli e smaltirli sono i reni, il fegato, l’intestino e la stessa pelle. Perché l’organismo mantenga la sua naturale funzionalità è bene non affaticare questi organi e procedere periodicamente al detox, ovvero all’eliminazione corretta di questi scarti.

Ed ecco, come accennato prima, la necessità di fare una manutenzione straordinaria alla nostra “macchina alimentare”, e, come ben possiamo immaginare, la possiamo fare sempre e solo con il cibo, ma con quello “giusto” però, che diventa così una medicina naturale che, opportunamente somministrata, permette di disintossicare l’organismo. Quali i cibi giusti? Certamente cibi selezionati, freschi e salutari, evitando alimenti troppo grassi, troppo zuccherini e raffinati, che contribuiscono alla ritenzione dei liquidi. Soprattutto in estate è bene mangiare frutta e verdura fresca, ma vediamo meglio i principali cibi disintossicanti (detox) che permettono al nostro corpo di depurarsi.

Partiamo dai Finocchi. È questa una verdura buona e facile da consumare, che svolge un’azione depurativa e diuretica; stimola la digestione, la funzionalità epatica e l’eliminazione delle tossine. Poi i Carciofi; sono ricchi di acqua e di sostanze antiossidanti, che aiutano a depurare il fegato e, grazie alla cinarina, sostengono la funzionalità epatica. A seguire le Mele, frutta ricca di acqua, che contiene sostanze depuranti e regolatrici del colesterolo e della funzionalità dell’intestino come la pectina; poi lo Zenzero, la cui radice risulta depuratrice per eccellenza, in quanto svolge un’azione antibatterica, antinfiammatoria e acceleratrice del metabolismo.

Anche le Carote risultano molto utili, perché, come i carciofi, anche le carote sono verdure amiche del fegato, contribuendo a mantenere un’elevata funzionalità ematica. Che dire poi dell’Aglio, che svolge una potente azione antibatterica e depuratrice del sangue, e contribuisce a regolarizzare la pressione e combattere i microbi e i batteri cattivi dell’intestino! Anche l’Ananas, ottimo da consumare in estate, contiene magnesio, iodio e vitamina C, tutte sostanze importanti nel processo di depurazione dell’organismo. E non è tutto.

Una particolare azione “Detox” per riequilibrare il funzionamento del nostro organismo la possiamo mettere in atto con l’inserimento in dieta di liquidi ricavati da piante in grado di svolgere un’azione depurante dell’organismo, come ad esempio la betulla, il tarassaco, o l’equiseto, solo per citare le più note, che aiutano a drenare i liquidi e favoriscono lo smaltimento delle tossine. Ovviamente sono tutte “sostanze aggiuntive” all’acqua, che resta l’elemento più importante e la "risposta più adatta" al come depurarsi in modo naturale, in quanto la giusta quantità d’acqua permette di drenare i liquidi e le linfe in eccesso, aiutando il metabolismo nelle sue funzioni e coadiuvando lo smaltimento attraverso le urine e la sudorazione.

Cari amici, dobbiamo sempre, soprattutto in estate, quando si tende a perdere molti liquidi con la sudorazione, bere da 1,5 a 2 litri di acqua al giorno (naturale e a temperatura ambiente), e potremo così, con l’aiuto anche delle altre sostanze prima elencate, disintossicare correttamente l’organismo. In questo modo avremo sicuramente meno problemi e potremo vivere meglio e più a lungo!

A domani.

Mario

giovedì, febbraio 24, 2022

CENTRO CASH SPOSA LA LOTTA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE: IL RECENTE ACCORDO CON L’APP “TOO GOOD TO GO”.


Oristano 24 febbraio 2022

Cari amici,

Il “Centro Cash”, la società sarda che fa capo ai F.lli IBBA, specializzata nel settore Cash and Carry, ha di recente raggiunto un accordo di collaborazione con l’app Too Good To Go. È questa l’applicazione per smartphone, che permette ai commercianti e ai ristoratori di mettere in vendita a prezzi ridotti il cibo rimasto invenduto a fine giornata, consentendo così ai consumatori di acquistare una “Magic Box” a un terzo del prezzo di vendita, partecipando così attivamente alla lotta contro lo spreco alimentare.

Il funzionamento dell’app, una volta installata, è molto semplice, e consente di rendere disponibili al pubblico i prodotti che a fine giornata sono rimasti invenduti. I consumatori si geolocalizzano, cercano i locali aderenti all’iniziativa, dove acquistano direttamente sull’app le Magic Box, che altro non sono che dei sacchetti anti-spreco a sorpresa, contenenti prodotti venduti a un terzo del prezzo originale. In questo modo, oltre a far bene all’ambiente, evitando che il cibo venga sprecato, il titolare dell’attività di ristoro ha la possibilità di ottenere un ricavo ulteriore, mentre i clienti possono acquistare del buon cibo a un prezzo nettamente inferiore.

Il gruppo alimentare dei F.lli IBBA (con Giangiacomo leader e punta di diamante), è da sempre sensibile alle tematiche ambientali e allo spreco alimentare, e ora con Centro Cash ha deciso di dare il suo supporto all’iniziativa offrendo ai propri clienti "professionisti della ristorazione", l’iscrizione a Too Good To Go a condizioni di particolare favore. Centro Cash opera nell’Isola con le unità commerciali di Oristano, Olbia, Nuoro, Cagliari alle quali si aggiungerà, entro l’estate, il quinto punto vendita di Sassari. L’attività di collaborazione ha preso il via il 5 febbraio, in occasione della 9° Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, e da quel momento il personale dei punti vendita di Centro Cash è a disposizione per fornire maggiori dettagli ai propri clienti.

L’Amministratore Delegato di Centro Cash Giorgio Annis, sul recente accordo ha così dichiarato: “I temi di sostenibilità sono per noi di Centro Cash centrali già da molti anni. La partnership con Too Good To Go è la naturale evoluzione di questa sensibilità. All’interno dei nostri punti vendita saremo portatori di questo messaggio e faremo in modo di informare il maggior numero possibile di professionisti con l’augurio che possano essere numerosi a partecipare. Aderire a questo progetto crediamo sia un’azione che contribuisca al rispetto dell’ambiente ed una buona opportunità sia per il commerciante che per il cliente finale”.

Anche Eugenio Sapora, Country Manager Italia di Too Good To Go, dopo l’avvio della collaborazione con Centro Cash, ha dichiarato: “La nostra missione è quella di ispirare, sensibilizzare e fornire a tutti gli strumenti per contrastare lo spreco alimentare; e questo nostro intento risulta ancora più significativo in questa giornata; l’avvio di questa nuova collaborazione è un esempio concreto di quanto sia importante includere tutti, commercianti e consumatori in primis, nella lotta contro gli sprechi di cibo e compiere così un gesto significativo per l’ambiente”.

Cari amici, su questo blog ho già parlato a lungo su questo delicato argomento. In data 3 ottobre 2019 un mio post su questo blog segnalava la nascita dell’App Too Good To Go. Chi è curioso può andare a leggere quanto scrissi allora, evidenziando che nel mondo lo spreco di cibo era una realtà incontestabile, riportando anche non pochi esempi degli sprechi che avvenivano nel mondo. Ecco il link che consente di accedere direttamente al post: http://amicomario.blogspot.com/2019/10/lotta-allo-spreco-alimentare-ora-anche.html.

Non dimentichiamo mai che lo spreco può essere eliminato solo con la sensibilità di tutti, nessuno escluso! Un sincero, personale, grazie oggi al Gruppo F.lli Ibba, che da sempre si è dimostrato sensibile al problema!

A domani.

Mario

 

mercoledì, febbraio 23, 2022

I RICORDI MI EMOZIONANO SEMPRE! ECCO UN FRAMMENTO DEL MIO PERIODO GIOVANILE, TRASCORSO NELLA CANTONIERA DI PAULILATINO. HO ACCOLTO CON VERA GIOIA IL RIPRISTINO DELLA EX S.S.131, CHE ANDAVA DA BAULADU A PAULILATINO.


Oristano 23 febbraio 2022

Cari amici,

La gran parte di Voi sa che sono nato a Bauladu, piccolo paese collocato a pochi passi dalla S.S. 131, che allora, nella prima metà del secolo scorso, era una sottile striscia d'asfalto che collegava Cagliari a Sassari. Col passare degli anni, questa stretta e tortuosa strada è stata abbandonata e sostituita da una più scorrevole, ovvero l'attuale Superstrada, la cui costruzione. però, ha “isolato”, tagliandoli fuori, diversi piccoli centri dell'interno, che dal transito dei viaggiatori traevano reddito e sostentamento. Il progresso, come ben sappiamo, non si può certo fermare e bisogna prendere atto della realtà.

Con la dismissione dei vecchi tratti di percorso, in particolare il tratto di strada che da Bauladu portava a Paulilatino, questo è finito in totale abbandono, e l’isolamento forzoso subito ha fatto sì che la natura si riprendesse i suoi spazi. Oggi quel pezzo di strada, è percorso con grande difficoltà dai chi detiene le campagne circostanti, in quanto appare così sconnesso da superare persino le difficoltà dei peggiori sentieri campestri. Di recente, con alcuni amici, l'ho percorso, partendo da Bauladu: il primo pezzo, quello che porta alla “Casa Cantoniera”, dove io con la mia famiglia abitai per alcuni anni, essendo mio padre Cantoniere dell’Anas, mi ha impressionato e fatto star male.

Quel totale stato di abbandono, sia della casa cantoniera che della strada, mi ha dato tanta tristezza, mentre la mia mente tornava indietro nel tempo, al mio periodo giovanile, quando, ancora studente, cercavo di munirmi degli strumenti necessari per percorrere il mio sentiero di vita. Sono rientrato a casa deluso e mortificato, pensando che certe cose possono anche cambiare, ma gettare via alle ortiche strade e costruzioni valide, mi sembrava un oltraggio che non doveva essere fatto.

Ora però, amici, è stata ufficializzata una bella notizia: dopo le numerose richieste, avanzate dai due sindaci di Bauladu e Paulilatino, Davide Corriga e Domenico Gallus, questa strada da tempo abbandonata riprenderà a vivere! Il Ministero delle Infrastrutture ha concesso un finanziamento di ben 12,4 milioni di euro (l’importo più cospicuo ottenuto nella storia amministrativa di Bauladu e Paulilatino), per riqualificare l’abbandonato tratto della ex strada statale 131 compreso tra i due paesi.

Un percorso di oltre 10 chilometri, dal notevole valore paesaggistico e storico-culturale (immerso tra decine di monumenti archeologici e una distesa di olivastri tra le più ampie del Mediterraneo), importante per le aziende agricole e per la viabilità locale, ma che potrebbe anche rappresentare un tragitto alternativo nel momento in cui il traffico dovesse risultare bloccato sulla principale arteria stradale dell’Isola. Inoltre, la Bauladu-Paulilatino è inserita nel piano delle ciclovie della Sardegna, e, in tal senso, la sua riqualificazione assume importanti risvolti anche in termini di ulteriore opportunità turistica. La notizia mi ha riempito di grande gioia, e da queste righe mi fa piacere ringraziare per il loro interessamento i due sindaci che hanno fortemente creduto nel progetto, successivamente sposato dall'Assessorato ai lavori pubblici della Regione Sardegna, che aveva assecondato l’idea proposta, stanziando 200mila euro per la progettazione.

Cari amici, sono una persona alquanto emotiva e i ricordi, specie quelli del periodo giovanile, mi emozionano sempre molto. A distanza di tanti anni, se chiudo gli occhi per fare un breve riposo dopo il tempo passato al computer, mi rivedo in quei luoghi che mi hanno visto giovane pieno di speranze, seppure con poche finanze! Ho sempre amato riportare per iscritto le mie emozioni, e sul periodo della mia prima formazione colturale e di vita ho scritto il mio primo libro (a cui hanno fatto seguito altri 8), dandogli il titolo di “MARIEDDU”, come mi hanno sempre chiamato da ragazzo. In questo libro c’è tanto di me! Anche episodi riferiti al periodo trascorso nella cantoniera di Paulilatino. Per questo, prima di chiudere, vorrei farvi leggere un frammento dei miei ricordi, che parla dei miei sogni di allora! Eccolo.

LA CAPANNA SUL CARRUBO

Ho scritto in altra parte di queste ‘memorie’ che il paesaggio circostante la cantoniera di Paulilatino era molto diverso da quella della nostra precedente abitazione, quella di Macomer. Il lungo e fresco viale alberato di gelsi, la vicinanza del Rio Cispiri, il grande cortile pieno di alberi da frutto, tutto contribuiva a creare un habitat molto più gradevole e vivibile. Una delle cose che, però, angustia un ragazzo nell’età della crescita è la mancanza di amici. È la costante presenza di questi che ti consente di vivere al meglio la giornata. Abitare in una casa isolata, quindi, ti priva di questo piacere. Le visite non è che mancassero. Nella bella stagione, soprattutto, alternavo i viaggi a Bauladu per andare a trovarli con la mia scassata bicicletta, alle visite che mi venivano ricambiate. Erano questi i momenti migliori. Si scorrazzava per la campagna intorno, ci bagnavamo nel periodo caldo nel fiumiciattolo, ci ingozzavamo di more di gelso, di susine, fichi e quant’altro.

Da solo, invece, passeggiavo e spesso leggevo. Un giorno mentre facevo una passeggiata lungo la strada verso Paulilatino vidi in una piazzola di sosta, poco lontano da casa, un materasso. Mi fermai a guardarlo. Era in buone condizioni e cercavo di capire il motivo per cui era stato gettato via. Lo girai e rigirai e provai anche a sedermi sopra: era soffice, con le molle all’interno. Pensai subito che mi avrebbe fatto comodo: potevo usarlo per il mio riposo in qualche angolo o sotto un albero. Bisognava, però portarlo via fino a casa. In un primo tempo pensai di trascinarlo ma lo avrei rovinato: In un lampo tornai a casa e, presa la bicicletta ed un pezzo di corda, tornai dal mio materasso. Lo caricai sulla bici legato con la corda e mi avviai lentamente verso casa. Durante il viaggio ne pensai un’altra: potevo utilizzarlo, piegato in due, come poltrona, da usare appoggiata al grosso albero di gelso dove solitamente passavo delle ore a leggere.  L’indomani, mentre studiavo ancora i possibili utilizzi, osservando il grosso carrubo che maestoso si stagliava di fronte a casa, dall’altro lato della strada, mi venne un’altra idea.

Il carrubo, con un liscio tronco alto un paio di metri si ramificava, poi, in diversi bracci laterali lasciando al centro un grosso vuoto. In questo “nido” centrale pensai di realizzare il mio “riservato” luogo di relax, per leggere e riposare. Detto fatto. Mi portai sull’albero e potei constatare meglio che lo spazio era abbastanza ampio e consono al mio disegno. Con accetta e seghetto ripulii lo spazio interessato dai piccoli rami e dalle sporgenze fastidiose e preparai il giusto alloggiamento per il materasso. Con fatica lo portai su e dopo vari tentativi trovai la sistemazione migliore. Lo ancorai con delle corde e dopo una giornata di intenso lavoro il mio nuovo luogo di riposo/relax era pronto: il materasso/poltrona si inseriva bene all’interno dell’incavo dell’albero e non era neanche troppo visibile dall’esterno. Per riparare la poltrona-letto dai diretti raggi del sole avevo anche legato una vecchia tenda ai rami più alti. Ecco, il mio angolo riservato di riposo e osservazione poteva dirsi pronto e funzionante e poteva costituire anche un buon nascondiglio, senza dare troppo nell’occhio!

Nella parte meno visibile dell’albero fissai col martello tre grossi pezzi di ferro sul tronco, come scaletta per salirvi, ed un pezzo di corda legata ad un ramo, per facilitarmi la salita con le mani. Raggiungere la postazione, per un ragazzo agile qual ero allora, era proprio un gioco da bambini! Lo inaugurai subito, constatando che si stava divinamente. Avevo, dall’alto una visione magnifica del panorama circostante: la strada, il fiume, la casa, il verde. Quando ero sopra, se stanco di leggere, mi guardavo intorno e, con gli occhi socchiusi, mi lasciavo andare ai miei sogni. Mi sembrava di volare o di essere su una grande nave diretta chi sa dove; la meta era lontana e ancora sconosciuta. Erano i sogni di un ragazzo che voleva realizzarsi, che voleva emergere. Ero, allora, alle soglie del diploma di ragioniere e il mio sogno era proprio quello di lavorare in banca; mi immaginavo manager in carriera, al comando di una grande filiale…, ben vestito e con tanti soldi da spendere…. Potenza dei sogni! Almeno una parte di quei sogni si è realmente avverata!

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Grazie, amici, a domani.

Mario