lunedì, gennaio 31, 2022

IL MIELE E I SUOI NUMEROSI BENEFICI. ECCO I MOTIVI PER CUI È CONSIGLIATO CONSUMARE IL MIELE, SOPRATTUTTO NELLA STAGIONE FREDDA.



Oristano 31gennaio 2022

Cari amici,

Voglio chiudere i post di Gennaio dedicando quello di oggi al miele. Siamo in inverno, nei giorni della merla, e, proprio per combattere le affezioni invernali, il miele risulta essere un prodotto straordinario, fornitoci da millenni dalle api,  che per noi umani risulta essere una vera benedizione; insomma, qualcosa di veramente eccezionale, quasi indispensabile, non solo come dolcificante ma come rimedio curativo. Sin dai tempi più remoti, il miele è stato utilizzato per zuccherare molte bevande e pietanze, oltre che per preparare numerosi piatti, dolci e salati. Il miele è composto per il 18 per cento di acqua e per l’80 per cento di zuccheri (glucosio, fruttosio, saccarosio e maltosio). Il fruttosio, in maniera particolare, ha una notevole proprietà dolcificante ed è per questo che il miele può tranquillamente sostituire lo zucchero.

Sul miele ho già scritto diverse volte su questo blog: in data 26 novembre 2012 (chi vuole può andare a leggere cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2012/11/il-miele-e-gli-altri-preziosi-prodotti.html, e in data 19 0ttobre 2016, e chi vuole può, cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2016/10/il-miele-e-le-sue-straordinarie-virtu.html, andare a vedere e leggere. Il mondo delle api, cari amici, è un mondo davvero straordinario!

Ma il miele, come accennato, è anche un ottimo rimedio per i nostri malanni, È, infatti, un alimento davvero unico, particolarmente indicato nella stagione fredda, in quanto consigliato per combattere sia l’influenza che i mali di stagione. In effetti, questo particolare zucchero prodotto dalle api ha talmente tante proprietà benefiche per l’organismo, che, a detta degli esperti,  andrebbe consumato, ovviamente nelle giuste dosi,  quotidianamente.

Fin da quando è stato scoperto, millenni fa, il miele era considerato una fonte preziosa di energia, forza e vitalità. Oggi, dopo approfonditi studi, il miele è considerato un antibiotico naturale, prezioso in particolare nella stagione fredda, ovvero nel periodo autunno-inverno, caratterizzato da tempo umido, temperature fredde, pioggia e vento, che, oltre ai fastidi fisici, creano anche un po’ di malumore o di malinconia. Il miele, infatti, cura anche questo nostro cattivo umore, con la sua dolcezza.

Ebbene, per superare questo uggioso periodo, ci basta prendere qualche cucchiaio di miele ogni giorno, in una tisana o in un bicchiere di latte, regalandoci così una  forte azione preventiva per affrontare tutti i nostri malanni autunnali. Questa semplice cura, infatti, depura il sangue e rinvigorisce il sistema immunitario, sia che lo si prenda a colazione che durante la serata, sia nella pausa per il tè delle 5 che a mezza mattina. La tisana autunnale potrebbe essere, per esempio, quella di fiori, foglie e radici ci corbezzolo, una fra mille altre! Il miele è anche in grado di  disinfiammare e disinfettare le vie urinarie, oltre a proteggere il fegato.  

E non pensiamo, amici, che il miele sia un ottimo prodotto solo per le cure interne del nostro corpo, risultando ottimo anche per la nostra salutare bellezza esteriore.  Con il miele ci si prende cura anche esteticamente del proprio corpo, perché è un prodotto molto nutriente ed altamente idratante. Ecco alcuni esempi di come possiamo usarlo per migliorare il nostro aspetto.

Con l’utilizzo di un composto di miele e yogurt, possiamo preparare una maschera nutritiva idratare la nostra pelle secca, mentre con miele, un cucchiaino di olio vegetale e mezzo cucchiaino di succo di limone, possiamo nutrire la pelle screpolata. Con il miele, unito all’olio di mandorle, si tonifica il contorno occhi, mentre il miele di castagno lenisce i pruriti del cuoio capelluto. L’acne, invece, si tiene a bada con una maschera di miele e timo mentre quella di miele e propoli ha un ottimo potere purificante.

Che dire poi se al nostro bagno aggiungiamo all’acqua mezza tazza di miele? Il nostro immergerci nell’acqua diventa rilassante, e la nostra pelle diventa liscia la setosa. Il miele sostituisce egregiamente anche il burro di cacao, e, se delicatamente massaggiato sulle labbra, le fa tornare belle morbide. Con il miele (meglio se unito a dell’olio di oliva), si realizzano anche degli impacchi utili a trattare i capelli deboli e sfibrati. Possiamo, col miele, dare anche felicità ai nostri piedi con un bel pediluvio rilassante, se aggiungiamo due cucchiai di miele nell’acqua tiepida.

Le api, questo straordinario, immenso mondo perfetto, fabbricano il miele ricavandolo da migliaia di fiori diversi. Per questa ragione, infatti, ne esistono diverse varietà. Ecco le più importanti. Di Acacia. È il miele più diffuso in Italia: liquido, di colore chiaro, ha un aroma molto raffinato. Ideale per dolcificare il caffè, il tè, le bevande. E quindi sostituire lo zucchero. Un altro uso molto appropriato è con lo yogurt o con i formaggi; di Castagno. Colore ambra, scuro, con una tonalità rossastra. Aroma intenso, sapore amarognolo: è particolarmente gradito agli amanti dei formaggi e della selvaggina, due cibi con i quali si combina molto bene. Ottimo anche con la ricotta fresca.

Di Lavanda. Sapore intenso ma gradevole, aromatico e fresco. Il colore del miele alla lavanda è ambrato chiaro, con riflessi sul giallo. A tavola accompagna bene qualsiasi formaggio di sapore forte, come per esempio il pecorino. Di Arancia. Colore chiaro, e sapore fruttato. Questo tipo di miele si usa bene con i dolci (anche in questo caso sostituisce qualsiasi tipo di zucchero), specie quelli da forno, e con lo yogurt. Molti lo usano anche in cucina per frittate e insalate leggere e primaverili.

Di Tiglio. Può essere di due tipi: liquido o cristallizzato. Nel primo caso è ambrato chiaro, nel secondo invece è bianco o beige. Aroma intenso, sapore mediamente dolce: accompagna in modo efficace tè e tisane. Di Sulla. Di colore chiaro, prodotto e raccolto nelle regioni del centro e del Sud, è un miele che viene usato generalmente per produrre dolci e torroni. Ma anche come dolcificante, specie in alternativa al miele d’acacia, grazie al suo profumo delicato e floreale. Di Tarassaco. Di colore giallo vivo, ha un sapore di grande freschezza ed è molto dolce. Ottimo per abbinarlo a una macedonia di frutta, a una torta di nocciola, oppure a formaggi di media stagionatura.

Di Erica. È un miele denso, ambrato, con tonalità che vanno verso il colore arancione. Odore intenso e floreale: si abbina ai formaggi stagionati. Di Rosmarino. Giallo chiaro se liquido, bianco o avorio quando è cristallizzato; un sapore dolce-acido che lo rende un fantastico accompagnatore di formaggi di capra. Viene prodotto innanzitutto in Puglia e in Sardegna. Di Melata di bosco. È un miele che non deriva dal nettare dei fiori ma dalla melata, ovvero la secrezione zuccherina emessa da insetti che succhiano la linfa degli alberi. Il suo uso privilegiato è con formaggi freschi oppure con il latte.

Cari amici, le api e il miele da loro prodotto sono veramente un dono straordinario, datoci dal Buon Dio nella sua immensa  bontà!

A domani.

Mario

 

domenica, gennaio 30, 2022

BENTORNATA ALLA CONDUZIONE DEL TG1 DELLE 20,00 ELISA ANZALDO! IL FELICE RITORNO DELLA GIORNALISTA CHE MANCAVA DAL VIDEO DAL 2018.

Elisa Anzaldo

Oristano 30 gennaio 2022

Cari amici,

Un felice ritorno alla conduzione del TG1, quello di Elisa Anzaldo, giornalista Rai da oltre un ventennio e gradita conduttrice del Telegiornale di Rai Uno fino al 2018. Da allora non era più apparsa sullo schermo, nonostante avesse mantenuto il ruolo di caporedattore, rimanendo nell’ombra (pare non per caso) dopo essersi scontrata apertamente nel 2011 con l’allora direttore Augusto Minzolini. La motivazione pare fosse da attribuire  alla mancata sintonia con la linea editoriale che Minzolini aveva impresso al telegiornale dell’ammiraglia di Stato, troppo smaccatamente “filo-berlusconiana”.

Quando il dissidio col “Capo” raggiunge determinati livelli, (succede in ogni azienda) si finisce col  cozzare contro un muro di gomma, finendo presto a tardi nell’ombra. Le prime avvisaglie, in questo caso, furono il trasferimento della giornalista nell'edizione della notte, poi in quella delle 17, infine in quella delle 13, lasciata nel 2017. La scomparsa definitiva dallo schermo avvenne nel 2018. Nel lasciare la conduzione del TG1 la Anzaldo disse: “Vado via, il TG non è imparziale”.

Ora, a penitenza finita, Elisa Anzaldo è tornata alla conduzione del TG1 delle 20,00, rallegrando col suo sorriso gli ascoltatori. Il suo nuovo debutto è stato il 17 gennaio, conducendo con un grande sorriso l’edizione delle 20,00, quella più seguita dal punto di vista Auditel. Tutti hanno nuovamente apprezzato il suo sorriso, mentre lei, parlando, guarda dritto la camera che la riprende; al termine, lei saluta in modo pacato, con un semplice “A domani”. Elisa è una professionista seria e capace, confidenziale ma professionale, autorevole ma sempre con garbo.

Il ritorno della Anzaldo al suo posto, lasciato con tanta mestizia, rappresenta una specie di “caparbia rivincita” di quel giornalismo serio e veritiero che non molla, che non si piega davanti al potente di turno, che non accetta compromessi, che ama riportare sempre e solo la verità. La Anzaldo ha dimostrato di saper dire di “no” anche quando si rischia di essere messi da parte, perché la verità non può avere tante facce: ne ha una sola. Il suo è un giornalismo vero, quello che sa restare sempre oggettivo e imparziale, senza compromessi e omissioni.

I telespettatori hanno seguito con grande commozione anche il suo elogio funebre ai solenni funerali di David Sassoli, il Presidente del Parlamento Europeo, fatto a nome di tutta la Redazione. David Maria Sassoli prima di arrivare all’alta carica nella Comunità Europea era stato giornalista, conduttore televisivo ed esponente politico del Partito Democratico. Giornalista professionista dal 1986, è stato vicedirettore del TG1 dal 2006 al 2009.

Nel suo elogio funebre la caparbia giornalista è riuscita a far commuovere tutti: Le numerose autorità presenti in chiesa e i tanti telespettatori collegati, raccontando con grande commozione chi era stato davvero David Sassoli; parlando con grande lentezza e più di una volta ricacciando indietro caparbiamente, le lacrime, ha stupito e fatto commuovere, ha ricordato l’uomo e il professionista serio e capace, il politico e l’europeista, rammaricandosi e facendo rammaricare i tanti che ascoltavano per la sua immatura scomparsa. Un ricorso, il suo,  fortemente emozionante e sincero.

Amici, ora al TG1 delle 20,00, quello seguito da tanti telespettatori, è tornato il suo volto sorridente e rassicurante, quello che entra sempre in punta di piedi nelle case degli italiani. È stata certamente la neo direttrice Monica Maggioni a volere il suo ritorno, nel “nuovo corso” da lei avviato. Tra donne serie e capaci è facile intendersi, e credo che questo “ritorno” sia anche la chiara dimostrazione che non sempre il non piegarsi al compromesso sia un brutto scotto da pagare.  Nella vita professionale, a volte, anche saper dire di no, anche il non piegarsi al potere, non solo dimostra coerenza e serietà professionale, ma alla fine può risultare anche vincente.

Cari amici, tutto è bene ciò che finisce bene, e io, piccolo giornalista di provincia, plaudo a questo straordinario comportamento etico di Elisa, che dà l’idea di quanto sia difficile fare bene il giornalista! Ora Elisa è tornata a quello schermo che aveva avuto il coraggio di abbandonare: è tornata al suo uditorio  con il suo sorriso dolce e affettuoso, con la sua sincera voglia di raccontare sempre la verità, di spiegare senza nascondimenti come stanno andando veramente le cose. Una lezione di stile la sua, una vera lezione di giornalismo d’altri tempi. Grazie Elisa!

A domani.

Mario

sabato, gennaio 29, 2022

QUAL’È LA DIETA GIUSTA PER UN CERVELLO SEMPRE IN FORMA? ECCO I CIBI PIÙ INDICATI, PER MANTENERLO ATTIVO, PROTEGGERLO E MIGLIORARNE L’EFFICIENZA.


Oristano 29 gennaio 2022

Cari amici,

Il cibo, lo sappiamo, è il carburante del nostro corpo. C’è anche da dire che siamo in tanti a preoccuparci anche di soddisfare il nostro gusto, di appagare il piacere di consumare ciò che ci piace, preoccupandoci poco, però, se quello che mangiamo sia davvero il meglio per il nostro organismo. Indubbiamente, una maggiore consapevolezza su cosa mangiare per nutrirci, sarebbe auspicabile, in particolare per cercare di tenere nella migliore forma possibile parti importanti del nostro organismo! Una di queste è certamente il cervello. Scegliere gli alimenti che lo mantengono attivo e sano, usare la  giusta alimentazione di cui necessita, significa mantenere al meglio le nostre capacità cerebrali, ottenendo così i massimi risultati durante lo studio o il lavoro.

Utilizzare con costanza un’alimentazione corretta per il suo regolare funzionamento, significa avere maggiori livelli di concentrazione e di lucidità mentale, consentendoci di essere sempre  al top. I cibi più indicati sono quelli presenti nella dieta mediterranea, che però vanno assunti con frequenza e in abbondanza per dare alla mente il nutrimento necessario.  In particolare vanno scelti quei cibi ricchi di quelle particolari sostanze che hanno effetti neuro-protettivi e che migliorano i segnali tra le cellule neuronali. Vediamo insieme come possiamo avere, amici, un cervello sempre attivo, sano ed efficiente.

In primis dobbiamo partire dall’acqua, bevuta nella giusta quantità. Un cervello sano e attivo non può prescindere dall’acqua, che compone all'80% il nostro cervello ed è indispensabile per ogni reazione chimica, compresa la produzione di energia mentale; un’adeguata idratazione garantisce l’arrivo di sangue più ossigenato alle cellule cerebrali, rendendo il cervello più vigile. Di contro, una piccola perdita di acqua, intorno al 2%, può pregiudicare la capacità di concentrazione, mentre una diminuzione del 3-4% può influenzare negativamente le capacità di elaborazione del cervello, danneggiando la memoria a breve termine, e causare sintomi neurologici, con vertigini e confusione. La quantità utile si aggira intorno al litro e mezzo di acqua al giorno.

Dopo l’acqua, tra gli elementi più importanti, ci sono gli Omega-3. Sono dei grassi considerati nutrienti essenziali preziosi, che danno sostegno alla funzionalità cerebrale; tra i loro compiti c’è la capacità di contribuire alla formazione delle cellule celebrali e influenzare le capacità cognitive. Hanno lo svantaggio di non essere prodotti dall'organismo, ma devono essere integrati con l'alimentazione. Si trovano in abbondanza nei pesci grassi, per questo motivo nella dieta non devono mai mancare salmone, tonno, trota salmonata, sgombri, aringa e sardine. In quantità più ridotte si trovano anche in semi di lino o di chia e nella frutta secca.

Altri elementi necessari per il benessere del nostro cervello sono le vitamine e i flavonoidi. Cibarsi regolarmente di frutta e verdura fresca è importante, perché contengono molte sostanze preziose, tra cui i flavonoidi, che secondo vari studi scientifici possono aiutare a frenare leggere dimenticanze e stati confusionali legati all’età che avanza. Frutta e verdura fanno bene al cervello anche perché servono per fare il pieno di sali minerali e vitamine, soprattutto vitamine C, A, E, oltre a numerose vitamine del gruppo B: tiamina (B1), riboflavina (B2), acido pantotenico (B5) e acido folico (B9) molto importante per le donne in gravidanza.

Tra le verdure risultano particolarmente importanti i pomodori, da consumare  sotto ogni forma: dalle insalate alle passate per il sugo, perché contenenti dei potenti antiossidanti che contribuiscono a proteggere il cervello dai danni causati dai radicali liberi. Sì, utilissima anche tutta la famiglia dei cavoli (cavolfiore, verza, cavolo cappuccio, romanesco, cavolo nero, broccoli, cavoletti di Bruxelles), vegetali ricchi di vitamina K e glucosinolati, in grado di mantenere elevate le concentrazioni di neurotrasmettitori come l'acetilcolina, sostegno per il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale e per rafforzare la memoria.

Amici, senza dimenticare i carboidrati e gli zuccheri semplici. Per rimanere concentrati tutto il giorno, è utile consumare con regolarità cerali integrali, a partire dalla prima colazione. Sì, dunque, ad alimenti integrali come crusca, pane e cereali. A colazione, e non solo, è bene mangiare anche frutta fresca, apportatrice di fruttosio, e latte e/o yogurt, alimenti proteici ad alto valore biologico, in grado di assicurare una buona performance in ambito di memoria e concentrazione. Qualunque tipo di frutta è benefica, ma tutta quella di colore rosso scuro e viola - uva nera, ciliegie, fragole, lamponi, more, mirtilli - migliora l'afflusso di sangue alla corteccia cerebrale.

A pranzo e cena è bene calibrare pasta, pane, polenta e avena, che sono a basso indice glicemico - cioè che rilasciano lentamente il glucosio nel sangue - con le proteine animali e vegetali, ottime cibi per mantenere il cervello sano. Le uova, ad esempio, aiutano a ritardare l'atrofia cerebrale, grazie anche alle vitamine del gruppo B, B6, B12 e acido folico, in grado di ridurre i livelli di omocisteina nel sangue.

Infine, l’altro importante elemento, protettivo del nostro cervello, è il  Glucosio. Lo zucchero serve al nostro organismo, in particolare al cervello, che è il maggior consumatore dell’energia cerebrale che deriva dal glucosio. Quest’ultimo è una molecola contenuta negli alimenti ma anche sintetizzata dal metabolismo di carboidrati, grassi e proteine. Dal corretto apporto di ossigeno e glucosio dipende sia la sopravvivenza delle cellule cerebrali (i neuroni) sia l’efficienza delle prestazioni mentali durante la giornata.

Cari amici, indubbiamente il cervello è la parte più importante del nostro organismo, per cui, se vogliamo evitare di renderlo poco funzionale, dobbiamo curarlo e alimentarlo nella maniera più corretta!

A domani.

Mario

venerdì, gennaio 28, 2022

FACCIAMO ATTENZIONE AL RADON, IL GAS RADIOATTIVO PRESENTE NELLE NOSTRE CASE. ECCO COME POSSIAMO PROTEGGERCI.


Oristano 28 gennaio 2022

Cari amici,

Il RADON è un gas naturalmente presente in tutta la crosta terrestre. Lo si trova nel terreno e nelle rocce ovunque, in quantità variabile. Lo si trova maggiormente in alcune tipologie di suolo vulcanico o all’interno di alcuni materiali da costruzione, quali tufi, pozzolane e graniti. Questo gas, incolore e inodore, è però radioattivo, e anche  se non è immediatamente pericoloso, lo diventa durante il suo decadimento, in quanto può generare delle particelle che si "attaccano" ai polmoni. Il radon in ambiente domestico, non dimentichiamolo,  col passare del tempo può minare la nostra salute, essendo la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo del tabacco.

Si, amici, Il vero problema del radon sono gli atomi che si formano dal suo decadimento; queste particelle sono estremamente reattive e riescono ad entrare nel nostro organismo legandosi a particelle di polvere, fumo e vapore acqueo. Dopo aver raggiunto i polmoni queste particelle figlie si “attaccano” ai tessuti e in pochi minuti emettono particelle alfa. Esse sono in grado di danneggiare le cellule polmonari in modo irreversibile. Stante quanto sopra, la domanda che tutti ci facciamo è: Come possiamo difenderci da questo pericoloso gas?

Dal momento che la principale fonte di radon è il suolo, i locali seminterrati sono in genere quelli più a rischio, rispetto ai locali più alti. Il radon, inoltre, essendo  più denso dell'aria, tende ad accumularsi in ambienti chiusi, specialmente se con uno scarso ricircolo dell’aria. Quindi la cosa più importante da fare, giornalmente, è cambiare l’aria dei locali o inducendo artificialmente un aumento di pressione. In Italia le aree con la concentrazione maggiore di radon sono la Lombardia assieme al Friuli e il Lazio insieme a Campania e Abruzzo.

La concentrazione maggiore di radon nelle abitazioni di queste Regioni, dipende più che altro dal tipo di substrato sul quale sono state costruite le case. Nel caso dell'Italia settentrionale queste concentrazioni sono legate alle litologie presenti lungo la catena alpina. Ecco perché i valori più alti si registrano nelle zone montane. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato il radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano.

Il Radon, amici, è un pericoloso nemico silente: lo possiamo trovare anche nell’acqua potabile. La concentrazione è molto variabile, sia dal punto di vista spaziale che temporale e, anche se in maniera molto minore rispetto alla sua presenza in atmosfera, può comunque rappresentare una fonte di esposizione dello stomaco alle radiazioni ionizzanti. Molti Paesi hanno emanato delle normative o raccomandazioni per far sì che i livelli di concentrazione del radon non superino determinati valori di riferimento, detti anche “livelli di azione”.

La Commissione Europea, nella Raccomandazione CEC 90/143, pubblicata nel 1990, stabiliva un livello di riferimento di 400 Bq/metro cubo per le abitazioni. La radioattività del radon, infatti, si misura in Becquerel (Bq), dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria si esprime in Bq/metro cubo, indicando così il numero di trasformazioni al secondo che avvengono in un metro cubo d’aria.

L’Italia, a differenza di diversi altri Paesi europei, non ha recepito questa raccomandazione, né adottato finora altra norma specifica per il radon nelle abitazioni. In alcuni casi, però, i valori specificati dalla raccomandazione CEC 90/143 sono stati utilizzati come riferimento. L’Italia avrà comunque entro tre anni circa una normativa nazionale sul radon nelle abitazioni tramite il recepimento della Direttiva europea sopra citata.

Per ora nel nostro Paese negli ambienti di lavoro, con il Decreto legislativo 26/05/00 n. 241, si è fissato un livello di 500 Bq/metro cubo, superato il quale il datore di lavoro deve valutare in maniera più approfondita la situazione e, se il locale è sufficientemente frequentato da lavoratori, intraprendere azioni di bonifica. La concentrazione di radon, comunque, deve essere misurata in tutti i luoghi di lavoro sotterranei. Circa il radon nell’acqua potabile, le linee guida fornite dall’OMS e dalla Commissione Europea, raccomandano un’intensificazione dei controlli se la concentrazione di radon nelle riserve di acqua potabile supera i 100 Bq/litro.

Cari amici, a mio avvio il problema Radon appare in Italia abbastanza sottovalutato. Ora siamo tutti presi per cercare di combattere la pandemia del Covid, ma purtroppo, anche in questo triste frangente, le altre malattie, anche quelle particolarmente pericolose, come quelle causate dal Radon,  non sono certo andate in vacanza!

A domani.

Mario

 

giovedì, gennaio 27, 2022

STITICHEZZA, UN MALE CHE COLPISCE IL 20 PER CENTO DELLE PERSONE. ECCO UNA SERIE DI ALIMENTI CHE LA COMBATTONO.



Oristano 27 gennaio 2022

Cari amici,

La stitichezza è un male molto diffuso. La stipsi cronica colpisce una porzione importante della popolazione italiana, stimata tra il 15 e il 20 per cento. Di questi cittadini, circa l'80% sono donne, con un'età media di 50 anni e che da circa 17 anni convivono con la patologia. Se la difficoltà di evacuazione fecale non è causata da patologie particolari, può derivare da una dieta squilibrata o povera di fibre, unita ad una scarsa attività fisica o ad uno stress eccessivo. Il problema è definito stipsi, quando si hanno meno di tre defecazioni alla settimana, ed è necessario uno sforzo prolungato, per avere l’emissione scarsa di feci che risultano dure e con la sensazione di incompleta evacuazione.

Come si può combattere questo problema che risulta alquanto serio? Scopriamo quali sono i cibi che possono prevenire o aiutarci a contrastare la stitichezza. Una normale attività intestinale prevede evacuazioni regolari (di norma una o due al giorno), mentre ci sono dei soggetti che vanno di corpo meno di 3 volte la settimana. La variabilità di questo range dipende in buona parte dalla dieta alimentare, riferita sia alla quantità che al tipo di cibo assunto. La dieta, infatti, riveste una grande importanza nel garantire la regolarità intestinale. Risulta quindi fondamentale un adeguato apporto in fibre, consumando gli alimenti che per loro natura hanno effetti lassativi.

Quali, allora, i cibi ideali per combattere la stitichezza? I cibi utili per combattere la stitichezza sono in realtà tanti, come ad esempio le diverse verdure lassative o gli alimenti ricchi di fibre. Ecco un elenco dei principali alimenti lassativi: spinaci, zucchine, broccoli, cavolfiori, fagiolini, melanzane, carciofi, verdure latto-fermentate, kiwi, pere, albicocche, fichi, prugne, mele cotte, cereali integrali, legumi, yogurt e kefir, frutta a guscio e semi oleosi, frutta essiccata (in particolare prugne disidratate). Vediamone alcuni cibi in dettaglio.

Partendo dal presupposto che la stipsi è presente in particolare nei soggetti con scarso utilizzo di frutta e verdura, un regolare consumo di  spinaci, zucchine, broccoli, cavolfiori, fagiolini, melanzane e carciofi, crea le condizioni per avere un transito intestinale più rapido ed efficace; la stessa cosa con un regolare consumo di frutta, come  kiwi, pere, albicocche, fichi, prugne, mele, etc. Le Prugne disidratate, come detto,  contengono sorbitolo in quantità da cinque a dieci volte maggiore rispetto al frutto fresco; si tratta di uno zucchero non assorbibile che, rimanendo nel lume, richiama acqua dalle pareti intestinali conferendo alle feci una consistenza più morbida.  

Anche il Kiwi, oltre i principi nutritivi e le proprietà benefiche,  ha delle potenti proprietà lassative naturali. L’effetto “lassativo” è dato dall’alto contenuto di fibre; sia le fibre solubili che quelle insolubili in esso contenute, aiutano infatti a migliorare il transito del cibo nel tratto intestinale. Il kiwi aiuta in caso di stipsi anche grazie all’alta percentuale d’acqua di cui è composto, pari all’80% del frutto. Fibre e acqua non sono le uniche qualità. Oltre garantire una regolarità intestinale in modo naturale, questo frutto è adatto a chi segue una dieta ipocalorica e per diabetici, grazie proprio all’alto contenuto di fibre che abbassa l’indice glicemico (IG) del frutto. Inoltre, è un valido alleato contro la stitichezza in gravidanza e insieme fornisce l’acido folico, importante per le gestanti. Mangiato molto maturo, compie meglio il suo dovere di regolatore intestinale.

È efficace anche il consumo dello Yogurt, prodotto della fermentazione del latte, che è ricco in particolare di due batteri, il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus. Un vantaggio dato dallo yogurt è legato al fatto che il processo di fermentazione scompone il lattosio, il cui contenuto è quindi molto inferiore rispetto a quello del latte di partenza. Per questo lo yogurt può essere utile per contrastare la stitichezza anche nei soggetti intolleranti al lattosio.

I Legumi, invece, che come sappiamo sono alimenti dall’ottimo valore nutrizionale, oltre ad apportare carboidrati e proteine, sono una fonte di fibre solubili (inulina, frutto-oligosaccaridi, pectine, galatto e glucomannani, gomma guar) e insolubili (cellulosa, emicellulosa, lignina). Le fibre insolubili puliscono l'intestino, catturano acqua e gas e aumentano la velocità di transito intestinale attraverso l'aumento del volume del materiale fecale. Le fibre solubili riducono l'assorbimento del glucosio, del colesterolo e dei sali biliari, nutrono il microbiota intestinale e aumentano la viscosità delle feci.

Utilissimi anche i “Frutti a guscio e i semi oleosi” (come le noci, le nocciole, le mandorle, gli anacardi, i pistacchi, i semi di canapa, di lino e di sesamo. Si tratta di alimenti dall’ottimo valore nutrizionale, ricchi in acidi grassi polinsaturi e in fibre alimentari. Gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, oltre ad avere un alto potere antinfiammatorio, riescono a contrastare la disbiosi (alterazione qualitativa e quantitativa della flora batterica intestinale), in molti casi responsabile della stipsi. In particolare, i semi di lino hanno un’interessante proprietà: quando entrano in contatto con i liquidi presenti nello stomaco e nell’intestino liberano delle sostanze mucillaginose che ammorbidiscono le feci e ne aumentano il volume. Questi fenomeni stimolano la peristalsi intestinale e quindi contrastano la stipsi.

Cari amici, per combattere efficacemente la stitichezza, però, bisogna aggiungere ancora qualcosa. Oltre al consumo di alimenti con capacità lassative, bisogna  mettere in atto ulteriori strategie per risolvere al meglio il problema. Per esempio, è utile sapere che l’assenza di movimento finisce con il rendere pigro anche il nostro intestino. Un’ottima strategia per superare l’inerzia del colon è quella di camminare; il consiglio è di riuscire a fare una media di 5.000 passi al giorno (MEGLIO SAREBBERO 10.000). La stipsi richiede inoltre una idratazione  adeguata, bevendo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno (anche sotto forma di the e tisane), quantità che equivale 8-10 bicchieri. Che dire, amici, io credo che questo problema vada combattuto e vinto.

A domani.

Mario