sabato, luglio 31, 2021

COL “CAMBIO DI USI E COSTUMI”, CAMBIANO ANCHE LE FAVOLE. IL RECENTE LIBRO “FIABE D’ALTRO GENERE”: BASTA CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA PER CAMBIARE UNA STORIA.


Oristano 31 luglio 2021

Cari amici,

In un secolo, quello corrente, in cui si tende con determinazione ad esplorare seriamente l’identità di genere, anche le fiabe, quelle che per lungo tempo abbiamo raccontato ai bambini e che, spesso, dovevamo ripetere in continuazione, fino a che il sonno non li portava nelle braccia di Morfeo, “cambiano”, adattate ai nuovi usi e costumi della società che viviamo e nella quale siamo immersi. Le fiabe sono i libri ideali per aprire la mente dei bambini al mondo che li circonda, e leggere oggi le vecchie fiabe, che rappresentano un mondo troppo diverso da quello attuale, appare poco utile alla loro formazione.

Ed ecco allora la necessità di un aggiornamento, di un “rovesciamento dei generi”, di un cambio di passo e di mentalità. Le fiabe sono i libri ideali per adeguare la formazione dei bambini al “nuovo che avanza”. Sono le prime storie che incontriamo da bambini quelle che formano gli elementi costitutivi della narrativa. Esse ci permettono di vivere avventure fantastiche, impersonare ruoli e sconfiggere mostri. Inoltre, la cosa più importante è che ci insegnano la differenza fra il bene e il male e fra i codici morali che governano la nostra società.

Due autori inglesi, Karrie Fransman e Jonathan Plackett, moglie e marito, hanno provato a rivisitare le storie che tutti conosciamo, trasformando, con un algoritmo, semplicemente “lui” in “lei” e viceversa. Il loro ragionamento è stato questo: se possiamo immaginare un mondo in cui le arpe cantano e i ratti si trasformano in cocchieri, perché non immaginare, un mondo in cui i re vogliono avere dei bambini e le streghe non sono delle vecchie ma dei vecchi? Il loro libro, “Fiabe d’altro genere”, ha inteso cambiare il punto di vista precedente, per cambiare una storia. Quello uscito può essere definito  un libro gender-fluid, con patrigni malvagi, lupe cattive, gatte con gli stivali e belli addormentati. Quel che conta davvero, in realtà, è la storia.

Karrie Fransman e Jonathan Plackett, sono coppia nella vita e nel lavoro; scrivendo insieme “Fiabe d’altro genere” (il loro primo libro pubblicato in questi giorni anche in Italia da Rizzoli nella traduzione di Lia Celi), hanno inteso, partendo dalle favole della tradizione, ribaltare completamente la storia, immaginando magari anche un finale diverso e inventando nuovi personaggi, ma spesso scambiando completamente il genere. Jonathan è un creativo, esperto di tecnologia, lei un’artista e autrice di fumetti; hanno una figlia che vogliono che cresca – come scrivono nel libro – in un mondo in cui le bambine possono essere forti e i bambini possono esprimere la loro vulnerabilità senza rabbia.

Le storie fantastiche da loro raccontate sono praticamente a “ruoli invertiti”; sono nate con loro le "Fiabe d’altro genere", che invitano il lettore a interrogarsi sui preconcetti riguardanti il genere nella società, invertendo proprio le due principali costruzioni che dominano ancora nella nostra società: il maschile e il femminile. Con la creazione dell’algoritmo, hanno notato e faranno notare anche a voi che le leggerete, che se alcuni cambiamenti erano prevedibili, altri rivelavano in realtà collegamenti impercettibili, come il fatto che i personaggi femminili venivano sempre messi davanti: “sorelle e fratelli”, “Gretel e Hansel”, ribaltando così completamente i ruoli. Le donne, poi, si trovano così ad avere ruoli più vari e determinanti, mentre ai maschi è concesso di essere sensibili e bisognosi di protezione. In tanti hanno riscritto fiabe che son vere e proprie icone, ma nessuno prima di loro aveva mai scambiato i generi, una maniera per dare al lettore la libertà nell’analizzare delle nuove storie.

La magia dei loro racconti a “ruoli invertiti”, con la nascita di nuovi personaggi e stereotipi messi a nudo, principesse in armature scintillanti che corrono a salvare principi addormentati, un lupo cattivo che è femmina e Re che se ne stanno comodamente seduti alla finestra a cucire sognando di avere un figlio, come giovanotti che sono ricompensati per aver saputo guardare al di là dell’aspetto bestiale di una principessa. Ci sono “Bello e la Bestia”, c’è “Cenerentolo, o lo scarpino di cristallo”, “Il principe sul pisello” o “Il bello addormentato nel bosco”, senza dimenticare “La gatta con gli stivali” e così via, un piacevole pot pourri emozionale gender-fluid con tutto ciò che può riguardare (e interessare) il mondo LGBTQI+.

Da secoli raccontiamo ai nostri figli le fiabe della tradizione, e da sempre qualcuno ha provato a riscriverle, perché i bambini potessero immaginare un mondo in cui gli eroi fossero loro. Anche Karrie e Jonathan leggevano le fiabe alla loro bambina, quando si sono trovati di fronte a un dilemma: mancava qualcosa di fondamentale in quelle storie, e così hanno deciso di fare qualche cambiamento… Non le hanno riscritte, non hanno immaginato un finale diverso o inventato nuovi personaggi. Semplicemente hanno scambiato il genere. Resterete colpiti dal mondo che questo semplice scambio riesce a creare, e affascinati dai nuovi personaggi che state per incontrare. Leggendole, capirete che alla fine, quello che conta davvero è la storia. Il resto è solo un dettaglio.

A domani.

Mario

venerdì, luglio 30, 2021

SI CAMBIANO LE REGOLE DEL GIOCO A PARTITA INIZIATA? NO, EPPURE ALLE POSTE SUCCEDE…LA TRISTE STORIA DEI BUONI FRUTTIFERI TRENTENNALI…


Oristano 30 luglio 2021

Cari amici,

I risparmiatori che nel 1986 sottoscrissero dei Buoni Fruttiferi presso gli sportelli delle Poste Italiane, oggi si trovano nella condizione di vedere stracciato il contratto sottoscritto, e ad incassare gli interessi sul proprio risparmio “dimezzati”. Come chiaramente appare, si tratta di una “modifica unilaterale” degli accordi presi a suo tempo sui tassi di rendimento. Questo fatto increscioso ha portato migliaia di risparmiatori a non veder riconosciuto, dopo trent’anni, il diritto di ricevere quanto pattuito all’origine, e le Poste Italiane sono ora sott’accusa, tanto che Il caso è arrivato in Parlamento, portato dalla deputata Lucia Scanu. “Si parla anche di svariate migliaia di euro”, ha precisato la parlamentare.

L’intervento dell’Onorevole Scanu è avvenuto dopo la presa di posizione sul “Taglio degli interessi” portata avanti dall’Adiconsum Sardegna, rappresentata da Giorgio Vargiu, con la presentazione di un’interrogazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco per fare chiarezza sulle questioni legate ai buoni fruttiferi postali emessi da Poste Italiane dal 1986 e sottoscritti dai risparmiatori.

La Scanu ha chiesto “di conoscere quali iniziative il Ministero intenda adottare per far sì che Poste Italiane riprenda a rispettare le decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario e, più in generale, atteso l’orientamento univoco, riconosca gli interessi stabiliti per i buoni fruttiferi della serie Q/P per gli anni dal 21° al 30° senza costringere gli investitori a ricorrere all’ABF e ai tribunali ordinari”.

Il problema , spinoso e controverso, nasce dal Decreto Ministeriale, il numero 148 del 1986, che stabilì che la nuova serie di buoni postali fruttiferi, denominata dalla lettera progressiva Q, avesse, praticamente dimezzati, i tassi di rendimento, prevedendone l’estensione anche a tutte le serie precedenti, Come ha precisato la deputata Scanu, “Secondo quanto si evince dal parere della Corte Costituzionale tale disposizione rappresenterebbe un ragionevole bilanciamento tra la tutela del risparmio e un’esigenza di contenimento della spesa pubblica e la Cassazione con sentenza n. 3963/2019 aveva escluso che Poste debba restituire i differenziali di interessi relativi ai buoni emessi prima del 1.7.1986”.

Tuttavia per una particolare serie, ossia quella denominata Q/P emessa tra il luglio del 1986 e il 1995, Poste Italiane, per adeguarsi al nuovo corso, avrebbe dovuto stampare dei nuovi buoni, con nuovi tassi e nuovi rendimenti; invece non lo fece, riadattando i vecchi buoni della serie P con l’apposizione di un timbro indicante i nuovi rendimenti; solo che, come hanno fatto rilevare le associazioni dei consumatori, questa operazione è stata fatta male.

In molti casi, infatti, Poste Italiane non ha timbrato i vecchi buoni, oppure la maggior parte delle volte il timbro ha modificato solo la rendita dei primi venti anni, lasciando immutata quella dal ventunesimo al trentesimo, e così, alla scadenza dei trent’anni, Poste Italiane ha riconosciuto gli importi previsti dal decreto 1986, mentre i risparmiatori pretendevano che per gli ultimi dieci anni fossero riconosciute le rendite stabilite dalla normativa precedente e indicate nei buoni fruttiferi”.

Secondo quanto riferito dalla parlamentare oristanese “sono migliaia i ricorsi che l’Arbitro bancario finanziario riceve ogni anno in merito a questa problematica, ma il parere dell’ABF non è vincolante, per questo motivo molti risparmiatori si sono rivolti ai tribunali ordinari, dove i giudici hanno confermato l’orientamento degli Arbitri bancari finanziari: per gli ultimi dieci anni i sottoscrittori hanno diritto a ottenere i frutti stabiliti dalla legge pre-1986”.

Cari amici, come molti di Voi sanno, ho trascorso la mia vita lavorativa facendo il manager bancario. Credo, dunque, di capire bene il problema. Nel rapporto finanziario, quello che c’è scritto vale sempre, sia che si tratti di interessi da riconoscere o interessi da incassare. Nel caso in parola, a prescindere dal Decreto Ministeriale del 1986, c’è da dire che la Cassazione con la sentenza 6430 del 2016 ha stabilito che ha più valore ciò che è scritto sul buono rispetto a quanto dettato da un decreto ministeriale, soprattutto perché i risparmiatori non hanno avuto regolare avviso, riguardo al cambiamento peggiorativo delle condizioni.

Insomma, la regola che dovremmo sempre rispettare è che “Le regole del gioco non si cambiano a gioco iniziato”.

A domani.

Mario

giovedì, luglio 29, 2021

QUANDO È MADRE NATURA A DARE UNA MANO ALLA SCIENZA UMANA: DAI SEGRETI DELLE "SPUGNE DI VETRO" MARINE ALLA PROGETTAZIONE DI INNOVATIVI AEREI, BARCHE E GRATTACIELI.

Oristano 29 luglio 2021

Cari amici,

"Le spugne marine (Euplectella aspergillum), note anche come Cestelli di Venere, sono degli organismi marini molto interessanti che vivono ancorati nei fondali oceanici e costruiscono una sorta di scheletro in vetro usando silice, che, contrariamente a quanto ci si possa attendere, risulta particolarmente resistente". Sono le parole di Giacomo Falcucci dell’Università di Roma Tor Vergata, che di recente ha coordinato un team che ha operato su questi organismi unitamente all’Istituto Italiano di Tecnologia e all'Università della Tuscia.

Questo Team nello svolgimento della ricerca ha scoperto che questi organismi potrebbero dare vita e aprire le porte ad innumerevoli applicazioni nel campo della progettazione di innovativi aerei, barche e anche grattacieli. Si, amici, dalla scoperta dei segreti delle spugne di vetro si studiano incredibili applicazioni a dir poco fantascientifiche, come ha riportato lo studio pubblicato sulla rivista Nature dal gruppo di ricerca. Un gruppo di ricerca internazionale, guidato da Giacomo Falcucci, dell’Università di Roma Tor Vergata, unitamente a Sauro Succi dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e Maurizio Porfiri della Tandon School of Engineering della New York University.

Per la prima volta sono state analizzate le caratteristiche idrodinamiche di questi organismi, grazie a simulazioni fatte con uno dei più potenti supercomputer al mondo, il Marconi 100 del Cineca. Come ha commentato Giacomo Falcucci all’ANSA, “Finora molti studi ne avevano studiato la resistenza, noi invece ne abbiamo analizzato per la prima volta le caratteristiche idrodinamiche, ossia come facciano a resistere alle correnti d’acqua”. Quello che è emerso dalla ricerca è stato qualcosa di inatteso: grazie al sistema di fori e creste che ne caratterizzano lo scheletro, i Cestelli di Venere riescono a ridurre la resistenza con l’acqua, ossia riescono a farla scorrere limitandone di molto l’attrito e generano all’interno del cestello un ricircolo più efficace per filtrare l’acqua e facilitare lo scambio di gameti nei periodi della riproduzione.

Caratteristiche davvero molto interessanti - ha commentato Giacomo Falcucci - che, siamo certi, potranno ora trovare applicazioni nella progettazione di nuovi materiali e schemi in barche, aerei o grattacieli”. In pratica in tutte le strutture che in un modo o nell’altro devono ridurre la loro resistenza a un fluido, acqua o aria che sia. Per arrivare a queste conclusioni sono serviti anni di studio necessari a sviluppare i codici per la simulazione software di queste complesse strutture e mesi di lavoro per il potente supercomputer Marconi 100 del Cineca, capace di compiere quasi 32 milioni di miliardi di calcoli al secondo.

Cari amici, queste spugne marine, che oggi vengono raccolte ed essiccata solo a scopo decorativo e ornamentale, in passato in alcune culture tradizionali dell'Asia venivano usate come “dono da regalare ai novelli sposi” come simbolo di fedeltà coniugale; la motivazione derivava da una curiosità: al suo interno spesso si installava una coppia di gamberetti (Spongicola venusta), che vi entravano come larve attraverso i pori, ma crescendo la coppia non riuscendo più ad uscire, trascorreva in simbiosi al suo interno tutta la vita.

Tornando al recente, interessantissimo studio, frutto della collaborazione tra eccellenti università e centri di ricerca, questo si colloca alle frontiere della Fisica, della Biologia e dell'Ingegneria. Il prof. Nathan Levialdi, Prorettore vicario e già Direttore del Dipartimento di Ingegneria d'Impresa “Mario Lucertini”, dell’Università di Roma Tor Vergata, ha così commentato: «La sfida del millennio per l'uomo è riuscire a realizzare strutture in grado di auto-adattarsi velocemente alle evoluzioni delle condizioni esterne, ottimizzando le risorse disponibili, anche in un'ottica di sostenibilità ambientale. Lo studio delle proprietà costitutive e adattative degli organismi viventi fornisce stimoli e indicazioni fondamentali. Il punto di forza di questo studio sulle spugne di profondità è il rigoroso approccio multidisciplinare, che ha permesso di ampliare le prospettive di analisi e l'utilizzo di strumenti super performanti, fornendo un impulso determinate all'evoluzione della ricerca e della progettazione ingegneristica».

La struttura della Euplectella aspergillum, riprodotta in Italia da Pierluigi Fanelli dell'Università della Tuscia, ricorda un delicato vaso di vetro a forma di tubo cilindrico a parete sottile con un grande atrio centrale, composto da spicole silicee. Le spicole sono composte da tre raggi perpendicolari, che danno loro una forma a sei punte. Le spicole microscopiche "tessono” insieme una maglia molto fitta, che conferisce al corpo della spugna una rigidità non riscontrata in altre specie di spugne e consente loro di sopravvivere a grandi profondità nell’oceano.

Cari amici, la ricerca portata avanti da questo team, che indaga il ruolo della geometria della spugna relativamente alla sua risposta al fluido circostante, potrà avere notevoli implicazioni per la progettazione ingegneristica del futuro: da nuove strutture a bassa resistenza per la realizzazione di navi e fusoliere di aeroplani, fino ad arrivare a innovativi grattacieli, più alti e più snelli di quelli attuali. «Ci sarà meno resistenza aerodinamica sui grattacieli costruiti con un simile reticolo di creste e fenestrature? La distribuzione delle forze applicate risulterà ottimizzata? Rispondere a queste e ad altre domande è un obiettivo chiave del nostro gruppo di ricerca», ha dichiarato Giacomo Falcucci.

Il futuro, in realtà, potrà attingere sempre più dallo studio della natura, sempre più maestra di vita!

A domani.

Mario

mercoledì, luglio 28, 2021

IL CAVOLO E LE SUE GRANDI VIRTÙ. LE SUE PROPRIETÀ TERAPEUTICHE SONO CAPACI DI CURARE DIVERSE NOSTRE PATOLOGIE.


Oristano 28 luglio 2021

Cari amici,

Il cavolo è una verdura che appartiene alla famiglia delle Brassicacee. Di questa verdura ne esistono molteplici varietà, come ad esempio: il cavolfiore, il cavolo nero, il cavolo cappuccio, il cavolo ornamentale, il dinosauro (o Lacinato o toscano), i cavolini di Bruxelles e il cavolo riccio, solo per citare i più comuni. Anche se i vari tipi di cavolo li possiamo trovare nei supermercati tutto l’anno, è nelle stagioni fresche (in inverno e anche in primavera) che essi manifestano al meglio tutta la loro bontà, in quanto hanno un sapore più dolce e poi sono disponibili in maggiore quantità e varietà.

Il cavolo può essere coltivato anche in presenza di temperature molto fredde, dove il gelo produce foglie di cavolo molto dolci. Essendo presente in numerose varietà, il cavolo si differenzia per gusto, aspetto e consistenza. Il Cavolo riccio, per esempio, ha le foglie increspate e un gambo fibroso e di solito è verde intenso a colori; ha un sapore vivace, pungente, con deliziose qualità amare pepate. Il cavolo ornamentale è una specie indicata come verza; le sue foglie possono essere sia verdi che bianche ma anche viola e i suoi steli si uniscono per formare una testa a maglie larghe. Il cavolo ornamentale ha un sapore più dolce e la consistenza tenera, mentre il cavolo Dinosauro (è il nome comune per la varietà conosciuta come cavolo lacinato o cavolo nero), ha foglie verde-scuro è una texture in rilievo. Ha un sapore leggermente più dolce e delicato rispetto al cavolo riccio.

Oltre che essere ricco di proprietà nutrizionali, il cavolo veniva coltivato fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali, e in particolare per curare disturbi quali la sordità, la gotta e alcune patologie a carico dell’apparato gastrointestinale. Tale alimento ha un ridotto apporto calorico ed è ricco di minerali, come potassio, calcio e fosforo; inoltre il cavolo è ricco di fibre utili per favorire il corretto funzionamento del sistema intestinale e prevenire la stipsi. È anche ricco di flavonoidi e carotenoidi, che contengono alte proprietà antiossidanti, utili per prevenire l’invecchiamento precoce e i malanni.

Broccoli, cavolfiori, cavolo cappuccio, verza, cavoletti di Bruxelles, etc. contengono:  tanta acqua, più del 90% del suo peso, tante vitamine, in particolare la A, diverse del gruppo B, la C, la E e la K; contengono inoltre beta-carotene, precursore della vitamina A, tanti sali minerali, in particolare calcio, ferro, potassio e magnesio, tante fibre, dall’elevato potere saziante. Proprio in virtù delle sue proprietà nutrizionali e delle particolari componenti contenute in esso, il cavolo, in tutte le sue varietà, può contribuire alla tutela della salute del nostro organismo. Ma vediamo in quali campi estrinseca al meglio la sua efficacia.

Consumare questa verdura, amici, può contribuire a proteggere la salute dell’apparato cardiocircolatorio, grazie soprattutto all’apporto della vitamina K, molto importante per il fattore coagulazione. Ma non solo: è grazie all’azione degli antiossidanti che il cavolo può contribuire alla salute della vista, della pelle e prevenire l’insorgere di patologie tumorali. Inoltre, grazie all’apporto di calcio, magnesio e fluoro, il cavolo può aiutare le ossa e la loro salute; non bisogna poi dimenticare l’importante apporto di ferro, grazie al cavolo infatti è possibile anche aiutare i globuli rossi e la loro produzione.

In sintesi possiamo dire che i cavoli sono: Antinfiammatori, Regolano la pressione, sono Antiossidanti, Antistress e proteggono dall’ulcera; fanno anche bene come detto agli occhi (il beta-carotene, in quanto precursore della vitamina A, è una sostanza indispensabile per una corretta funzione visiva e per mantenere gli occhi in salute), aiutano a dimagrire e sono anche depurativi. E non è tutto. Amici, è da tempo che si sostiene che gli alimenti appartenenti alla famiglia delle crucifere possiedano delle importanti proprietà antitumorali; oggi vi sono anche tanti studi a confermare l’efficacia dei cavoli nel prevenire varie tipologie di tumori, in particolare quelli a livello di vescica, mammella, polmoni e sistema digerente. Principali responsabili sarebbero non solo l’elevato contenuto di sostanze antiossidanti, ma anche la presenza di glucosinolati, particolarmente concentrati nei broccoli e nei cavoletti di Bruxelles. Un motivo in più per non farsi mancare i cavoli nella dieta! Inoltre, per essere di concreto beneficio, dovrebbero essere consumati almeno 2-3 volte alla settimana!

Cari amici, il consumo del cavolo, come del resto avviene con l’utilizzo di altri vegetali, può avere delle possibili controindicazioni. La sua assunzione è sconsigliata a chi soffre di disturbi a carico della tiroide, poiché è fonte di goitrogeni, sostanze che impediscono alla tiroide di elaborare in modo corretto lo iodio; inoltre, sembra che il consumo del cavolo sia sconsigliato a chi assume come terapia farmacologica gli anticoagulanti, poiché questo potrebbe interferire con i farmaci assunti; in questo caso è sempre meglio chiedere un consiglio preventivo al proprio medico curante.

Che aspettate amici? Il cavolo è una vera ricchezza fornitaci da madre natura! Utilizziamolo, però, sempre con raziocinio!

A domani.

Mario

 

martedì, luglio 27, 2021

CHIAMARLE “CATCALLING” O SEMPLICEMENTE MOLESTIE SESSUALI NON FA DIFFERENZA. È LA PESSIMA ABITUDINE A PRATICARLE QUELLA DA CONDANNARE CON FERMEZZA.


Oristano 27 luglio 2021

Cari amici,

Oramai nel nostro linguaggio la terminologia inglese la fa da padrona. L’ho scritto anche di recente che nella nostra lingua ci sono tutte le parole necessarie per esprimerci correttamente, per cui è solo un brutto vezzo (quasi ci facesse più acculturati) quello di usare parole importate da altri linguaggi. Lo vediamo e sentiamo ogni giorno: da Lockdown a Meeting, da Fast Lunch a Catcalling, parola quest’ultima che indica il pessimo comportamento di cui voglio parlare con Voi oggi e che identifica le molestie sessuali, verbali e gestuali, che vengono indirizzate pubblicamente al gentil sesso. In realtà questo “sport pseudo-sessuale” è in auge da tempo lontano, se penso che certi apprezzamenti erano in uso anche oltre mezzo secolo fa, quando io ero ancora un ragazzo.

Oggi purtroppo questo comportamento continua, anche se, quasi per cercare di sminuirne la volgarità, cerchiamo di ingentilirlo chiamandolo Catcalling. Questo termine inglese, nato dalla fusione dei termini “cat” (gatto) e “calling” (chiamare), altro non è che la riprovevole molestia verbale rivolta prevalentemente alle persone di sesso femminile incontrate per strada. Il fenomeno è purtroppo in crescita e condiziona molte donne che non si sentono più libere di camminare tranquillamente per strada, indossando ciò che vogliono. Secondo l'Accademia della Crusca, che ha ricostruito l’origine del termine, Catcalling è attestato col significato attuale a partire dal 1956. Mentre nel Settecento aveva per lo più il significato di "grido, lamento, suono simile a un lamento" e indicava rispettivamente l’atto di fischiare a teatro gli artisti sgraditi, ovvero un fischio di disapprovazione.

Nel 2018 il governo francese approvò una legge che dichiarò punibile il Catcalling su strade o mezzi di trasporto pubblico, con multe fino a 750 euro. Anche in Perù vigono leggi contro simili pratiche dal marzo 2015 e negli Stati Uniti, nell’Illinois per esempio, ci sono leggi che puniscono le molestie di strada. Anche in diversi altri Paesi questo irriguardoso comportamento è punito, a volte anche severamente. C’è da considerare anche che le molestie di cui parliamo, spesso non si limitano ad esprimere pessimi commenti di natura sessuale, ma comprendono anche insulti omofobici, transfobici e altri stupidi commenti che fanno riferimento a etnia, religione, classe sociale e disabilità.

In Italia, purtroppo, non c’è una norma di legge specifica per punire il reato di Catcalling. Eppure le molestie verbali sono praticate in lungo e in largo, e comprendono tutta una serie di pessimi commenti, che vanno dai gesti volgari agli  strombazzamenti, dai fischi alle avance sessuali, rivolti sia in aree pubbliche che nelle strade, centri commerciali, mezzi di trasporto e parchi. Il fenomeno, purtroppo, è accertato in crescita, e condiziona molte donne e non pochi soggetti “diversi” che non si sentono più liberi di camminare per strada, per il timore delle battute che infastidiscono e avviliscono.

Nel nostro Paese questo triste fenomeno viene spesso banalizzato e derubricato come dei semplici apprezzamenti senza alcun intento di molestia; parole e gesti che però nella maggior parte dei casi non sono né richiesti né graditi, e, in larga misura, evidenziano comportamenti fortemente sessisti. Una donna che si sente fischiata per strada o riceve una battuta fin troppo esplicita, non lo prende certo come un complimento, ma in molti casi il gesto viene percepito come una vera e propria molestia, ovvero la messa in atto di una vera violenza psicologica.

Cari amici, personalmente sono assolutamente contrario alla pratica di questo riprovevole comportamento “molto mediterraneo”, ovvero quello di fare stupidi e sbagliati complimenti ad una donna, così come sono angustiato dalle pessime battute rivolte alle persone disabili, di diverso colore, o che professano altre religioni o praticano costumi diversi dal nostro. Quando in questo mondo continua a mancare il rispetto e la tolleranza e viene invece praticata la prevaricazione e la violenza verbale (privata o pubblica), la vita sociale diventa caotica e poco vivibile. Credo che anche l’Italia dovrebbe quanto prima mettere il giusto freno al triste fenomeno delle molestie (varando apposito provvedimento di legge), anche se noi, elegantemente, lo chiamiamo “Catcalling”.

A domani.

Mario

lunedì, luglio 26, 2021

IDRATARSI D’ESTATE. COL SUDORE SI PERDONO LIQUIDI E SALI MINERALI. È NECESSARIO REINTEGRARLI, BEVENDO NON SOLO ACQUA.

Idratarsi d'estate...

Oristano 26 luglio 2021

Cari amici,

L'acqua è l’elemento fondamentale per la nostra vita. Con il nostro corpo composto fino al 60% di acqua, l'H2O risulta essenziale per la nostra sopravvivenza. Gli studiosi hanno accertato che un essere umano può sopravvivere in assenza di cibo per qualche settimana, mentre invece nel caso di mancanza di acqua questo lasso di tempo si riduce drasticamente, accorciandosi a soli tre o quattro giorni. Il nostro corpo, infatti va costantemente “idratato”, e in particolare d’estate, con la ampia e costante sudorazione, questo problema diventa molto importante.

Possiamo, dunque, dire che l'idratazione è essenziale per il nostro organismo, ed è quindi la chiave per trascorrere un’estate davvero sana e felice. Purtroppo c’è da dire che molti di noi non amano bere l'acqua, e questo è davvero un problema. Tuttavia, per quelli che non ne bevono abbastanza acqua il rimedio esiste, utilizzando diverse bevande con le quali restituire al corpo l’acqua di cui ha bisogno. Si, amici, durante l’estate non bisogna assolutamente dimenticare di idratare il nostro organismo. Una persona adulta dovrebbe assumere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, anche se non necessariamente bevendo direttamente l’acqua, ma ricavandola da preparati, frutta e verdure che la contengono.

Questa quantità d’acqua necessaria, poi, d’estate aumenta considerevolmente, in quanto la maggiore sudorazione crea un aumentato bisogno del nostro organismo. Con l’aumento delle temperature infatti il corpo perde più liquidi, attraverso la sudorazione e il respiro e questi liquidi debbono essere prontamente reintegrati. Con l’acqua, poi, si perdono anche sali minerali e vitamine, per questo bere più acqua non è sufficiente ed è consigliabile consumare cibi idratanti e ricchi di minerali e vitamine. Vediamo allora insieme i cibi e le bevande appropriati per soddisfare il nostro fabbisogno di acqua durante la stagione estiva.

Innanzitutto la frutta, in particolare anguria e melone, poi le verdure, i succhi di frutta, il latte, lo yogurt, i gelati alla frutta e i sorbetti. Meglio assumere bevande poco o per niente zuccherate. Per gli anziani, che spesso bevono poco d’estate, si consigliano passati e creme di verdura. Per le merende dei bambini si possono scegliere ghiaccioli e gelati alla frutta, senza però esagerare essendo alimenti ricchi di zuccheri e grassi. Nessuna controindicazione invece per spremute, frullati e frappè a base di frutta e latte, centrifugati, verdura, latte e yogurt.

Avere un’idratazione adeguata non solo favorisce uno stato di generale benessere e contribuisce all’eliminazione delle tossine, ma evita anche tutti i problemi che la disidratazione comporta: dalla stipsi a possibili malori e stato confusionale. Infine l’acqua non solo ha effetti positivi su salute e benessere dell’organismo, ma ha anche da un punto di vista estetico: rende la pelle più liscia e conferisce forma e rigidità ai tessuti.

Cari amici, Idratarsi d'estate risulta essenziale! Per chi come me non ama molto bere acqua naturale in grandi quantità,  il consiglio è quello di usare, oltre frutta e verdura in quantità, infusi e tisane belle fresche. Una di quelle che preferisco è la tisana ghiacciata a base di un superfood: il tè matcha, idratante, drenante e rinfrescante. Si può preparare velocemente, da bere tiepida o, magari, anche fredda, confezionata la sera prima e poi messa in frigorifero. Io la preparo così: Acqua, Menta fresca (foglie colte da me nel mio giardino), pezzetti di limone, una fogliolina di salvia e tè matcha bio. Riscaldo l'acqua, senza portarla ad ebollizione, metto tutto in infusione e lascio raffreddare.

Perché, mi direte, uso il tè matcha? È considerato il re dei tè verdi a causa delle molteplici proprietà benefiche e salutari: è un potentissimo antiossidante (20 volte più potente della vitamina E), è Antipertensivo, Antiacido e digestivo, Abbassa i livelli di zucchero nel sangue, è Lenitivo ed idratante, Dimagrante e Rafforza il sistema immunitario, le ossa e i denti, Combatte il colesterolo, Protegge il sistema cardiovascolare ed è stimolante. Insomma, è un superfood a tutti gli effetti!

 Ciao, e Buona Estate a tutti! A domani!

Mario