“Ribes sardoum Martelli” |
Oristano luglio 2021
Cari amici,
Che la Sardegna, per le
sue antichissime origini, possieda nel suo territorio dei meravigliosi endemismi,
sia vegetali che animali, è cosa ben nota. Gli “Endemismi sardi” riguardano
specie o sottospecie che risultano presenti esclusivamente in Sardegna, spesso in
areali alquanto limitati, dove, a causa del loro isolamento geografico e geologico
hanno ricreato il loto habitat grazie alle particolari condizioni climatiche
presenti. Gli endemismi, sia
animali o vegetali, costituiscono delle vere rarità, essendo riusciti a superare,
grazie alla loro resilienza, le difficoltà di sopravvivenza, a differenza delle
specie cosmopolite, che occupano invece senza difficoltà gli areali vasti. Uno
di questi curiosi ed eccezionali endemismi sardi è il “Ribes sardoum
Martelli”, che occupa un areale modestissimo, esteso solo poche centinaia
di metri quadrati, vegetando in una piccola valletta del Supramonte di Oliena e
rappresentando uno dei più rari endemismi sardi.
Il Ribes sardoum
Martelli è un piccolo arbusto caducifoglio appartenente alla famiglia delle
Grossulariaceae (o, per alcuni autori, delle Saxifragaceae). La pianta si sviluppa
a cespuglio rotondeggiante che si presenta piuttosto intricato, miscelando, senza
soluzione di continuità, i giovani rami eretti e ascendenti con i vecchi che tendono
ad assumere un andamento contorto. L'altezza massima dei pochi cespugli
presenti e catalogati oscilla tra un metro e un metro e mezzo. Il Ribes sardoum,
come detto, è una specie endemica esclusiva della Sardegna e vegeta unicamente
sul monte Corrasi (Oliena-NU). Qui vive un'unica popolazione, isolata e
protetta, in uno degli innumerevoli anfratti rocciosi di questa impervia
montagna calcarea.
Gli arbusti presenti appaiono
in gran parte piuttosto “vecchi”, anche se colpisce la grande vitalità della
maggior parte degli esemplari osservati; vitalità rivelata dai numerosissimi
giovani getti di colore rossiccio che s’innalzano sopra le piante. I vecchi
rami, da individuare nelle parti basse delle piante, nascosti nell'intrico di
rami e foglie, sono invece di colore grigio chiaro. Non si può dire che questi rari
esemplari “sopravvivano” in quanto appaiono in ottime condizioni vegetative,
tra l’altro poco infastiditi (in quanto non particolarmente graditi) dagli
animali.
Il fogliame del Ribes
sardo è di piccola taglia, con circa due centimetri di diametro; di forma
vagamente trilobata le foglie hanno il margine irregolarmente dentato. Il picciolo è
relativamente lungo rispetto alle dimensioni della foglia, circa 1,5-2
centimetri. Le foglie tendono a essere ghiandolose, sia nella pagina superiore
sia in quella inferiore. Il picciolo e la pagina inferiore delle foglie sono
debolmente tomentosi. I fiori, che sono piccoli e normalmente solitari (solo
talvolta doppi), si sviluppano alla base dei giovani getti.
La fioritura, che avviene
ad aprile-maggio, è regolare. Tuttavia, per problemi di allegagione, la
fruttificazione si presenta subito piuttosto scarsa. Inoltre, solo una
piccolissima parte dei frutti giungerà a regolare maturazione. Molti di essi,
come si può notare da alcune immagini, seccheranno prima. I frutti maturi sono
sub-sferici, hanno un diametro di circa sette millimetri e sono di colore rosso
vivo. Il loro sapore a noi è sembrato piuttosto amaro e non gradevole. La
maturazione avviene tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. Circa la mancata
diffusione in un areale più vasto, le cause vengono attribuite alla
ridottissima fruttificazione, e, forse, anche ad altre cause, visto anche che i
frutti risultano poco graditi agli animali, volatili compresi; ciò sembrerebbe
escludere la possibilità di dispersione dei semi, normalmente effettuata dagli
animali che si cibano dei frutti. Una ragione di più per affermare che questa
modestissima popolazione di Ribes sardoum Martelli andrebbe adeguatamente
tutelata perché, anche una modesta variazione dell’attuale equilibrio
ambientale, potrebbe portare alla sua estinzione.
Cari amici, il Ribes sardo è una specie
certamente da proteggere, dato che secondo la IUCN Red List (La Lista
rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura è stata
istituita nel 1948 e rappresenta il più ampio database di informazioni sullo
stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il globo
terrestre), questa specie è a rischio critico di estinzione in quanto il numero
di esemplari adulti sarebbe ridotto ad un centinaio. Perciò è stata inserita
nell'elenco delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area
mediterranea.
Credo, amici, che proteggere i
nostri preziosi endemismi sardi sia un compito assolutamente da non trascurare,
perché è una vita che se ne va, e in questo modo una parte del nostro antico patrimonio di
biodiversità va in fumo! Spero che chi governa la nostra isola provveda
quanto prima a fare qualcosa, senza dimenticanze o reticenze.
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento