giovedì, luglio 22, 2021

IL RIBES SARDO, TESORO DEL CORRASI. IL “RIBES SARDOUM MARTELLI”, È UNA PIANTA RARA CHE VIVE SOLO IN UNA LOCALITÀ DEL SUPRAMONTE ED È A RISCHIO ESTINZIONE.

“Ribes sardoum Martelli”

Oristano luglio 2021

Cari amici,


Che la Sardegna, per le sue antichissime origini, possieda nel suo territorio dei meravigliosi endemismi, sia vegetali che animali, è cosa ben nota. Gli “Endemismi sardi” riguardano specie o sottospecie che risultano presenti esclusivamente in Sardegna, spesso in areali alquanto limitati, dove, a causa del loro isolamento geografico e geologico hanno ricreato il loto habitat grazie alle particolari condizioni climatiche presenti. Gli endemismi, sia animali o vegetali, costituiscono delle vere rarità, essendo riusciti a superare, grazie alla loro resilienza, le difficoltà di sopravvivenza, a differenza delle specie cosmopolite, che occupano invece senza difficoltà gli areali vasti. Uno di questi curiosi ed eccezionali endemismi sardi è il “Ribes sardoum Martelli”, che occupa un areale modestissimo, esteso solo poche centinaia di metri quadrati, vegetando in una piccola valletta del Supramonte di Oliena e rappresentando uno dei più rari endemismi sardi.

Il Ribes sardoum Martelli è un piccolo arbusto caducifoglio appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae (o, per alcuni autori, delle Saxifragaceae). La pianta si sviluppa a cespuglio rotondeggiante che si presenta piuttosto intricato, miscelando, senza soluzione di continuità, i giovani rami eretti e ascendenti con i vecchi che tendono ad assumere un andamento contorto. L'altezza massima dei pochi cespugli presenti e catalogati oscilla tra un metro e un metro e mezzo. Il Ribes sardoum, come detto, è una specie endemica esclusiva della Sardegna e vegeta unicamente sul monte Corrasi (Oliena-NU). Qui vive un'unica popolazione, isolata e protetta, in uno degli innumerevoli anfratti rocciosi di questa impervia montagna calcarea.

Gli arbusti presenti appaiono in gran parte piuttosto “vecchi”, anche se colpisce la grande vitalità della maggior parte degli esemplari osservati; vitalità rivelata dai numerosissimi giovani getti di colore rossiccio che s’innalzano sopra le piante. I vecchi rami, da individuare nelle parti basse delle piante, nascosti nell'intrico di rami e foglie, sono invece di colore grigio chiaro. Non si può dire che questi rari esemplari “sopravvivano” in quanto appaiono in ottime condizioni vegetative, tra l’altro poco infastiditi (in quanto non particolarmente graditi) dagli animali.

Il fogliame del Ribes sardo è di piccola taglia, con circa due centimetri di diametro; di forma vagamente trilobata le foglie hanno il margine irregolarmente dentato. Il picciolo è relativamente lungo rispetto alle dimensioni della foglia, circa 1,5-2 centimetri. Le foglie tendono a essere ghiandolose, sia nella pagina superiore sia in quella inferiore. Il picciolo e la pagina inferiore delle foglie sono debolmente tomentosi. I fiori, che sono piccoli e normalmente solitari (solo talvolta doppi), si sviluppano alla base dei giovani getti.

La fioritura, che avviene ad aprile-maggio, è regolare. Tuttavia, per problemi di allegagione, la fruttificazione si presenta subito piuttosto scarsa. Inoltre, solo una piccolissima parte dei frutti giungerà a regolare maturazione. Molti di essi, come si può notare da alcune immagini, seccheranno prima. I frutti maturi sono sub-sferici, hanno un diametro di circa sette millimetri e sono di colore rosso vivo. Il loro sapore a noi è sembrato piuttosto amaro e non gradevole. La maturazione avviene tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. Circa la mancata diffusione in un areale più vasto, le cause vengono attribuite alla ridottissima fruttificazione, e, forse, anche ad altre cause, visto anche che i frutti risultano poco graditi agli animali, volatili compresi; ciò sembrerebbe escludere la possibilità di dispersione dei semi, normalmente effettuata dagli animali che si cibano dei frutti. Una ragione di più per affermare che questa modestissima popolazione di Ribes sardoum Martelli andrebbe adeguatamente tutelata perché, anche una modesta variazione dell’attuale equilibrio ambientale, potrebbe portare alla sua estinzione.

Cari amici, il Ribes sardo è una specie certamente da proteggere, dato che secondo la IUCN Red List (La Lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura è stata istituita nel 1948 e rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il globo terrestre), questa specie è a rischio critico di estinzione in quanto il numero di esemplari adulti sarebbe ridotto ad un centinaio. Perciò è stata inserita nell'elenco delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area mediterranea. 

Credo, amici, che proteggere i nostri preziosi endemismi sardi sia un compito assolutamente da non trascurare, perché è una vita che se ne va, e in questo modo una parte del nostro antico patrimonio di biodiversità va in fumo! Spero che chi governa la nostra isola provveda quanto prima a fare qualcosa, senza dimenticanze o reticenze.

A domani.

Mario

 

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