mercoledì, giugno 30, 2021

LA STRAORDINARIA FORZA DELLA VITA. RICHARD, UN BIMBO AMERICANO, HA SUPERATO IL TRAGUARDO MONDIALE DI SOPRAVVIVENZA: È NATO DOPO SOLE 21 SETTIMANE DI GESTAZIONE.


Oristano 30 GIUGNO 2021

Cari amici,

Voglio chiudere i post di giugno con un grande inno alla vita. La vita quasi impossibile che si celava dentro il minuscolo corpicino di un bimbo nato prematuro, ma che superando ogni limite ha vinto la sua battaglia. Si, , amici, oggi voglio parlarvi di Richard, il bimbo più prematuro al mondo che è riuscito a sopravvivere, e che ora ha già compiuto un anno ed è entrato di diritto nel Guinness dei primati! Richard Scott William Hutchinson è nato con circa 5 mesi di anticipo, ben 131 giorni prima del dovuto! Il parto, avvenuto al Children’s Minnesota hospital di Minneapolis, la capitale del Minnesota, era ritenuto nato troppo in anticipo, e i medici da subito avevano detto alla coppia che il bimbo non aveva alcuna possibilità di sopravvivere. Richard era talmente minuto che i suoi genitori riuscivano a tenerlo nel palmo di una mano: pesava infatti poco più di 300 grammi!

Nessuno, però, immaginava la sua grande forza vitale e il 5 giugno scorso Richard ha spento la sua prima candelina, festeggiando il suo primo anno di vita, entrando così a buon diritto nel Guinness dei primati di sopravvivenza umana. È il bimbo più prematuro che sia mai riuscito a sopravvivere: pesava 340 grammi e a tutti sembrava impossibile che sarebbe riuscito a superare il difficile handicap. I medici gli avevano dato zero possibilità di farcela, invece, l'eroico Richard il 5 giugno del 2021, smentendo tutti, ha superato l’enorme difficoltà, e oggi cresce felice, portandosi appresso un primato che pochi vantano.

La madre del piccolo, Beth, era stata ricoverata in ospedale a causa di alcune complicazioni ed i medici del Children’s Hospital si erano trovati costretti ad “indurre” il parto, anche se avevano pochissime speranze di poter salvare il nascituro. Le sopravvivenze di nascite così premature, in realtà sono una vera eccezione: venire al mondo 131 giorni prima del dovuto, ad appena 21 settimane e due giorni di gestazione (la media è di 40 settimane), è praticamente un miracolo. I medici del  Children’s Minnesota hospital avevano subito preparato i genitori al peggio. Eppure, nonostante le speranze fossero al lumicino, un membro dell'equipe dell'ospedale non ha perso la speranza; sapeva che se Richard fosse riuscito a superare la prima settimana, allora sarebbe stato un vero sopravvissuto.

Altro ulteriore problema, relativo alla battaglia per la salvezza del bambino, è venuto dalle restrizioni imposte dal Covid-19: i suoi genitori non hanno mai potuto passare la notte con lui e nessun parente è stato autorizzato ad andarlo a trovare. Richard ce l'ha dovuta fare proprio da solo! Dopo sei lunghissimi mesi trascorsi in ospedale, solo a dicembre il piccolo Richard è potuto tornare a casa dai suoi genitori, Beth la sua mamma e Rick, il suo papà. Con loro il 5 giugno questo bimbo speciale ha potuto festeggiare il suo primo compleanno, circondato dai genitori e i loro tre cani.

"Non ci sembra ancora vero" - ha commentato la mamma Beth portando con grande felicità il figlio a casa – “Siamo immensamente felci! Anche condividere la nostra storia con gli altri è meraviglioso, ed è anche un modo per sensibilizzare le altre coppie sui bimbi prematuri". Anche il padre, Rick, ha voluto raccontare la lunga storia dei mesi trascorsi dal piccolo in ospedale, anche se il piccolo la gran parte della sua resilienza l’ha dovuta affrontare da solo. Ora questo padre sta cercando di restare il più possibile accanto al piccolo, dicendosi sicuro che Richard, oltre che della mamma Beth, ha bisogno della sua costante vicinanza, per vincere le sfide che ancora lo attendono. Auguri, piccolo, grande lottatore!

A domani, amici.

Mario.

martedì, giugno 29, 2021

LE SPIAGGE E IL MARE DEL SINIS, CONQUISTANO LE 5 VELE DI LEGAMBIENTE 2021. UNA TERRA ANTICA IL SINIS, ABITATA FIN DAL PERIODO NURAGICO, CAPACE, CON I SUOI TESORI, DI CATTURARE TURISTI DA TUTTO IL MONDO!


Oristano 29 giugno 2021

Cari amici,

E' Una terra antica e nobile il Sinis di Cabras, abitata da migliaia di anni e che oggi presenta reperti antichissimi, di una bellezza assoluta, veramente unici al mondo. Se poi a tutto questo aggiungiamo un mare straordinario, con spiagge da sogno, possiamo dire che questo luogo potrebbe competere turisticamente fra i migliori al mondo. Ed è per questo che Legambiente e Touring Club, non hanno avuto dubbi ad assegnare per la prima volta alle coste di Cabras (che comprendono l’Area marina protetta della Penisola del Sinis – Isola di Maldiventre), le Cinque vele di Legambiente, il riconoscimento assegnato ai comprensori con mari e laghi tra i più belli d’Italia.

La nostra terra, la Sardegna, risulta quest’anno la Regione più premiata, con l’assegnazione delle Cinque vele ad altre cinque località (tutte conferme): Bosa e la Planargia, Baunei, Domus de Maria con il litorale di Chia, la Baronia di Posada con il Parco di Tepilora, Santa Teresa di Gallura con l’Area marina protetta di Capo Testa. Il Touring club nella guida “Il Mare più bello 2021”, realizzata assieme a Legambiente, ha valorizzato in modo eccellente il litorale di Cabras, ritenendolo fra i migliori del panorama italiano.

La direttrice di Legambiente Sardegna Marta Battaglia, ha detto: “È motivo d’orgoglio per Legambiente Sardegna animare la classifica nazionale con un nuovo comprensorio sardo che riceve quest’anno le Cinque vele. È sintomo di dinamismo, capacità di innovazione e di interpretazione intelligente delle sfide che il presente pone a territori preziosi e fragili come quelli costieri, più esposti di altri ai cambiamenti climatici e dunque in prima fila nella sperimentazione di strategie efficaci. Come l’alleanza tra Comunità locali e turisti che i nostri comprensori sperimentano tramite la condivisione di forme di accoglienza e fruizione autentiche e sostenibili, in un sodalizio virtuoso che fa bene al turismo e ai territori”.

“Per Cabras è un onore ricevere un premio così importante”, ha affermato con soddisfazione il sindaco Andrea Abis. “Le Cinque Vele rappresentano un vessillo da poter mostrare con orgoglio e sono un’occasione per proporre il nostro territorio a un pubblico sempre più vasto”. Il sindaco Andrea Abis ha anche detto che presto sarà disponibile a Mare Morto una nuova struttura, studiata proprio per dare un servizio agli utenti con disabilità funzionale: “Si tratta di un molo galleggiante dotato di un sollevatore a bandiera capace di posizionare su una imbarcazione anche chi è impossibilitato a farlo autonomamente. Il nostro lavoro per il miglioramento dei sevizi è sempre in atto e si vedono i risultati di questi primi tre anni di amministrazione, in cui, in tema costiero, la pietra miliare è stata la sostenibilità e la difesa del patrimonio naturalistico e ambientale”.

Sono diciotto i comprensori marini e sette quelli lacustri che sono riusciti quest’anno a ottenere tutte e cinque le vele. La guida Il Mare più bello 2021 propone il racconto di 45 tra le più belle zone balneari in Italia, selezionate fra i 98 comprensori turistici valutati sulla base dei dati raccolti da Legambiente sulle caratteristiche ambientali e la qualità dell’ospitalità. In particolare si considerano i dati sulla gestione dei servizi da parte delle amministrazioni locali e la qualità del territorio (presenza di aree protette marine o terrestri), integrando queste informazioni con le valutazioni espresse dai Circoli locali dell’associazione e dall’equipaggio della Goletta Verde.

La Sardegna – con le sue spiagge spesso scelte dalle tartarughe marine per deporre le uova – può guardare con interesse anche ad una nuova iniziativa presentata da Legambiente: “Lidi amici delle tartarughe”. Sarà assegnato un vessillo a quegli stabilimenti che si impegnano ad adottare, con la firma di un disciplinare, alcune regole tartafriendly (come la pulizia manuale della spiaggia, la riduzione dell’inquinamento acustico e luminoso in ore notturne, distribuzione materiali informativi, collaborazione con centri recupero tartarughe marine). Dal prossimo anno l’iniziativa sarà estesa ai Comuni e alle località costiere, con modalità diverse, e l’edizione 2022 della Guida segnalerà anche le amministrazioni amiche delle tartarughe marine.

Cari amici, sono davvero felice che le spiagge del Sinis abbiano ricevuto l’ambito trofeo delle Cinque vele di Legambiente, che ritengo assolutamente meritato. Questo territorio, turisticamente parlando, con il grandioso patrimonio archeologico che si ritrova, che spazia dai nuraghi alle rovine di Tharros, dai Giganti di Mont’e Prama (presenti nel museo di Cabras) alla Chiesa paleocristiana di San Giovanni di Sinis (costruita su un'area anticamente adibita a necropoli punica e poi cristiana, edificata durante il periodo bizantino a metà del VI secolo e successivamente ampliata tra l'IX e il X secolo), che fu sede della Diocesi di Tharros, potrebbe calamitare un flusso turistico di prim’ordine, creando benessere e posti di lavoro!

A domani.

Mario

lunedì, giugno 28, 2021

SI PROFILANO TEMPI DURI PER I TRASGRESSORI DEL CODICE DELLA STRADA: IN ARRIVO MULTE FINO A 660 EURO PER GLI INDISCIPLINATI.


Oristano 28 giugno 2021

Cari amici,

Nella “Bozza” del Decreto-legge Trasporti, in corso di preparazione, sono previste per le auto delle multe ben più salate, rispetto a quelle attuali: per esempio per le infrazioni di parcheggi su strisce pedonali, piste , ciclabili e posto invalidi, le sanzioni potranno arrivare fino a un massimo di 660 euro. Ripeto, per ora si tratta solo di una bozza, ma voci di corridoio affermano che ci sia tutta l’intenzione di aumentare le multe, specialmente quelle che riguardano le infrazioni per parcheggi su strisce pedonali, piste ciclabili e posti riservati agli  invalidi.

Gli aumenti previsti appaio davvero pesanti, in particolare per gli automobilisti che parcheggiano sulle strisce pedonali o sulle piste ciclabili, che potranno essere sanzionati fino a un massimo di 660 euro. Ma quando si applicherà la sanzione? Se la norma passerà come in bozza, verranno sanzionati i veicoli in sosta “sui passaggi e attraversamenti pedonali e sui passaggi per ciclisti, nonché sulle piste ciclabili e agli sbocchi delle medesime”. Nella norma si fa poi anche una distinzione tra i veicoli a due ruote (quindi ciclomotori e motoveicoli), per i quali il pagamento previsto è una somma che va da 80 a 328 euro, e tutti gli altri veicoli, le cui infrazioni vanno da 165 a 660 euro.

E non è tutto. Multe salate si stanno preparando anche per gli “indisciplinati” che, privi di rispetto, parcheggiano sui posti riservati alle persone disabili: in questo caso si parla di una cifra che parte da un minimo di 168 e può arrivare fino a un massimo di 672 euro. Una bella differenze con le sanzioni attuali che invece vanno dagli 87 euro ai 344 euro, circa la metà. Anche gli aventi diritto a questi parcheggi, che usano quindi le strutture in quanto ne hanno diritto,  potrebbero rischiare una multa tra 87 euro e 344 euro “non osservando le condizioni ed i limiti indicati nell’autorizzazione"

Tra le novità c’è anche l’arrivo del “Permesso rosa”, riservato ai veicoli condotti dalle donne incinte e dalle mamme con bambini di età fino a 2 anni, alle quali i Comuni, con provvedimento apposito, destinano spazi specifici per la sosta. Come si legge nella bozza, gli enti proprietari della strada “possono allestire spazi per la sosta, mediante la segnaletica necessaria, per consentire ed agevolare la mobilità di esse, secondo quanto stabilito nel regolamento”. Chi parcheggia in questi spazi senza averne il diritto può ricevere una multa che va 87 a 344 euro.

Si, amici, per gli indisciplinati che non rispettano le norme che regolamentano la circolazione stradale si prospettano tempi davvero duri. Chi è abituato a parcheggiare sulle strisce pedonali, le piste ciclabili o i posti invalidi dovrà stare molto attento, o si troverà svuotato il portafoglio. Se è pur vero che nelle città il caos del traffico costringe, spesso per urgenza, a cercare di “trovare in qualche modo” un buco per parcheggiare l’auto, non è ammissibile che si possano ledere impunemente i diritti degli altri.  Una raccomandazione ai nostri politici , però, mi sento di farla: con la piaggia di soldi che arriveranno all'Italia dal Recovery Fund, siete sicuri di aver lasciato disponibili i danari sufficienti per i Comuni delle grandi città per costruire e aumentare i parcheggi in centro che mancano sempre di più? Io lo spero…

A domani.

Mario

 

 

domenica, giugno 27, 2021

IL COVID HA RIPORTATO ALLA RIBALTA IL PROBLEMA (IRRISOLTO) DELL’ABBUONO DEI DEBITI AI PAESI POVERI. LA LUNGA STORIA DELLA “CANCELLAZIONE DEL DEBITO”, CHE RISALE ADDIRITTURA AD HAMMURABI.


Oristano 27 giugno 2021

Cari amici,

Il tema corrente del giorno, ormai riportato dai Media in tutte le salse, è costituito dai vaccini per il Covid. La pandemia, che ha sconvolto l’intero pianeta sia in termini sanitari che economici, potrà essere affrontata solo con la vaccinazione globale di tutta la popolazione mondiale, altrimenti l’enorme sforzo in corso per mettere al tappeto il virus risulterà vano. Non si illudano le nazioni economicamente forti di vincere la sfida vaccinando solo le proprie popolazioni, in quanto il terribile morbo rimarrebbe tra di noi, senza se e senza ma!

In realtà il problema e piuttosto serio e non andrebbe sottovalutato! Come sarà possibile portare una montagna di vaccini in Africa, Asia, India e diverse altre nazioni povere, quando queste, appesantite da ingenti debiti, non possono acquistarli? Il dilemma è di non poco conto, se pensiamo che i Paesi occidentali nicchiano anche sulla possibilità di togliere, seppure temporaneamente, i diritti di brevetto sui vaccini! Eppure senza la vaccinazione a tappeto di tutti il virus non sarà mai vinto!

Il problema, amici, è non solo serio ma addirittura drammatico, e si ricollega all’annoso, dibattuto problema (seppure mai affrontato seriamente) della “Cancellazione del debito” che nel tempo i Paesi poveri e in via di sviluppo, hanno accumulato con i Paesi economicamente forti. Un debito che nel tempo ha raggiunto dimensioni talmente alte da non consentire non solo la restituzione ma nemmeno una vita sociale al minimo della sopravvivenza. Fra i Continenti più gravati dal debito c’è in particolare l’Africa, un Continente da secoli sfruttato dalle Grandi Potenze industriali, e ora in preda di una povertà che fa paura, tanto da creare un’emigrazione senza limiti.

Julius Nyerere, uno dei padri dell’indipendenza africana, 50 anni fa fece sentire la sua voce lanciando un accorato appello rimasto purtroppo inascoltato: «È giusto che affamiamo i nostri bambini per pagare il debito?». Amici, ora,  mezzo secolo dopo, l’interrogativo posto  dai Julius Nyerere è rimasto tale: il costo delle pendenze accumulate dall’Africa sarebbe sufficiente a vaccinare l’intero Continente contro il Covid. L’egoismo dei Paesi ricchi, che continuano a depredare questi Paesi che annegano in un mare di debiti, è certamente difficile da combattere, perché la Società moderna, a differenza di quelle antiche, non è più una società basata sulla fratellanza ma sull’egoistica prevaricazione del più forte sul più debole! Nella società di migliaia di anni fa, nonostante tutto, la fratellanza esisteva ancora!

Hammurabi

Si, amici, migliaia di anni fa c’era più rispetto per il debole e meno ingordigia da parte del potente. Proprio per questo voglio oggi ripercorrere con Voi l’antica storia della “Cancellazione del debito”, tornando indietro nel tempo: al 1.792 avanti Cristo, durante il regno di Hammurabi, “re” di Babilonia (oggi posta nell’attuale Iraq). Il suo regno, iniziato nel 1.792 avanti Cristo, durò 42 anni e, seppure la maggior parte dei libri di storia non lo dica esplicitamente, Hammurabi, come altri governanti delle città-Stato della Mesopotamia, proclamò in varie occasioni un annullamento generale dei debiti dei cittadini nei confronti dei poteri pubblici, i loro alti funzionari e dignitari.

In questo codice, che ora si trova conservato nel Museo del Louvre di Parigi, troviamo scritto: «il potente non può opprimere il debole, la giustizia deve proteggere la vedova e l’orfano (…) al fine di rendere giustizia agli oppressi». Gli storici hanno trovato la traccia incontestabile di quattro annullamenti generali del debito durante il regno di Hammurabi (nel 1792, 1780, 1771 e 1762 A. C.). Durante il regno di Hammurabi, la vita economica, sociale e politica era organizzata intorno al tempio e al palazzo reale. Queste due Istituzioni, molto legate, costituivano l’apparato dello Stato, l’equivalente dei nostri poteri pubblici di oggi, nei quali lavoravano numerosi artigiani e operai, senza dimenticare gli scriba. Al fine di garantire la pace sociale, in particolare evitando un peggioramento delle condizioni di vita dei contadini, il potere sovrano annullava periodicamente tutti i debiti e ripristinava i diritti dei contadini. Le proclamazioni di annullamenti generali dei debiti non si limitarono al regno di Hammurabi: cominciarono addirittura prima di lui e si prolungarono anche dopo di lui. Si può affermare che gli annullamenti generali del debito costituirono una delle caratteristiche principali delle società dell’Età del Bronzo in Mesopotamia.

Queste proclamazioni di annullamento del debito erano occasione di grandi festeggiamenti, generalmente nella festa annuale della primavera. Sotto la dinastia della famiglia di Hammurabi fu instaurata la tradizione di distruggere le tavolette sulle quali erano scritti i debiti. In effetti, i poteri pubblici avevano una contabilità precisa dei debiti, riportata su tavolette che erano conservate nel tempio. Hammurabi muore nel 1749 A. C., dopo 42 anni di regno. Il suo successore, Samsuiluna, annullò tutti i debiti dei sudditi con lo Stato, decretando la distruzione di tutte le tavolette dei debiti salvo quelle che si riferivano a debiti commerciali.

Cari amici, non voglio certamente esaltare l’organizzazione sociale di queste società di 3.000 o 4.000 anni fa; le varie cancellazioni del debito contratto dai sudditi nei confronti della Pubblica Amministrazione di allora, erano provvedimenti con i quali i governanti tentavano di mantenere una maggiore coesione sociale, evitando la costituzione di grandi proprietà private; i provvedimenti venivano presi perché i contadini potessero mantenere l'accesso diretto alla terra, limitando in questo modo l’aumento delle disuguaglianze. Ma oggi, cari lettori, pensate che i nostri governanti siano animati dallo stesso senso di responsabilità, mostrato migliaia di anni fa da quei governanti forse più lungimiranti di quelli di oggi? Allora si operava per cercare di diminuire le disuguaglianze e oggi?

Ciascuno di Voi si dia la risposta…

A domani.

Mario

sabato, giugno 26, 2021

I FESTEGGIAMENTI PER SAN GIOVANNI IN AUGE NELL’ANTICA CULTURA BARBARICINA. “SU COHONE ‘E VRORES”, L’ANTICO PANE A FORMA DI TORTA DELLA TRADIZIONE FONNESE.


Oristano 26 giugno 2021

Cari amici,

Su “Cohone ‘e Vrores” è quel particolare pane speciale che viene preparato in Barbagia, in particolare a Fonni, in occasione della festa di San Giovanni Battista, Patrono del Paese, che si celebra il 24 giugno. A giugno, quando si celebra la natività del Santo, è in suo  onore che viene preparato un pane specialissimo, che fa parte di un’antica tradizione, della quale ora a Fonni l’unica custode è Anna Coinu. Vediamo insieme, amici, di conoscere meglio questa bella e curiosa tradizione. Per preparare questo pane è necessaria una complessa elaborazione. Alla base c’è una focaccia a forma di torta dal diametro di 40 cm e di una decina di centimetri di spessore, sulla quale vengono infilati dei bastoncini di canna che reggono 160 puggiones (uccelli) e 5 puddas (galline). Al centro della complessa composizione si trova il nido (che ha 5 cm di diametro), che viene decorato con chicchi di grano finto e con sopra 3 puggioneddos (uccellini). Attorno al nido vi sono 4 puddas, una delle quali porta sul dorso un puggioneddu.

Per preparare questo pane è necessario procurarsi della semola molto fina che viene impastata con acqua di sorgente e l’aggiunta di miele, di mandorle grattugiate (su postiddu), e altre sostanze grasse, fra le quali il burro (sa manteca ovvero il composto). Ai lettori sembrerà davvero strano, ma la sua preparazione è lunghissima (ci vogliono mesi per preparare il tutto) e, pensate, Il peso di su Cohone ‘e Vrores è di circa 8 chili! Inoltre, per completare il tutto vengono confezionati altri 150 puggioneddos circa, che, una volta terminati i festeggiamenti verranno distribuiti ai soci, alle autorità ed ai parenti e amici dell’organizzatore dei festeggiamenti civili, chiamato con deferenza il ‘cassiere’.

Il giorno della festa il pane viene benedetto dal sacerdote prima della Mintha Hantada (Messa cantata), per essere poi portato dal ‘cassiere’ durante tutta la processione e dai cavalieri a casa del ‘cassiere’ al termine del rito. Le origini di Su Cohone ‘e Vrores sono tutt’ora sconosciute, anche se, a supporto, esistono diverse leggende che vengono raccontate su questo pane; la più nota e curiosa è quella di “Predi Murru” (questa storia è presente nel libro “S’istangiartu, tradizioni equestri di Fonni” – di Michela Carta e Salvatore Ligios).

Fonni, chiesa di S. Giov.Battista

Secondo questa leggenda, il 1865 fu un anno tremendo per i contadini e per i pastori di Fonni; un’ invasone di cavallette distrusse grano e orzo. La gente chiese l’ intercessione del Santo Patrono, San Giovanni Battista, ma fu tutto inutile. Le stesse benedizioni dei campi da parte dei sacerdoti non produssero gli effetti sperati. Caduti in preda alla disperazione contadini e pastori fecero ricorso a tutto, anche alle pratiche magico-religiose. In Barbagia aveva gran fama di essere un maiargiu (mago) un certo Predi Murru, un prete che con il suo asinello andava in giro per gli ovili a chiedere l’ elemosina in compagnia di un frate del Convento della Madonna dei Martiri.

Si racconta che mentre erano in corso i festeggiamenti in onore di San Francesco, Predi Murru, sempre in compagnia del frate, era arrivato ad un ovile tra Orune, Lollove e Nuoro, dove tra i pastori di quelle pecore vi erano dei pastori fonnesi; alla vista dei due religiosi, gli uomini esclamarono: “arrivano i corvi, sleghiamo i cani!”. Mentre i feroci animali, cinque o sei cani, stavano per avventarsi contro i due mendicanti, Predi Murru impugnò un crocifisso che portava sempre con sé e pronunciò queste parole: “a tra bos atteros!” (“Fra di voi!”). A quel punto i cani si azzannarono a vicenda finché non trovarono la morte.

Anche in quell’occasione la fama del prete non si smentì e la sua notorietà si allargava sempre più, estesa ormai in tutta la Barbagia, dati i suoi poteri. Predi Murru fu dunque chiamato anche dai fonnesi per risolvere il loro dramma delle cavallette. Giunto con il suo asinello nel centro barbaricino e informato della situazione, il religioso andò a benedire le campagne del paese invase dalle cavallette. Nella zona di Harpile, tra S’Alinu e Pithu ‘e Monte, a sette chilometri da Fonni, secondo quanto raccontato, il rito del prete produsse i suoi effetti, ma con un imprevisto però: sparirono le cavallette, ma con esse anche sos isturros, truddos e tacculas (stornelli, tordi e taccole).

Per fortuna si salvarono sos cucos (i cuculi), e rimasero i nidi di altri uccelli con le rispettive uova. Allora due o tre cuculi prepararono un grande nido, ed anche i contadini della zona si impegnarono a dare una mano d’aiuto. I cuculi trasportarono dai piccoli nidi le uova delle varie specie per collocarle nel grande nido finto e procedere così alla covata. Dopo un po’ di tempo un uovo di storno si schiuse prima degli altri, e al primo volo su puggioneddu si pose sul dorso del cuculo.

In seguito si schiusero le altre uova e la campagna si ripopolò di nuovo con uccellini di tante specie. Da quel giorno la vita riprese di nuovo il suo cammino normale e la terra tornò a produrre. L’anno successivo, nel 1866, i contadini confezionarono Su Cohone ‘e Vrores, in ricordo del nido che diede la vita agli uccelli e fece rifiorire i campi. Nei giorni nostri la scena viene riproposta in Su Cohone ‘e Vrores con una differenza: il cuculo non è considerato come tale ma prende il nome di gallina. Si dice che da quella data, nella ricorrenza di San Giovanni, Su Cohone ‘e Vrores fece la sua comparsa in processione."

Cari amici, tante le tradizioni popolari curiose, in particolare quella che raccontato della nostra bella, anzi meravigliosa Sardegna! Spesso sconfinano nella leggenda, è vero, ma sono sempre storie positive, un modo per ricordare il passato, per conservarlo nel presente e trasmetterlo al futuro. La Sardegna, amici, è davvero una terra straordinaria, ricca di belle e curiose tradizioni!

A domani.

Mario 

venerdì, giugno 25, 2021

CABRAS: HANNO PRESO IL VIA GLI “INCONTRI D’ESTATE” 2021. DOMENICA 20 GIUGNO LA PROF. ALESSANDRA PASOLINI HA TRATTATO IL TEMA: “TRA ARTE E DEVOZIONE: LA CHIESA PARROCCHIALE DI CABRAS E I SUOI ARREDI”.


Oristano 25 giugno 2021

Cari amici,

Proprio alle porte dell’estate sono riprese a Cabras le iniziative culturali, promosse dal Museo Civico “GIOVANNI MARONGIU”, ormai noto in tutto il mondo per la presenza dei Giganti di Mont’e Prama. “INCONTRI D’ESTATE” porterà avanti un ciclo di conferenze estive “in presenza”, dedicate all’archeologia e alla storia dell’arte. Per meglio godere degli eventi narrati, quest’anno una parte delle iniziative verrà ospitata nei siti e monumenti significativi del territorio, che diverranno così protagonisti anch’essi dell’offerta culturale.

La prima conferenza è partita proprio con l’estate alle porte: domenica 20 giugno, alle ore 21, presso la Chiesa parrocchiale della B.V. Maria Assunta di Cabras. È stata la Prof. Alessandra Pasolini a svolgere il tema “Tra arte e devozione. La chiesa parrocchiale di Cabras e i suoi arredi”. La sua relazione, accompagnata da selezionate immagini, ha ripercorso le vicende storico-costruttive della Chiesa, posta proprio nella piazza antistante lo stagno, che contiene diversi preziosi arredi sacri (altari, sculture lignee, dipinti, argenti liturgici e paramenti), che l’esperta docente ha evidenziato dettagliatamente, inserendoli nel contesto storico e artistico della Sardegna nelle varie epoche: spagnola e sabauda, con l’ausilio di antichi documenti e di confronti stilistici.

La professoressa Alessandra Pasolini è un nome molto noto, non solo nell’Isola. Con la sua lunga esperienza maturata all’interno della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, è stata docente di Storia dell’Arte moderna e Arte Moderna in Europa nel Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università di Cagliari. I suoi principali interessi di ricerca riguardano i campi della produzione orafa e tessile, della scultura lignea e marmorea, della pittura locale e d’importazione nella Sardegna d’età moderna, con particolare attenzione ai fenomeni della committenza e del collezionismo.

L’evento è stato reso possibile dalla grande disponibilità e sensibilità del parroco, Mons. Giuseppe Sanna, che ha subito condiviso l’idea di ospitare la relazione tra le mura della chiesa. Ovviamente, considerato il periodo pandemico ancora in atto, l’evento era, purtroppo, a numero chiuso, con i posti a sedere limitati e distanziati. Gli aderenti presenti, oltre che essersi prenotati al numero 0783 290636 (Museo Civico di Cabras), per partecipare si erano muniti della obbligatoria mascherina.

Per rendere più piacevole la serata era stato previsto anche un momento di intrattenimento musicale, curato dall’organista Fabio Frigato, con musiche di J.S. Bach e di W. A. Mozart. Frigato, diplomato presso il Conservatorio di Musica di Sassari, ha tenuto numerosi concerti come solista in importanti festival. Attualmente frequenta il Master of Music presso la Hochschule für Musik und Theater di Monaco di Baviera. L’incontro nella Chiesa di S. Maria è stato anche l’occasione per suonare l’organo a canne della bella chiesa, strumento antico, recentemente oggetto di intervento di manutenzione straordinaria finanziato dall’Amministrazione comunale di Cabras, che lo ha restituito alla sua piena funzionalità.

Cari amici, anche quest’anno a Cabras ha preso il via il ciclo culturale estivo “Incontri d’estate”, con relazioni su archeologia e storia dell’arte. Gli operatori della Cooperativa ‘Penisola del Sinis’ (che ha in gestione il museo), intervistati sugli eventi previsti quest’anno, hanno dichiarato: “Abbiamo pensato che il modo migliore per far conoscere la nostra storia e offrire al pubblico occasioni di aggregazione e condivisione, fosse proprio quello di portare gli ascoltatori nei luoghi più significativi del nostro territorio”.

Amici, Cabras, ormai famosa nel mondo per i ‘suoi Giganti’, inizia bene l’estate culturale 2021, che si è presentata già calda e ’rovente’ fin dall’inizio dell’estate!

A domani.

Mario
Il Sindaco di Cabras A. Abis, tra...I GIGANTI