giovedì, giugno 10, 2021

TUTTO IL MONDO È PAESE: NON SOLO IN ITALIA (COL REDDITO DI CITTADINANZA), MA ANCHE IN USA (CON I SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE), IL RISULTATO NON CAMBIA: CALA LA VOGLIA DI LAVORARE.


Oristano 10 giugno 2021

Cari amici,

Il Presidente Biden

Ormai l’affermazione che sta scomparendo “la voglia di lavorare” non è in bocca solo a noi italiani ma anche agli americani, visto che lo stesso fenomeno che viene riscontrato in Italia si sta diffondendo pure negli Stati Uniti, complice a quanto pare il “Sussidio di disoccupazione”, che corrisponde, grosso modo  al nostro Reddito di cittadinanza. “La gente non vuole più lavorare”, questa la frase che si sente ripetere più spesso non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti e in diversi altri Paesi, facendo emergere la crescita di un ‘rifiuto al lavoro’ che turba e impensierisce non poco.

Un fenomeno preoccupante,  considerato il fatto che l’interesse a coprire certi lavori vacanti, manifestato prima dello scatenarsi della pandemia,  sembra praticamente tramontato. Ora, a certe candidature che in precedenza sarebbero state accettate anche volentieri, in pochissimi rispondono, manifestando assoluto disinteresse. Un comportamento, quest’ultimo, che ha fatto puntare il dito proprio contro i sussidi di disoccupazione, colpevoli, secondo alcuni, di aver reso le persone molto più “pigre” che in passato.

In realtà, dunque, a questo preoccupante fenomeno vengono attribuite non più ragioni economiche, ma altre, di matrice psicologica e sociale. Ragioni forti, aggravate anche da un’altra ragione: il fatto che la pandemia, con chiusure in casa e non poche restrizioni, ha dato a molti l’occasione di ripensare alla propria vita e al proprio lavoro, modificando le “coordinate” precedenti, che davano maggior peso al lavoro e meno valore al tempo libero e alla famiglia. Ora, con i così detti “sussidi”, erogati per il mantenimento di chi non svolge lavoro, se da un lato hanno consentito di mantenere un minimo di dignità alle famiglie, hanno fatto assaporare il piacere di guadagnare senza lavorare.

Dai primi anni di erogazione degli interventi di “cassa integrazione” in poi, il ricevere dei soldi senza far nulla, credetemi, ha incentivato la voglia di vivere senza avere l’impegno lavorativo! Se, invece, si fosse optato per la concessione degli stessi soldi, chiedendo in cambio del lavoro svolto per pubblica utilità, certamente le cose avrebbero girato meglio, a mio modesto giudizio. Abbiamo un gran numero di Comuni, dai piccoli ai più grandi, che avrebbero potuto utilizzare i beneficiari dei “ristori pubblici” (dalla cassa integrazione al reddito di cittadinanza) in una miriade di attività sociali. Invece si è voluto dare senza nulla chiedere in cambio!

Nel mio recente post sui grandi errori fatti in Italia con il “Reddito di Cittadinanza”, ho cercato di esternare tutta la mia perplessità su questa “fabbrica di nullafacenti”, che rifiutano il lavoro che prima sognavano, in quanto è molto più semplice ricevere i soldi oziando! Il post di cui parlo è del 2 giugno, e chi vuole può andare a leggerlo o rileggerlo; ecco il link: http://amicomario.blogspot.com/2021/06/il-fallimento-del-reddito-di.html. Amici, non c’è più voglia di lavorare, se i soldi arrivano a casa senza dover faticare, alzandosi all’alba e combattendo i problemi quotidiani.

Eppure, nonostante a mio avviso ciò appaia chiaro, basta guardare con attenzione ad alcuni, recenti, temi del dibattito politico in corso. Partiamo dalla proposta del Segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che ventila un aumento delle tasse di successione con lo scopo di dare una dote a molti diciottenni senza lavoro. Chi cerca di opporsi lo fa ribadendo che non è giusto dare soldi ai giovani “per fare nulla”. Non è la sua una proposta che agevolerebbe l’eventuale apertura di un’impresa, una Start-Up, oppure il ristoro ad un’azienda che li assume mitigando i contributi, ma un semplice “regalo per non lavorare”!

Se poi entriamo nel campo del “Lavoro femminile mancato”, la musica non cambia. Si parla degli sforzi in atto per “dare un lavoro” alle donne, eppure nella grande maggioranza dei casi non è che esse se ne stiano a casa con le mani in mano! Pensate che non sia un lavoro la cura familiare, l’impegno per la tutela della Comunità, la cura dei figli, l’accudire un genitore malato e fare volontariato? Eppure chi ha mai parlato di “remunerare questo impegno”? Credo nessuno, perché il lavoro domestico mica è considerato un lavoro! Infatti, oggi una donna che amministra la casa, cresce dei figli, si occupa dei propri anziani, nelle nostre statistiche appare come “persona inattiva”. Se a Voi questo sembra giusto…

Cari amici, credo che ogni ulteriore commento sia davvero superfluo!

A domani.

Mario
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