domenica, maggio 31, 2020

BAULADU, UN PICCOLO COMUNE CON GRANDI IDEE! «A DAE IN ANTIS», UN BANDO PER SOSTENERE ECONOMICAMENTE LE IMPRESE LOCALI.


Oristano 31 maggo 2020

Cari amici,

Dedico l'ultimo post del mese di maggio a Bauladu, il mio paese d'origine, piccolo comune nel quale sono nato ed al quale sono sempre rimasto legato da un un'affetto speciale. Vorrei anche chiarire che quest'affezione non deriva solo dalla filiale appartenenza al luogo natio, dal richiamo del proprio “nido”, sentimento che di norma è presente nell’animo umano, ma per ciò che mi riguarda, credetemi, è certamente molto di più. 
A Bauladu sono vissuto nei miei primi 20 anni, e da figlio della guerra, nato nel 1945, ho lì trascorso da bambino il periodo triste della lenta ripresa economica, quando nelle famiglie mancavano anche le cose essenziali del vivere quotidiano (pane compreso); allora, però, il legame sociale era ben diverso da quello di oggi, in quanto la solidarietà esistente fra i suoi abitanti era presente in modo forte, ed era capace di sopperire, con la sua forza mutualistica, alla soluzione di ogni problema.
Si amici, ho vissuto caparbiamente quegli anni tristi mancando un po' di tutto, ma all'interno di un contesto solidale straordinario, in vera coesione con gli altri, uniti da un collante speciale oggi purtroppo scomparso: la forza del vicinato, che costituiva una vera, grande famiglia allargata. Ho avuto modo di evidenziare la vita di quegli anni nel mio libro “Marieddu”, che in tanti hanno avuto occasione di leggere, in particolare i Bauladesi, sia quelli delle vecchie generazioni che delle nuove. La mia affezione per Bauladu, il mio borgo natio, amici, e per i suoi abitanti è rimasta intatta nonostante il trascorrere degli anni, forse anche grazie a quell'antica coesione che ha fatto crescere me e gli altri, con la forza e lo spirito giusti. E oggi non perdo occasione per ribadire la bontà di quella meravigliosa educazione.
Ebbene, amici, questo splendido paesino che adoro è da tempo amministrato da un giovane, grande Sindaco, Davide Corriga, persona così attiva e preparata tanto da riuscire a far conoscere Bauladu non solo nel resto della Sardegna, ma anche in Italia e pure oltre. Tra festival letterari, manifestazioni sportive e canore, tra artisti di fama e corse campestri, che hanno annoverato la partecipazione anche di illustri personaggi, Bauladu risulta essere, praticamente tutto l’anno, alla ribalta della cronaca, ovviamente quella positiva.
Ho già avuto modo diverse volte di riportare su questo blog il sunto delle diverse manifestazioni portate avanti dal giovane sindaco Davide, e anche oggi questa mia riflessione è ancora indirizzata a Lui ed al mio paese, perché anche in questo periodo triste di Coronavirus, Davide ha cercato, nella migliore maniera possibile, di venire incontro alle esigenze dei suoi cittadini amministrati. Con il progetto «A dae in antis, Bauladu» ha cercato di portare sollievo alle famiglie ed alle aziende colpite dal fermo generato dalla pandemia in atto, con un'iniziativa indirizzata a sostenere economicamente le imprese locali in difficoltà.
L’iniziativa, nata per favorire e sostenere economicamente la ripartenza delle attività d'impresa con sede operativa e/o legale nel territorio comunale, sarà operativa in relazione alla difficile situazione creatasi per effetto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, con l'erogazione di contributi a quelle aziende che sono state costrette a sospendere totalmente o parzialmente l’attività lavorativa. 
La misura, che ha preso il nome di «A dae in antis, Bauladu», prevede l'erogazione di un contributo una tantum di euro 1.000,00 per le imprese che hanno sospeso totalmente l’attività lavorativa e di euro 600,00 per quelle che hanno sospeso l’attività in maniera parziale. Il contributo spetta sia alle aziende individuali che operanti sotto forma di società cooperative, società di persone, società a responsabilità limitata, consorzi e società consortili, imprese artigiane, liberi professionisti, oltre ad ulteriori soggetti anche organizzati in forma individuale in base alla normativa vigente, che siano titolari di Partita IVA e che abbiano sede operativa e/o legale a Bauladu.
Rientrano nel computo anche le strutture ricettive extralberghiere locali (anche senza Partita IVA, disciplinate dalla legge regionale 27/1998 e/o dalla legge regionale 16/2017 e/o dalla deliberazione della Giunta Regionale nr. 1/13 del 08/01/2019 e che siano regolarmente registrate all’albo comunale), che rientrino in una delle seguenti fattispecie: 
1*Imprese attive alla data del 1° marzo 2020 le cui attività siano risultate sospese totalmente o parzialmente per effetto del Dpcm 11 marzo 2020 e successive integrazioni normative inerenti all’emergenza Covid-19;

2*Imprese non sottoposte a sospensione (né parziale e né totale) che dal 1° marzo 2020 al 30 aprile 2020 - in relazione all’emergenza Covid-19 - abbiano registrato una diminuzione di fatturato pari almeno al 25% rispetto all’identico periodo del 2019 (a tal fine si assevera dichiarazione del titolare/legale rappresentante, allegando al modulo di domanda il conto economico dell’impresa relativo ai due periodi di raffronto). Questa fattispecie è assimilata, ai fini del presente bando, all’impresa parzialmente sospesa.
Le domande possono essere presentate entro martedì 08 giugno 2020. Per maggiori informazioni è possibile consultare il bando (disponibile sul sito internet del Comune) oppure rivolgersi all’Ufficio Amministrativo del Comune di Bauladu (0783.51677).  
Cari amici, un grande plauso a Davide, grande Sindaco amato e stimato dai suoi concittadini, che, nelle prime interviste rilasciate, ha dichiarato: “Con la pubblicazione del bando dedicato alle imprese locali si porta interamente a compimento il programma di azioni pianificato dall’amministrazione comunale al fine di affrontare l’emergenza e fornire una risposta concreta alla nostra Comunità”; grazie a questa misura, il Comune di Bauladu potrà così dare un aiuto concreto ai suoi cittadini”.
Poi ha ancora precisato: “Sul piano economico, con un investimento di 50.000,00, di cui il 50% proveniente da fondi comunali e la restante metà da interventi statali e regionali, è stato possibile dare sostegno a 34 nuclei familiari del paese nelle settimane di Lockdown e si prevede di sostenere la ripartenza di circa 20 imprese locali”.
Grazie Davide per le tue capacità, per la tua solerzia, per la dedizione e l’amore che dedichi al tuo (e anche mio) Comune, perché il difficile compito di un Sindaco è proprio quello di comprendere e sostenere nel miglior modo possibile le esigenze dei suoi amministrati. Credo caro Davide, che continuando di questo passo, ti dovrai far carico di molte altre legislature…
A domani, amici!
Mario

sabato, maggio 30, 2020

I PRO E I CONTRO DI IMMUNI. L’OPINIONE DI MAURIZIO MURRONI DOCENTE DI “SISTEMI DI TELECOMUNICAZIONE” ALL’UNIVERSITÀ DI CAGLIARI E DI MASSIMO FARINA, DOCENTE DI "DIRITTO DELL'INFORMATICA" E DI "INFORMATICA FORENSE" NELLO STESSO ATENEO.


Oristano 30 maggio 2020

Cari amici,

Ormai stiamo per arrivare al dunque: il Ministero dell’innovazione ha già messo in rete tutta una serie di informazioni (oltre venti screenshot) sulla App anti Covid "Immuni". Negli screenshot, dettagliate informazioni di come si attiva e come funziona questa particolare App, studiata per rilevare le fonti dei possibili contagi. Si inizia quindi a “Svelare” la 'faccia' di Immuni, dallo start dell'applicazione fino all'alert di "rilevato contatto con una persona positiva al Covid 19". Secondo quanto comunicato da Pierpaolo Sileri, Viceministro della Salute, "L’App immuni sarà disponibile tra 10-15 giorni, quindi per i primi di giugno; lo strumento rientra in una riorganizzazione della medicina territoriale e della medicina preventiva: è un tracing importantissimo e quando sarà attivo darà ulteriori informazioni su tracciamento e diffusione della malattia".
Sarà pur vero quanto viene dettagliatamente evidenziato negli oltre venti screenshot, ma la gente non è convinta: in gran parte ha paura che i propri dati personali, attivando questa particolare App, vengano diffusi anche in modo improprio, creando situazioni certamente poco simpatiche. Anche se Vittorio Colao, capo della task force incaricata dal Governo di coordinare la Fase 2, ha garantito di recente che non c'è alcun pericolo, in quanto il sistema scelto non è quello centralizzato, ma quello decentralizzato, la gente non si fida. Le rassicurazioni date appaiono poco chiare e soprattutto poco certe, a partire dai limiti che il sistema già pare mostrare. 
Il primo limite è l’utilizzo del sistema Bluetooth. Ecco un esempio che può aiutare a chiarire. Ipotizziamo che un soggetto che ha attivato la App salga su un autobus. Se dovesse contrarre il virus, il suo smartphone potrebbe riconoscere come contatti persone che sostavano alla fermata del pullman, seppure separate da lui da un vetro; queste decine di persone potrebbero dunque essere costrette alla quarantena pur non avendo corso alcun pericolo. Stessa storia per esempio in un supermercato; anche qui si incrociano molte persone (decine e anche di più) a breve distanza, così come in un ufficio postale e in una strada trafficata. Il pericolo, quindi, è quello che gli esperti definiscono "pesca a strascico" che creerebbe solo problematiche. 
Che dire poi dell’efficacia reale del sistema, che risulterebbe valido solo se fosse scaricato da almeno il 60% degli italiani? Una missione questa al limite dell'impossibile, giacché come ha spiegato Stefano Zanero (che al Politecnico di Milano insegna materie attinenti alla sicurezza informatica) solo la app più diffusa, WhatsApp, raggiunge quelle percentuali, mentre Facebook, per esempio, risulta scaricata nei telefoni di meno della metà degli italiani. E i dubbi, amici, in realtà non finiscono qui. 
Che fare allora per sciogliere i dubbi? Per meglio chiarire, per capirne di più sul problema, sono stati consultati due esperti qualificati: Maurizio Murroni, docente di Sistemi di Telecomunicazione per la laurea magistrale in Ingegneria delle Tecnologie per Internet dell'Università di Cagliari, e Massimo Farina, docente di "Diritto dell'Informatica" e di "Informatica Forense" nello stesso corso e coordinatore del laboratorio "ICT4Law&Forensics" del dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell'ateneo cagliaritano. Nelle loro complete e lunghe disquisizioni è stato fatta un’analisi critica del nuovo prodotto, che, perdonate le mie modeste capacità, ho cercato di sintetizzare su questo blog.
Secondo Maurizio Murroni "L'obiettivo delle app di ‘contact tracing’ è quello di fornire uno strumento di ausilio agli epidemiologi per poter risalire la catena di contatti che un eventuale positivo può aver avuto (…); "le app proposte presentano però, almeno nel contesto europeo, la caratteristica comune di affidarsi alle funzioni di prossimità fornite dalla tecnologia Bluetooth per determinare l'avvenuto contatto fra le persone. E questo, al di là degli algoritmi implementati dalle singole app, di cui peraltro solo in alcuni casi sarà possibile avere il codice sorgente e quindi poterci vedere chiaro, potrebbe essere un primo punto di debolezza del sistema (…)".  
Murroni ha poi così continuato: "Faccio degli esempi: probabilmente uno scenario in cui due persone conversano sedute su una panchina in un parco è uno scenario semplice per l'app", mentre una situazione in cui un utente del servizio pubblico si trova seduto sul lato destro del bus e si approssima a una fermata nella quale sono presenti uno o più utenti che attendono (e che non necessariamente saliranno sullo stesso bus), è una situazione di maggior criticità. Non sono sicuro che il vetro o la struttura del bus siano in grado di schermare il segnale, generando quindi la possibilità di riconoscere, come contatti, degli utenti che non sono in realtà mai entrati in contatto con il soggetto sul bus. Si immagini poi tutta la catena che verrebbe erroneamente a determinarsi fra gli utenti alla fermata e a tutti i loro successivi contatti (…)”. Un guazzabuglio difficile da sbrogliare, anzi praticamente inutile e pericoloso, in quanto la situazione descritta può verificarsi in tante altre situazioni.
Quanto ai nodi della privacy, invece, secondo Massimo Farina si può fare riferimento a quello che i giuristi definiscono "bilanciamento di principi e di valori". "Per il caso di specie – ha spiegato il professore di Diritto dell'Informatica - vorrei far notare che a casa nostra la ‘privacy’ non è un diritto secondario ma primario, e questo è un dettaglio che non può essere mai dimenticato (…). Valutando le poche informazioni che si hanno a disposizione, sembra che la app sia coerente con le indicazioni europee, tuttavia, riferendomi ad esempio al fatto che la tecnologia scelta per il tracciamento ha un raggio di azione molto più ridotto di altri sistemi, chissà se risulterà efficace per lo scopo che si intende raggiungere; inoltre non illuda il fatto che i dati risiedono sul telefonino e non su un server centralizzato, in quanto, non è detto che per questo siano realmente al sicuro". 
Gli interrogativi e i pericoli prima richiamati, sono reali, tanto che il professor Farina ha ulteriormente commentati: "dal punto di vista giuridico, credo che il primo grande interrogativo da porsi sia relativo all'efficacia dell'app per il raggiungimento dello scopo: il tracciamento tramite monitoraggio dei cittadini, ad oggi, è effettivamente uno strumento la cui efficacia (utilità, adeguatezza e appropriatezza) può essere scientificamente provata? Solo con una risposta positiva a questa domanda può affermarsi che la scelta è legittima”. 
Cari amici, concordo con i professori Murroni e Farina sulle loro non poche perplessità sull'App Immuni. In realtà è un po’ tutto il mondo scientifico e quello degli esperti in telecomunicazioni, a nutrire dubbi e perplessità sull'efficacia di Immuni, circa il raggiungimento dello scopo attraverso l'utilizzo della tecnologia Bluetooth. In assenza di dati certi circa l'effettiva rispondenza di questo strumento per il raggiungimento dell'obiettivo, lo sforzo in atto potrebbe rivelarsi tanto inutile quanto deleterio e pericoloso per gli stessi cittadini che invece vorrebbe proteggere. 
Ecco perché, a mio avviso, saranno ben pochi i cittadini che volontariamente installeranno questa App sul loro telefonino, con percentuali davvero molto modeste!
A domani, amici.
Mario

venerdì, maggio 29, 2020

LA MACA PERUVIANA: UN SUPER ALIMENTO DALLE NUMEROSE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI E MEDICINALI. OTTIMO INTEGRATORE, È UN ANTI STRESS CON POTERE AFRODISIACO.


Oristano 29 maggio 2020

Cari amici,

La “Maca Peruviana” (Lepidium Peruvianum o Meyenii) è una pianta erbacea annuale nativa della Cordigliera delle Ande del Perù e della Bolivia. Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae, (quella del cavolo) di cui conserva molte caratteristiche; è considerata dagli indigeni non solo un vegetale per uso alimentare ma anche una pianta benefica, per le sue interessanti proprietà medicinali. Le popolazioni andine dall'antichità (fin dall’epoca degli Inca), la coltivavano non solo per la bontà della sua radice commestibile (ipocotile), ma anche come ingrediente nella medicina popolare. La Maca risultava essere un ottimo ricostituente, capace di aumentare le facoltà fisiche e mentali, insomma un rinvigorente dell’energia fisica, migliorando e risolvendo anche i diversi problemi legati alla sessualità. 
Queste virtù della Maca furono poi confermate successivamente: già alla fine del Millecinquecento alcuni storici, come il frate Antonio Vásquez de Espinoza nell'anno 1598, descrissero il felice consumo di questa pianta da parte delle popolazioni locali; la stessa cosa in epoca successiva (nel periodo che va dal 1603 al 1629) fece lo studioso Bernabé Cobo, che citò la Maca nella sua “Historia del Nuevo Mundo”. Quanto al miglioramento della sessualità, anche le più recenti ricerche hanno confermato che la radice della Maca ha una significativa influenza sulla libido negli esseri umani, oltre che contribuire a migliorare il tenore nutrizionale della dieta, supportando il vigore fisico e il benessere di chi la consuma. La radice, infatti, contiene il 60% di carboidrati e almeno il 10% in proteine, oltre che vitamine e una notevole gamma di microelementi.
La Maca vive e vegeta praticamente in un suo clima particolare: quello tipico degli altopiani peruviani e boliviani a quota superiore ai 4.000 m s.l.m. (ma di norma tra 4200 e 4500 m); ciò sta ad indicare l'adattamento di questo vegetale ad un clima soleggiato ma che, seppure nella fascia equatoriale, rimane piuttosto freddo, con modeste escursioni annuali, per cui è molto difficile che possa essere coltivata con successo in climi diversi.
La pianta produce foglie ad ampia foliazione, con uno stelo fiorale eretto, infiorescenza a racemo con molti piccoli fiori bianchi o biancastri, mentre i frutti sono delle silique a due semi, molto piccoli e colorati; la riproduzione è esclusivamente praticata per semi. La radice può essere di diversi colori: giallastro-dorata, biancastra, rossa, porpora, blu, verde o nera. Il colore delle radici trova relazione anche nel colore dei semi. 
In Perù la radice di Maca fresca viene consumata arrostita o bollita, mentre quella secca viene solitamente ridotta in farina e poi usata per preparazioni culinarie. In Italia è raro trovare la Maca “da mangiare” o “da bere”, ma la possiamo trovare in erboristeria contenuta in integratori, oppure in polvere o in estratti fluidi, capsule o compresse. Ma vediamo ora insieme le tante sostanze benefiche che la Maca possiede.
La radice di Maca, come detto, e un alimento ricco di micro e macronutrienti. L'elevato contenuto di vitamine B, C ed E, dei sali minerali (calcio, ferro, zinco e magnesio), nonché di alcuni importanti aminoacidi costituenti i nostri tessuti muscolari, la pongono come valida alternativa al rinomato Panax Ginseng e ad altri estratti vegetali dalle peculiarità simili. L'interesse principale per questa radice deriva infatti specialmente dai substrati plastici ed in particolare da arginina, acido glutammico e aspartico, leucina, valina, glicina, alanina e fenilalanina, nonché dagli acidi grassi polinsaturi maene e macamide, da cui probabilmente deriva l'effetto afrodisiaco. Ecco i principali benefici che la Maca è in grado di darci.
La Maca stimola il nostro sistema immunitario, evitando anche, tra le altre cose, i tumori; è un antidepressivo, compensa la bassa libido spesso causata dall’uso di ansiolitici o antidepressivi, migliora la memoria e le capacità di apprendimento sviluppando le abilità cerebrali. La Maca può essere considerata anche un anti-età, in quanto svolge una funzione antiossidante che aiuta a mantenere il corpo sano; risulta ottima anche per la salute della pelle, in quanto cresciuta ad alta quota, dove le radiazioni ultraviolette sono molto alte. L’assunzione di questa pianta aumenta significativamente lo spessore dell’epidermide e serve a proteggere la pelle dal sole come se si utilizzasse un indice di protezione solare 30. Per questo la Maca è presente in molte creme per la pelle.
Le proprietà energetiche e anti-stress dalla Maca sono universalmente note: il consumo della Maca aiuta a trasportare l’ossigeno nel corpo e previene la pressione bassa, che a sua volta può proteggere dall’anemia e rafforzare il corpo. Contiene anche iodio, un altro elemento energetico che regola il funzionamento della ghiandola tiroidea e lo zinco che aiuta il sistema immunitario. È un complemento ideale contro stanchezza, perdita di memoria, stress e ideale durante una convalescenza. Migliora anche la resistenza fisica.
Che dire poi delle proprietà che aiutano la fertilità, risultando stimolanti e afrodisiache, tanto che la Maca viene anche definita “Viagra peruviano”? È infatti usata per trattare l’impotenza, aumentare la fertilità, aumentare la bassa libido (o desiderio sessuale) e anche per ovviare alla disfunzione erettile. Ciò è dovuto alla presenza di due alcaloidi, macamidi e macaoni, che agiscono sull’ipotalamo e sulle ghiandole surrenali, regolano i livelli ormonali e regalando un buon effetto energetico. Aumentando poi il flusso sanguigno nella zona pelvica, stimola la potenza sessuale.
Che dire amici? La Maca, con le sue qualità nutrizionali e terapeutiche, in particolare nell’area della vitalità, rafforzando il sistema immunitario e migliorando la sessualità, credo sia da considerarsi una pianta molto utile in tempi in cui la vita moderna, ci carica un po’ troppo del pericoloso stress! Ovviamente, come faccio sempre, ricordo a tutti che l’assunzione di derivati della Maca andrebbe sempre seguita dal nostro medico di famiglia che conosce perfettamente i pregi e i difetti del nostro corpo. Mai assumere sostanze, per quanto naturali, senza consultarlo, si corre il rischio di cadere dalla padella nella brace!

A domani.
Mario



giovedì, maggio 28, 2020

ARTE E BUROCRAZIA. A CABRAS STOP DEL COMUNE ALLO STREET ARTIST BELLUNESE ERICAILCANE, REALIZZATORE DI UN INTERESSANTE MURALE.


Oristano 28 maggio 2020

Cari amici,

Giorni fa su una parete di un fabbricato di Cabras, posto tra la via Garibaldi e la via Mazzini, i cabraresi si trovarono di fronte, seppure realizzato solo in parte, un murale rappresentante un gatto che remava sopra un “fassoni”, la tipica imbarcazione di erba palustre in uso nello stagno, realizzato dal famoso street artist Ericailcane
In tanto lo hanno osservato, e, come sempre accade, c'è stato chi ha apprezzato l’opera, comprendendone il senso, e chi si è limitato a dire un semplice, positivo «Bellissimo». La cosa che è apparsa strana, invece, e che già fa molto discutere, è il blocco posto all’artista dagli uffici comunali, in quanto la realizzazione dell’opera risulterebbe mancante della necessaria autorizzazione municipale.
L’artista (Ericailcane è lo pseudonimo di Leonardo, il famoso street artist di Belluno che realizza ed espone graffiti in tutto il mondo), è rimasto sconcertato dal blocco intimatogli dai vigili urbani, e alquanto meravigliato e disspiaciuto, si è sfogato dicendo: «Ad un certo punto mi hanno raggiunto i vigili invitandomi ad interrompere l'opera in quanto non autorizzata, significandomi anche che stavano segnalando la vicenda alla Procura della Repubblica e consigliandomi di procurarmi un legale. Non ho mai vissuto una vicenda simile».
L’artista bellunese, inutile negarlo, non ha gradito affatto lo stop alla realizzazione dell’opera in corso e ha mostrato tutto il suo disappunto attaccando al muro dove stava completando il murale un cartello con una scritta: “Ci è stato impedito di terminare questo dipinto, regalo che avremmo voluto fare a Cabras e ai suoi abitanti. La causa è la solerzia eccessiva della polizia municipale e la negligenza delle istituzioni comunali. Se volete che questo tipo di iniziative proliferino c’è bisogno del sostegno di tutte/i. Grazie”.
A commissionare il murale all'artista bellunese era stato Angelo Spanu, il proprietario della parete affrescata; «Avevo chiesto l'autorizzazione al Comune tempo fa ma non ho avuto mai una risposta – ha commentato - ho sbagliato, ma la vicenda si poteva chiudere bonariamente, anche con una sanzione». Le numerose lamentele hanno presto raggiunto il Sindaco, Andrea Abis, che ha cercato di smorzare le polemiche.
“L’opera è stata messa in cantiere prima dell’autorizzazione”, è stato il suo commento, “e proprio per questo è stata sospesa. Ora il Comune è a lavoro per trovare una strada che ne consenta la sanatoria e il completamento”. Poi per maggior chiarimento ha aggiunto: “La nostra Amministrazione è stata sempre favorevole alla presenza di opere artistiche nel territorio di Cabras, come dimostra il regolamento proposto e adottato in Consiglio comunale il 26 luglio 2019”. Poi ancora: “Il regolamento, fino ad allora assente, è nato per rispondere a diverse finalità, quali la disciplina delle opere pittoriche, il recupero di zone degradate, il contrasto del vandalismo mediante spazi dedicati alla espressione dei giovani e soprattutto la creazione mediante l’arte di un senso civico di appartenenza alla Comunità cabrarese”.
Amici, in punta di regolamento la formalità burocratica messa in atto non fa una grinza, ma siamo sicuri che tutte le regole non possano mai avere un’eccezione? Io sono sempre stato convinto che ogni norma, ogni regolamento, vada interpretato sempre caso per caso, trovando in ogni modo possibile la giusta soluzione al problema eventualmente nato. Nel caso in parola c’è un particolare che non deve sfuggire: Le grandi capacità artistiche dell’autore, un personaggio noto in tutto il mondo, che voleva donare l’opera alla città lagunare, oltre al ritardo nella comunicazione di accoglimento dell'opera o meno. Ecco, in casi particolari come questo, seppure nel rispetto generale della normativa, poteva essere concordata, con le dovute maniere, una soluzione meno drastica.

Certo, oggi il Sindaco Abis rassicura i suoi concittadini: “Stiamo lavorando per una sanatoria che consenta il completamento”, ma non sarebbe stato preferibile un precedente intervento più morbido, senza fare fuoco e fiamme, evitando anche la denuncia alla Procura della Repubblica?
Cari amici, anche la popolazione di Cabras ha manifestato non poco malcontento. “Una volta a Cabras c’erano tanti murales - scrive un certo Gianni Pigram su FB - mi ricordo in particolare quello in piazza del parcheggio. C’è ancora? Oggi Cabras vive il suo periodo più buio, purtroppo! Ovviamente il problema principale è la chiusura mentale... do tutto il mio sostegno”. 
Cari amici, sono in tanti oramai a sostenere che “la burocrazia uccide”. Anche in questo caso l’omaggio dell’artista bellunese fatto alla città lagunare, da una favola a lieto fine si è trasformata in un incubo. Insomma i gatti, questa volta neri, alla guida dei fassonis rischiano di annegare nel mare magnum della burocrazia…
A domani.
Mario
Giunta Abis, 2018

mercoledì, maggio 27, 2020

IL GOVERNO COL DECRETO DI MAGGIO SPINGE SULLA RIPRESA DELL’EDILIZIA: ECOBONUS E SISMABONUS, AGEVOLAZIONI AL 110 PER CENTO.


Oristano 27 maggio 2020

Cari amici,

Il Governo su un punto è stato chiaro: “Se riparte l’edilizia riparte tutto il sistema Paese”. Parole sagge, abbastanza apprezzate, perché l’industria del mattone ne muove tante altre collegate e metterebbe in moto un sistema capace di creare nuovo benessere e occupazione. Il provvedimento messo in atto dal Governo Conte per far ripartire l’edilizia è corposo e di tutto rispetto: un bonus al 110%, per chi ristruttura degli immobili, in quanto consente di fare i lavori praticamente a costo zero.
L’agevolazione, inclusa nel Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (ricco di ben 55 miliardi di euro, praticamente il doppio di una manovra finanziaria di fine anno, su cui il Governo ha lavorato per mesi), è in pratica un "superbonus” che partirà da luglio. A partire dalle fatture di luglio, infatti, queste potranno essere utilizzate per ottenere l’agevolazione o anche il credito d'imposta da parte delle aziende. Come ha riferito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
"Noi vorremmo cercare di stimolare interventi complessivi di riqualificazione, come il cappotto termico, sostituzione di infissi, installazione di pannelli fotovoltaici, sostituzione di caldaie con pompe di calore più efficienti. Tutti interventi che possano permettere di vivere in case più confortevoli, meno inquinanti, meno energivore, per poter spendere meno in bolletta. Si potranno installare anche accumulatori per le auto elettriche. Vogliamo ridisegnare il tessuto edilizio italiano". Questo, in sintesi, quanto detto dal Sottosegretario Fraccaro.
Indubbiamente l’agevolazione, già nota come Ecobonus e sisma-bonus, dovrebbe creare una spinta “shock” per rimettere in moto un settore, quello dell’edilizia, immerso nelle sabbie mobili di una crisi che non accenna ad avere fine. Per questo, secondo quanto affermato da Fraccaro, dal 1° luglio, i lavori di riqualificazione per adeguamento sismico o efficienza energetica saranno praticamente a costo zero per le famiglie; è prevista infatti la cessione del bonus alle imprese costruttrici, che lo utilizzeranno come credito di imposta del 110%, per i lavori da realizzarsi tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. 
Rientrano nel plafond dei lavori accoglibili, anche il rifacimento delle facciate degli edifici e l’installazione di impianti fotovoltaici, in quanto tra gli obiettivi da raggiungere c’è anche quello di una maggiore attenzione sul tema della sostenibilità ambientale. “Questa misura rappresenta una svolta storica sul piano economico e culturale per il nostro Paese, che si candida a diventare un modello per le politiche di sviluppo sostenibile a livello globale”, ha sostenuto Fraccaro. Ma come funzionerà concretamente questa misura agevolativa, già definita “Superbonus”?
Secondo quanto riportato sul Sole 24 Ore, il funzionamento della misura sarebbe il seguente: “Le famiglie avranno la possibilità di detrarre dalle tasse negli anni successivi all’investimento un ammontare superiore alla spesa sostenuta. Ma noi abbiamo anche introdotto la cedibilità senza limiti di questo credito di imposta e anche la bancabilità, cioè la possibilità di cederlo alle banche”. Quindi una famiglia può decidere di detrarre negli anni successivi un importo pari al 110 per cento della spesa sostenuta oppure cederlo all’impresa che fa i lavori tramite uno sconto in fattura, cosa che consente di fare i lavori senza pagare nulla. Poi sarà l’impresa a pagare meno tasse o scontarlo e cederlo a sua volta alla banca o a qualsiasi altra impresa che abbia capienza fiscale.
Nello specifico, nella nota del Governo citata dall’agenzia di stampa, sarebbe riportato un esempio di come l’intervento agirebbe sulle tasche degli italiani: “Se una famiglia effettuerà lavori sulla propria abitazione che ricadono all’interno degli interventi sopra elencati per un importo pari a 1.000 euro, riceverà al momento della dichiarazione dei redditi una detrazione pari al 110% del costo dei lavori (in questo caso quindi 1.100 euro), che potrà usare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo. Mettendo in sicurezza il proprio edificio da un punto di vista sismico, ad esempio, con dei lavori di un valore complessivo pari a 1.000 euro, si riceverà dallo Stato una detrazione pari a 1.100 euro”.
Cari amici, in realtà il sistema messo in atto appare un meccanismo davvero virtuoso, perché le famiglie potranno effettuare lavori di ristrutturazione senza alcun esborso monetario, le piccole e medie imprese potranno lavorare di più grazie ai maggiori incentivi, gli istituti di credito o le grandi imprese potranno acquistare il credito d’imposta dalle imprese che hanno svolto i lavori. Dal punto di vista pratico il risultato sarebbe una maggiore occupazione e la decisa ripresa delle costruzioni. 
Che sia la volta buona per la piena ripresa dell’edilizia?
A domani.
Mario

martedì, maggio 26, 2020

L’ABBANDONO DEI GIARDINI SAN MARTINO. LO STORICO POLMONE VERDE DEGLI ORISTANESI, IN PREDA ALL’INCURIA E AL DEGRADO.


Oristano 26 maggio 2020

Cari amici,

Quanti ricordi si accavallano nella mia mente ogni qualvolta mi porto in Piazza San Martino per acquistare al mercatino della Coldiretti la frutta e la verdura fresca di stagione! Sono ricordi antichi, risalenti ai miei 13-16 anni, quando studiavo, prima alle Medie di Piazza Manno e poi all’Istituto Tecnico, allora ubicato nel palazzo dove ora c’è l’Antiquarium Arborense. Si, proprio a ridosso di questa Piazza, ormai dedicata a padre Pio (gli oristanesi cominciano già a chiamarla così) si trovano i “Giardini San Martino”, allora praticamente l’unico ‘polmone verde’ della città, posto tra il vecchio lavatoio, l’ospedale civile e il cimitero.
Con il campo Tharros a due passi, dove negli anni Sessanta del secolo scorso noi studenti di tutti gli Istituti scolastici cittadini, partecipavamo alle lezioni di Educazione Fisica (con i professori Mastinu e Ibba), i giardini San Martino erano il piacevole luogo d’incontro dei tanti studenti che, all’ora della colazione al sacco, consumavano il “fast lunch” dell’epoca. Allora, nei giorni che si seguivano le lezioni di educazione fisica, chi veniva da fuori come me restava ad Oristano per tutto il giorno: dalla mattina alla sera. In queste giornate i giardini San Martino erano animati da un via vai continuo di ragazzi e ragazze, che socializzavano e stavano insieme, seppure senza gli smartphone di oggi. Nascevano le prime "cotte giovanili" e il clima affettivo era ben diverso da quello di oggi!
Allora i giardini San Martino erano tenuti perfettamente in ordine; al centro spiccava una bella fontana, con intorno delle panchine semi circolari che alle spalle avevano degli alberi elegantemente potati, quasi a creare una specie di salottino verde, un fresco angolo di vero relax. Nei vialetti curati che lo abbellivano non mancavano i primi baci furtivi, scambiati con il cuore che impazziva ai primi fuochi dell'eros giovanile! Tempi di amore casto, fatto di calorosi abbracci e dei primi vagiti amorosi che sancivano il passaggio dall’amicizia all’amore. I giardini erano anche il luogo di relax preferito dagli anziani, che nelle belle giornate di sole, si sedevano nelle panchine a conversare piacevolmente, tra antichi ricordi di guerra o di emigrazione e commenti sui fatti, per loro "moderni", di una gioventù irriverente e trasgressiva, che risultava molto diversa dalla loro.
Col passare del tempo però, come spesso accade, anche per questi giardini iniziò l’era del tramonto. Con il crescere della città, con la nascita dei nuovi quartieri e della zona sportiva di Sa Rodia e l’allestimento dei nuovi giardini di Viale Repubblica, lentamente ma inesorabilmente, i giardini San Martino iniziarono a perdere di importanza e di conseguenza finirono in abbandono, essendosi l’Amministrazione comunale dimenticata di loro. 
Oristano, per dirla tutta, non è nuova quanto ad accantonare e mettere nel dimenticatoio il passato! Lo ha fatto addirittura cancellandolo, come ai primi del Novecento demolendo “Porta a Mari”, poi successivamente distruggendo il mercato civico della Piazza Roma e facendo sorgere al suo posto l’orribile Palazzo Sotico, violentando la Torre di Mariano II, posta a pochi metri di distanza! Che dire, poi, della costante cancellazione, tempo per tempo, dei resti dei fabbricati del glorioso periodo giudicale? Non meravigli, dunque, il fatto di aver dimenticato e fatto scendere il triste velo dell’oblio sui giardini San Martino!
Ora questi storici giardini pubblici, dopo essere stati a lungo dimenticati, sono diventati praticamente un vero mondezzaio. Affidati dall’Amministrazione comunale ad un privato che ne avrebbe dovuto curare la manutenzione (che dopo una rapida e alquanto scarsa pulitura vi ha installato una struttura in legno utilizzata come posto di ristoro), ora languono, mostrandosi in condizioni di particolare abbandono. Seppure nel contratto il giardino doveva essere riportato alla sua funzione originaria, ciò non è avvenuto se non in minima parte; nel periodo scorso nell’area sono stati avviati alcuni modesti interventi, che però non hanno avuto regolare compimento, tanto che resta evidente il permanere di una situazione di precarietà poco gradevole.
Cari amici, i giardini pubblici San Martino non meritano certo una fine così indecorosa, tanto che un coscienzioso privato cittadino (certo Luigi Selis) ha presentato un’istanza ufficiale all’Amministrazione comunale per segnalare tale stato di indecenza. Nella sua lettera, inviata per avere sostegno anche all’Associazione ambientalista Gruppo di Intervento Giuridico Onlus, Luigi Selis ha chiesto all'Amministrazione comunale che venga restituito il giusto decoro agli storici giardini pubblici di San Martino, in quanto esso rappresenta un bene storico identitario per gli oristanesi, da conservare e tramandare alle nuove generazioni. 
Un sincero grazie a questo attivo cittadino oristanese, che ha avuto il coraggio di richiamare l’attenzione dell’Amministrazione comunale su un’omissione che sa quasi di menefreghismo e di poco rispetto per il passato. Prego anche Voi, amici lettori, di attivarvi perché facciate sentire la Vostra voce, in quanto non è giusto che ad Oristano certe cose possano continuare a succedere.
Grazie amici, a domani.
Mario
Giardini San Martino, bene da curare e conservare