venerdì, maggio 08, 2020

IL COVID-19 HA SPAZZATO VIA LA NOSTRA AFFETTUOSITÀ. STRETTE DI MANO, BACI E ABBRACCI, CANCELLATI E ROTTAMATI. COME CI SALUTEREMO D’ORA IN POI?


Oristano 8 maggio 2020

Cari amici,

Niente abbracci, niente baci, né sulla guancia, né sulla bocca e neppure strette di mano. NO, dunque, a quelle espressioni d’affetto che da sempre abbiamo conosciuto nelle nostre Comunità. Ora il Coronavirus ha cancellato abitudini consolidate, costringendoci all’arido isolamento. Il saluto recentemente negato dal Ministro dell'Interno, Horst Seehofer alla sua Cancelliera Angela Merkel durante un evento pubblico a Berlino, in altri tempi sarebbe passato come un segno di grande scortesia. Oggi no. Per noi, poi, popoli Mediterranei, toglierci l’affettuosità dei saluti appare addirittura come una tragedia.
I nostri gesti affettivi e d'amicizia (in particolare la stretta di mano) a cui ora dovremo purtroppo rinunciare, fanno da tempo parte integrante della nostra socialità e costituiscono una componente irrinunciabile della nostra civiltà da molti secoli, come simbolo ed espressione di pace e di sicurezza; gesti di accettazione dell'altro, dimostrativi della nostra buona volontà e disponibilità. Fin dall'antichità la stretta di mano era un gesto d'amicizia, riportato su vasi e lapidi, in scene di matrimoni, di patti tra divinità, scambiato alla partenza di giovani eroi per la guerra e all'arrivo dei defunti nell'aldilà. Così come ritroviamo la rappresentazione della stretta di mano nei poemi omerici. Anche con il passare dei secoli stringersi la mano è rimasto il primo atto che sancisce l’incontro d’amicizia con l’altro, sia nel lavoro che nella vita sociale. 
Ma ora il Coronavirus ha rovinato tutto, "ha gettato alle ortiche" il nostro decalogo di pacifica convivenza, costringendoci a ripensare completamente questa nostra socialità affettiva. La motivazione addotta (che certamente pare avere una sua validità), è che questi contatti sono lo scambio di pericolosi microrganismi, potenzialmente infettivi.  "Le mani sono come un incrocio trafficato, che collega costantemente il nostro microbioma ai microbiomi di altre persone, luoghi e cose", ha scritto un gruppo di scienziati nel Journal of Dermatological Science. 
Lo scoppio della pandemia di Coronavirus ci ha ricordato quanto questo gesto sia intimo ma allo stesso tempo pericoloso. Le nostre mani, è accertato, sono un vero ricettacolo di schifezze: abbiamo centinaia di specie di batteri e di virus sui nostri palmi, e li abbiamo sempre avuti. "Pensateci", ha spiegato all’Associated Press Charles Gerba, un ricercatore di microbiologia e salute pubblica all'Università dell'Arizona: "Ogni volta che si tocca una superficie, si può raccogliere fino al 50 per cento degli organismi presenti su quella superficie". Le nostre mani possono portare salmonella, escherichia coli, norovirus e infezioni respiratorie come l'adenovirus e anche l'afta epizootica. 
Eppure per secoli l’umanità è sopravvissuta utilizzando “la stretta di mano” e le altre affettuosità prima riportate! Non dimentichiamo che le strette di mano sono state da tempo immemorabile un modo per gli esseri umani di riconoscersi l'amicizia e di scambiarsi cortesie ed affari. Tutto questo ne ha consolidato l'importanza, sia nella vita privata che in quella pubblica; le strette di mano sanciscono gli accordi in politica e nelle relazioni tra gli Stati. "La stretta di mano è ciò che viene fotografato al momento di ogni accordo", dice Dorothy Noyes, docente di folklore alla Ohio State University. 
Famose e regolarmente immortalate strette di mano di grande importanza, come la lunga e dura stretta di mano del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump con il Presidente francese Emmanuel Macron nel 2018, oppure quella tra il Presidente cinese Xi Jinping e Il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe, al termine dei faticosi mesi di negoziati tra le due potenze. 
Ma allora perché all'improvviso tutto è cambiato? Cosa succederà non solo ora ma in futuro? Per ora intanto lo shock rimane. Pochi minuti dopo l'annuncio del divieto di stringere le mani per combattere il COVID-19, il Primo Ministro olandese Mark Rutte afferrò con entusiasmo quella di Jaap Van Dissel, Direttore del Centro olandese per il controllo delle malattie infettive. Subito dopo, mettendosi a ridere, disse: "Scusate, scusate! No, non si può!  Rifacciamo!".
Amici, ora, dopo il disastro creato dal COVID-19, andiamo in giro con grande tristezza con le mani guantate, mascherine, protezioni in plexiglas e altri distanziatori sociali; in queste tristi settimane, trascorse più che altro in casa, le persone hanno cercato di dare fondo alla loro creatività affettiva per inventarsi dei surrogati al contatto umano mancante, tra l’altro fondamentale in un momento in cui sono state in pericolo di vita tante persone care (familiari, in particolare ascendenti, e amici) che avrebbero avuto bisogno di essere rassicurate sulle loro condizioni da un affettuoso abbraccio, un bacio o almeno una stretta di mano.
Con tristezza, amici, dobbiamo constatare che è scomparso un “tocco di umanità” a cui eravamo davvero affezionati, una rinuncia che trasformerà tutti noi in soggetti meno affettuosi, meno disponibili e più apatici; si, diventeremo ancora più aridi e insensibili, meno disposti anche alla condivisione. Succederà, dunque, che questo tsunami portato dal coronavirus spazzerà via un consolidato e accettato modo di vivere a cui eravamo legati e affezionati! Per la nostra generazione sarà davvero insopportabile!
In che modo, dunque, d’ora in poi manifesteremo il gradimento e il nostro affetto verso l’altro, dato che non è più accettabile utilizzare la nostra antica maniera di manifestare affetto, piacere e simpatia? Ci saluteremo con un tocco di pugno (guantato) o di gomiti? Oppure utilizzeremo l’inchino come i popoli del Sol Levante? Magari ci leveremo il cappello come una volta? Ancora non lo sappiamo, ma qualcosa la dovremo pur trovare, perché siamo esseri sociali e non mummie indifferenti! 
Io spero che, passata la tempesta, e dopo aver ringraziato Dio, riprenderemo ad abbracciarci come una volta, con grande affetto, e lo faremo con gioia ed emozione!
A domani.
Mario

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