venerdì, maggio 01, 2020

LA SARDEGNA E LA SUA VEGETAZIONE SPONTANEA. UNA RECENTE RICERCA HA SCOPERTO IN ALCUNE PIANTE SARDE SOSTANZE UTILI NELLA LOTTA CONTRO I TUMORI.


Oristano 1 maggio 2020

Cari amici,

Voglio aprire i post di maggio magnificando la nostra straordinaria Sardegna, una terra magica, ancora così naturale e incontaminata da possedere anche piante spontanee straordinarie, uniche nel loro genere. In una terra così speciale come è la nostra Sardegna, crescono spontaneamente erbe particolarissime, spesso assenti altrove. Piante di ogni tipo, alcune dal facile uso per i principi attivi presenti e utilizzabili da tutti, oltre che, seppure ricche di principi benefici per il nostro organismo, presentando una alta tossicità per i veleni potentissimi contenuti, sono da trattare in laboratorio. Si, piante particolari, da conoscere bene e maneggiare con attenzione, ma sempre utili per la medicina, che ne estrae sostanze davvero importanti! Come la Digitale, per esempio, la Cipolla marina o il Cocomero asinino, la Borragine e l’Aglio selvatico, la Gramigna e il Pungitopo, l’Altea rosea e officinale, la Malva e la Genziana e tante altre. In Sardegna è presente anche la Cicuta, pianta famosa perché diede la morte anche a Socrate, e pure la Mandragora.
La Sardegna, dunque, patria di piante medicinali di ogni tipo, oltre ad una incredibile quantità di erbe aromatiche e salutari direttamente utilizzabili, presenti nella nostra isola a centinaia. Piante di alta e particolare profumazione, come il Basilico, la Lavanda, la Maggiorana, la Melissa, la Menta acquatica, la Menta marocchina, la Menta piperita, la Menta spicata, l’Origano, il Rosmarino, la Salvia, la Santoreggia, il Timo e l’Erba barona, senza dimenticare l'Aloe, pianta considerata particolarmente medicamentosa contro alcuni tipi di tumori della pelle. Ma non è tutto, in quanto potremmo citarne tante altre.
Nell’Isola la ricerca sulle sue piante salutari continua da tempo, senza mai fermarsi. Di recente ha fatto scalpore una scoperta, co-firmata dalle Università di Cagliari e Bologna, riguardante le proprietà antitumorali riscontrate in alcune piante già note e utilizzate da tempo nell’antica medicina sarda. Lo studio, pubblicato di recente su Plants, ha messo in luce le grandi potenzialità di alcune di queste piante nella lotta contro i tumori. 
Presso l’Università degli Studi di Cagliari la ricerca, condotta con l’intervento della Dottoressa Cinzia Sanna, si è occupata di identificare le proprietà terapeutiche presenti in alcune particolari piante (sono stati analizzati ben trenta campioni, che sono stati selezionati e sottoposti a varie simulazioni in provetta). L’analisi aveva lo scopo di valutare quali effetti potessero avere i loro estratti nei confronti delle cellule tumorali ossee, più precisamente se questi estratti fossero in grado di arrestarne la moltiplicazione, uccidendole e, in caso positivo, in che modo.
Nel laboratorio, dopo aver fatto incubare le cellule con gli estratti, i ricercatori hanno calcolato la percentuale di cellule vitali (quelle ancora in grado di riprodursi) dopo 24 e 48 ore. Dalla ricerca è emerso che ben cinque estratti avevano prodotto effetti significativi sulle cellule tumorali, impedendo loro di completare il loro ciclo vitale e il moltiplicarsi già dopo 24 ore. I maggiori effetti si sono riscontrati alla concentrazione di 100 μg/mL.
Gli estratti che si sono dimostrati più attivi e promettenti contro le cellule tumorali sono stati quelli ricavati dall’estratto di cardo (Cynara cardunculus), che ha ridotto le cellule tumorali vitali del 71 per cento, sicuramente grazie alla presenza della cinaropicrina, una sostanza amaricante di cui il cardo è ricco. Ma anche altre piante esaminate hanno dato esiti interessanti che inducono alla speranza.
Le altre piante sarde testate contro i tumori, oltre il Cynara cardunculus, sono state il cardo riccio (Centaurea calcitrapa) che ha dato esito positivo con una riduzione del 50 per cento della vitalità delle cellule tumorali, il corbezzolo (Arbutus unedo) con una riduzione del 44 per cento, il tanaceto (Tanacetum audibertii) con una riduzione del 43 per cento e la salsapariglia (Smilax aspera) con una riduzione del 33 per cento.
Gli estratti ricavati dalle piante prima elencate sono risultati ricchi di sostanze sesquiterpeniche, fenoliche e polifenoliche, ritenuti alla base dunque dei loro positivi effetti riscontrati. Ma, direte Voi, come agiscono le sostanze contenute in queste piante sarde nel combattere contro i tumori? In realtà alcuni di queste piante, come il tanaceto, aumentano i livelli di p53, una proteina che arresta il ciclo cellulare. In questo modo, le cellule possono riparare eventuali danni al DNA che potrebbero farle diventare cancerose.
Gli estratti di cardo, cardo riccio e tanaceto, inoltre, hanno portato al suicidio le cellule tumorali, come evidenziato dall’aumento di caspasi-3, un enzima coinvolto nella morte cellulare programmata (apoptosi). Infine gli estratti analizzati (tranne quello di corbezzolo) hanno inibito la riproduzione delle cellule endoteliali; fatto questo di notevole importanza, se si pensa che queste ultime, migrando e moltiplicandosi, possono formare nuovi vasi sanguigni, i quali nutrono e fanno espandere i tumori.
Cari amici, lo studio portato avanti con il forte concorso della nostra Università cagliaritana, alimenta felici prospettive per il futuro. Lo studio ha evidenziato gli effetti antiproliferativi delle cellule tumorali per ora in vitro, ma in futuro la ricerca vedrà sicuramente l’utilizzo di queste sostanze per la cura vera e propria, anche se ora è troppo presto per avere certezze dell’efficacia sull’uomo; i risultati conseguiti, comunque, pongono le basi per ricerche più approfondite, nella speranza di trovare altre sostanze che possano aiutare a prevenire o curare i tumori.
La Sardegna, amici, è una terra magica e incontaminata, che possiede tesori unici al mondo!
A domani.
Mario

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