Oristano 11 maggio 2020
Cari amici,
Che il mondo sia in
perenne evoluzione è certamente un dato di fatto. I corsi e i ricorsi della
storia lo dimostrano inequivocabilmente, tanto che anche situazioni che apparivano
stabili da decenni e a volte anche di secoli, all’improvviso si sono evolute,
modificate per nuove scoperte o per situazioni divenute contingenti. Dalle
pitture rupestri si è passati alla scrittura, dagli amanuensi agli stampatori,
dalle macchine da scrivere ai computers, dalla lavagna con gessetto e
cancellino a quella virtuale, on line.
La comunicazione orale ha
subito lo stesso processo. Dai richiami della foresta ai comizi in piazza o sui
palchi, dalle chiacchiere sulle panchine delle piazze e delle riunioni nei
cinema o negli auditorium dei congressi, si è passati agli incontri virtuali on
line sulle piattaforme informatiche che consentono collegamenti in tempo reale
nei 5 continenti, e anche nello spazio, visto che anche con gli astronauti in
orbita è stato possibile collegarsi in tempo reale.
Il processo evolutivo, mai
fermatosi, ha subito forti accelerazioni in seguito ad avvenimenti imprevisti e
spesso shoccanti, che hanno dato impulso ulteriore al cambiamento. Tutto questo
è dimostrato anche da quanto è successo di recente, con il tempestoso arrivo del
COVID-19, che, infettando in tempi brevi il mondo intero, ha costretto milioni
di persone ad un Lockdown forzato che ha messo a dura prova non solo la
resistenza dei singoli individui, ma anche le strutture comunicative di
supporto prima in utilizzo.
Il coronavirus, cari
amici, ha già iniziato a cambiare la nostra vita in maniera incredibile, e
tanto la cambierà ancora, fino a che la terribile pandemia scatenatasi non
troverà il giusto rimedio. Virus subdolo e insidioso questo COVID-19, che
costringerà in futuro a riscrivere gli attuali canoni della civile convivenza,
fatta fino ad oggi di relazioni sociali personali intense ed affettuose, di raduni oceanici,
sia per lavoro che per in tempo libero (dai Congressi alle partite di calcio,
dai concerti ai concorsi di bellezza, dai festival come Sanremo alla notte
degli Oscar, tanto per citarne alcune delle manifestazioni più note).
Ebbene, amici, quando il
mondo, magari per necessità cambia, è necessario trovare le soluzioni più
giuste, tempo per tempo. Con la pandemia scatenata dal Coronavirus, la gente,
forzatamente chiusa in casa dal Lockdown, ha accelerato sull’utilizzo
dei possibili nuovi strumenti di comunicazione virtuali, come le piattaforme
d’incontro on line, le “WEBINAR”, riuscendo così a riunirsi comunque,
sia per lavoro che per studio o diporto, senza uscire di casa. Ma vediamo
meglio cos’è e come funziona in realtà questo moderno strumento di
comunicazione.
Webinar può essere
definito un evento pubblico online. La parola Webinar (diventata poi un
neologismo) è la contrazione e la messa insieme di due termini: Web e
Seminar, ovvero Seminario via Web. Attraverso questo
strumento più persone (seppure ognuna ferma a casa sua), si ritrovano via Internet,
e, utilizzando un apposito software, si vedono e si parlano in tempo reale,
discutendo di un qualsiasi argomento. Chi presenta o conduce l’evento può usare
diversi strumenti online: può mostrare slide, filmati, e confrontarsi in
diretta con gli altri partecipanti, sia in forma scritta che a voce.
Grazie a Internet, Webinar
coniuga in un’unica esperienza la comodità di fruizione dell’incontro da casa
con l’efficacia e l’interattività tipiche di un evento in presenza. Proprio
come in un’aula reale ci si ritrova all’ora prestabilita e tutti i partecipanti
hanno la possibilità di intervenire attivamente nel corso dell’evento per porre
domande e condividere idee. Una piattaforma che consente non solo incontri di
lavoro o relativi all’associazionismo e al tempo libero, ma anche alla
formazione culturale vera e propria, come una scuola medio o superiore e anche
d’Università.
Luca Raina,
docente di italiano nella scuola secondaria di I grado IC Toscanini di Casorate
Sempione in provincia di Varese, si occupa di didattica digitale da tre anni e utilizza
Webinar per formare i docenti che poi seguiranno i ragazzi. Utilizza Zoom, uno
strumento per gestire le videoconferenze, per mantenere i contatti con gli
alunni, formare classi virtuali e gestire materiale didattico. Il Registro
Elettronico è invece il mezzo di comunicazione e gestione degli avvisi,
dopodiché tutto quello che può essere utile a fare didattica viene coinvolto: da YouTube a WhatsApp.
I suoi Webinar sono
frequentatissimi ed erogati anche dal MIUR. «C'è fame di digitale: sia di
conoscenza circa gli strumenti sia di metodologia e approcci. Se da un lato è
un bene, dall'altro c'è il rammarico di un ritardo... Se ci fosse stato questo
stesso interesse negli anni passati, oggi tutto sarebbe relativamente più
semplice», sostiene Raina. Secondo il professore, per essere veramente efficace
e produttiva una video-lezione non dovrebbe superare i 45 minuti, compresa
l’interazione con gli alunni.
Per questo modero
professore, quando capita che conversando con gli amici ricorda la sua prima
video-lezione, dice che fu davvero emozionante. «C'eravamo quasi tutti ed
eravamo in classe. Una classe senza pareti e fatta di persone. Come dovrebbe
essere sempre una classe. Sono anche genitore e i miei bambini sono piccoli.
Dopo l'euforia iniziale, già dopo una settimana i miei giocavano a essere a
scuola, a correggere i compiti, a fare lezione. Se i bambini giocano a fare la
scuola ci si rende conto dell'importanza educativa che riveste, del suo valore
sociale e formativo. Se i bambini giocano alla scuola, significa che c'è ancora
speranza». Una speranza per il
futuro.
Cari amici, credo che il
futuro, quello delle nuove generazioni, riserverà ancora un’infinità di sorprese… Non solo nella comunicazione e nell'apprendimento!
A domani.
Mario
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