Oristano 24 maggio 2020
Cari amici,
Il COVID-19, o
Coronavirus come più semplicemente è definito, ci ha radicalmente cambiato le consolidate
abitudini sociali; ci ha in particolare costretto ad applicare un distanziamento sociale
difficile da accettare, in quanto capace di sconvolgere la nostra socialità
consolidata. Oggi, contrariamente al passato, indossando le mascherine e i
guanti giriamo come alieni per la città, incapaci di fermarci con amici e
conoscenti per una stretta di mano, un abbraccio o una qualsiasi delle altre
manifestazioni affettuose che da sempre hanno connotato la nostra socialità
mediterranea.
Si, purtroppo il
Coronavirus sta terribilmente cambiando il modo di vivere le nostre relazioni
personali, influenzando e modificando la nostra radicata modalità
comportamentale, che faceva ormai parte importante della nostra vita.
Quello che ci ha colpito è un virus terribile, operativo a 360 gradi! Molto democratico in realtà, nel senso che non guarda in faccia nessuno, diffondendosi rapidamente a destra e a manca, scavalcando confini e barriere; non ha preferenze di genere, status sociale, culturale o economico! In questo periodo di blocco, ha mutato in modo incredibile la nostra vita sociale e quella degli effetti, privandoci di quelle consolidate manifestazioni spontanee di “fisica affettuosità”.
Quello che ci ha colpito è un virus terribile, operativo a 360 gradi! Molto democratico in realtà, nel senso che non guarda in faccia nessuno, diffondendosi rapidamente a destra e a manca, scavalcando confini e barriere; non ha preferenze di genere, status sociale, culturale o economico! In questo periodo di blocco, ha mutato in modo incredibile la nostra vita sociale e quella degli effetti, privandoci di quelle consolidate manifestazioni spontanee di “fisica affettuosità”.
La pandemia in atto ci
obbliga dunque a proteggerci e a proteggere gli altri dal contagio, utilizzando strumenti ritenuti adeguati; oramai le protezioni sono diventate un imperativo irrinunciabile, che, seppure
masticando amaro, siamo stati costretti a mettere in pratica. Laboratori prima
dedicati a ben altre lavorazioni, ora confezionano giorno e notte milioni di
mascherine, nell’intento di darci una certa protezione. Mascherine necessarie in gran
numero, tanto che quando non bastano quelle sfornate a ritmo crescente 24 ore
su 24 dalle industrie, ci si arrangia con il fai da te, cucendole anche in casa, visto
che la fantasia italica, grazie a Dio, non ci è mai mancata. Altre invenzioni ancora più fantasiose, però, non
mancano!
Una di queste è quella
ideata da due designer berlinesi, Marco Canevacci e Yena Young,
fondatori del collettivo artistico Plastique Fantastique, che hanno
pensato di proporre un'alternativa alla classica mascherina. Ispirandosi ai fumetti di
fantascienza degli anni del dopoguerra hanno ipotizzato di usare, al posto
delle mascherine, delle sfere di plastica simili alle bocce usate per i pesci rossi.
Le hanno chiamate iSphere e sono realizzate in PVC e con un design che
ricorda la moda degli anni ’50 e le creazioni dei movimenti utopici degli anni
’60. La boccia iSphere è un oggetto protettivo che può essere allo stesso tempo divertente e serio,
che ironicamente si presta, pare con successo, ad affrontare questa situazione eccezionale, come si
legge sul sito del loro studio.
Di questa nuova
realizzazione Marco Barotti, un altro artista d’avanguardia, ha
realizzato un video; in una delle scene più nostalgiche e affascinanti si vede
Canevacci alle prese con un telefono pubblico mentre poggia la cornetta contro
la plastica dell'iSphere e risponde. Anche il viaggio in metropolitana effettuato
dalla coppia, è evidenziato in tenuta da astronauti anti-Covid (anche in
Germania, come da noi, è d'obbligo uscire di casa coprendo naso e bocca), e ricorda
la puntata “Un pesce fuor d'acqua” di Bojack Horseman (Netflix, terza
stagione).
E' un mondo ironicamente
rovesciato, quello ipotizzato da Marco Canevacci e Yena Young, così come quello
che appare oggi a noi se ci rapportiamo al passato; è un mondo che ci costringe a
costruirci una “nuova normalità”, dopo la pandemia del Coronavirus. L'iSphere del
collettivo artistico Plastique Fantastique, potrebbe aggiungere a questa “nuova
normalità” il fascino dell'astronauta, quasi in visita in un pericoloso viaggio
verso un pianeta extraterrestre.
Certo, con l'arrivo dell’estate
l’iSphere potrebbe crearci non pochi problemi di caldo, ma il duo che lo ha
inventato ha pensato anche a risolvere questi problemi; il progetto prevede infatti
anche il modello estivo (per ora solo sulla carta), una speciale versione
accessoriata della sfera protettiva, con l’aggiunta di un riparo dal sole, la
giusta ventilazione e degli speaker integrati.
Cari amici, la fantasia
per quanto riguarda le problematiche del “dopo Covid-19”, galoppa e tocca anche altri sistemi protettivi, cercando di “dare
una mano”, per esempio, anche al settore della ristorazione.
Un designer francese
ha trovato una buona soluzione per mangiare in sicurezza nei ristoranti. Al fine
di permettere nelle sale da pranzo il rispetto delle distanze previste tra
commensali, ha studiato dei separatori ai tavoli appesi al soffitto come dei caschi-lampadario.
Devo dire che l’effetto (come può rilevarsi dalla foto) appare anche gradevole, seppure abbastanza fantascientifico.
Amici, stemperare con la
fantasia un problema serio, che a tanti appare difficile da digerire, è
certamente un modo per ironizzare prima e di conseguenza accettare poi di buon grado. Sarà
così certamente anche per i problemi creati da questo terribile male che, a mio
avviso, ci accompagnerà per un periodo non breve. Dovremo imparare a conviverci,
temendolo e tenendoci alla larga, anche se con grande fatica e sacrificio, ma
ne va del futuro nostro e dei nostri figli.
A domani.
Mario.
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