Oristano 25 maggio 2020
Cari amici,
La Verbena odorosa
(Aloysia citriodora) è una pianta arbustiva perenne appartenente alla famiglia
delle Verbenacee, da non confondere con la "verbena comune" (Verbena
officinalis). Questa pianta deve il nome (Aloysia) a Maria Luisa di Parma
(1751-1819), moglie di Carlo IV di Spagna, in onore della quale venne così
chiamata. Anche l’appellativo comune “erba limoncina” gli deriva dal fatto che
emana un forte profumo di limone. Originaria dell'America del Sud, cresce allo
stato selvatico in Ecuador, Perù, Cile e Argentina, luoghi da dove i conquistadores
la introdussero in Europa nel secolo XVII.
Più nota nelle varie
Regioni con i nomi comuni di Cedrina, Limoncina, Erba Luigia, Erba Luisa, Erba
di Maria Luigia, Erba perseghina, Limonetto, Lemon Verbena, Lippia, Aloisia,
Eloisa, può essere coltivata sia in giardino (in vaso) che in prato in piena
terra; il suo sviluppo è a cespuglio arbustivo e può raggiungere un’altezza da
1,5 a 3,0 metri. Ha foglie di un verde chiaro, decidue e lanceolate, lunghe 5-7
cm, che, come detto, emanano un intenso profumo agrumato, simile a quello della
Melissa officinalis. I fiori sono piccoli, di colore bianco o lilla pallido, e
sulla pianta sono raggruppati in infiorescenze a forma di spiga.
Dalle foglie si estrae un
olio essenziale, impiegato nell’industria cosmetica, ricco di composti volatili
quali geraniolo, citrale e limonene. Foglie e fiori essiccati si possono usare
per profumare armadi e ambienti. In erboristeria la verbena odorosa o erba
limoncina, si usa nella preparazione di tisane, infusi e impacchi. Gli elementi
utilizzati in infusione vengono raccolti due volte l'anno, in tarda primavera e
inizio autunno; vengono utilizzate le foglie giovani e le sommità fiorite.
È un’erba, come detto,
ottimamente utilizzata in cucina: per fare liquori, marmellate, macedonie e anche
come spezia. È sconsigliabile, però, l’uso prolungato, in quanto può provocare
disturbi allo stomaco, comprese le gastriti. In erboristeria si usa nella
preparazione di tisane, infusi e impacchi. L’infusione con l’erba limoncina, da
5 a 20 g per litro, viene usata come digestivo, carminativo e antispasmodico,
in caso di dolori dello stomaco o indigestione. L’erba limoncina può anche
essere consumata come blando sedativo.
Tanti, come si vede, i problemi
che quest’erba profumata è in grado di risolvere. È un eccitante, e dunque risulta
ottima contro gli stati di apatia e la depressione; è febbrifuga ed è una cura
efficace contro le nevralgie, l'emicrania, le vertigini e l'esaurimento. La
verbena odorosa è anche un'alleata del sistema digestivo: va assunta in caso di
acidità di stomaco e per aiutare la digestione difficile e le flatulenze. Come
per molte altre erbe, è sconsigliato l'uso prolungato. Ma non è tutto.
L’erba limoncina risulta
fantastica anche per la cura del corpo; le foglie essiccate (chiuse in un sacchetto
di tela) possono essere aggiunte all'acqua per un bagno profumato e rilassante,
mentre l'infuso (una manciata di foglie lasciate in infusione in una tazza
d'acqua per 5-10 minuti) può servire come collutorio, per sciacqui alla bocca e
per profumare l'alito. L’erba limoncina ha anche una notevole quantità di
melatonina, una sostanza usata come rilassante naturale che promuove il sonno
notturno.
Gli infusi realizzati con
quest’erba agrumata sono apprezzati anche in ambito cosmetico tanto che vengono
suggeriti come trattamenti purificanti contro l’acne: possono anche essere
impiegati come tonici naturali per la pelle grassa oppure come impacchi con cui
alleviare il gonfiore e la stanchezza degli occhi.
Cari amici, a parte tutte
queste belle proprietà, l’erba limoncina può essere tenuta in giardino o in
balcone anche semplicemente come pianta ornamentale o come arbusto, con il
quale tenere alla larga le zanzare. In modo simile alla melissa ha infatti la
nomea di repellente naturale per insetti. Se fatta essiccare e riposta come la
lavanda all’interno degli armadi, si rivela anche un ottimo profumatore per il
bucato ed un efficace antitarme naturale.
Insomma, amici, la natura
amica c’è, siamo noi che la dovremmo conoscere meglio, evitando, ove possibile,
il ricorso a prodotti di sintesi.
A domani.
Mario
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