Simulazione di stazione spaziale
Oristano 22 maggio 2020
Cari amici,
Seppure senza prendere
troppo sul serio il futuro possibile, quello di stare lontani dalla nostra amata terra, bisognerà, comunque, iniziare a pensarci. E' questo uno scenario che si presenterà all'umanità in tempi non troppo lontani, in quanto la terra è già afflitta da problematiche purtroppo molto serie; certo, più che a noi interesserà le giovani generazioni, che dovranno prendere buona confidenza con tutta quella serie di protezioni che ora ci vengono imposte per tenere lontano da noi il Coronavirus. Insomma, non sarà certo fatica sprecata!
Le protezioni previste per combattere la pandemia del COVID-19, unitamente alle esperienze che stiamo accumulando in questo periodo di lotta al male che ci ha colpito, potranno tornarci utili in futuro per la avviata esplorazione dello spazio, a partire dal prossimo ritorno sulla luna e dallo sbarco imminente su Marte.
Le protezioni previste per combattere la pandemia del COVID-19, unitamente alle esperienze che stiamo accumulando in questo periodo di lotta al male che ci ha colpito, potranno tornarci utili in futuro per la avviata esplorazione dello spazio, a partire dal prossimo ritorno sulla luna e dallo sbarco imminente su Marte.
L’avventura umana nello
spazio, con l’intento di conoscere e conquistare altri mondi e iniziata in tempi
ormai lontani, non accenna a calare di tono è i piani di partenza per lo sbarco
sul pianeta rosso stanno già sulla rampa di lancio, tanto che non tarderà il
momento del lancio. Ormai la strada per le future missioni umane per
raggiungere altri pianeti è tracciata, e l’uomo, opportunamente fornito di
adeguate tute per proteggersi dalle radiazioni cosmiche nel corso del lungo
tragitto, è praticamente pronto per la nuova avventura.
Un’avventura certo difficile,
quella che riguarda la conquista dello Spazio, in quanto necessiterà di alti
livelli di protezione, oltre che della massima igiene. Come scrive la CNN in un report sul tema, gli astronauti non dovranno trasportare batteri e altri microorganismi sulla superficie lunare
o marziana perché “non devono
contaminare l’ambiente”; questo per evitare di predisporre un contesto non genuino, che potrebbe dare falsi positivi rispetto ad eventuali tracce di vita sul pianeta. Allo stesso modo bisognerà isolare al massimo ogni
campione, che direttamente o indirettamente verrà riportato sulla Terra.
Sempre secondo le
affermazioni della CNN, per andare nello spazio avremo bisogno di un livello di
sicurezza sanitaria mai sperimentato prima d’ora. In passato, nel periodo del
programma Apollo e precisamente nella missione dell’11 del luglio 1969, gli
astronauti furono messi in isolamento prima e dopo la partenza e dopo
l’ammaraggio del ritorno. Una misura però rivelatasi almeno in parte inutile. Come è
risaputo, infatti, né Armstrong né gli altri astronauti presero delle malattie,
così come è mancata la certezza che sulla luna vi fosse una qualsiasi forma di
vita.
Ma l’esperimento servì almeno
a rassicurarci sulla massima cautela da adottare in caso di simili viaggi, per
evitare di trasportare, in andata o in ritorno, eventuali agenti patogeni. Lo stesso
discorso, infatti, vale per le rocce riportate sulla Terra dai viaggi spaziali, materiale
ancora oggi al centro di approfonditi e utilissimi studi. Per evitare fughe
poco controllate in avanti, nel 1958 è stato creato il COSPAR, Comitato Globale sulla Ricerca
Spaziale, nato per promuovere la cooperazione internazionale nell’esplorazione
dello Spazio.
Il Cospar dispone di una
policy di protezione planetaria piuttosto essenziale sotto questo punto di
vista: prevede infatti che le diverse agenzie spaziali proteggano la sicurezza
del nostro pianeta così come di quelli che andremo ad esplorare in un futuro
più o meno remoto. Le indicazioni sono contenute nel Planetary Protection
Requirements, di fatto un trattato Nato fatto proprio dal Cospar, che
prevede il massimo grado di sterilizzazione per le strumentazioni, i mezzi e
gli accessori spediti in orbita e non solo.
Entrando un attimo nei
dettagli, ci basti sapere che per la Nasa mezzi e Rover sono assemblati in
camere sterili dove tecnici e scienziati sono protetti e coperti da speciali
tute e altri dispositivi da cima a fondo, schermi facciali inclusi. Ogni compromissione
del funzionamento per materiali estranei costerebbe d'altronde milioni se non
miliardi di dollari. Stesso discorso per il Rover Perseverance, che decollerà
il prossimo luglio per atterrare nel cratere Jezero, situato sul lato
occidentale di Isidis Planitia, l’anno prossimo. Il compito dell’agenzia
spaziale, è appunto fare in modo “di non contaminare Marte con germi
terrestri quando esploreremo il pianeta”.
Cari amici, l’arrivo di
questo Coronavirus, volenti o nolenti, ci ha portato a pensare al futuro e a darci
una prima visione di ciò che magari domani ci aspetta. Cerchiamo allora di guardare al futuro se non con ottimismo, quanto meno con una certa positività e senza
fare inutili bizze. Raffaele Morelli, psicologo, psichiatra,
psicoterapeuta e saggista italiano, riferendosi al virus che a tutt’oggi
continua a sconvolgerci ha detto: “…il virus ci manda un messaggio
chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la
Comunità, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi
cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire
che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti
circondano. E che tu dipendi da loro.”
Parole davvero sagge e da
meditare…
A domani.
Mario
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