mercoledì, luglio 31, 2019

DESERTI D’EUROPA. SEPPURE SEMBRI STRANO, ANCHE L’ITALIA HA LE SUE DUNE DESERTICHE. IN SARDEGNA CI SONO QUELLE DI PISCINAS, IL SAHARA DI CASA NOSTRA.


Le dune di Piscinas in Sardegna
Oristano 31 luglio 2019

Cari amici,

Dedico l'ultimo post del mese alla nostra straordinaria Sardegna, che tra le sue eccezionali meraviglie annovera anche delle meravigliose dune, una specie di mini-deserto. 
Si, per gli amanti dei deserti di sabbia, non occorre raggiungere il Sahara con le sue innumerevoli, immense dune, quegli straordinari ammassi di sabbia modellati dal vento e in continuo movimento, perché questi suggestivi paesaggi, seppure come dei piccoli bonsai, esistono anche in Europa, Italia (e Sardegna) compresa. Dall’Europa settentrionale alle Canarie, possono essere ammirati piccoli ma affascinanti deserti, che poco hanno da invidiare a quelli immensi africani. In Europa li troviamo in Polonia (Parco Nazionale Slowinski), in Francia ci sono le Dune du Pilat, in Danimarca le dune di sabbia di Råbjerg Mil e in Spagna quelle di Fuerteventura nell’arcipelago delle Canarie; in Italia le dune le troviamo in due zone: nel Lazio e in Sardegna, come vedremo poi.
Lungo la costa della Polonia si incontrano alcune tra le più grandi dune di sabbia d’Europa. Sono nel Parco Nazionale Slowinski, dove stranamente creano un paesaggio desertico sul Mar Baltico, affacciato sulla penisola scandinava. Pare si siano formate dalle raffiche di vento che colpiscono di frequente l’intera area, scendendo da nord o arrivando da est. La duna più alta, chiamata Czolpinko, raggiunge i 56 metri ed è la regina indiscussa del Parco. La zona ospita oltre 250 specie di uccelli e 830 specie vegetali; alcune specie hanno trovato posto sulle dune, altre tra i laghetti e le foreste circostanti.
In Francia, a pochi chilometri da Bordeaux, si trovano le Dune du Pilat (poste in un’area di quasi due chilometri quadrati) ricoperte interamente di sabbia) e circondate da una vegetazione verdissima. Queste dune, che raggiungono anche i 120 metri d’altezza, hanno il primato di dune più alte d’Europa. Dune in costante movimento, se si pensa che nel 1855 raggiungevano appena i 35 metri d’altezza; la sabbia finissima viene trasportata dai venti che battono la costa e arrivano dall’Oceano Atlantico, modificando in continuazione la loro altezza e conformazione.
La Danimarca, invece, possiede le dune di sabbia di Råbjerg Mile, chiamate anche “il deserto danese"; si trovano in una posizione alquanto insolita: sulla punta più settentrionale dello Jutland, su una striscia di terra che tende verso la Svezia. Si estendono per circa due chilometri quadrati e raggiungono i 40 metri d’altezza, anche se le loro dimensioni variano a seconda del vento e delle condizioni atmosferiche, così come la loro ampiezza, che può variare anche di 20 metri l’anno. 
In Spagna si trovano le dune di Fuerteventura, poste nell’arcipelago delle Canarie; sono un paradiso per gli appassionati di sport acquatici, in particolare per chi pratica kitesurf e windsurf. Proprio il vento, che richiama ogni anno moltissimi sportivi, ha creato nella costa nord-orientale dell’isola le dune di sabbia, parte del Parque Natural de Corralejo. La loro formazione deriva solo in parte dall’erosione della superficie dell’isola, per il resto sono formate dalla sabbia che arriva dal Sahara, che per arrivare a Fuerteventura compie un viaggio lungo centinaia di chilometri, un percorso che continua ininterrotto da millenni. L’area è oggi patrimonio UNESCO e ospita anche alcune specie animali a rischio estinzione.
Dei due “deserti” italiani, uno si trova nel Lazio e uno in Sardegna. Sono entrambe meravigliose distese sabbiose, meta di curiosi e appassionati.
Quelle laziali possono essere ammirate nell’agro romano, costeggiando la via Litoranea a Ostia (sono le dune di Capocotta); sono dune che si estendono per oltre due chilometri e dal 1996 fanno parte della Riserva Naturale Statale Litorale Romano, e contribuiscono a salvaguardare la flora e la fauna tipiche di questa zona del Lazio. Qui il visitatore può osservare lunghe distese sabbiose, dove spuntano piccoli arbusti, caratteristici della bassa vegetazione tipica del Mediterraneo (dai ginepri ai lecci, passando per i mirti). Dune modeste, che non raggiungono altezze elevate, ma che costituiscono una vera e propria oasi per tantissime specie animali e vegetali. Per decenni quest’area ha fatto parte della Tenuta di Capocotta, ampia oltre 700 ettari: un piccolo paradiso a pochi chilometri dalla Città Eterna.
Dune di Piscinas
In Sardegna, invece, ci sono le Dune di Piscinas, poste sulla costa occidentale sarda e ubicate nel Comune di Arbus (Sud Sardegna); sono imponenti e in alcuni punti raggiungono i 100 metri d’altezza estendendosi per un’area di circa 1,5 chilometri quadrati. La sabbia, portata qui dal vento e modellata nel corso degli anni, ricopre da tempo rocce e detriti adagiati nel corso del tempo in quest’area dallo scorrere dei fiumi vicini, come il rio Piscinas, che dà il nome alle dune, e il rio Naracauli. Non solo: anche le vicine miniere di Ingurtosu e Gennamari, oggi dismesse, pare abbiano contribuito con i loro materiali di scarto a formarle. La zona non è solo meta di turisti e sportivi, ma anche di tartarughe, che a volte arrivano sulla spiaggia per deporre le proprie uova: uno spettacolo della natura sotto ogni punto di vista.
Cari amici, il mondo da millenni cambia in continuazione, ma certe piccole, antiche testimonianze restano indelebili, a ricordarci che la natura è più forte di noi e che la dobbiamo sempre rispettare, perché è rispettandola che riusciremo a salvare noi stessi dalle nefaste conseguenze dei numerosi errori che continuiamo a fare.
Grazie, amici, a domani.
Mario
Le bianchissime sabbie di Piscinas!

martedì, luglio 30, 2019

UNA NUOVA CRIPTO-VALUTA SI AFFACCIA ALL’ORIZZONTE: È LA LIBRA, CREATA DA MARK ZUCKERBERG. QUALE FUTURO SI IPOTIZZA PER LE MONETE VIRTUALI?


Oristano 30 luglio 2019

Cari amici,

Un’altra “Moneta Virtuale” sta per affacciarsi all’orizzonte: è la LIBRA, annunciata dal patron di Facebook, Mark Zuckerberg. L’aumento delle monete virtuali inizia a preoccupare le diverse Banche Centrali dei più importanti Paesi, che per ora stanno in osservazione ma è ipotizzabile che stiano per scendere in campo per dare battaglia. Si, la Libra, la cripto valuta messa in cantiere da Facebook, è riuscita più di altre a calamitare l’attenzione anche dei grandi potenti del mondo, riuniti nel G7, che hanno affrontato, seppure in modi diversi, l’argomento. 
Bruno Le Maire, Ministro dell’Economia francese e padrone di casa della riunione che si è tenuta a Chantilly, ha così sentenziato: “La Libra non può diventare una valuta sovrana, e bisogna considerare anche tutti i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo internazionale”. Poi ha continuato dicendo: “Condivido le preoccupazioni del Ministro del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, in quanto ci sono diversi requisiti e regole in capo alle valute sovrane, che non risultano rispettati dal progetto Libra; innanzitutto è un problema di sovranità: non possiamo accettare di avere una nuova valuta con lo stesso potere di una valuta sovrana ma senza le stesse regole prudenziali, impegni e obblighi. Ci sono voluti molti anni prima di avere regole condivise sull’antiriciclaggio e il finanziamento del terrorismo, regole che Libra non sarebbe in grado di rispettare”.
Al G7 era presente anche il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che il 12 luglio all’assemblea ABI aveva avvertito sui possibili rischi che Libra avrebbe potuto causare; “Libra può cambiare le modalità con cui si manifestano i tradizionali rischi di liquidità, di mercato e di insolvenza, ma non può eliminarli”. Anzi, si commenta, se ne aggiungono altri: protezione delle risorse dei risparmiatori, privacy, riciclaggio, finanziamento del terrorismo, evasione fiscale, oltre ad “effetti negativi sulla stabilità monetaria e finanziaria”, visto che Libra potrebbe essere usata da 2,4 miliardi di persone. 
Anche il Direttore Generale ad interim del FMI, David Lipton, ha ritenuto di individuare non pochi rischi con la discesa in campo di Libra: “L’emergere potenziale di nuovi monopoli, con implicazioni su come i dati personali vengono monetizzati; l’impatto sulle valute più deboli e l’espansione della dollarificazione; le opportunità per le attività illecite; le minacce alla stabilità finanziaria e le sfide per le aziende che emettono e dunque guadagnano una grande quantità di denaro, cosa che prima era appannaggio delle banche centrali”.
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Insomma, amici, il progetto di Facebook ha sollevato molti problemi, tra cui quello della privacy, tra i legislatori degli Stati Uniti ed ha spinto anche le Banche centrali europee a chiederne il controllo, in modo tale da poter garantire che non potesse compromettere il sistema finanziario o che la nuova moneta venisse usata per riciclare denaro. Mark Zuckerberg, patron di Facebook, non è però della stessa opinione; respinge tutte le accuse, sostenendo che Libra è “un’alternativa efficiente, a basso costo e sicura, uno strumento di pagamento e non di investimento; non interferirà con la politica monetaria, oltre a puntare a prevenire il riciclaggio di denaro”.
Il problema è certamente serio. Battere moneta, lo sappiamo, è un affare serio, un’attività così pericolosa che non può essere lasciata circolare senza l'imposizione di regole certe, non fosse altro per il rischio di riciclaggio. Dopo le preoccupazioni espresse al G7 (che ha convinto a creare una task force con Banche centrali e Fmi per studiare gli effetti della nuova cripto valuta) e dopo il monito dell’Europarlamento, secondo il quale “Facebook non deve trasformarsi in una banca ombra”, adesso tocca ai regolatori del mercato europeo far sentire la loro voce su Libra, la cripto valuta di Facebook.
Cari amici, fino ad ora le Banche centrali di tutto il pianeta si sono in gran parte astenute dalla regolamentazione delle valute digitali, in considerazione che erano ritenute troppo piccole per rappresentare un rischio per il sistema finanziario. Ma con l’annunciato ingresso di Facebook (con un potenziale di oltre 2 miliardi di possibili utenti) le cose cambiano e non di poco, tanto che ciò potrebbe portare i legislatori a dare un’occhiata più da vicino al problema delle valute digitali, imponendone la regolamentazione.
Il problema appare talmente serio che il Presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) ha addirittura ipotizzato che con buona probabilità a breve saranno le Banche Centrali a decidere di emettere delle proprie cripto-valute o comunque valute digitali. In questo modo anche le altre monete virtuali sarebbero obbligate ad adeguarsi alle nuove regole che queste sicuramente avrebbero.
Amici, siamo solo all’inizio di una rivoluzione economico-finanziaria che cambierà certamente l'attuale sistema in atto!
A domani.
Mario

lunedì, luglio 29, 2019

RICETTE FAI DA TE PER PROTEGGERSI DAL SOLE IN SPIAGGIA, EVITANDO LE FASTIDIOSE SCOTTATURE.


Oristano 29 luglio 2019

Cari amici,

Curare la pelle arrossata anche fortemente dal sole (succede di solito alle prime uscite estive in spiaggia), può essere possibile, oltre che con i preparati industriali, anche con alcune “cure casalinghe fai da te”. Ci sono ingredienti naturali (dallo yogurt al cetriolo, dall’aloe al burro di karité, dal the all’olio di carota) che risultano molto efficaci per curare la pelle bruciata dal sole, lenire i bruciori, il prurito e i dolori causati da una cattiva esposizione al sole.
Si, amici, Il sole è utile e necessario perché fa bene al nostro corpo, lo aiuta a sintetizzare la vitamina D, ma va preso inizialmente a piccole dosi, con molta cautela e senza dimenticare le dovute protezioni, usando i prodotti adeguati che, filtrando i raggi del sole, evitano che la nostra pelle si bruci.  Mai sottovalutare dunque certe precauzioni, che possono causare danni anche abbastanza gravi al nostro organismo.
Altro consiglio importante è quello di essere consapevoli che ci sono molti miti da sfatare circa la preparazione del nostro corpo prima di recarci in spiaggia o dopo che l’abbiamo raggiunta. Un falso mito, per esempio, è quello dell'utilizzo del lettino abbronzante; chi consiglia di preparare il corpo con delle sedute preparatorie sul lettino abbronzante (usando le lampade) per abituare la pelle all'esposizione al sole nella convinzione di evitare eritemi, scottature e ustioni solari, sbaglia di grosso; così come sbaglia chi sostiene che l’ombrellone sia un riparo sicuro, e che, stando sdraiati sotto, non siano necessari olio o creme solari. Niente di più falso.
Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha confermato che le radiazioni solari non vengono fermate dalla tela dell’ombrellone, in quanto riescono senza problemi “ad attraversare con facilità molti tipi di tessuti (compreso dunque quello dell’ombrellone), raggiungendo così con facilità la pelle”; inoltre, poiché l’acqua e la sabbia riflettono i raggi solari, questi “indirettamente colpiscono il corpo”, tanto da rendere necessaria l’applicazione di creme solari anche sotto l’ombrellone per “tutelare al meglio la salute della nostra pelle”.
Altra raccomandazione da non sottovalutare è quella di ricordare che i prodotti protettivi vanno applicati ogni 2 o 3 ore e ogni volta che ci si bagna; inoltre dobbiamo stare attenti anche alle giornate nuvolose, in quanto le insidie del sole non mancano comunque, perché le radiazioni solari sono sempre presenti e scottano, eccome! 
Altro consiglio è quello di evitare di uscire o esporsi al sole durante le ore più calde, ad esempio, da mezzogiorno alle 3 del pomeriggio; infine, il nostro corpo anche nelle altre ore va protetto usando un vestiario adeguato (possibilmente di cotone leggero e di colore chiaro, a cui aggiungere un cappellino di paglia o di cotone per proteggere il capo dal sole.
Tornando alle cure fai da te indicate in premessa, a parte le lozioni e le creme reperibili in farmacia e in profumeria, efficaci ma a base di componenti di sintesi, è anche possibile preparare in casa delle ottime creme dopo-sole naturali, utilizzando semplici ingredienti e sfruttando le potenzialità degli oli vegetali, delle piante e di altri elementi sempre totalmente naturali. Ecco alcune ricette home-made facili da realizzare e utilizzare.
Burro di cacao e aloe vera.
Questa crema dopo-sole sfrutta le qualità benefiche del burro di cacao, ottimo idratante naturale, e le proprietà antinfiammatorie dell’aloe vera in gel, dotata anche di un potenziale analgesico e antiossidante. Per ottenere questo rimedio contro le scottature solari occorrono: 3 cucchiai di Aloe Vera in gel, 1 cucchiaio di olio d’oliva, 2 cucchiai di olio di cocco, 1 cucchiaio di burro di cacao, 15 gocce di olio essenziale di lavanda. Dopo aver scaldato il burro di cacao e l’olio di cocco, è necessario amalgamare per bene tutti gli ingredienti e versare il composto ottenuto in un vasetto da conservare in un luogo fresco e asciutto, preferibilmente in frigorifero.
Impacco di yogurt e cetriolo.
Un altro rimedio semplice da realizzare è dato dall’impacco freddo a base di yogurt e cetriolo, un composto fresco e rinfrescante che dà sollievo immediato alla pelle arrossata e scottata. Per ottenere una crema da spalmare direttamente sulle zone interessate è necessario passare al mixer il contenuto di un vasetto di yogurt bianco e un cetriolo precedentemente sbucciato.
Lozione a base di tè nero.
Anche questa soluzione si adatta bene a chi preferisce avere a disposizione una lozione spray da portare con sé e usare all’occorrenza. L’ingrediente principale è il tè nero, ottenuto dai filtri o dalle foglie, a cui bisogna aggiungere: 15 gocce di olio essenziale di lavanda, 2 cucchiai di Aloe vera in gel, 3 gocce di olio di menta piperita. Amalgamare per bene e, dopo l’uso, conservare al fresco.
Burro di karité e olio di carota.
Un’ultima alternativa prevede la preparazione di una crema lenitiva a base di burro di karité e olio di carota, una risorsa per la pelle, ricco di vitamina A. Per ottenerla occorrono: 10 grammi di burro di karité, 50 grammi di olio di carota, 35 grammi di Aloe vera in gel, 6 grammi di cera d’api, 1 cucchiaino di tintura madre di calendula. Dopo aver sciolto il burro karité insieme alla cera d’api, è necessario unire l’olio di carota, l’aloe vera e la tintura madre di calendula. È possibile utilizzare un frullatore a immersione per ottenere un composto cremoso e omogeneo da conservare in un contenitore ben chiuso al fresco.
Cari amici, il sole è davvero in grado di darci enormi benefici, ma sappiamone godere con saggezza, usando i suoi raggi con grande attenzione! Buona estate a tutti!
A domani.
Mario



domenica, luglio 28, 2019

L’ORDINE DI MALTA, DOPO LA BUFERA CHE NEL 2017 PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL GRAN MAESTRO, HA RIPRESO IL SUO CAMMINO GUIDATO DA UN ITALIANO.


Oristano 28 luglio 2019

Cari amici,

Il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM), dopo la bufera che lo scosse nel 2017 e che portò alle dimissioni dell’allora Gran Maestro, l'inglese Sir Matthew Festing, ha ripreso il suo cammino secolare, guidato ora dal nuovo Gran Maestro, Fra' Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, un nobile italiano che è stato eletto 80° rappresentante del Sovrano Ordine, le cui origini risalgono al periodo delle Crociate. L’Ordine infatti fu fondato in Terra Santa dopo la prima crociata dal Beato Gerardo Sasso e il suo riconoscimento ufficiale e quello del suo fondatore, da parte della Santa Sede, trovarono accoglimento da parte del Pontefice Papa Pasquale II, che, con la Bolla Papale "Pie Postulatio Voluntatis", in data 15 febbraio dell’anno 1113 diede il suo Imprimatur.
Sulla gloriosa storia di questo nobile Ordine ho avuto modi di scrivere su questo Blog in data 26 aprile 2014 (chi fosse interessato può andare a leggere o rileggere il contenuto cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2014/04/lordine-di-malta-nato-come-ordine-degli.html. Sempre su questo blog, in data 30 gennaio 2017, ho scritto ancora sull'argomento, esprimendo la mia opinione sulla bufera che si abbatté sull’Ordine in quell'anno, quando un insanabile dissidio tra l’allora Gran Maestro e Papa Francesco portò alle dimissioni dell'inglese Sir Matthew Festing allora numero uno dell’Ordine (ecco il link per chi volesse andare a curiosare oppure consultare il pezzo:  http://amicomario.blogspot.com/2017/01/lordine-di-malta-nella-bufera-si-e.html.
Come si potrà rilevare dalle numerose fonti che hanno riportato gli avvenimenti, per cercare di “ricucire” il difficile dissidio nato tra l'Ordine e il Vaticano, Papa Francesco (esautorando di fatto il “Cardinale Patrono” presente all’interno dell’Ordine, il Card. Burke) nominò suo rappresentante speciale (Delegato Pontificio) all’interno dell’Ordine l’allora Arcivescovo e oggi Cardinale Angelo Becciu. Con mano ferma e tanta diplomazia, la struttura vaticana e quella dell’Ordine di Malta iniziarono un dialogo prima difficilissimo, per arrivare, poi, ad una soluzione condivisa, che ha portato nel Maggio del 2018 l’italiano Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto a diventare l’80° Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Vediamo insieme “Chi è” il nuovo Gran Maestro dell’Ordine.
Fra' Giacomo Dalla Torre è nato a Roma nel 1944. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere all'Università di Roma, proseguì gli studi specializzandosi in Archeologia cristiana e Storia dell'arte; iniziò l’attività accademica insegnando greco al liceo classico e ricoprendo diversi ruoli accademici nella Pontificia Università Urbaniana.  In passato è stato responsabile anche della Biblioteca e Archivista per importanti collezioni dell'università. Negli anni ha pubblicato una serie di saggi e articoli sulla storia dell'arte medievale. Entrò a far parte dell'Ordine di Malta nel 1985, pronunciando i voti solenni nel 1993. Dal 1994 al 1999 è stato Gran Priore di Lombardia e Venezia e dal 1999 al 2004 membro del Sovrano Consiglio. Il Capitolo Generale del 2004 lo elesse Gran Commendatore dell'Ordine e, alla morte del 78esimo Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie, diventò Luogotenente interinale. Dal 2008 all'aprile 2017 ha ricoperto la carica di Gran Priore di Roma e il 29 aprile 2017 eletto Luogotenente di Gran Maestro.
Il 1° maggio del 2018 il Consiglio Compito di Stato (l’organo elettivo dell’Ordine di Malta), lo ha eletto Gran Maestro dell’Ordine di Malta, carica che come nel passato continua ad essere “A vita”. L'elezione è avvenuta nella Villa Magistrale, sede istituzionale dell'Ordine, chiudendo così la crisi che si era aperta con il dimissionamento forzato del suo predecessore, l'inglese Sir Matthew Festing. Il nome di Fra’ Giacomo Dalla Torre era presente nella terna dei papabili, ed era il candidato più gradito alla Santa Sede.
Dopo l’elezione, Papa Francesco è stato informato delle votazioni tramite lettera, ricevendolo successivamente in Vaticano. La nomina del nuovo Gran Maestro, ad elezione avvenuta, è stata subito comunicata a tutti i Gran Priorati, i Sotto Priorati e le Associazioni Nazionali e alle proprie rappresentanze diplomatiche nel mondo e a quelle dei 107 Stati con i quali l'Ordine ha relazioni diplomatiche. Il giorno successivo all'elezione il neo Gran Maestro ha prestato giuramento nelle mani di Mons. Becciu, Delegato Speciale del Papa, alla presenza dei membri del Consiglio Compito di Stato nella chiesa di Santa Maria in Aventino. Al termine una messa solenne è stata celebrata dall’arcivescovo Becciu.
Dopo il giuramento, il Gran Commendatore Fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein ha imposto il collare di Gran Maestro al Neo eletto Dalla Torre e successivamente il Gran Cancelliere Albrecht Boeselager ha dichiarato concluso il Consiglio Compito di Stato.  Subito dopo la bandiera del Gran Maestro è stata issata in cima alla Villa Magistrale.
Monsignor Becciu, commentando con la stampa l’elezione di Fra' Giacomo Dalla Torre a Gran Maestro dello SMOM dopo la conclusione dell'antico, storico cerimoniale, all'uscita dalla Chiesa di Santa Maria in Aventino si è così espresso: “È un uomo di grande saggezza, semplice e preparato, quindi le sorti dell’Ordine sono in buone mani”. 
Amici, ora l’Ordine riprende con vigore e determinazione la sua strada. Il Gran Maestro, come si legge in una nota, ha riaffermato la propria volontà di proseguire il lavoro per la riforma della Costituzione avviata nel 2017, per adeguarla al notevole sviluppo che l'Ordine ha vissuto negli ultimi decenni. Promulgati nel 1961, la Carta Costituzionale ed il Codice dell’Ordine sono stati parzialmente riformati nel 1997. Attualmente l’Ordine è presente in 120 Paesi del mondo, con migliaia di progetti in campo medico-sociale.
La sua complessa struttura può contare su circa 100 mila volontari in tutto il mondo, di cui 10.000 circa in Italia; ha 42 mila dipendenti, tra cui medici, paramedici, assistenti sociali ed esperti in soccorso d’emergenza. Grazie alle sue mense sociali, sparse nei diversi Paesi, solo nel 2018 gli operatori dell’Ordine hanno distribuito ben 5 milioni e mezzo di pasti ai più bisognosi.
Amici, da cavaliere (col grado di Commendatore e Delegato emerito), anche se appartenente ad un altro Ordine (quello del S.S. di Gerusalemme) che ha fatto ugualmente le Crociate come i cavalieri di Malta, faccio i miei migliori auguri a questo luminoso Ordine cavalleresco, che continua ad impegnarsi nel mondo in favore dei più deboli. Anche per il corrente 2019 l’Ordine di Malta (come ha dichiarato di recente il neo Gran Maestro) sarà in prima linea, per rispondere ai tanti bisogni umanitari presenti a livello internazionale, a partire dal dramma dei migranti.
A domani.
Mario 

sabato, luglio 27, 2019

ALIMENTAZIONE E SENSAZIONE DI FAME. COME E QUANDO SI ATTIVA NEL NOSTRO ORGANISMO LA SPIA DELLA “RISERVA” E IL BISOGNO DI CIBO.


Oristano 27 luglio 2019

Cari amici,

Il nostro è un organismo davvero complesso, dove mille sono le variabili che regolano la sua durata e la sua necessaria manutenzione, che, per funzionare al meglio, è dotato di una grande serie di spie che ci avvisano quando “manca qualcosa”, specie se si tratta di rifornimenti indispensabili. Una di queste spie, forse fra le più importanti, è l’accensione della “riserva”, ovvero quando il cervello ci segnala che il carburante circolante nel corpo non è più sufficiente per gestire le sue numerose funzioni. Insomma, la segnalazione che il corpo è "entrato in riserva" avviene facendoci sentire lo stimolo della fame. Vediamo insieme, allora, come funziona questo meccanismo che il nostro cervello mette in atto per avvisarci che le riserve energetiche stanno terminando e che bisogna fare rifornimento.
Ciascuno di noi riceve dal cervello l’input della ‘sensazione di aver fame’ mettendo in moto la leptina, un ormone prodotto dalle cellule adipose che, quando le riserve immagazzinate stanno per esaurirsi, informa il cervello che c’è bisogno di nuovo carburante. Il segnale inizia in modo leggero (un po’ come il trillo della sveglia che inizia con piccoli squilli per arrivare poi a quelli ben più forti), con una sensazione di modesto languore, fino ad arrivare poi, magari dopo diverse ore, ad una sensazione ben più forte, che si manifesta anche con certi “morsi” nello stomaco che spesso ci fanno male.
Uno studio recente, portato avanti dai ricercatori americani delle Università di Yale e Harvard e pubblicato sulla rivista PNAS, ha analizzato a fondo il rapporto tra l’ormone leptina e l’aumento del peso corporeo, aprendo la strada anche a nuove strategie anti-obesità. Fino ad oggi si riteneva infatti che le basse concentrazioni di leptina fossero sentite dai neuroni dell'ipotalamo, che a loro volta davano il via a una serie di risposte, e che questi neuroni funzionassero solamente attraverso circuiti interni al sistema nervoso centrale; ma il sistema è risultato ben più complesso.
Lo studio appena pubblicato ha dimostrato infatti che il fenomeno non interessa soltanto il cervello, come ritenuto in precedenza, ma coinvolge anche il sistema endocrino. Un sistema che comprende anche le ghiandole pituitaria e surrenale, che secernono un altro ormone, il corticosterone, che regola sia l'energia che le risposte allo stress e al bisogno di assunzione di cibo.
I ricercatori, studiando un campione di topi, hanno rilevato che un individuo digiuno in un primo momento attiva i recettori della leptina a livello dell'ipotalamo; quest’organo a sua volta innesca l’asse ipofisi-surrene, che porta alla secrezione di corticosterone. La produzione di questo ormone porta ad attivare i neuroni della fame (le proteine agouti-correlate o AgRP dall'inglese), che accendono lo stimolo a rifornirsi di cibo. Gli autori sottolineano che questa catena di eventi risulta necessaria affinché la leptina possa stimolare la fame quando il cibo è limitato, oppure in presenza di un diabete scarsamente controllato che provoca l’abbassamento delle concentrazioni di leptina nel sangue. Lo studio, secondo i ricercatori, suggerisce che i neuroni AgRP potrebbero costituire l’obiettivo di una nuova classe di farmaci per il trattamento dell'obesità.
Amici, il nostro organismo è davvero una macchina molto complessa, e succede che certi stimoli (come quello della fame prima evidenziato) avvengano anche per fattori diversi dal fabbisogno del nostro corpo a rifornirsi di nuova energia. Spesso a creare lo stimolo della fame sono fattori psico-somatici, che, attraverso il desiderio di altro cibo, cercano di soddisfare alcuni nostri bisogni inconsci. Fattori, ad esempio, come l’ansia, la noia, la rabbia, la frustrazione e il nervosismo possono indurre in noi dei particolari sensi di “vuoto”, creandoci un fittizio senso di fame.
Allora ci sentiamo pervasi da “tentazioni irresistibili” a cui è difficile rinunciare e a cui con facilità cediamo, anche se poi ci creano profondi sensi di colpa; sono tentazioni scarsamente controllabili e alla fine, complice la nostra emotività, riescono a creare in noi un rapporto amore-odio con il cibo, con il conseguente, pericoloso aumento del nostro peso corporeo.
C’è una stretta relazione, nel nostro corpo, tra l’apparato digerente (motore fisico del nostro corpo) e il sistema nervoso (il nostro motore psichico); i due sistemi, collegati dal nervo vago, funzionano come “due cervelli distinti” ma strettamente correlati: uno sta in alto e l’altro sta in basso. Apparato digerente e sistema nervoso diventano due motori della stessa macchina: il “cervello della testa” e quello “dell’addome”; uno, il cervello della testa, accumula i pensieri e lo stress, inviando poi i messaggi al cervello dell’addome, ovvero allo stomaco. I due sistemi si influenzano a vicenda, interfacciandosi con il nostro umore e iniziando a produrre molecole ormonali specifiche (cortisolo, adrenalina, serotonina), con la conseguenza di scatenare una fame nervosa e compulsiva.
Cari amici, i numerosi studi sull’argomento hanno permesso agli studiosi di azzardare la spiegazione logica della particolare gratificazione che il cibo è in grado di darci; gratificazione che pare sia racchiusa nel nostro “ricordo” infantile dei primi anni di vita, quando succhiavamo il latte o quando, per sedare un pianto, ci veniva dato il ciuccio. Allo stesso modo oggi, da grandi, il cibo serve a darci soddisfazione e piacere, aiuta a farci sentire meno soli, placando le nostre ansie, riducendo lo stress e migliorando di conseguenza il nostro stato emotivo.
Si, amici, il bisogno di cibo, lo stimolo della fame, come afferma qualcuno, è forse la pulsione più forte in capo all’essere umano, superiore addirittura alla pulsione sessuale, che passerebbe al secondo posto!
A domani, amici.
Mario

venerdì, luglio 26, 2019

ITALIA: PAESE DELLE LOTTERIE. DAL 2020 ANCHE GLI SCONTRINI FISCALI DIVENTERANNO BIGLIETTI…CHE FARANNO SOGNARE VINCITE FINO A 1 MILIONE DI EURO!


Oristano 26 luglio 2019

Cari amici,

Che l’Italia sia un Paese che ama le lotterie è qualcosa di risaputo da sempre, considerato che lo Stato è il più grande biscazziere in assoluto, non solo per il gran numero di "lotterie ufficiali" che esistono nel nostro Paese, con diversissime possibilità di gioco, ma anche per i lauti introiti che l’Agenzia delle Entrate riesce a realizzare, a partire dalla Lotteria Italia, che mette in palio un primo premio di 5 milioni di euro.
Stante questo, uno dei marchingegni che sono stati studiati per combattere l’evasione fiscale, guarda caso, è costituito da una nuova lotteria, detta “lotteria degli scontrini”, in quanto utilizzando gli scontrini rilasciati nei vari esercizi commerciali come dei veri e propri biglietti di lotteria, questi daranno la possibilità all’acquirente di ‘entrare in gioco’, con la possibilità di incassare lauti premi, tra cui un primo premio da 1 milione euro. Ma vediamo in che modo si è deciso di usare in Italia questo strumento anti evasione, con decorrenza dal prossimo 2020.
Il Governo, nel decreto fiscale relativo alle misure anti-evasione, ha inserito anche la “lotteria degli scontrini”, strumento già utilizzato in altri Paesi (vedi Portogallo) dove pare abbia prodotto interessanti, buoni risultati. la soluzione adottata, in sostanza, vuole essere un incentivo all’emissione e alla richiesta degli scontrini fiscali da parte dell’esercente, così da ridurre l’ampia evasione esistente. La lotteria degli scontrini dovrebbe partire, come detto, dal primo gennaio del prossimo anno e prevede premi anche per i negozianti “virtuosi”.
In Portogallo il sistema ha funzionato...
Questo strumento, già studiato per essere messo in atto con la Legge di Bilancio 2017 (con avvio da luglio 2019), fu per diverse ragioni rimandato, e ora, finalmente, dovrebbe entrare in applicazione, stabilito dal Decreto collegato alla Legge di Bilancio 2019. Partirà in contemporanea con l’avvio dello scontrino elettronico o digitale (destinato a sostituire in toto il vecchio scontrino cartaceo), e, nell'idea del legislatore, dovrebbe funzionare con lo stesso meccanismo dello scontrino che viene emesso dalla farmacia: associando l’acquisto al codice unico per partecipare alla lotteria, ricavato dalla tessera sanitaria del cliente con relativo codice fiscale.
In realtà, amici, si tratta di un vero e proprio espediente anti-evasione messo in atto dal Governo, che, attraverso l’abbinamento dello scontrino elettronico ad una specie di lotteria nazionale, incentiva gli acquisti con l’assegnazione di premi mensili al cliente, identificato attraverso il codice sanitario prima richiamato. Ma vediamo in dettaglio come si gioca e cosa si vince con la lotteria dello scontrino.
Il Governo nel decreto fiscale ha stabilito le regole del gioco in accordo con l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Dogane-Monopoli, col fine ultimo di combattere l’evasione fiscale. 
“Puntiamo sul conflitto d’interessi e sulla passione degli italiani per l’alea”, ha commentato al Corriere il Generale Antonino Maggiore, Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate. Dal 2020 ci saranno estrazioni mensili e annuali, mentre dal 2021 la possibilità di vincita si moltiplicherà addirittura con cadenza settimanale.
Ogni mese saranno sorteggiati tre premi: 50 mila euro al primo estratto, 30 mila al secondo e 10 mila al terzo. Mentre per l’estrazione annuale il primo premio varrà un milione di euro. Per partecipare basterà fare un acquisto di almeno un euro e comunicare all’esercente o al commerciante il proprio codice fiscale. Uniche barriere alla partecipazione, bisogna essere maggiorenni e residenti in Italia. A seconda dell’importo, poi, aumentano le possibilità di vincita: secondo quanto riportato dal Sole24Ore, per una spesa di 10 euro verranno generati 10 biglietti virtuali, con una spesa di 100 euro si avranno 983 ticket, con una di mille i biglietti saranno 8.502 e con una di 10 mila i biglietti saranno 28.989.
La lotteria dello scontrino, inoltre, premierà maggiormente chi sceglierà di pagare con modalità tracciabili, tipo bancomat, carte di credito, App, bonifici o altri strumenti alternativi al contante. La moneta elettronica darà diritto al raddoppio dei biglietti spettanti per l’acquisto effettuato. Di conseguenza raddoppieranno anche le possibilità per essere estratti. Ma vediamo come avverranno le estrazioni.
I biglietti vincenti saranno determinati sulla base del numero generato da un Random Number Generator (RNG), verificato da società autorizzate o da un altro centro di ricerca universitario. In ogni caso la lotteria degli scontrini non rientrerà nel novero dei giochi pubblici (d’azzardo), in quanto non prevede la partecipazione con puntate in denaro.
La comunicazione della vincita al fortunato estratto potrà avvenire tramite posta elettronica certificata (PEC) se il consumatore avrà fornito l’informazione con la registrazione al portale della lotteria; oppure, in alternativa, la buona notizia arriverà con raccomandata con avviso di ricevimento, dopo aver individuato l’ultimo domicilio conosciuto del vincitore tramite Anagrafe Tributaria o Anagrafe nazionale della popolazione residente. Ci saranno 90 giorni di tempo per reclamare il premio e quelli che non verranno incassati andranno poi ad alimentare il montepremi annuale.
Cari amici, l’obiettivo dichiarato dal Governo è quello di stimolare il conflitto di interessi nei contribuenti, spingendoli a chiedere lo scontrino fiscale al negoziante, in modo tale da fare emergere quanto più nero possibile, e contestualmente evidenziando anche il proprio codice fiscale. A far decollare la nuova “riffa di Stato” sarà l’estensione dell’obbligo generalizzato, sempre dal 2020, di trasmissione telematica dei corrispettivi (scontrini e ricevute) da parte dell’esercente.
Che dire, amici, la risultante (ironica…se vogliamo) è che in Italia i problemi difficili si risolvono praticamente affidandosi alle lotterie…
A domani.
Mario