domenica, luglio 21, 2019

IMPRONTE DIGITALI COME BADGE: OVVERO COME FREGARE I FURBETTI DEL CARTELLINO.


Oristano 21 luglio 2019

Cari amici,

“Tanto tuonò che piovve”! Oggi voglio iniziare la mia riflessione con la frase che la tradizione vuole sia stata esclamata da Socrate, dopo che la moglie Santippe, avendolo rumorosamente e platealmente redarguito sulla soglia casa, gli rovesciò addosso un vaso (c’è chi dice pieno d’acqua, e chi di urina), bagnando per bene il povero filosofo. Uso questa frase per parlare oggi con Voi dei ‘furbetti del cartellino’ e della meticolosa lotta che la Ministra Giulia Bongiorno continua imperterrita a portare avanti per cercare di eliminare l’insano comportamento di non pochi dipendenti statali che snobbano la loro obbligatoria presenza sul luogo di lavoro.
Sono diversi mesi che il Governo, in particolare il Ministro responsabile della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, intende porre fine al malvezzo delle assenze ingiustificate dal lavoro nei vari reparti della Pubblica Amministrazione, attraverso il fraudolento utilizzo (da parte di colleghi compiacenti) del badge in dotazione. È tempo che finisca, insomma, il triste fenomeno dei furbetti del cartellino che risultano presenti al lavoro ma che in realtà sono altrove, magari a fare la spesa, al bar o a fare sport, considerato che in questi ultimi anni se ne sono viste davvero di tutti i colori.
Dopo i numerosi dibattiti, svolti per la ricerca del modo più razionale per sostituire l’ormai obsoleto strumento del “Badge”, facilmente utilizzabile da terzi (sono innumerevoli le situazioni irregolari trovate, praticamente in tutte le parti d'Italia), sembra ora che il Governo abbia trovato la soluzione giusta da utilizzare, adottando, per la raccolta delle presenze sul luogo di lavoro, l’impronta digitale di ogni dipendente; in questo modo i dipendenti statali non potranno più dare il loro badge a qualche collega compiacente che marcherebbe in questo modo la presenza sul lavoro, mentre il titolare del badge sarebbe impegnato in altre faccende personali.
Le notizie ultime affermano che il Ministero della Pubblica Amministrazione ha già pronto il “Regolamento” che introduce le impronte digitali al posto del badge, (secondo l’agenzia Ansa, il testo, previsto dal decreto Concretezza, sarebbe già stato trasmesso al Garante della Privacy), decreto che, dopo il via libera dell’Autorità garante, avrà però bisogno ancora di altri due pareri: quello della Conferenza Unificata e quello del Consiglio di Stato. Dal provvedimento delle impronte digitali saranno escluse alcune categorie di lavoratori tra cui i docenti per i quali la presenza viene già rilevata attraverso il registro elettronico, mentre per i presidi la presenza tramite impronta viene confermata, anche se per loro ci sarà un decreto apposito. 
Come da tradizione, il personale “non contrattualizzato” – dai Magistrati ai Prefetti – risponde già ad altre regole e continuerà come prima. Amici, sembra sia giunto il momento di dire ai “furbetti” che non potranno più fare le cicale e che per mangiare si dovranno riciclare in formichine! Anche se per cantare realmente vittoria bisognerà attendere il compimento della road-map prevista, ovvero i vari pareri sul regolamento, in primis quello del Garante della Privacy, che non ha mancato di far sentire le sue critiche; servirà poi un’intesa in sede di Conferenza unificata, visto che gli apparecchi andrebbero installati anche nei Comuni più piccoli.
Giulia Bongiorno, Ministro della P.A, ha così commentato: “Sono felice di una legge che prevede la drastica riduzione dei tempi delle procedure concorsuali, nuove risorse in settori strategici della Pubblica amministrazione, aiuti alle amministrazioni in affanno e un metodo di lotta contro l’assenteismo finalmente incisivo; fino ad oggi, di fatto, la facevano franca in troppi; adesso, con le impronte digitali e la videosorveglianza, preveniamo il fenomeno. È finita l’epoca delle truffe”.
Nella pratica corrente cosa succederà? In ogni luogo di lavoro, per entrare in ufficio non sarà più richiesto il badge, ma si dovrà invece porgere il dito alla nuova macchina installata al posto di quella che leggeva il badge. L'impronta digitale identificherà il dipendente e marcherà così l'orario di servizio. Inoltre, a scanso di equivoci, la scena sarà ripresa da telecamere ad hoc.
Cari amici, la legge che introduce questa novità in realtà è già in vigore, si resta solo in attesa dei pareri prima richiamati. Nell’applicazione pratica si seguirà il principio della gradualità, e probabilmente si partirà dalle amministrazioni più grandi per poi portarla a poco a poco sul territorio.
C’è anche da precisare che la nuova legge non parla esplicitamente di “impronte digitali” ma di "verifica biometrica", che ha un significato ben più ampio; ciò, in teoria, potrebbe includere anche altre forme di rilevazione, come per esempio il controllo dell'iride o altri sistemi ancora più sofisticati.
Ovviamente, in tutti i casi, i dati raccolti dalle nuove macchine, per la necessaria privacy, saranno criptati, trasformati in codici alfanumerici per evitare manipolazioni.
Se son rose…
A domani.
Mario







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