venerdì, agosto 31, 2018

LA SCUOLA CIVICA DI MUSICA DEL TERRALBESE DESTINATARIA DI UN BELLISSIMO REGALO: UN PIANOFORTE DI FINE OTTOCENTO, DONATO IN MEMORIA DELL’INSEGNANTE DI MUSICA ALESSANDRA SABA.


Oristano 31 Agosto 2018
Cari amici,
Il gesto del “donare” è sempre e comunque importante; tuttavia, quando il donante vuole mantenere la donazione “riservata”, evitando il clamore della pubblicità, il suo gesto è di maggior valore, molto più grande, in quanto evidenzia che del dono fatto non ci si vuole gloriare.
Il post di oggi è dedicato proprio ad un bellissimo gesto, compiuto da una persona con un grande cuore nei confronti di una Istituzione benefica, qual è “La scuola civica di musica "Alessandra Saba", della Provincia di Oristano. Questa scuola, operativa in particolare nei Comuni del Terralbese, ha sede a Marrubiu ed ha creato nel territorio una struttura che è riuscita ad avvicinare in modo eccellente i giovani alla musica.
Fu l’Amministrazione Comunale di Marrubiu nel 2002 a promuovere la costituzione della Scuola Civica di musica della Provincia di Oristano. L’iniziativa nacque per venire incontro alle esigenze dei giovani che non potevano permettersi di recarsi a Cagliari per studiare lo strumento preferito presso il Conservatorio ubicato nel capoluogo sardo. L’idea, portata avanti dal Comune di Marrubiu, fu accolta con grande entusiasmo, in quanto avrebbe consentito ad un grande stuolo di giovani della Provincia di soddisfare le loro esigenze musicali.
Il progetto, seppure abbastanza faticoso nella fase iniziale, si concretizzò in breve tempo favorevolmente e oggi è una gran bella realtà, in grado di soddisfare tutte le richieste che arrivano dall’utenza del territorio, offrendo ai partecipanti una formazione musicale completa e riconosciuta a livello nazionale. Oltre l’entusiastica adesione dei Comuni vicini, in particolare Uras, Terralba e Mogoro, hanno aderito all'iniziativa i Comuni di Albagiara, Baressa, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Morgongiori, Pau, Ollastra, San Nicolò D'Arcidano, Santa Giusta, Senis, Simala, Simaxis, Sini, Usellus e Villa verde.
L’immediato sviluppo che la scuola ha avuto fin dai primi anni, ha creato positivi riscontri anche presso l’Amministrazione Regionale che, nei limiti del possibile, accorda dei finanziamenti, che consentono almeno lo svolgersi delle attività didattiche, svolte da docenti qualificati e con quote di iscrizione adeguate al modesto contesto sociale ove opera.
A dirigere la Scuola Civica di Musica è stato chiamato dal 2008 il M° Andrea Piras, che ha ricevuto un mandato di durata quinquennale rinnovabile, scelto dal Consiglio di Amministrazione (tramite selezione pubblica) fra i soggetti di comprovata competenza in materia di organizzazione didattica e nel campo artistico musicale. Il M° Piras provvede alla gestione artistica e amministrativa dell’Istituzione e ha l'incarico di nominare il corpo docente.
Oggi la Scuola civica di musica, intestata ad “Alessandra Saba”, è tra le prime in Sardegna per l’eccellente attività svolta; arrivata felicemente al suo sedicesimo anno di attività, conta oltre 400 allievi, provenienti da ben 20 Comuni interessati, ed è considerata la prima nella Provincia di Oristano e tra le più grandi della Sardegna. Numeri importanti, che crescono esponenzialmente di anno in anno, frutto dell’impegno e della passione di una squadra composta da 25 professionisti specializzati nei vari strumenti musicali.
A questa eccellente Scuola Civica di Musica, di recente è giunto un graditissimo regalo: un pianoforte della fine dell’Ottocento, di ottima marca (la stessa che utilizzava Schubert), donato alla scuola in memoria di Alessandra Saba, l’insegnante di musica prematuramente scomparsa in un tragico incidente stradale 8 anni fa, a cui è dedicata la stessa Scuola Civica. 
A donare il pianoforte è stata una ragazza francese di origini sarde (i nonni sono di Tramatza), amica della Saba. Il pianoforte donato è quello che la ragazza usava mentre studiava al Conservatorio di Cagliari, prima del suo trasferimento in Svizzera, a Zurigo. Essendo quest’estate in vacanza in Sardegna, Lei ha voluto effettuare questo bellissimo gesto, chiedendo di mantenere l’anonimato.
Cari amici, l’attività di questa Scuola per il prossimo anno 2018-2019, grazie alla bella donazione, potrà servirsi anche di questo nuovo, eccellente strumento! Le pre-iscrizioni sono già partite: da Venerdì, 22 Giugno, rivolte ad aspiranti allievi di tutte le età; c’è tempo fino al 21 Settembre, presentando i moduli al proprio Comune. A partire dal 5 Novembre verrà dato il via ufficiale alle lezioni, che interesseranno diverse materie e strumenti: Propedeutica, Canto moderno, Canto corale, Canto lirico, Chitarra classica, Chitarra elettrica, Pianoforte, Contrabbasso, Fisarmonica classica, Percussioni, Violino, Viola, Violoncello, Batteria, Basso, Flauto, Clarinetto, Tromba, Trombone; per la Musica sarda: Fisarmonica tradizionale, Organetto, Launeddas, Pippaiou.
Informazioni più dettagliate sono a disposizione consultando il regolamento e tutta la modulistica nel sito www.scuolacivicaalessandrasaba.it, oppure contattando la Segreteria nei giorni di Lunedì, Mercoledì e Giovedì dalle 10 alle 12 al numero di telefono 0783 859391.
Amici, un plauso e un grande incoraggiamento a questa Scuola, al suo Direttore, il caro amico M° Andrea Piras (siamo entrambi soci onorari del Rotary Club di Terralba), e tutto il suo staff.
Grazie, amici, a domani.
Mario

giovedì, agosto 30, 2018

IL RISO? È PROPRIO UN ALIMENTO STRAORDINARIAMENTE VERSATILE! TI È AVANZATO DEL RISO BOLLITO E LO HAI MESSO IN FRIGO? L’INDOMANI LO PUOI TRASFORMARE IN UNA MERAVIGLIOSA INSALATA…


Oristano 30 Agosto 2018
Cari amici,
Che sono un amante del riso ormai l’avete capito tutti, considerato che ogni tanto Vi lancio una ricetta per stimolare la voglia di cunsumarlo anche a Voi! Ebbene, pensate anche che, a volte, certe ricette nascono quasi da sole, come quella che sto per riportarvi oggi, che è nata davvero per caso. Lunedì scorso cercando qualcosa in frigo, lo sguaardo mi è caduto su un recipiente contenente del riso nero bollito, preparato in buona quantità il giorno prima per degli ospiti che lo gradiscono in modo particolare. La prima cosa che è venuta in mente è stata: come posso prepararlo per mangiarlo oggi a pranzo? La mia fantasia, non è mai stata scarsa, per cui ora vi racconto come l’ho utilizzato.
Dopo averlo tolto dal frigo e assaggiato per tastarne la consistenza (il riso nero mantiene cottura e fragranza in modo particolare) ho fantasticato un po’, e alla fine ho deciso di utilizzarlo in modo semplicissimo: in insalata con pomodorini e dolce sardo, al profumo di basilico. Una ricetta semplice e gustosa, velocissima da preparare e, tra l’altro, salutare. Eccola.
Riso nero bollito con pomodorini, dolce sardo e basilico o sedano.
Dosi per 4 persone: 500 gr di riso Venere, 400 gr di pomodorini, 300 gr di dolce sardo, un mazzetto di basilico (o sedano), olio extra vergine di oliva, un pizzico di sale.
La preparazione è abbastanza semplice. Se non avete del riso già bollito, ricordatevi che il riso nero Venere necessita di almeno 40 minuti di cottura; dopo averlo scolato lasciatelo un po’ raffreddare nello scolapasta e preparate i pomodorini. Dopo averli lavati tagliateli a metà (se grandetti anche in 4) e metteteli in un recipiente; tagliate ora il formaggio dolce sardo a dadini, possibilmente uniformi. In una terrina capiente (bassa e larga) versate il riso, il dolce sardo a cubetti e i pomodorini tagliati, mischiando per bene con un cucchiaio di legno, mentre verserete sul composto l’olio extra vergine di oliva.
Dopo aver disposto per bene il composto nella terrina, mettetela dentro il microonde e lasciatela dentro 7/8 minuti, il tempo perché il composto si riscaldi e il formaggio diventi filante. Tolta le terrina dal forno a microonde potete cospargere il composto con del basilico tritato finemente (o del sedano), oppure mettetene alcune foglie a guarnizione di ogni piatto. Se, invece, non avete il microonde, potete sostituire la terrina con una padella che passerete nel fornello del gas, girando e amalgamando sempre con il cucchiaio di legno. Tutto qui, una ricetta semplice e gustosa, che potete gustare con del vino bianco fresco, possibilmente frizzante, oppure con un sapido rosato.
Siamo d’estate, amici, limitiamoci nel mangiare, senza appesantirci e…salvando anche la linea!
Grazie, amici, a domani.
Mario

mercoledì, agosto 29, 2018

“SA CONCA”, UNO DEGLI ULTIMI RIFUGI PREISTORICI ANCORA UTILIZZATI DALL’UOMO. È IN PROVINCIA DI NUORO, SUL MONTE ORTOBENE, A SEDDA ORTAI.


Oristano 29 Agosto 2018
Cari amici,
Il Monte Ortobene per i nuoresi è sempre stato semplicemente il monte. È un’altura granitica, che si eleva a 955 metri sul livello del mare, la cui cima più alta è detta Cùccuru Nighèddu. Ancora oggi nel Terzo Millennio l’Ortobene per i nuoresi è sempre ‘il monte’ per antonomasia, seppure le attività agro pastorali che vi si svolgevano una volta siano enormemente diminuite; ora è comunque costantemente visitato, meta di scampagnate e passeggiate, in particolare in comitiva, con i bambini che giocano piacevolmente all’aperto. Per visitarlo si inizia inerpicandosi sull’erta stradina che parte dalla Chiesetta della Solitudine, e, arrivati a un bivio, si sceglie il percorso da seguire, in quanto il sentiero si divide in due formando un anello che conduce a tutte le principali località situate sul monte.
Una di queste località di particolare interesse turistico, è quella dove si trova la cosiddetta “Sa conca” o “il fungo”, situato sul ciglio della strada che porta al parco di Sedda Ortai. Questo antico roccione, che all’interno presenta un’ampia cavità, nel corso dei secoli e dei millenni fu un sicuro rifugio per l’uomo, che lo utilizzò come una vera e propria abitazione; oggi, chiunque vi passi davanti può ancora osservare, con molta curiosità, che ‘Sa Conca’ è ancora abitata: il suo ampio spazio interno è utilizzato come ovile. Un rifugio alquanto particolare, sicuramente unico in Sardegna. A gestire oggi l’antica struttura abitativa agro-pastorale sono Francesco, Gonario e Mario Salvietti; una famiglia di caprari da generazioni, che pascolano una cinquantina di capre nei terreni circostanti.
Al forestiero che percorre la zona, magari per una scampagnata, la visione di una realtà così arcaica, che oggi potremmo definire fuori dal contesto del mondo attuale, stupisce e crea non poca curiosità, non disgiunta da un fascino che sa di antico, capace non solo di stupire ma di far riflettere, su quanto il passato possa essere ancora presente, strettamente legato all'oggi e, forse, anche al futuro. A seconda dell’ora in cui passa di fronte alla grotta-ovile, il forestiero potrà vedere all'opera Francesco Salvietti, più noto come Checco, che ha 46 anni ed è sposato con Stefania Carta che di anni ne ha 42, mentre è indaffarato nelle attività quotidiane; la moglie Stefania è una vera donna barbaricina, matriarca come quelle di una volta, che con lui porta avanti con gioia e amore per la natura l’antica attività di allevamento. Anche i due figli di Checco e Stefania, ormai grandi (hanno 24 e 20 anni), hanno conservato nel loro DNA la stessa passione dei genitori.
Sa Conca, l’enorme fungo di granito posto sull’Ortobene ai piedi del monte "Pala de Casteddu" è stato, come detto prima, per secoli prezioso ovile, utilizzato da intere generazioni da quei pastori nuoresi che pascolavano “il comunale”. Sa Conca risulta funzionale anche oggi. Gli ampi spazi interni, utilizzati prima in modo alquanto spartano, oggi grazie a Stefania, donna di animo gentile e amante dell’ordine, sono stati trasformati in una vera e propria casa; i divani hanno preso il posto delle antiche stuoie e dei giacigli, tavoli e mobili, per quanto rustici, hanno sostituito i precedenti trespoli ricavati dai contorti rami di ginepro.
All'esterno dell’ovile, come da antica tradizione, si possono osservare, ben sistemati, gli attrezzi dell’attività. Lastre di pietra appoggiate ai piedi della parete di chiusura della grotta creano comodi spazi per sedersi, mentre appesi a robusti ganci infilati nel muro d'ingresso o, appoggiati su appositi spazi rialzati, sono sistemati gli attrezzi tradizionali dell’attività pastorale: campanacci, recipienti per la raccolta del latte, forbici per tosare, brocche per l’acqua da bere. Insomma, Sa Conca è oggi una vera fattoria, la trasformazione in chiave moderna dell’antico ‘riparo’ dei pastori di migliaia di anni fa.
Checco e Stefania, unitamente ai due figli si dividono felicemente tra la città (Nuoro) e la seconda dimora, Sa Conca, vivendo con gioia questo mondo arcaico; appena lasciata la città si danno subito da fare, badando ad una cinquantina di capre, un po' di pecore, un cavallo, una mucca, una pattuglia di galline. A completare la loro via “totalmente Bio”, coltivano un essenziale orto, dove raccolgono le verdure di stagione. È la passione a tenerli legati a quest’angolo di paradiso!
Si, perché il lavoro principale Checco e Stefania lo svolgono a Nuoro (Stefania lavora come impiegata in un’azienda), ma, appena liberi, unitamente ai figli, non vedono l'ora di raggiungere la loro campagna. Ogni giorno, sia d’estate che d’inverno, si recano all'ovile di Sa Conca, un posto che essi vivono con un piacere unico, quasi che avessero la necessità di ossigenarsi in continuazione. Il lavoro a Sa Conca non manca: c’è da fare il formaggio e la ricotta col latte di capra e di pecora. L’idea di Stefania è addirittura quella di migliorare ancora un luogo così bello e ricco di storia, di tradizione; la sua idea è quella di far diventare Sa Conca una fattoria didattica.
Per poter portare avanti quest’idea che la tormenta sempre di più e che vorrebbe realizzare al più presto, Stefania Carta ha pensato di pubblicizzare al massimo quel luogo meraviglioso. Ha pensato di mettersi in contatto con Gianluca Medas, il noto uomo di spettacolo ben conosciuto in Sardegna, col quale ha organizzato a Sa Conca, per questo fine estate, il format “a Cena con Elias Portolu”, tratto dal romanzo di Grazia Deledda, realizzato assieme a Gianluca Medas ed in collaborazione con le cantine Gostolai di Oliena, sponsor della iniziativa, e di diversi amici nuoresi, che condividono con Lei la sua intrigante iniziativa.
Ed ecco che il prossimo 1 di Settembre, alle ore 18,00, dopo aver messo in atto un'efficace pubblicità col tam-tam familiare, il pubblico partecipante verrà accolto nell’ampio piazzale antistante l’ingresso de SA CONCA. Durante la rappresentazione ci sarà la possibilità di interagire col pubblico, che potrà partecipare immaginando di dialogare con i personaggi del romanzo, mentre gusta i dolci tipici della tradizione nuorese e altre prelibatezze, accompagnate dagli stupendi vini della cantina Gostolai. Al termine verrà servita una cena in perfetto stile nuorese, consumata in piedi negli spazi antistanti l’ovile. Il mio consiglio a Voi tutti è quello di partecipare, se potete!
Gli organizzatori si aspettano una bella partecipazione di pubblico, che consenta loro di portare avanti il felice progetto di Stefania. Amici, considero, quella portata avanti da Stefania, un’iniziativa davvero intelligente; abbinare cultura, cibo e valorizzazione dell’ambiente, è un felice esperimento che si spera possa essere imitato anche in diversi altri splendidi luoghi della Sardegna, nell'intento di far scoprire, in chiave turistica, le straordinarie perle che la Sardegna possiede. Unire il passato al presente è sicuramente l’arma migliore per preparare i nostri giovani a vivere il futuro dove Loro saranno i protagonisti.
Un sincero grazie a Checco e Stefania, per quanto stanno facendo per la nostra Sardegna, con l’augurio che Essi possano presto realizzare a Sa Conca anche una bella fattoria didattica!
A domani.
Mario