sabato, dicembre 31, 2022

LA STRESSANTE VITA MODERNA E L'EMERGENZA SPIRITUALE. COSA FARE QUANDO, PER I CAMBIAMENTI IN ATTO, CI SENTIAMO SOFFOCARE SOTTO IL PESO DI UNA CRISI ESISTENZIALE?


Oristano 31 dicembre 2022

Cari amici,

Questo post chiude le mie riflessioni fatte nell'anno 2022, che oggi passa il testimone al 2023. La riflessione di oggi tocca il nostro "IO", la nostra mente e il nostro spirito, che, da credente, io chiamo la nostra anima. Purtroppo la vita moderna si svolge, in gran parte, sotto il peso di Stress e superlavoro, che ci logorano, ci comprimono, come schiacciati da un pesante torchio, portandoci spesso a sentirci più marionette che persone. E allora, stanchi, dopo un’intensa giornata di lavoro, abbandonandoci su una poltrona, sentiamo all’improvviso il nostro corpo attraversato da freddi brividi che, partendo dalla colonna vertebrale, ci fanno venire la pelle d’oca. Eppure, non fa freddo, e la temperatura è ottima. Ecco, amici, questi brividi sono un "segnale forte", inviatoci dalla nostra mente, un richiamo che è giusto non venga ignorato, perché di certo vuole dirci qualcosa.

Questi brividi che attraversano il nostro corpo, se non sono causati dal freddo o da uno stato febbrile, sono i cosiddetti "brividi spirituali". Sono un flusso di energia che ci attraversa, avvertendoci di qualcosa di importante. Sono un segno, a volte positivo e a volte negativo: un incoraggiamento oppure un avvertimento. Quando ci succede, ascoltiamo quel richiamo: vuol dire che abbiamo necessità di riflettere, di meditare, magari cercando di capire meglio cosa ci succede; facciamolo utilizzando il nostro intuito. In sintesi, amici, questi brividi sono un segnale di “Emergenza spirituale”. La parola “Emergenza spirituale” fu coniata per la prima volta dagli psichiatri cechi Stanislav e Christina Grof, poi, in seguito, quest'emergenza fu ampiamente chiarita nel libro “Spiritual Emergency: quando la trasformazione personale diventa una crisi”.

Si amici, questi “brividi” che ci attraversano, sia quando essi sono positivi che quando sono negativi, vanno da noi attentamente analizzati. Se si tratta di Brividi spirituali positivi, questi rafforzano le nostre emozioni positive. In questo caso il brivido conferma i nostri sentimenti o rafforza uno o più legami. Quando, invece, ci troviamo di fronte a una difficile decisione da prendere, il brivido spirituale ricevuto potrebbe incoraggiarci, dirci se stiamo prendendo la strada giusta; basta ascoltare il nostro istinto. Anche quando dobbiamo accettare una nuova proposta di lavoro, il brivido positivo ci conforta, trasmettendoci un segnale che ci dice ok, va bene.

Quando invece siamo attraversati da un “brivido negativo”, questo è un campanello d’allarme; capita, per esempio, quando entriamo in un ambiente d’affari o di relazione, e, senza capire il perché, ci accorgiamo di trovarci a disagio; in questo caso il brivido ci conferma che ci troviamo in un ambiente tossico, da evitare. Il significato del messaggio inviatoci è chiaro: è quello di invitarci a lasciare quel luogo e le persone che lo abitano, in quanto, per noi, risulta carico di influssi negativi. Quando, per esempio, dovessimo essere in procinto di cambiare lavoro, anche allora un brivido ci dà il giusto segnale, ci aiuta a prendere la decisione, positiva o negativa che sia. Magari per metterci in condizioni di rinascere ad una nuova vita.

Amici, la maggior parte dei brividi spirituali che proviamo, ci arrivano soprattutto quando siamo in uno stato di relax, di riposo, tale da consentire la meditazione; certi brividi possono arrivare anche quando, rilassati e in piacevole conversazione con un amico, parliamo di qualcosa che amiamo entrambi. Se stiamo discutendo di qualcosa di cui non siamo sicuri, il brivido che ci attraversa potrebbe essere un segnale di avvertimento. Quando, invece, affrontiamo un argomento che ci appassiona, ma che ancora non ci ha coinvolto direttamente, il brivido che ci attraversa potrebbe essere un invito a fare, a “buttarci”, suggerendoci di deciderci, di dare corpo a ciò che ci appassiona, ovvero a seguire i nostri sogni.

Cari amici, i brividi spirituali sono davvero importanti: sono il legame della nostra mente con il nostro spirito immortale! Anche se la vita moderna non ammette pause, sempre più programmata minuto per minuto, vita che viene da noi vissuta sotto quel potente motore che è lo stress (spesso alquanto distruttivo), dobbiamo comunque essere capaci di reagire, "capaci di frenare", riuscendo a darci quelle pause che ci consentono di riprendere fiato; facciamolo dialogando con noi stessi e meditando. È in particolare in questi momenti di relax che i segnali di “Emergenza Spirituale” si manifestano, stimolandoci o avvisandoci quando siamo in pericolo. Allora, in particolare nel lavoro, non lasciamoci contagiare dall’ansia di arrivare a tutti i costi, dal continuare a correre anche se siamo col fiato corto, rischiando di schiantarci, ma imponiamoci di fermiamoci, anche per un istante: ne va della nostra salvezza!

BUON ANNO A TUTTI VOI, AMICI CARI!


A domani.

Mario

venerdì, dicembre 30, 2022

LA CURIOSA STORIA DI UNA STRANA “CACCIA AL TESORO” DI GRANDE VALORE: IL TESORO DI FORREST FEN, UN RICCO ED ESTROSO ANTIQUARIO.


Oristano 30 dicembre 2022

Cari amici,

In passato la “caccia al tesoro” era roba da ragazzi, inventata per trascorrere in modo lieto giornate passate all’aperto in occasione di festività o ricorrenze importanti. Oggi, questo modo di stare insieme, giocoso e aggregante, è poco usato, sostituito da ben altri modi di trascorrere il tempo libero. Ebbene, perché oggi inizio il post quotidiano parlando di “Caccia al tesoro”? Per raccontarvi una storia vera che all’apparenza potrebbe sembrare quasi incredibile, anche se è accertato che è avvenuta veramente. Ecco la storia.

Il signor Forrest Fenn è un americano tenace e avventuroso; nato nel 1930, si realizza nella carriera militare fino a diventare Maggiore dell’aeronautica militare americana, ricevendo anche la “Silver Star” per le 328 missioni aree compiute in Vietnam. Tornato a vestire gli abiti civili, da sempre appassionato di antiquariato, nel 1972 mette in piedi, con la compagna Rex Arrowsmith, una galleria d’arte e antiquariato, la Fenn Gallery, a Santa Fe, in New Mexico, specializzata in sculture, bronzi e manufatti dei “native americans”, gli indiani d’America.

L’attività viene alquanto apprezzata e in poco tempo la galleria diventa una meta obbligata per appassionati e collezionisti, riscuotendo un notevole successo (tra i suoi clienti figuravano Gerald R. Ford, Jacqueline Kennedy Onassis, Cher, etc.), tanto che Fenn diventò presto un miliardario. Nel 1998, però, per Forrest arrivò la terribile notizia: era colpito dal male del secolo, il cancro, e i medici gli pronosticarono un’aspettativa di vita non superiore ai tre anni. Fenn capì che la sua fine era imminente, considerato che anche il padre era stato anch’egli condannato dal cancro, tanto che anni prima aveva preferito ingoiare un flacone di medicinali e farla finita subito.

Ma Forrest, diversamente dal padre, elaborò nella sua mente una curiosa idea perché il suo ricordo sopravvivesse alla sua morte: quella di preparare una grande caccia al tesoro. Detto fatto. Nascose in un punto segreto fra le montagne poste tra New Mexico, Colorado, Wyoming e Montana uno scrigno colmo di oro, pepite, monete rare, gioielli e pietre preziose per un valore stimato fra uno e tre milioni di dollari; poi seminò nove indizi nelle pagine della sua autobiografia (uscita nel 2010) “The Thrill of the Chase: a Memoir”. Una volta nota al pubblico, la sua caccia al tesoro diventò virale, e in tanti, all’incirca 350mila persone, decisero di tentare la fortuna e andare a cercare di recuperare il tesoro nascosto, partendo per la straordinaria “CACCIA AL TESORO DI FEN”.

Una ricerca mica facile, amici miei, considerata la pericolosa zona di ricerca, tanto che ben 5 ricercatori nel tentativo di recuperare il forziere persero la vita! Al conto delle vittime, vanno aggiunti anche i nomi delle persone denunciate perché nella foga di ritrovare il forziere hanno continuato a spaccare ed abbattere senza pietà antichissimi manufatti sacri alle tribù indiane e protetti dalle leggi locali. Episodi che non fecero altro che accrescere la leggenda del forziere! Pensate che girano voci secondo le quali il tesoro era custodito in una robusta cassa del XII secolo con chiusura frontale e preziose decorazioni che ritraevano cavalieri e fanciulle. Ma erano solo voci, mai smentite o confermate da nessuno.

Ci sono voluti 10 anni, ma alla fine la caccia al tesoro ha dato i suoi frutti; un giovane riuscì ad individuare il punto esatto dove il tesoro era nascosto. Questo giovane fortunato si chiama Jonathan Stuef, per tutti “Jack”: è uno studente in medicina del Michigan che come i tanti altri era ossessionato dal tesoro di Forrest e dalla voglia di cercarlo e ritrovarlo. Scoperto il tesoro, contattò Forrest Fenn, che, nonostante il parere dei medici, continuava da 10 anni a combattere strenuamente la sua battaglia contro il male; era il 6 giugno del 2020 (poco prima che Fenn morisse) e fu lo stesso Fenn a dare l’annuncio che la caccia al tesoro era finita e il forziere ritrovato. “Mi congratulo con lui – commentò Fenn – è stato abile a scovare gli indizi giusti nascosti nel mio libro: è stato davvero bravo. Ora la ricerca è ufficialmente finita”.

Ora, dopo la morte di Fenn, lo straordinario contenuto dell’antico forziere, è in mano alla casa d’aste “Heritage Auctions”, che ha messo in vendita i preziosi in un’asta online che si concluderà proprio in questo mese di dicembre 2022. I 476 oggetti rivenuti nell’antico forziere pesano 19 chili e sono diventati altrettanti lotti, valutati inizialmente due milioni di dollari. Si tratta di monete, gioielli, manufatti vari. Alla conclusione dell’incanto si vedrà se la stima è stata congrua. La curiosa caccia al tesoro ha fatto pensare a tanti americani il perché un antiquario 80enne aveva deciso di seppellire, scatenando una grande caccia al tesoro, un baule pieno di oggetti tanto preziosi? Secondo quanto dichiarato da Heritage Auctions, il signor Fenn concepì questo gioco perché «vedeva la caccia al tesoro come un giusto addio ad una vita ben vissuta» oltre che come un incentivo per il pubblico a uscire e avventurarsi nella natura.

Cari amici, che dirvi: una storia davvero curiosa, che certamente fa meditare e riflettere!

A domani.

Mario

giovedì, dicembre 29, 2022

NEGLI USA SONO ARRIVATI DEI MISTERIOSI RAGNI GIGANTI: TESSONO ENORMI TELE E GLI ENTOMOLOGI SI INTERROGANO SUI POSSIBILI EFFETTI SUGLI ECOSISTEMI.


Oristano 29 dicembre 2022

Cari amici,

Che la globalizzazione abbia contribuito alla diffusione nel mondo di “specie aliene”, ovvero trasferite forzatamente dal loro ambiente naturale, dove di norma vivono la loro vita e dove possono non solo predare ma anche essere predate, è una realtà in crescendo. Di specie aliene ho già parlato diverse volte su questo blog, sia per specie animali che vegetali, sia marine che terrestri, specie che, trasferite in un ambiente dove mancano i loro nemici naturali, sconvolgono il precedente habitat, causando danni e morte ad altre specie prima presenti in quei luoghi.

Ebbene, amici, oggi voglio parlarvi di un misterioso “Ragno gigante” che in poco tempo ha invaso gli Stati Uniti, passando velocemente dalla Georgia al Tennessee, dall’Alabama alla Carolina del Nord e alla Carolina del Sud e dal Maryland persino nel West Virginia. Questi Ragni Jorō, come spiegano gli entomologi, sono arrivati negli Stati Uniti partendo dall’Asia a bordo di navi cargo che compivano rotte internazionali, ma probabilmente hanno raggiunto anche altri continenti. La loro grande capacità di adattamento, in primis quella climatica, ha consentito loro di colonizzare delle aree climaticamente inospitali per altre specie, in quanto questi ragni possono sopravvivere anche alle basse temperature, quindi, in grado di sopportare sia l’inverno che il freddo.

Negli Stati Uniti c’è una grande preoccupazione per questa nuova specie di ragno gigante che sta letteralmente invadendo il Paese, creando non poco panico nella popolazione. La misteriosa specie aliena è caratterizzata, oltre che dalle dimensioni ragguardevoli, dall'aspetto: dalle strisce verdi a quelle bluastre, che attraversano lo spesso addome giallo dell'animale. David Coyle, assistente professore presso il Dipartimento di silvicoltura e conservazione ambientale della Clemson University, nel South Carolina, segue da qualche anno il fenomeno, segnalato per la prima volta nel 2014. Era il 2020 quando anche lui si accorse dell’insolito ragno nel giardino di casa. Esplorando l’area ne trovò anche un secondo, ai margini della proprietà, poi un altro ancora: “All’improvviso mi resi conto che erano dappertutto”, ha raccontato.

Sono un fenomeno mediatico – ha evidenziato l’esperto della Clemson University -, ma li conosciamo poco. Sappiamo cosa sono, dove sono e sappiamo che le popolazioni stanno aumentando in modo esponenziale. Ma non abbiamo idea dell’impatto che potranno causare”. I ragni Jorō appartengono all’enorme famiglia degli aracnidi “tessitori di orbite dorate” (golden orb weavers): questi devono il proprio nome ai fili lucenti che producono per poi tessere ragnatele che possono anche avere un diametro di oltre 3 metri!

La popolazione americana è, comunque, spaventata e in allerta. Questi ragni molto grandi, infatti, si stanno diffondendo molto in fretta e le vaste ragnatele da loro tessute risultano davvero enormi: stese su case, tettoie, alberi e linee elettriche. Difficile dire, senza conoscerli meglio, quale potrà essere il loro impatto, sui collaudati, millenari ecosistemi, anche se di certo l’invasione silenziosa degli Jorō qualche effetto lo avrà. La rapida crescita demografica, che ha portato la specie a diffondersi su territori vastissimi (si parla di oltre 120mila chilometri quadrati), causerà inevitabilmente la caduta di altre specie. Secondo le previsioni del professor David Coyle potremo assistere presto all’estinzione di molte specie di piccoli ragni autoctoni, con conseguenze sull’intera catena alimentare. I ragni Jorō sono destinati ad aumentare sempre più di numero, anche perché non esistono predatori capaci di contenerne la diffusione, e a quel punto a rischiare potrebbero essere anche le popolazioni di api, farfalle e, più in generale, una moltitudine di impollinatori preziosi per l’agricoltura.

Ovviamente, c’è anche il rovescio della medaglia, ovvero c’è chi la vede diversamente. Questi ragni, secondo loro, potrebbero addirittura rivelarsi importanti per l’ambiente, essendo capaci di predare altre specie che sono invasive e dannose come le cimici per esempio. Secondo gli esperti, comunque, è presto per dire se questi ragni giganti siano una minaccia o meno per il futuro della silvicoltura e conservazione dell’ambiente.

Cari amici, personalmente ho sempre avuto una grande diffidenza verso le specie aliene inserite in un contesto a loro estraneo, in quanto causa lo sconvolgimento dello status quo consolidato in migliaia di anni; quell’equilibrio naturale dove ogni specie è presente con la sua capacità di predare ma dove vivono anche i suoi nemici predatori, che consentono così di regolare perfettamente la convivenza e la riproduzione delle diverse specie.

A domani.

Mario

mercoledì, dicembre 28, 2022

VERRÀ REALIZZATO IN SARDEGNA, A LULA (UTILIZZANDO LA MINIERA DI SOS ENATTOS), L'EINSTEIN TELESCOPE, CHE STUDIERÀ LE ONDE GRAVITAZIONALI.


Oristano 28 dicembre 2022

Cari amici,

È stata una lotta dura, supportata anche da una grande mobilitazione in difesa del progetto, ma alla fine la Sardegna ha vinto: verrà realizzato nella nostra isola, precisamente a Lula, il progetto ETIC (Einstein Telescope Infrastructure Consortium), nato per costruire quello che è stato definito il nuovo grande osservatorio europeo per le onde gravitazionali. Due i principali siti candidati ad ospitarlo: uno in Sardegna, in territorio di Lula, in provincia di Nuoro, utilizzando la miniera di Sos Enattos, l’altro, il secondo, situato nell’Euroregione Meuse-Reno, ai confini di Belgio, Germania e Paesi Bassi.

A sostenere la necessità di realizzazione di questo progetto, nato in un contesto europeo, ben 41 enti di ricerca e università, coordinati dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dall’omologo istituto olandese NIKHEF. Del consorzio fanno parte l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e le Università di Sassari e Cagliari. Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha supportato la candidatura italiana di Einstein Telescope (in Sardegna, a Lula) tramite un protocollo di intesa con INFN, Regione Sardegna e Università di Sassari, con un finanziamento di 17 milioni di euro.

Tuttavia, qualcuno (senza fare nomi) ha cercato di mettere i bastoni tra le ruote circa la realizzazione del progetto in Sardegna. Con quale iniziativa contrastante? Con il progetto per la realizzazione di un parco eolico nella stessa zona nuorese, che tra l’altro aveva ottenuto il via libera dal Governo Draghi con il Dpcm del 12 ottobre.  Un progetto che, a sentire gli esperti, avrebbe creato dei problemi alla realizzazione dell’Einstein Telescope che, per poter operare, ha necessità di assoluto silenzio e dell’assenza di vibrazioni. Il tentativo però è stato rintuzzato da una grande mobilitazione e da una serie di iniziative, portate avanti da numerosi sindaci e dalla Regione (con rappresentanti di tutti gli schieramenti e dai parlamentari), tutte finalizzate a bloccare o a far spostare il parco eolico, sostenendo, invece, la sfida della costruzione dell’Einstein Telescope e della conseguente ricerca delle onde gravitazionali.

Perché la scelta è caduta in Sardegna e precisamente a Lula? Indubbiamente per tutta un serie di motivi. Il primo perché il paese nuorese di Lula, risulta alquanto silenzioso, considerati i pochi abitanti, il secondo per la presenza di rocce granitiche (che creano il silenzio sismico), per cui la zona di Lula viene considerata un luogo ideale per portare avanti la sperimentazione; il terzo per la presenza di una miniera dismessa, dotata di profondi pozzi e gallerie. Su questi cunicoli il progetto prevede la costruzione di un “gigantesco interferometro sotterraneo triangolare per la ricerca delle onde gravitazionali”. L’osservatorio, utilizzerà, dunque, le strutture ora in disuso della ex miniera di “Sos Enattos”, nei cui pozzi e gallerie sarà collocato a circa 200 metri di profondità, il gigantesco interferometro. Esso avrà un perimetro di circa 30 chilometri composto da bracci lunghi 10 chilometri. Quando un’onda gravitazionale attraversa l’interferometro, la lunghezza dei bracci oscilla e questa infinitesima variazione viene rivelata dall’esperimento. La sensibilità del dispositivo consentirà «di ‘ascoltare’ un volume d’universo almeno mille volte superiore rispetto a quello osservato dalla rete attuale di rivelatori avanzati».

Per poter realizzare questo importante progetto in Sardegna la Regione lo ha inserito nel piano degli investimenti presentati nell'ambito del Recovery Fund, con un programma di spesa di 300 milioni di euro. Nel complesso, come annunciato qualche tempo fa dal Governatore Solinas, l’impatto economico complessivo calcolato dalla Regione è di «6 miliardi di euro nei nove anni necessari per la costruzione, più un valore annuo di circa 127 milioni di euro e oltre 700 posti di lavoro quando entrerà in funzione». Le ricadute in ambito regionale sono state stimate in un 50-60 per cento.

Il ricercatore Michele Punturo, della sezione di Perugia dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e coordinatore scientifico di ETIC, si è così espresso: «È di fondamentale importanza per il nostro Paese prepararsi al meglio per la sfida scientifica e tecnologica rappresentata dalla realizzazione dell'Einstein Telescope. Per questo ETIC è un progetto strategico, perché offre le condizioni e le risorse per condurre le ricerche necessarie allo sviluppo delle nuove tecnologie che serviranno a raggiungere la sensibilità prevista dal nuovo telescopio, ad esempio, nuovi sistemi per l'abbattimento del rumore sismico e di quello termico, e nuovi materiali per realizzare gli specchi». 

Cari amici, il progetto europeo dell’Einstein Telescope rappresenta una grande opportunità per l’Italia, ma in particolare per la Sardegna. Il futuro della nostra isola, ne verrà fortemente avvantaggiato in molti modi, perché essendo il più grande e sensibile telescopio di onde gravitazionali mai realizzato nel mondo, calamiterà nell’isola un flusso economico finanziario alquanto importante, con positive ricadute anche in campo occupazionale. Ne beneficeranno in particolare i nostri giovani!

A domani.

Mario

 

martedì, dicembre 27, 2022

UNA STRAORDINARIA, ANTICHISSIMA BIBBIA È STATA DI RECENTE RITROVATA IN ETIOPIA: IN PELLE DI CAPRA, SAREBBE LA PIÙ ANTICA AL MONDO.


Oristano 27 dicembre 2022

Cari amici,

In Etiopia, terra antica dove molti secoli fa si propagò la religione monoteista ebraico-cristiana, e dove il monachesimo ebbe uno sviluppo importante fin dai primi secoli del Cristianesimo, sono stati recentemente rinvenuti reperti importantissimi, legati allo sviluppo del Cristianesimo. Il recente ritrovamento, in un remoto monastero etiope, di una Bibbia che dagli studiosi è considerata la più antica del mondo, lo dimostra inequivocabilmente.

Scoperta da un Ente benefico britannico, si presume sia stata realizzata dal misterioso monaco Abba Garima; questa Bibbia, ricca di illustrazioni dai colori ancora vividi, è in pelle di capra ed è scritta in Ge’ez, la prima lingua etiope. Un vero e proprio tesoro, dunque, ritrovato in un antico e remoto monastero della Chiesa ortodossa collocato tra le montagne, lontano dai centri abitati. Un libro preziosissimo, che risulta molto ben conservato e con le illustrazioni ancora con colori rimasti vivi e nitidi, nonostante il passare del tempo. Questo prezioso manoscritto sarebbe stato realizzato da Abba Garima, un monaco giunto in quel Paese nel V secolo. La leggenda vuole che questo monaco, un Sant’uomo, abbia copiato i vangeli in un solo giorno con l’aiuto di Dio che, per consentirgli l’impresa avrebbe fermato il tramonto del sole. Gli studiosi sono ora all’opera per controllare per filo e per segno lo stato di questo libro, che appare in condizioni ottime, considerato il tempo passato; ora il prezioso libro è stato messo in condizioni di essere preservato nella maniera migliore, preso in carico dall’Ethiopian Heritage Fund che lo considera un gioiello unico.

Il preziosissimo libro, davvero un reperto unico, sarebbe stato ben custodito per secoli nel Monastero di Garima, situato vicino ad Adwa, nel Nord dell’Etiopia, regione del Tigray, a 7.000 piedi di altezza. Gli studi già effettuati ritengono che questa Bibbia sia un pezzo davvero straordinario, considerato addirittura il primo esempio di rilegatura di un libro, con le pagine ancora attaccate. Un reperto, dunque, più unico che raro, fortunatamente rinvenuto in ottime condizioni, considerato che l’Etiopia subì delle invasioni da parte dei musulmani, oltre alla dominazione italiana ed al fatto che il monastero, negli anni Trenta, fu anche devastato da un incendio.

L’antica Bibbia risulta composta da due volumi, risalenti entrambi alla stessa epoca, anche se opera di scrittori diversi. In entrambi i volumi risultano presenti i quattro Vangeli e molte illustrazioni. Della loro esistenza hanno parlato diversi viaggiatori del passato che visitarono l’Etiopia negli anni ’50 del secolo scorso, ma allora l’opinione era che essi risalissero massimo all’XI secolo. La sorpresa, invece, è arrivata ora, dopo l’esame al carbonio che ha stabilito una data molto antecedente: tra il 330 e il 650, che si sovrappone alla data di arrivo del misterioso monaco Abba Garima in Etiopia. Si pensa, dunque, che il primo volume poteva già essere passato nelle sue mani.

Cari amici, una scoperta davvero eccezionale, quella della Bibbia rinvenuta nel monastero etiope, dove certamente si celano molti altri tesori relativi ai primi secoli di vita del Cristianesimo. La speranza è che ora, questi vangeli ritrovati, vengano collocati in un apposito museo, dove questi preziosi libri possano essere visionati dai visitatori, unitamente ai molti altri significativi reperti rinvenuti in precedenza.

"L'Etiopia – come dice Blair Priday dell'Ethiopian Heritage Fund - è stata trascurata come fonte di questi documenti fantastici; molte di queste antiche reliquie cristiane possono essere raggiunte solo facendo escursioni e salendo faticosamente verso gli antichi, remoti monasteri, poiché le strade sono alquanto limitate in queste regioni montuose”. Parlando poi dello stato del libro ritrovato, ha spiegato che “le pagine erano state cucite insieme in modo rozzo, tanto che alcune pagine non giravano nemmeno. Stavano cadendo a pezzi”. “La vera fortuna – continua ancora Blair Priday - è che i Vangeli, detti di Garima, “sono stati tenuti all'asciutto, e questo ha contribuito a preservarli molto bene per tutti questi anni; essendo stati custoditi al buio, i colori si sono mantenuti freschi”.

Cari amici, il ritrovamento di simili cimeli del nostro passato serve a mettere a fuoco la nostra storia, spesso fatta di supposizioni e non di certezze; altro dato di merito da menzionare è che gli esperti che hanno collaborato al recupero di questa antica Bibbia l’hanno fatto a titolo gratuito: un apprezzabile modo per contribuire a preservare e valorizzare il patrimonio culturale: in primis dell'Etiopia, ma poi di tutto il mondo, perché la comprensione della nostra straordinaria storia interessa ed appartiene a tutti noi.

A domani.

Mario

lunedì, dicembre 26, 2022

LE CROCIATE, I CAVALIERI CRISTIANI E LE LOTTE RELIGIOSE PER IL POSSESSO DEI LUOGHI SANTI. UNA LUNGA STORIA, MAI FINITA, CHE OGNI TANTO RIAFFIORA DAL LONTANO PASSATO.


Oristano 26 dicembre 2022

Cari amici,

Oggi è “Santo Stefano”, il giorno dopo “NATALE”, e il mio blog vuole riflettere con Voi sulla tormentata storia della nostra Cristianità! Le guerre così dette “Di religione”, che imperversarono per secoli sulla Terra Santa, hanno proprio radici lontane! La Palestina, e in particolare Gerusalemme, nei secoli successivi alla morte di Gesù, videro una cristianità avanzare di giorno in giorno in quei Luoghi Santi che per secoli erano stati dominio esclusivo della religione ebraica. Ma dopo l’avvento al potere di Maometto, la religione musulmana iniziò a praticare una violenta politica di espansione continua, nell’intento di “islamizzare”, senza tolleranza alcuna, quel mondo che era passato dall’ebraismo alla cristianità.

La “religione musulmana” non annetteva (e non ammette ancora oggi) nessun tipo di tolleranza: Cristiani ed Ebrei non potevano coesistere all'interno di uno stato musulmano, per cui, entrambi dovevano essere distrutti, e le loro terre conquistate. Quando Maometto stava per intraprendere la guerra contro La Mecca, nel settimo secolo d.C., il Cristianesimo era la religione dominante, in quanto fede dell’Impero Romano, e attraversava il Mediterraneo intero, incluso il Medio Oriente dove nacque. 

Questa sanguinosa ‘guerra di religione’ ebbe alquanto successo: Palestina, Siria ed Egitto, un tempo le aree più fervidamente cristiane del mondo, soccombettero rapidamente. Nell'ottavo secolo, gli eserciti musulmani avevano conquistato tutto il nord cristiano dell'Africa e la Spagna. Nell'undicesimo secolo, i turchi selgiucidi conquistarono l'Asia Minore (la Turchia moderna), cristiana fin dal tempo di San Paolo. Il vecchio Impero Romano fu ridotto ad uno spazio geografico inferiore a quello dell'attuale Grecia. Disperato, l'imperatore di Costantinopoli spedì missive ai cristiani dell'Europa occidentale, chiedendo aiuto per i loro fratelli e le loro sorelle dell'Est.

La mobilitazione cristiana prese il via dopo l’invito che Papa Urbano II rivolse ai cavalieri della Cristianità nel Concilio di Clermont del 1095, perché si mobilitassero per respingere gli attacchi dell'Islam. La risposta fu sbalorditiva: molte migliaia di cavalieri-guerrieri fecero il voto della croce e si prepararono alla guerra. Nacquero così le “CROCIATE”, che, a partire dalla prima, guidata dal grande Goffredo di Buglione, portò alla conquista di Gerusalemme ed alla riacquisizione di parte dei luoghi Santi tanto cari alla Cristianità.

Nel tempo altre crociate si susseguirono, con alterne vicende da una parte e dall’altra, fino ad arrivare alla disfatta dei cavalieri cristiani, avvenuta ad Acri nel 1291. Acri (l'odierna Akko in Israele), che era stata occupata dai crociati nel 1104, era diventata il porto più attivo del Regno di Gerusalemme. Le forze musulmane, però, continuarono prepotentemente la lotta e, nonostante la coraggiosa difesa portata avanti dai cavalieri Templari, la città cadde il 28 maggio del 1291, dopo quaranta giorni di assedio. La popolazione, tranne coloro che riuscirono a trovare scampo fuggendo per mare, fu massacrata o ridotta in schiavitù e le mura di cinta furono smantellate. Questo fu l’ultimo atto, che decretò la fine delle Crociate. I diversi cavalieri crociati rientrarono in Europa, riprendendo, comunque, seppure nei luoghi d’origine, la loro opera in difesa della fede e dei deboli.

Acri dopo la riconquista musulmana e la distruzione subita, riprese a vivere, anche se in modo diverso rispetto a quando era sotto il regno di Gerusalemme. Oggi questa città, più nota come “San Giovanni d’Acri”, fa parte dello Stato d'Israele (con la divisione dei territori del 1948). In questa città la vita riprese senza scosse, e per 700 anni un curioso retaggio degli antichi Crociati rimase sepolto sottoterra, senza che nessuno ne venisse mai a conoscenza. Poi, praticamente per caso, una donna mentre cercava di liberare un tubo di scarico nella sua abitazione, in quanto ostruito da una otturazione, trovò sotto casa un vuoto alquanto importante.

Quel grande vuoto altro non era che un antico “passaggio segreto” sotterraneo, una galleria costruita sotto la città di Acri, che gli studiosi hanno attribuito ai Cavalieri Templari, che nel periodo in cui la città era sotto il regno di Gerusalemme (al tempo della quinta crociata) collegava il palazzo templare col porto. Secondo gli archeologi serviva soprattutto per trasportare in segreto materiali preziosi. E forse per uscire dal forte senza essere visti.

Il tunnel, che attraversava il quartiere pisano, era stato ricavato nella roccia con un arco a tutto sesto. La parte inferiore della galleria era stato scavato nella pietra naturale, mentre la parte superiore risulta costruita con pietre tagliate. Quando, nel 1291, dopo la caduta della città per mano musulmana, il sultano Al-Ashraf Khalil ordinò che le mura, i forti e gli altri edifici della città fossero rasi al suolo, in modo che i cristiani non potessero mai più usarli, del tunnel si persero traccia e memoria, e il passaggio segreto rimase sepolto, quasi inghiottito dal tempo.

Ora, dopo la casuale riscoperta, il passaggio segreto è stato ripulito e attrezzato di luci. Dal 1999 è stato aperto al pubblico. In seguito, la Acre Development Company ha continuato il recupero della sezione orientale del tunnel e nel 2007 la sua intera lunghezza è stata resa fruibile. Attualmente il tunnel dei templari è visitabile dai turisti. Gli studi sotterranei, comunque continuano, e con i moderni mezzi di rilevamento, è già apparsa una rete di tunnel ancora sconosciuti, tutti da esplorare, facendo capire quanto fosse complessa la trama di passaggi segreti sotto la città. L'archeologo Albert Lin della National Geographic ha mappato una complessa serie di tunnel, che passavano al di sotto del quartiere genovese della città.

Cari amici, su questo argomento delle guerre di religione, con protagoniste le “CROCIATE” ho elaborato la mia terza Tesi di laurea in “Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo”, titolo che ho conseguito presso l’Università degli studi di Sassari; la tesi ha per titolo: “Dalle Crociate agli odierni fondamentalismi; passa da Gerusalemme la via della pace? Tremila anni di conflitti nella Terra Santa, alla ricerca dell’unico vero Dio”. Ebbene. cari lettori, dopo tremila anni, i conflitti religiosi continuano, alimentati dagli inestinguibili fondamentalismi, e difficilmente potranno spegnersi! Chissà se in futuro una vera pace arriverà!

A domani.

Mario