Oristano 22 giugno 2021
Cari amici,
Il nostro cervello,
quell’incredibile super computer di cui la natura ci ha dotato, inizia la sua
attività ancor prima che nasciamo. È certamente un’attività particolare quella
iniziale, quasi di formattazione del nostro computer, che man mano che
cresciamo inizia la sua opera senza sosta per tutta la durata della nostra
vita. La domanda che anche di recente gli studiosi si sono posta è questa: A
che età la nostra mente inizia ad archiviale gli avvenimenti della nostra vita?
La risposta, confortata dai dati, è che vengono conservati i ricordi a
partire dai 3 anni di età, e qualche volta anche di qualche mese prima, intorno ai 2
anni e mezzo.
Si, amici, la memoria
comincia a fissare i ricordi intorno ai tre anni di vita. I genitori man mano
che i figli crescono si domandano “Cosa ricorderà il loro figlio delle estati,
dei Natali o di un particolare avvenimento vissuto, che sperano sia rimasto
scolpito nella sua memoria”? Quando provano a interrogarli, intorno ai 4/5
anni, se ricordano fatti avvenuti un paio d’anni prima, si rendono conto che i
bambini ricordano ad alta voce questo o quell'avvenimento. Una ricerca condotta
dall'Università di Otago, in Nuova Zelanda, ha scoperto che alcuni bambini
possono cominciare a ricordare cose avvenute quando avevano solo due anni e
questi ricordi si fissano ancor meglio se di questi eventi i piccoli ne hanno
parlato con i loro genitori.
Per giungere a questa
conclusione i ricercatori hanno arruolato dei bambini di età compresa tra 21 e
57 mesi cui sono state date delle scatole magiche con dei giochi da comporre. I
piccoli hanno giocato con la scatola per due giorni e alla fine hanno ricevuto
una medaglia di partecipazione. Interrogati dopo sei anni, alcuni bambini
ricordavano la medaglia e qualcuno riusciva addirittura a collegarla alla
scatola magica; inoltre questi ricordi erano vivi anche in quelli che avevano
partecipato al gioco quando avevano solo due anni. Secondo gli scienziati
neozelandesi i bambini che ricordavano meglio erano quelli che, nei giorni del
gioco, avevano parlato con i propri genitori di ciò che stava accadendo e della
scatola magica.
Gli scienziati sono
concordi nell’affermare che, indubbiamente, a tre anni e anche meno i bambini cominciano
a fissare nella memoria i primi ricordi, che resteranno conservati anche in età
adulta. Un’altra ricerca, effettuata dalla Memorial University of Newfoundland
e pubblicata sulla rivista Memory, ha messo in evidenza, come ha ribadito la
Dottoressa Carole Peterson, autrice principale dello studio, che "le
persone ricordano molte cose dall'età di poco più dei due anni, anche se spesso
questi ricordi scaturiscono, come in un effetto domino, dai ricordi portati da
un altro bambino, che aveva partecipato allo stesso fatto o altro simile
ricordato”.
Da più di 20 anni la
dottoressa Peterson conduce studi sulla memoria, con particolare attenzione
alla capacità di bambini e adulti di ricordare i loro primi anni di vita.
L'ultima ricerca ha esaminato 10 dei suoi articoli sull'amnesia infantile,
seguiti da analisi di dati pubblicati e non pubblicati, raccolti nel suo
laboratorio dal 1999. Lo studio ha caratterizzato un totale di 992 partecipanti
e i ricordi di 697 di loro sono stati confrontati con quelli dei genitori. Nel
complesso, è emerso che i ricordi dei bambini vengono datati prima dai
genitori. In particolare, più le memorie sono lontane nel tempo più si fa
fatica a collocarle correttamente nell'età giusta, soprattutto se avvenute nei
primi quattro anni di vita. È un effetto che gli studiosi definiscono
telescoping. "Quando guardi cose che sono successe molto tempo fa, è
come guardare attraverso una lente -conclude la dottoressa Peterson- più
un ricordo è remoto, più l'effetto telescopico lo fa vedere vicino. Per gli
eventi da quattro anni in su, però, questo non avviene".
Cari amici, il nostro
super computer non immagazzina solo ricordi, ma quando è necessario fa anche
una bella pulizia dei dischi della nostra memoria. La necessità è quella
di rimuovere miliardi di dati presenti nel cervello, man mano che se ne
accumulano altri più importanti. Appare dunque logico e necessario rimuovere i
ricordi meno importanti, compresi quelli relativi all’età infantile, primo
periodo di formazione. Il cervello, dovendo gestire una quantità enorme di
informazioni, man mano che si cresce deve selezionare in continuazione,
mantenendo i ricordi più importanti. Per questa ragione, quelli ritenuti
superflui, vengono scartati, creando spazio ai nuovi dati. Per questo nella
memoria dei bambini si assiste ad un continuo ricambio.
Amici, c’è anche un’altra
notizia importante: la memoria dei bambini non funziona come quella degli adulti.
Nel cervello delle persone adulte esistono due tipi di memoria: quella a
breve termine e quella a lungo termine. La distinzione è importante, perché
nel giro dentato dell'ippocampo risiedono proprio tutte le informazioni utili
alla memoria a breve termine, dati che, una volta esaurita la loro utilità,
vengono eliminati e non immagazzinati nella memoria a lungo termine. Un
fenomeno che ha luogo grazie al continuo rinnovamento dei neuroni che avviene
proprio in questa specifica zona del cervello.
Nei bambini, invece, non
esiste la distinzione tra memoria a breve termine o a lungo termine; in pratica
il cervello dei bambini fino ai tre anni di vita tende a rimuovere i ricordi
acquisiti nei primi anni. Questo processo si chiama amnesia infantile e
altro non è che la tendenza da parte del cervello a rimuovere ed eliminare i
ricordi dei primi tre anni di vita, mantenendo comunque tutte le nozioni
apprese, quelle che permettono all'individuo il suo sviluppo e la sua crescita
(camminare, parlare etc.…).
Amici che straordinaria
macchina il nostro cervello! Nessun computer, nemmeno quello di ultimissima generazione, sarà capace di eguagliarlo.
A domani.
Mario
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