L'isola di Zante (Zacinto) |
Oristano 4 giugno 2021
Cari amici,
La storia dell’isola di Zante,
patria del poeta Ugo Foscolo, è straordinariamente avvincente e affonda le sue
radici nei secoli. Questa bella isola, parte delle Ionie, è stata un
possedimento marittimo estero della Repubblica di Venezia a partire dalla metà
del XIV fino al XVIII secolo. La conquista da parte di Venezia di alcune isole dello Jonio avvenne gradualmente; le prime ad essere state conquistate furono Cerigo e
l'isolotto di Cerigotto, nel 1363, 23 anni dopo fu la volta di Corfù, che entrò
volontariamente a far parte delle colonie di Venezia. Dopo circa un secolo, Venezia
conquistò Zante nel 1485, Cefalonia nel 1500 e Itaca nel 1503. La conquista
fu completata nel 1718 con la presa di Leucade. Ognuna delle isole rimase parte
dei possedimenti della Repubblica di Venezia fino a quando Napoleone Bonaparte
sciolse la Repubblica Veneta nel 1797, e così anche Zante andò perduta, ceduta alla
Francia con il Trattato di Campoformio.
Nel 1809 però, gli inglesi, forti di un numeroso esercito si invasero Zante e vi si insediarono, facendone la capitale
dello Stato delle Ionie. L’oppressivo insediamento inglese portò gli isolani a tentare
di ribellarsi, prima con delle petizioni di protesta verso il governo inglese, fino
ad arrivare poi alla fondazione di una società segreta patriottica che prese il
nome di “Filikì Eteria”. Quest’organizzazione fu alla base dell’insurrezione
nazionale greca (a Zante è presente una stele che commemora questi patrioti). L’indipendenza
della Grecia dalla Turchia, poi, fece nascere un movimento radicale nelle isole
Ionie che a lungo lottarono contro gli Inglesi con l'intento di potersi annettere alla
Grecia e non essere più sottomessi da stranieri. L’unione di Zante e delle
altre Ionie alla Grecia avvenne nel 1864 anno in cui finalmente venne innalzata
la bandiera greca sull’isola.
Un vero peccato che Zante, che nel cuore di molti abitanti è ancora, in parte, "veneziana", non sia più parte del nostro territorio. Zante, patria del nostro grande poeta Ugo Foscolo, possiamo dire che sente ancora Venezia nelle sue vene. Venezia la amministrò in modo continuo (salvo una piccola interruzione turca dal 1479 al 1485) per secoli, fece crescere l’isola in modo eccellente. Nel
Seicento fu costruita la grande fortezza (terminata nel 1664) e nel 1669 Zante
vide accrescere notevolmente la sua popolazione, in seguito all'evacuazione dei
veneziani da Creta. I nuovi arrivati portarono con sé notevoli risorse e
trasformarono Zante in una piccola Venezia con molti portici e molte chiese,
conseguenza della presenza mista di Cattolici e Ortodossi. L'8 maggio del 1748
i fratelli Demetrio I (1723 – 1793) e Demetrio III Nicolò Mocenigo, figli di
Demetrio, ottennero dalla Repubblica di Venezia il titolo di conti del Zante. È
in questi anni che a Zante, il 6 febbraio del 1778 vi nacque Ugo Foscolo.
A governare le Isole
Ionie durante il periodo veneziano era il Provveditore Generale da Mar, che
risiedeva a Corfù; inoltre, le autorità di ogni isola erano divise fra
veneziani e locali. L'economia delle isole si basava sull'esportazione di
prodotti locali, in primo luogo uvetta, olio d'oliva e vino, mentre la lira
veneziana, la moneta di Venezia, era anche la valuta locale. Alcune caratteristiche
della cultura di Venezia vennero incorporate in quella delle Isole Ionie. Come
la lingua "italiana", per esempio, che venne introdotta nelle isole
come lingua ufficiale, parlata che ancora oggi e ben diffusa in queste isole.
Ugo Foscolo nacque a Zante
in quanto la famiglia paterna, discendente dalla nobiltà veneziana, seppure
decaduta, aveva da tempo trasferito la famiglia nelle colonie venete tra la
Dalmazia e la Grecia. Niccolò Ugo
(questo secondo nome fu poi preferito dal poeta) crebbe dunque a Zante, amando
l’isola fin dalla prima infanzia. Il padre Andrea in quest’isola (celebrata da
Foscolo nel sonetto A Zacinto) svolgeva, all’epoca l’incarico di medico di
bordo della marina veneziana, mentre la madre, Diamantina Spathis, vedova di un
precedente matrimonio, era greca. Dopo il primogenito nacquero altri tre figli:
Rubina nel 1779, Gian Dionisio (Giovanni, ricordato da Ugo in un altro celebre
sonetto) nel 1781 e Costantino Angelo (Giulio) nel 1787, entrambi morti
suicidi.
Salomon Bartholdy, |
La lingua madre per il
piccolo Ugo è il greco moderno che gli veniva insegnato da Diamantina, mentre
apprendeva il veneziano, seppure nella
versione contaminata delle colonie, dal padre. Imparò correttamente
l’italiano solo dopo il suo arrivo a Venezia, dove nel 1793 raggiunse la madre che, dopo la morte del padre
avvenuta nel 1788, l’aveva lasciato con i nonni sull’isola greca. Il rapporto
che Foscolo strinse con l’isola natale, in cui passò, dopo un breve soggiorno
in Dalmazia, gli anni importanti della sua formazione, rimase immutato con il
passare del tempo. In una lettera scritta
nel 1808 dal Foscolo al cugino Jakob Salomon Bartholdy, si legge: “Quantunque
italiano d’educazione e d’origine, e deliberato di lasciare in qualunque evento
le mie ceneri sotto le rovine d’Italia anziché all’ombra delle palme d’ogni
altra terra più gloriosa e più lieta, io, finché sarò memore di me stesso, non
oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutrice e che
vidi il primo raggio di sole nella chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora
de’ versi con che Omero e Teocrito la celebravano”. (Ugo Foscolo,
Epistolario, lettera del 29 settembre 1808).
Zante rappresentò sempre
per Foscolo la Patria ideale, il luogo dei ricordi infantili e degli affetti
familiari. Divenendo adulto la sua origine assumerà un significato emblematico
per il poeta, convinto di essere un predestinato e di aver stretto con gli
antichi un legame privilegiato. Nello stesso tempo l’isola rappresentò per lui
la terra da cui, nella condizione di esiliato, si era allontanato con la
consapevolezza di non potervi più fare ritorno. Un sentimento di perdita che lo
accompagnerà per tutta la vita. Foscolo, infatti, dopo aver accolto Napoleone
come liberatore della Patria, in seguito alla firma del Trattato di
Campoformido, nel 1797, partì per un
esilio volontario che lo spinse oltremanica, a Londra, dove morirà in povertà
nel 1827, assistito dalla figlia Floriana. L’amore per quell’isola
che lo vide nascere, per quel luogo ricco di storia, sarà per lui fortissimo
fino alla fine. Ci basti rileggere la bellissima e commovente poesia che Ugo
Foscolo dedica a Zante (la chiama col suo antico nome greco Zacinto):
A Zacinto.
Né più mai
toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che
te specchi nell’onde
del greco mar da
cui vergine nacque
Venere, e fea
quelle isole feconde
col suo primo
sorriso, onde non tacque
le tue limpide
nubi e le tue fronde
l’inclito verso di
colui che l’acque
cantò fatali, ed
il diverso esiglio
per cui bello di
fama e di sventura
baciò la sua
petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che
il canto avrai del figlio,
o materna mia
terra; a noi prescrisse
il fato
illacrimata sepoltura.
^^^^^^^^^^^
Grazie amici della Vostra
sempre gradita attenzione!
Mario
Scorci di Zante |
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