Oristano 4 luglio 2021
Cari amici,
Viviamo tempi davvero
difficili. Di recente un sindacalista è morto, investito da chi contestava una manifestazione
sui diritti dei lavoratori, mentre pochi giorni dopo un bracciante è deceduto in
Puglia stroncato dal caldo eccessivo, si dice intorno ai 40 gradi. Il lavoro
sta ri-diventando schiavitù, e i lavoratori, in particolare quelli marginali,
prodotti dalla filosofia dello scarto, privati dei loro sacrosanti diritti, sono
diventati carne da macello. Nessun momento della vita lavorativa umana può essere
considerato così difficile da tollerare violenze, come la morte di una persona!
Lo stesso Papa Francesco,
nel messaggio alla Conferenza dell’OIL (Conferenza Internazionale del Lavoro)
ha rilanciato la necessita di un vero “dialogo sociale”, in modo da includere
nella rete di protezione tutta la gamma di lavoratori marginali prodotti dalla
filosofia dello scarto. Il suo messaggio altro non è che l'ipotesi di un “programma di
lavoro dignitoso”, capace di includere tutte le forme di lavoro e non solo
quelle finora regolate e protette. Il suo videomessaggio inviato alla 109^
Conferenza Internazionale del Lavoro, appare come una breve summa post Covid-19
della dottrina sociale, aggiornata dalla coscienza di fragilità comune
sperimentata nella pandemia.
Ora, se il suo messaggio
sarà recepito, ciascuno dovrà fare la sua parte: sindacati, imprenditori,
partiti, Chiesa e Istituzioni); ognuno lo farà nella sua sfera di competenza, per
rendere operativo questo “cantiere di nuova economia”, capace di superare nei
fatti la disoccupazione, la disparità di genere e l’indifferenza sociale per i
lavori degradanti, riservati agli umili, alle donne, ai migranti. È necessaria una
riforma economica profonda, che consideri le persone più del profitto, la
giustizia più degli egoismi individuali e collettivi. Al bando dunque la filosofia
dello scarto, ma andare alla ricerca di soluzioni che ci aiutino a costruire un nuovo futuro
del lavoro fondato su condizioni lavorative decenti e dignitose, rispettose del
bene comune. Il lavoro deve essere sempre, senza se e senza ma, essenzialmente “umano”!
“Serve pertanto - ha detto il
Papa dopo la morte del sindacalista - “una riforma a fondo dell’economia. Il modo di portare avanti l’economia
deve essere diverso, deve a sua volta cambiare”, per non lasciare nessuno
indietro. Per portare avanti questa trasformazione una seria minaccia è costituita dalle "teorie che considerano il profitto
e il consumo come elementi indipendenti o come variabili autonome della vita
economica, escludendo dal calcolo i lavoratori e determinando così il loro squilibrato standard
di vita”. È giunto il momento “di eliminare le disuguaglianze, di curare
l’ingiustizia che sta minando la salute dell’intera famiglia umana”.
Parole pesanti come
macigni, quella lanciate dal Papa, e che pochi giorni dopo hanno trovato
tragica conferma nella morte di un bracciante, morto nel caldo soffocante della campagna pugliese, che pare fosse non
lontano dai 40 gradi. In Puglia sono oltre 170mila gli stagionali agricoli che
risultano in larghissima parte a tempo determinato. Una tragedia che ha fatto
sì che il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, emanasse un’ordinanza per
vietare il lavoro nei campi, nelle ore più calde di Luglio e Agosto. L'ordinanza sarà valida nei «soli giorni in cui la mappa del rischio, indicata sul sito
www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attività-fisica-alta/, segnali un livello
di rischio Alto».
Nei giorni precedenti
anche il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, aveva adottato un'ordinanza
analoga. Rossi, commentando la vicenda di Camara Fantamadi, il ragazzo
di 27 anni originario del Mali che dopo una giornata di lavoro nei campi di
Brindisi, durante il ritorno in bici, è morto vittima del troppo caldo; Rossi ha
riacceso i riflettori sulle morti di braccianti nelle campagne pugliesi
roventi. Vicende oramai tanto note che il sindaco salentino Pippi Mellone ha scritto direttamente
a Governo, Regione, Anci e Inail per invitare tutti ad adottare la sua
ordinanza anti-caldo, con divieti identici, in vigore da 5 anni nel proprio
comune di Nardò (Lecce).
«Non lasciamo che la
morte di Paola Clemente, Abdullah Mohamed, Camara Fantamadi, Antonio Valente,
Carlo Staiani e di chissà quanti altri uomini e donne prima di loro – ha scritto Pippi
Mellone - siano state vane»! Egli ha cercato di ricordare a tutti noi le diverse vittime di ieri
e di oggi, nella concreta speranza di poter salvaguardare quelle di domani.
Amici, c’è da meditare
seriamente…
Mario
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