domenica, luglio 04, 2021

MORIRE DI LAVORO MALPAGATO SOTTO IL SOLE. RENDERE IL LAVORO PIÙ UMANO, QUESTO L’IMPERATIVO A CUI NESSUNO DOVREBBE MAI SOTRARSI.


Oristano 4 luglio 2021

Cari amici,

Viviamo tempi davvero difficili. Di recente un sindacalista è morto, investito da chi contestava una manifestazione sui diritti dei lavoratori, mentre pochi giorni dopo un bracciante è deceduto in Puglia stroncato dal caldo eccessivo, si dice intorno ai 40 gradi. Il lavoro sta ri-diventando schiavitù, e i lavoratori, in particolare quelli marginali, prodotti dalla filosofia dello scarto, privati dei loro sacrosanti diritti, sono diventati carne da macello. Nessun momento della vita lavorativa umana può essere considerato così difficile da tollerare violenze, come la morte di una persona!

Lo stesso Papa Francesco, nel messaggio alla Conferenza dell’OIL (Conferenza Internazionale del Lavoro) ha rilanciato la necessita di un vero “dialogo sociale”, in modo da includere nella rete di protezione tutta la gamma di lavoratori marginali prodotti dalla filosofia dello scarto. Il suo messaggio altro non è che l'ipotesi di un “programma di lavoro dignitoso”, capace di includere tutte le forme di lavoro e non solo quelle finora regolate e protette. Il suo videomessaggio inviato alla 109^ Conferenza Internazionale del Lavoro, appare come una breve summa post Covid-19 della dottrina sociale, aggiornata dalla coscienza di fragilità comune sperimentata nella pandemia.

Ora, se il suo messaggio sarà recepito, ciascuno dovrà fare la sua parte: sindacati, imprenditori, partiti, Chiesa e Istituzioni); ognuno lo farà nella sua sfera di competenza, per rendere operativo questo “cantiere di nuova economia”, capace di superare nei fatti la disoccupazione, la disparità di genere e l’indifferenza sociale per i lavori degradanti, riservati agli umili, alle donne, ai migranti. È necessaria una riforma economica profonda, che consideri le persone più del profitto, la giustizia più degli egoismi individuali e collettivi. Al bando dunque la filosofia dello scarto, ma andare alla ricerca di soluzioni che ci aiutino a costruire un nuovo futuro del lavoro fondato su condizioni lavorative decenti e dignitose, rispettose del bene comune. Il lavoro deve essere sempre, senza se e senza ma, essenzialmente “umano”!

“Serve pertanto - ha detto il Papa dopo la morte del sindacalista - “una riforma a fondo dell’economia. Il modo di portare avanti l’economia deve essere diverso, deve a sua volta cambiare”, per non lasciare nessuno indietro. Per portare avanti questa trasformazione una seria minaccia è costituita dalle "teorie che considerano il profitto e il consumo come elementi indipendenti o come variabili autonome della vita economica, escludendo dal calcolo i lavoratori e determinando così il loro squilibrato standard di vita”. È giunto il momento “di eliminare le disuguaglianze, di curare l’ingiustizia che sta minando la salute dell’intera famiglia umana”.

Parole pesanti come macigni, quella lanciate dal Papa, e che pochi giorni dopo hanno trovato tragica conferma nella morte di un bracciante, morto nel caldo soffocante  della campagna pugliese, che pare fosse non lontano dai 40 gradi. In Puglia sono oltre 170mila gli stagionali agricoli che risultano in larghissima parte a tempo determinato. Una tragedia che ha fatto sì che il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, emanasse un’ordinanza per vietare il lavoro nei campi, nelle ore più calde di Luglio e Agosto. L'ordinanza sarà valida nei «soli giorni in cui la mappa del rischio, indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attività-fisica-alta/, segnali un livello di rischio Alto».

Nei giorni precedenti anche il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, aveva adottato un'ordinanza analoga. Rossi, commentando la vicenda di Camara Fantamadi, il ragazzo di 27 anni originario del Mali che dopo una giornata di lavoro nei campi di Brindisi, durante il ritorno in bici, è morto vittima del troppo caldo; Rossi ha riacceso i riflettori sulle morti di braccianti nelle campagne pugliesi roventi. Vicende oramai tanto note che il sindaco salentino Pippi Mellone ha scritto direttamente a Governo, Regione, Anci e Inail per invitare tutti ad adottare la sua ordinanza anti-caldo, con divieti identici, in vigore da 5 anni nel proprio comune di Nardò (Lecce).

«Non lasciamo che la morte di Paola Clemente, Abdullah Mohamed, Camara Fantamadi, Antonio Valente, Carlo Staiani e di chissà quanti altri uomini e donne prima di loro – ha scritto Pippi Mellone - siano state vane»! Egli ha cercato di ricordare a tutti noi le diverse vittime di ieri e di oggi, nella concreta speranza di poter salvaguardare quelle di domani.

Amici, c’è da meditare seriamente…

Mario

 

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