Oristano
29 Luglio 2015
Cari amici,
passaporti facili per
diventare “cittadini europei”. La crisi economica ha portato alcuni Stati
membri dell’UE a “svendere” la loro cittadinanza ai super ricchi di mezzo mondo
per attrarre nuovi investimenti. Accadeva a Cipro ed ora anche a Malta. Klito
Papandreou, portavoce di Kisa, ONG con sede a Nicosia operante nella promozione
del multiculturalismo e nella lotta alla discriminazione, ha di recente
affermato: “A Cipro abbiamo tre tipi di cittadini: i ciprioti, gli stranieri
ricchi e i poveri. È come se ci fossero diverse classi di cittadini”.
Lo scorso dicembre
anche Malta ha spiazzato Bruxelles, annunciando la vendita della propria cittadinanza
al costo di un milione di euro. La notizia ha sorpreso non poco: molti
europarlamentari si sono chiesti se non fosse una contraddizione il fatto che,
da un lato il Governo dell’isola fa di tutto per impedire l’arrivo via mare
degli immigrati proveniente dall’Africa, mentre dall’altro spalanca le proprie porte
ai più ricchi. Malta, come era prevedibile, ha difeso il suo programma,
invocando il diritto di essere “ospitale” con quei soggetti che possano
contribuire al risanamento della sua economia. Malta in effetti si è solo “allineata”:
in Europa ora in vendita non ci sono solo i passaporti ciprioti e maltesi!
Paesi come Spagna, Portogallo, Grecia, Austria e, persino il Regno Unito, hanno
programmi speciali di cittadinanza per chi arriva con al seguito un conto
corrente a tanti zeri.
Molto diverse tra Stato
e Stato, ovviamente, le condizioni per accedere all’ottenimento della
cittadinanza. Cipro e Malta offrono la via più diretta, in cui tutto si risolve
versando semplicemente il contante necessario. Altri Paesi, tra cui Portogallo,
Spagna, Lettonia, Austria e Regno Unito, hanno vincolato la concessione del
permesso di soggiorno (e dopo anche del passaporto) all’acquisto di
un’abitazione o a un investimento sostanzioso. Infine, ci sono i cosiddetti
casi di interesse nazionale. Sono una ventina gli Stati dell’UE che concedono
la cittadinanza a sportivi, artisti o investitori considerati utili per gli
interessi del Paese.
La recente decisione
maltese, come accennato, ha creato non poco malumore nel Parlamento dell’UE,
anche se si è limitato, con un’apposita risoluzione, a “suggerire” al Paese
membro di agire in modo responsabile per preservare i valori comuni dell’Unione.
Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione approvata con 560 voti favorevoli
e 22 contrari, ha sottolineato che i diritti conferiti dalla cittadinanza
dell'Unione, come il diritto di circolare e soggiornare liberamente all'interno
dell'UE, non devono essere trattati alla stregua di un ‘prodotto commerciale’. “Ci
si aspetta che tutti i Paesi membri agiscano in modo responsabile per
preservare i valori comuni dell’Unione – è chiaramente indicato nel
testo della risoluzione -. Tali valori non possono avere prezzo”.
La cittadinanza europea,
è luogo comune, implica per chi la chiede un reale interesse sociale e non solo
economico entrando a farne parte, con la sana convinzione di condividerne i
valori. Entrare a farne parte per mero “interesse personale” da una parte e per
motivi economici da parte dello Stato accogliente la richiesta, dall'altra, risulta
certamente poco etico. Permettere "di ottenere la cittadinanza dell'UE”
soltanto ai cittadini più ricchi di Paesi terzi, senza che vengano presi in
considerazione altri criteri, potrebbe risultare pericoloso e iniquo. Malta,
dunque, è stata invitata a riallineare il suo programma di cittadinanza, nel
pieno rispetto dei valori fondanti dell’Unione.
Intervistata dal
quotidiano spagnolo El Pais, l’europarlamentare socialista ungherese, Kinga
Göncz, ha affermato che “si tratta di un fenomeno che muove molto
denaro ed è pericoloso perché mette a rischio i valori europei, i quali
stabiliscono la non discriminazione fra le persone. Da un lato mettiamo
svariate barriere ai rifugiati e dall’altra apriamo le porte ai super ricchi”. Anche
in Italia si discute ampiamente del problema. Ci si chiede “Chi”, in
particolare, sia interessato a comprare i “passaporti facili”. La risposta, in
realtà, è molto semplice: imprenditori, soprattutto, provenienti da Medio
Oriente, Africa, Russia, Europa dell’est, Brasile e, naturalmente, Cina.
Qualcuno
provocatoriamente, dopo la sortita di Malta che tende, per risanare le disastrate
finanze, a far diventare l’Isola un neo “paradiso Fiscale”, ha lanciato l’idea
anche da noi, in Italia: perché non mettere in vendita la nostra cittadinanza? Usando
il metro di Malta potremmo, davvero, risanare le nostre magre finanze e,
credetemi, la “nostra” cittadinanza sarebbe ben più ambita di molte altre!
In effetti avere in
tasca un passaporto di un qualsiasi Paese membro dell’UE, significa avere
totale e libera circolazione in tutta Europa! Insomma, per molti ricastri di
molte altre parti del mondo un vero e proprio business! A pensar male si fa
peccato ma ci si azzecca quasi sempre! Il rischio di dare in mano il Passepartout dell'Europa a tipi poco
raccomandabili è sicuramente alto: dai più “banali” grandi evasori in giro per
il mondo, a individui ben più loschi e pericolosi.
Cari amici, la
riflessione di oggi mette in evidenza, se ancora ce ne fosse bisogno, la debolezza
dell'Unione Europea dal punto di vista politico; il Parlamento europeo, che non
è quello di uno Stato vero e proprio, non può impedire che uno Stato membro
adotti iniziative come quelle prima evidenziate. La mancanza di un’Europa Stato
Federale, si fa sentire ogni giorno di più, e i problemi continueranno a
sorgere senza possibilità di soluzione.
Quali,
dunque, i rimedi? Uno solo: l’Europa deve, se vuole sopravvivere, diventare un
vero Stato.
A domani.
Mario
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