Oristano
12 Luglio 2015
Cari amici,
che il progetto sia
originale, questo è proprio un dato di fatto! Chi l’avrebbe mai pensato di
coltivare vegetali in fondo al mare? Eppure oggi possiamo dire che è già una
realtà suscettibile di grande espansione. L’idea dell’orto sottomarino nasce in
Liguria, regione famosa nel mondo per il suo profumato basilico, proprio per “testare”
la coltivazione di questo particolare vegetale: non in terra ma in contenitori
sottomarini. L’innovativo progetto scaturisce dalla fervida fantasia (accompagnata
ovviamente dalle giuste competenze) dell’ingegner Sergio Gamberini,
amministratore della OCEAN REEF, uomo orgogliosamente ligure DOC, profondamente innamorato del suo mare così
come della sua terra.
Il suo progetto, battezzato
"l'Orto di Nemo", nella fase iniziale, è costituito da due biosfere,
due piccole serre subacquee, ancorate sul fondale sabbioso del ponente ligure, davanti
alle coste di Noli, a non più di un centinaio di metri dalla linea di costa e a
circa 8 – 10 metri di profondità. Le due biosfere, costruite in materiale
vinilico trasparente, sono di circa 800 litri di volume ciascuna, e sono munite
all’interno di piani d'appoggio per alloggiare i contenitori del terreno (recipienti
a tenuta stagna, aperti direttamente dentro le biosfere per evitare la contaminazione
con acqua salata).
Un volta allestite le
biosfere e seminati i terreni (con semi di basilico provenienti da uno storico
produttore di Noli) madre natura ha seguito il suo corso, anche in tempi
rapidi. L'aria atmosferica intrappolata al momento dell'immersione della
biosfera si è arricchita di vapore grazie alla trasparenza della biosfera, che
ha innescato un "ciclo dell'acqua" in miniatura: il sole ha scaldato
la superficie dell'acqua che lambisce il fondo della biosfera, questo ha
portato a fare evaporare l'acqua (e anche se si tratta di acqua di mare,
ricordiamoci che l’evaporazione produce sempre e solo acqua dolce); l'acqua
evaporata, che si è accumulata nell'aria della biosfera, versa la condensa sul
terreno, tenendolo in questo modo sempre umido. In soli tre giorni sono apparsi
i primi germogli di basilico e la reazione di fotosintesi clorofilliana portata
avanti da queste piante, ha contribuito a regolare l'atmosfera all'interno
della biosfera: assorbendo l’anidride carbonica e rilasciando ossigeno, mentre
i piccoli germogli andavano crescendo.
Questa prima fase
sperimentale si è conclusa a fine Settembre scorso e le prime valutazioni sono
state considerate di piena soddisfazione. Certamente l’innovativo progetto avrà
grandi possibilità di espansione in futuro, considerati i grandi principi di
eco-compatibilità e il minimo impatto ambientale creato dalla struttura, a cui
si aggiunge l’autoproduzione dell'acqua per annaffiare l’orto sottomarino,
ricavata dall’evaporazione dell’acqua del nostro amato Mare!
Coltivare ortaggi ed
erbe aromatiche in fondo al mare potrebbe diventare una consuetudine estesa
degli anni futuri. Partiti con
l’esperienza della Baia di Noli a Savona, altre iniziative simili si sono
presto aggiunte nel resto d’Italia. L’idea è stata già riproposta in Abruzzo,
nell’Area marina protetta ‘Torre del Cerrano‘. Dell’iniziativa si è parlato a
Milano, sede di EXPO 2015, dove si è tenuto un interessante convegno
ribattezzato “L’Expo con le pinne”.
Il futuro, cari amici, vedrà il mare sempre più protagonista, nella lotta dell’uomo
per trovare cibo sufficiente a sfamare i circa 10 miliardi di abitanti previsti
tra mezzo secolo.
I prodotti agricoli
coltivati in fondo al mare, inoltre, non differiranno da quelli prodotti sulla
terra: fagioli, lattuga, aglio, timo, finocchietto, coriandolo, fragole e
persino fiori, saranno di alta qualità; l’unica differenza è che vedranno
protagonisti della produzione agricoltori “particolari”: muniti non di cappello
di paglia e zappa in spalla, ma di maschera, pinne e autorespiratore!
Intervistato a Milano,
l’ideatore e promotore del progetto, Sergio Gamberini, amministratore unico
della Mestel Safety, ha dichiarato: "Grazie al supporto del Centro di
sperimentazione e assistenza agricola (Cersaa) di Albenga, abbiamo iniziato in
questi giorni la semina di svariate tipologie di verdura e frutta e nel giro di
una settimana dovremmo completarla. Il principio – ha spiegato - è
quello di creare fonti alternative di produzione di vegetali là dove le
condizioni ambientali terrestri particolarmente estreme non rendono disponibile
acqua dolce, terreni fertili e sono caratterizzate da forti escursioni termiche
tra giorno e notte. Tutte condizioni che pongono forti barriere all'agricoltura
convenzionale. Tutte le zone di mare prospicienti aree desertiche o isole
coralligene".
Dopo i primi
esperimenti il progetto si è ingrandito: ora la struttura è composta da sei
biosfere, una da 2 mila litri e quattro da mille e una nuova a forma di
'candeliere' dove si sperimenta la coltura dei nasturzi. Coltivare vegetali
sott’acqua dentro contenitori, senza nemici e quindi senza pesticidi,
trasformando l’acqua salata in vapore acqueo dolce e risolvendo i problemi di
alimentazione di centinaia di milioni di persone, è un’idea davvero
rivoluzionaria! Il progetto ha già destato l’interesse di alcuni investitori
dell’Arabia Saudita e la Fondazione Dan Europe ha proposto la replica nell’Area
Marina Protetta di Torre del Cerrano.
Secondo l’ingegner Gamberini
il progetto può essere esportato facilmente, in particolare in quelle zone
aride e siccitose che si affacciano sul mare.
“L’idea è quella di installare impianti simili al largo del Mar Rosso -
ha detto - proprio in quelle zone in cui la siccità rende difficili le
coltivazioni. Inoltre attraverso il sito web di Ocean Reef, la nostra società,
è in grado di monitorare costantemente le piante attraverso una webcam
sottomarina, che l’utente può muovere e orientare da remoto”. La sua è
un’idea rivoluzionaria, che potrebbe cambiare la concezione di agricoltura nel
pianeta. Modernità e tradizione si mescolano in una ricetta che sa tanto di futuro.
“Appena
le prime piante saranno pronte, proveremo a fare il primo pesto sottomarino al
mondo” - ha affermato scherzosamente Gamberini - speriamo che non sia troppo
salato!”.
Cari amici, io penso
che sarà l’innovazione a salvare il mondo dalla fame. Progetti simili possono
essere certamente portati avanti dappertutto, anche in Sardegna, perché quando
un sistema funziona bisogna utilizzarlo nel modo migliore. L’uomo, quando ha
rispettato la natura non si è mai pentito, perché non solo nel passato e nell’oggi, ma anche nel futuro, la
bella storia d’amore tra l’uomo e la grande Madre Terra deve continuare!
Grazie amici, a domani.
Mario
1 commento:
Ottimo articolo! Leggi anche questo che ti spiega "orto sottomarino, è quello di nemo a noli"
http://www.ilpolliceverde.com/orto-sottomarino-e-quello-di-nemo-a-noli/
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