domenica, giugno 26, 2022

REATI E PUNIZIONE IN CARCERE. LA MINISTRA CARTABIA ANNUNCIA: «LA GIUSTIZIA RIPARATIVA È UNA NUOVA CULTURA CHE DEVE PERMEARE IL SISTEMA GIURIDICO TRADIZIONALE».


Oristano 26 giugno 2022

Cari amici,

Che la giustizia sia stata e continui ad essere una “Giustizia punitiva” è una realtà certamente inconfutabile. Tanti sono stati i tentativi finora effettuati per cercare di inserire nel nostro ordinamento una giustizia diversa, che non servisse semplicemente a punire ma a rieducare chi aveva sbagliato. Eppure, nel nostro Ordinamento giuridico così come nelle normative europee la “Giustizia Riparativa” risulta esistente, in quanto necessaria per poter rieducare chi ha sbagliato e reinserirlo a pieno titolo nella società civile. Ebbene, finalmente, oltre a parlarne, qualcosa risulta bollire in pentola, tanto che di recente la Ministra della Giustizia Marta Maria Carla Cartabia, nei giorni scorsi presente in Sardegna, ha annunciato che «La giustizia riparativa è una nuova cultura che deve permeare il sistema giuridico tradizionale».

La Ministra della giustizia Marta Maria Carla Cartabia (nata a San Giorgio su Legnano il 14 maggio 1963), docente universitaria, giurista e accademica italiana che dal 13 febbraio 2021 ricopre il ruolo di Guardasigilli nel Governo presieduto da Mario Draghi, è da tempo che cerca di portare avanti diverse riforme inerenti alla giustizia, tra cui proprio l’inserimento a pieno titolo della giustizia riparativa. Nei giorni scorsi, partecipando in Sardegna (a Sassari) all’11° Forum europeo per la giustizia riparativa, ha dichiarato: “La giustizia riparativa è ancora poco utilizzata nella stragrande maggioranza dei Paesi. È necessario uno sforzo: c’è molta legislazione ‘formale’, ma non ancora abbastanza attuazione fattuale, che si traduce in una disparità di accesso alla giustizia riparativa anche negli Stati europei”.

Nel corso del suo intervento la Cartabia ha precisato che per l’applicazione dello strumento della giustizia riparativa, è necessario creare una struttura normativa che permetta di diffondere questo essenziale strumento per la risoluzione dei conflitti. “Stiamo approvando – ha detto - dei decreti legislativi che vanno in questa direzione; la giustizia riparativa comporta anche un cambio culturale perché aggiunge alla giustizia penale un passo in più, che è quello di ricucire, ripristinare i rapporti lesi dal conflitto”.

Al Forum erano presenti, oltre alla Ministra Cartabia, il Rettore dell'Università di Sassari, i sindaci di Sassari e di Tempio, la professoressa Patrizia Patrizi (che è stata la relatrice della mia tesi di laurea dopo citata) e i rappresentanti internazionali dell'European Forum for Restorative Justice. Quest'anno hanno partecipato 350 esperti provenienti da 40 Paesi. La Conferenza si è svolta attraverso seminari, testimonianze di vittime o autori di reato coinvolti nei processi di giustizia riparativa; laboratori; proiezione di lungometraggi; una performance artistica dal vivo; e visite sul campo. Dopo il suo intervento la Ministra ha visitato la Casa circondariale “Giovanni Bacchiddu” di Bancali.

La Cartabia ha voluto incontrare anche la portavoce del Forum del Terzo Settore Vanessa Pallucchi, accompagnata da una delegazione del tavolo di lavoro sulle Persone private della libertà. «Un incontro molto positivo – l’ha definito Vanessa Pallucchi – nel quale abbiamo potuto condividere con la Ministra un tema molto caro al Terzo settore che è quello della giustizia riparativa e della diffusione di un ‘cultura riparativa’, dove la sicurezza è il risultato di relazioni fondate sul rispetto della dignità umana». Il Terzo settore, come sappiamo, è il soggetto in grado di attuare, insieme alle Istituzioni, quei percorsi sia di prevenzione che di reintegrazione di quei soggetti coinvolti in percorsi di devianza. «Da parte della Ministra –ha proseguito la Pallucchi – abbiamo riscontrato una grande attenzione e il riconoscimento, anche nel processo di rinnovamento del sistema giudiziario, del fondamentale e concreto ruolo che il Terzo settore svolge in questo ambito. Si tratta di un approccio fortemente innovativo per il nostro Paese e di un cambiamento di prospettiva davvero importante».

L'intellettuale e politico Luigi Manconi, era ed è un interlocutore importante, quando parliamo di emergenza carceraria. Promotore di importanti battaglie di civiltà, è da sempre uno strenuo difensore dei diritti dei detenuti. In un suo recente libro “Abolire il carcere”, ha indicato 10 proposte, già oggi attuabili, per far sì che il nostro Paese possa diventare un paese civile, lasciandoci alle spalle decenni di illegalità. Gustavo Zagrebelsky, autore della postfazione del libro ha scritto: "Non ci appare stupefacente che in tanti secoli l’umanità che ha fatto tanti progressi in tanti campi delle relazioni sociali non sia riuscita a immaginare nulla di diverso da gabbie, sbarre, celle dietro le quali rinchiudere i propri simili come animali feroci?". 

Cari amici, anche io nel mio piccolo ho affrontato il tema della “Mediazione Giudiziaria” nella mia 3^ tesi di laurea”, che porta il titolo: “Dalla giustizia retributiva alla giustizia riparativa”; nella tesi ho analizzato e confrontato le attuali norme con quelle dell’antico codice dei sardi, il “CODICE BARBARICINO”, codice orale, sapientemente messo in norme scritte dal grande Antonio Pigliaru. Credo che il popolo sardo, anche nei secoli di lontana memoria abbia sempre creduto nella Giustizia riparativa! È tempo che
la “Giustizia riparativa”, si faccia strada nel nostro Ordinamento giudiziario!

A domani.

Mario

Nessun commento: