mercoledì, giugno 22, 2022

L’AMBIENTE: SE CONTINUIAMO AD INQUINARLO, METTIAMO IN SERIO PERICOLO LE GENERAZIONI FUTURE. È TEMPO DI CAMBIARE ROTTA.


Oristano 22 giugno 2022

Cari amici,

50 anni fa (era il 1972) a parlare seriamente di problemi ambientali furono le Nazioni Unite, che misero in piedi la Conferenza di Stoccolma con il titolo “United Nations Conference on the Human Environment”. Era la prima al mondo su questo importante e spinoso argomento, che metteva nero su bianco sul pericoloso inquinamento del pianeta. Con lo slogan “Only1Earth”, “Una sola Terra”, la conferenza ribadiva i numerosi  princìpi da rispettare (26), in particolare il diritto alla libertà, ad una vita dignitosa per tutti e il dovere di rispettare e tutelare l’ambiente, nell’intento di stimolare tutti noi ad un responsabile comportamento ambientale.

Oggi, a distanza di 50 anni, quattro esperti dell’ONU in materia di diritti umani  (David Boyd, relatore speciale sui diritti umani e l’ambiente; Marcos Orellana, relatore speciale sulle sostanze tossiche e sui diritti umani, Francisco Calí Tzay, relatore speciale sui diritti delle popolazioni indigene e Ian Fry, relatore speciale sulla promozione e protezione dei diritti umani nel contesto del cambiamento climatico), lanciano un nuovo appello, dai toni perentori, a tutti i Paesi del mondo, chiedendo loro di «Raddoppiare gli sforzi per proteggere il pianeta, in pericolo per le generazioni attuali e future, mettendo in atto interventi senza precedenti».

Nell’accorato appello gli studiosi essi hanno evidenziato che alcune Comunità già subiscono pericolose ingiustizie ambientali, nelle quali l’esposizione all’inquinamento e alle sostanze tossiche è così estrema da essere descritte come “zone di sacrificio”. David Boyd ha esortato gli Stati a «Porre il diritto a un ambiente sano al centro di tutte le discussioni e i risultati della conferenza Stoccolma+50 del 2 e 3 giugno e ad attuare modifiche costituzionali e normative ambientali, con il pieno riconoscimento del diritto a un ambiente salubre».

Per Marcos Orellana, presente a Stoccolma+50, «Non bisogna dimenticare come i diritti umani abbiano ispirato gli elementi chiave della Dichiarazione di Stoccolma del 1972. Quello è stato un momento chiave per il diritto ambientale internazionale per cambiare direzione e abbracciare un approccio alla protezione dell’ambiente basato sui diritti umani». Infatti, secondo i 4 esperti «Il concetto di diritto a un ambiente sano è radicato nella Dichiarazione di Stoccolma del 1972. Oggi, 50 anni dopo, la conferenza di Stoccolma+50 rappresenta il forum ideale per accogliere con entusiasmo il recente riconoscimento da parte delle Nazioni Unite di questo diritto, identificando anche le azioni urgenti necessarie per la sua attuazione.

Mettere i diritti umani al centro dell’azione ambientale avrà sicure implicazioni positive: per avere una migliore qualità dell’aria, l’acqua più pulita, il suolo sano, il cibo prodotto in modo sostenibile, l’energia verde, il cambiamento climatico, la biodiversità e l’eliminazione delle sostanze tossiche,  oltre alla protezione dei diritti delle popolazioni indigene. Azione ambientale che ha il potenziale per innescare cambiamenti trasformativi, atti a salvare milioni di vite ogni anno! Viviamo in un’epoca di sfide ambientali senza precedenti. Le molteplici crisi relative al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento pervasivo stanno incidendo sul godimento dei diritti umani, mettendo a repentaglio il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Se è pur vero che i cambiamenti climatici sono stati nel tempo una caratteristica costante del nostro pianeta, gli attuali cambiamenti si distinguono da quelli passati per cause e fattori determinanti, nonché per ritmi e portata senza precedenti. Eventi estremi quali tempeste, ondate di calore, inondazioni e siccità, che si verificavano una volta ogni cento anni, sono divenuti la nostra nuova realtà. I titoli di stampa di tutto il mondo alludono a una crisi climatica e ambientale tale da incidere sul futuro delle nostre specie.

Il clima globale, amici, sta cambiando ad opera dell’uomo, non degli eventi insiti nelle regole naturali. La dipendenza delle nostre economie dai combustibili fossili, le pratiche di cattivo o esagerato uso del suolo e la deforestazione globale stanno aumentando le concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera, che, a loro volta, determinano un cambiamento globale del clima. Inoltre, emerge con chiarezza che i cambiamenti climatici stanno interessando tutti e ogni angolo del nostro pianeta, compresa l’Europa. Alcune popolazioni potrebbero essere colpite da vasti fenomeni di ondate di calore e siccità, mentre altre da tempeste più gravi e frequenti. I cambiamenti climatici hanno un impatto su persone, natura ed economia.

La scienza sostiene fermamente che la vita sulla terra sta registrando una perdita di bio-diversità a un ritmo insostenibile. Ogni anno, molte specie si estinguono a causa del continuo inquinamento, frammentazione e distruzione dei loro habitat. Il diffuso utilizzo di pesticidi ha comportato una drastica riduzione di alcune specie, come api e farfalle, impollinatori fondamentali per il nostro benessere. Gli inquinanti prodotti dalle attività economiche si accumulano nell’ambiente, riducendo la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi e fornirci servizi vitali. Il degrado ambientale non colpisce solo piante e animali, ma anche le persone.

Se i governi dei Paesi del mondo dovessero rimanere inerti, le generazioni future si troveranno a dover affrontare situazioni caratterizzate da temperature ed eventi meteorologici estremi, riduzione bella biodiversità, maggiore scarsità di risorse e più elevati livelli di inquinamento. In quest’ottica non sorprende il fatto che migliaia di giovani europei stanno manifestando per le strade, esortando i responsabili politici ad adottare provvedimenti più ambiziosi ed efficaci volti a mitigare i cambiamenti climatici. Che futuro si prepara per il mondo?

Cari amici, la Conferenza di Stoccolma del 1972 fu l’inizio di un percorso di consapevolezza e responsabilità nel quale, da allora fino ad oggi, siamo TUTTI chiamati ad agire. Nessuno escluso!

A domani.

Mario

1 commento:

Giovanni ha detto...

E il futuro che ci preparano quelli del WEF di Davos è ancora peggio! Questo è il loro sogno ( https://forum.comedonchisciotte.org/articolo-segnalato-per-pubblicazione/tecnocrazia-il-sistema-operativo-per-il-nuovo-ordine-internazionale-basato-su-regole/ )! Dai sole, dacci un bel CME di classe X o superiore così da poter prendere quei folli a calci per tutti i secoli a venire!