Oristano 24 giugno 2022
Cari amici,
C’è una
variante alquanto interessante alla ormai più che famosa “Dieta Mediterranea”:
è la
“Dieta Pianeterranea”, definita ‘dieta del futuro’, in quanto salutare,
in grado di ridurre gli ictus e anche di salvare la terra. È una dieta a km 0, sostenibile e su misura per chiunque, valida in
tutto il mondo. Chi la adotta riduce del 50% il rischio di infarto e ictus e
del 30% il pericolo di diabete. È stata proposta sulle pagine della rivista
Nature dalla Cattedra UNESCO di Educazione alla Salute e allo Sviluppo
Sostenibile dell’Università Federico II di Napoli, unica in Europa ad essere
dedicata alla prevenzione dello stato di salute della popolazione, agendo su
fattori nutrizionali, ambientali e culturali.
L’idea dell’utilizzo
di questa nuova dieta parte proprio dalla dieta mediterranea, l’unica ad aver
dimostrato scientificamente effetti positivi nella prevenzione di numerose
patologie; la nuova variante ‘Pianeterranea’, essendo valida come detto in
tutto il mondo, potrà comprendere cibi differenti (per esempio nel Sud-Est
asiatico o in America Latina), in base ai vegetali e alle risorse alimentari di
questi luoghi, e sarà declinata in diverse e nuove piramidi alimentari
‘locali’, ma dovrà e potrà attenersi, ovunque, alle regole della dieta
mediterranea, ovvero essere principalmente a base vegetale, con un apporto
adeguato di grassi mono e polinsaturi e un consumo moderato di pesce, latticini
e carne.
Come
accennato prima, questa dieta è in grado di prevenire in maniera efficace la
maggior parte delle nostre patologie croniche, come tumori, diabete e le
malattie cardiovascolari. L’interessante studio è stato coordinato da Annamaria
Colao, Professore Ordinario di Endocrinologia e Presidente della Società
Italiana di Endocrinologia (SIE), assieme ad uno staff di scienziati
ricercatori in ambito medico, agroalimentare e ingegneristico, che per questo
nuovo modello alimentare hanno coniato il termine ‘Dieta Pianeterranea’,
a indicarne la portata globale e la sua validità ovunque nel mondo.
È una dieta
sana e sostenibile, in quanto basata, come detto, sulle proprietà nutrizionali
della dieta mediterranea, nonostante la variazione degli alimenti
locali, diversi da zona a zona. Nella dieta, pertanto, potranno entrare l’avocado
e la papaia dell’America Latina, la manioca e il teff in Africa centrale, l’olio
di canola e le noci pecan in Canada; così come il sesamo e la soia in Asia,
fino alla noce di macadamia in Australia, ovvero potrà essere praticata in ogni
angolo del nostro pianeta.
Come ha
avuto modo di dichiarare la dottoressa Annamaria Colao, “Le abitudini
alimentari scorrette sono una delle cause principali dell’epidemia mondiale di obesità,
anche infantile, e di malattie metaboliche e cardiovascolari; la dieta
mediterranea invece ha comprovati benefici per la salute grazie a un notevole
profilo nutrizionale. La dieta mediterranea, per esempio, riduce del 30% il
rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarti e ictus, diminuisce di
oltre il 50% la probabilità di tumore all’endometrio nelle donne, abbassa del
30% il pericolo di ammalarsi di diabete”.
“Gli
elementi che caratterizzano questa nuova dieta – ha continuato la Colao - sono
olio d’oliva come fonte di grassi insaturi, noci, legumi, verdure, cereali
integrali, frutta fresca o secca, una quantità moderata di pesce, così come
latticini, carne e vino rosso. Non ovunque si possono trovare questi prodotti,
ma è possibile reperire in ogni parte del mondo frutti, verdure, legumi,
cereali integrali e fonti di grassi insaturi con contenuti nutrizionali e
caratteristiche simili a quelli tipici della dieta mediterranea, che
probabilmente hanno anche simili benefici per la salute delle popolazioni”.
Insomma,
amici, la “Dieta Pianeterranea”, risulta essere una dieta mediterranea
globale, che introduce di volta in volta i cibi tipici del luogo. “Prodotti
subtropicali popolari come i fagioli pinto e l’okra, ricchi di fibre e
proteine, sono associati a livelli ridotti di colesterolo LDL e a una minore
incidenza della sindrome metabolica o di eventi cardiovascolari – ha
continuato la Colao – le macroalghe marine, come alghe e wakame, e la
spirulina sono ampiamente consumate nei Paesi orientali e rappresentano una
fonte importante di polisaccaridi complessi, minerali, proteine e vitamine, con
proprietà anticancro, antivirali, antiossidanti, antidiabetiche e
antinfiammatorie”.
Cari amici,
io credo che gli inventori di questa dieta stiano procedendo sulla strada
giusta. La base, come accennato prima, parte sostanzialmente dalla nostra dieta
mediterranea: le verdure, la frutta, i cereali e i grassi insaturi, disponibili
nelle diverse parti del mondo. Alimenti che debbono essere combinati nella
maniera giusta, costruendo nuove ‘piramidi nutrizionali’ in base agli alimenti
disponibili localmente, ma con le stesse proprietà nutrizionali, gli stessi
benefici per la salute e gli analoghi processi produttivi rispettosi
dell’ambiente contenuti nella dieta mediterranea.
A domani,
amici.
Mario
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