Oristano 14 giugno 2022
Cari amici,
In Sardegna, in
particolare in passato, il valore delle donne è stato da sempre riconosciuto, tanto
che le donne sarde, definite “Matriarche”, possedevano lo stesso rango degli
uomini (“Patriarchi”). Ho fatto questa premessa per parlarvi oggi di una donna sarda
straordinaria, nata nella prima metà del Settecento, che non solo si distinse per
le sue grandi capacità imprenditoriali in Sardegna, ma la sua fama arrivò prima
nel Continente e poi anche in Russia! La sua storia, che ho reperito e letto
con grande passione in rete (riportata da Grazia Teresella Berva, Web content
writer e traduttrice), è una storia davvero interessante, che oggi voglio
proprio raccontare anche a Voi!
Donna Francesca Sanna
Sulis nasce a Muravera nel 1716; di famiglia nobile, ricevette, come era
d’uso a quei tempi, quel tipo di educazione che aveva, come unico compito, quello
di prepararla, una volta raggiunta l’età, a fare la moglie e la madre.
Francesca però, fin da piccola, immaginava per lei altri progetti. Con una
naturale inclinazione per il cucito, passava il tempo disegnando abiti dal
taglio innovativo per quei tempi. Rimasta presto orfana di madre, si dedicò con
costanza nel taglio e nel cucito, creando abiti di grande modernità per l'epoca, tanto che anche per l’incontro
con il suo futuro marito, Pietro Sanna Lecca, che sposò nel 1735 all’età di 19
anni, indossò un modello da lei creato, in sgargiante seta azzurra.
Pur cercando di conciliare gli impegni di
moglie e madre (ebbe sette gravidanze, anche se solo tre figli arrivarono
all’età adulta), non abbandonò mai la passione per la creazione degli abiti concepiti dalla sua fervida fantasia. Alla morte del padre, si ritrovò a gestire il patrimonio
di famiglia, e fu in quel momento che Francesca, vera visionaria, si rivelò una straordinaria
imprenditrice. Fantasiosa e sognatrice, era particolarmente attratta dalla
bellezza della seta, e, con la sua caparbia intelligenza, pensò che era giunto il suo momento: si buttò alla grande su un nuovo filone tessile, partendo da zero!
Nella vasta tenuta di
famiglia, iniziò a piantare numerosi alberi di gelso, in modo da poter allevare
i bachi da seta. Nella prima metà del Settecento la Sardegna era ancora dominio
sabaudo, e lei, facendosi aiutare da amiche d’infanzia, semplici contadini e
maestranze piemontesi, dopo aver organizzato la piantagione di gelsi, fece arrivare
i bachi da seta, trasformando i magazzini della sua tenuta di Quartucciu in
laboratori attrezzati per produrre l’amata seta.
Fiera, di aver messo in
piedi la filiera completa per la produzione della seta (dal baco alla tessitura),
con lungimiranza si occupò personalmente anche della formazione delle giovani
operaie. Chi lavorava da lei riceveva un’istruzione completa e gratuita
(lezioni di botanica comprese); era, la sua, una gestione innovativa, moderna, apprezzata dalle operaie, cosa che riusciva a rendere i suoi filati
qualcosa di completamente diverso dal passato. Amata dalle sue operaie, ricambiava questa dedizione: quando una delle sue
filatrici si sposava, riceveva da lei come dono di nozze proprio un telaio, dandole così la
possibilità di raggiungere l'indipendenza finanziaria, lavorando per lei da casa e non dal laboratorio.
Donna Francesca, nella sua grande fantasia inventiva, immaginava di creare e realizzare innovativi abiti su misura per le grandi dame
d’Europa, e ci riuscì. Poi, da donna sarda, voleva anche liberare le donne dell’Isola dall’oppressione dei rigidi e pesanti abiti che le avvolgevano, disegnando per loro un abbigliamento più comodo; era una sfida coraggiosa, che andava contro le tendenze oppressive della moda di quei tempi. A Lei viene
attribuita anche l’invenzione del “su cambusciu”, una cuffia di seta tipica
dell'abbigliamento tradizionale sardo. I suoi abiti, di taglio moderno e innovativo, erano in gran parte in seta; erano
belli, eleganti comodi e leggeri, tanto che riuscì a conquistare anche clienti
"reali", a partire dalle principesse di Casa Savoia. Presto, infatti,
la sua fama iniziò ad uscire fuori dall’Isola e il primo a intuire
un’opportunità e a puntare su di lei fu il conte milanese Giorgio Giulini.
Era il 1748, quando il
conte Giorgio Giulini rimase folgorato dalle sue creazioni e decise di
organizzare un grande, innovativo evento, per farla conoscere nel bel mondo di
allora. Organizzò così una mostra presso il Circolo dei nobili di Milano, a due
passi dal Castello Sforzesco; prima di allora i vestiti erano stati sempre
presentati appesi a dei manichini, mentre questa volta i vestiti di Francesca svolazzavano
addosso a delle vere e proprie modelle! Era la prima sfilata di moda di cui si
abbia traccia nella storia! Il successo fu travolgente!
Le richieste degli abiti
ideati da Donna Francesca crescevano a vista d’occhio e, col supporto del Conte
Giulini, nacque la prima boutique a Milano. Come racconta Lucio Spiga nella
monografia Francesca Sanna Sulis (Workesign edizioni), “si dovettero
affittare sei navi per trasportare tutta la seta che le veniva ordinata”. Il
Conte Giulini, oramai suo fedelissimo sponsor, riuscì ad ottenere l’esclusiva
per le sue creazioni, oramai richieste anche all’estero, tanto che la fama di Donna
Francesca arrivò persino in Russia. Tanti gli abiti da lei creati che l’imperatrice
russa Caterina la Grande si fece confezionare! Al Museo Statale dell'Ermitage
di San Pietroburgo, c'è un ritratto di Caterina la Grande, che indossa uno dei
suoi abiti.
Amici, Francesca Sanna
Sulis può essere considerata una donna davvero straordinaria per quei tempi, nobile ma di grande disponibilità verso gli altri, si dedicò anche ai poveri e ai bisognosi. Oltre che occuparsi in tutti i sensi
delle sue operaie, a Quartucciu fondò anche un Istituto di beneficenza per i
poveri. Rimasta vedova nel 1780, proseguì da sola e senza timori la sua
fiorente attività di imprenditrice tessile. Qualche anno dopo fece testamento:
dopo aver destinato qualcosa ai pochi parenti che le erano rimasti, lasciò
tutto ai poveri di Muravera e di Quartucciu.
Oggi, nonostante siano
trascorsi oltre due secoli dalla sua scomparsa, Donna Francesca incarna uno dei
maggiori esempi di capacità e lucidità in chiave imprenditoriale, ma anche e
soprattutto di lungimiranza, visto e considerato che sotto molti aspetti riuscì
ad anticipare i tempi e a consegnarci addirittura una delle modalità lavorative
che oggi conosciamo meglio, vale a dire lo smart working. Infatti, la
“regina della seta” (questo era il suo soprannome). fornendo alle sue
dipendenti un telaio per lavorare da casa, consentì loro di lavorare a
domicilio senza recarsi in fabbrica.
Cari amici, Francesca
Sanna Sulis morì a Quartucciu il 4 febbraio del 1810, all’età di 94 anni. Nessuno
l’ha dimenticata: Quartucciu le ha dedicato e intitolato la Biblioteca Comunale
"Francesca Sanna Sulis", mentre Muravera le ha dedicato il Museo
dell'Imprenditoria femminile (MIF). Oggi
si possono trovare i suoi abiti storici in mostra sia al Museo Donna Francesca
Sanna Sulis che al MIF.
Amici, credo che anche
per Voi questa sia una gran bella storia di eccellente donna sarda! A domani,
amici.
Mario
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