Oristano 16 giugno 2022
Cari amici,
Nella riunione del 9
giugno scorso, il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha
annunciato una nuova strategia, in relazione all’aumento dei tassi di
interesse, che andrà in attuazione a partire dal prossimo luglio. In sostanza si
tratta della fine del famoso “Quantitative Easing”, targato Draghi, con
la conclusione degli acquisiti netti di attività finanziarie. Si, dopo 7 anni, è
arrivato l’annuncio dell'addio agli acquisti del debito pubblico dei Paesi
membri e la fine dell'epoca dei tassi di interesse negativi. Il prossimo luglio
ci sarà un primo rialzo di un quarto di punto seguito da un secondo rialzo di
mezzo punto, molto probabilmente già a settembre.
Di fronte all'impennata
dell'inflazione (ormai fuori controllo e non semplicemente transitoria) anche Christine
Lagarde ha dovuto alzare bandiera bianca e seguire l'esempio della Federal
Reserve americana. Chi s’intende di finanza e mercati un po’ s’aspettava che questo
sarebbe successo, tuttavia l'addio allo scudo della BCE, ha immediatamente
travolto Piazza Affari, creando non poco panico. Gli esperti dicono che è
finita un'epoca storica, che di fatto aveva de-responsabilizzato la nostra
classe politica (e gli italiani), per cui ora tornano i vecchi fantasmi. Ma cosa
succederà, davvero, ora in Italia?
Si, la stretta annunciata
dalla BCE ha scatenato un'ondata di vendite su tutti i principali mercati
europei. Piazza Affari, dopo l’annuncio, ha chiuso la seduta con un tonfo.
L'indice Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 5,17% a 22.547 punti, bruciando così
quasi 39 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola giornata. A picco
anche le altre Borse. L'indice paneuropeo Stoxx 600 ha perso il 2,7%, mandando
in fumo più di 265 miliardi di euro di capitalizzazione in una seduta.
Francoforte ha ceduto il 3,13% e Parigi il 2,83%. Lo spread fra Btp e Bund ha
ripreso a salire, toccando sulla piattaforma Bloomberg i 225 punti. Il
rendimento del decennale italiano è ora pari al 3,713%, un livello che non
vedeva dal febbraio del 2014 e superiore all'impennata vista nel 2018, anno in
cui il differenziale subì gli effetti dell'incertezza politica del nostro Paese.
Come scrive Michael
Pontrelli (Giornalista @Tiscali News), senza lo scudo della BCE tornano a
galla i vecchi problemi dell'Italia, ovvero i problemi legati alla
sostenibilità dei nostri conti pubblici. Per 7 anni Francoforte è stata il
principale compratore dei nostri Btp e questo ha contribuito a tenere sotto
controllo lo Spread ovvero il differenziale di rendimento con i titoli della
Germania. Perché lo Spread è importante? Perché è un indicatore della fiducia
che il mercato ha nei confronti dell'Italia e di quanto il Tesoro deve pagare
per convincere gli investitori ad acquistare i nostri titoli, ovvero a
finanziare il nostro debito. Se il rendimento dei titoli sale allora lo Stato
italiano dovrà pagare costi maggiori e questo ovviamente mette sotto pressione
i nostri conti pubblici. La stagione della spesa facile è dunque terminata.
La BCE, tuttavia, in particolare per
quanto riguarda l’Italia, ha lasciato una porta semi-aperta: in caso di
emergenza, l'Istituto centrale europeo potrà comprare Btp italiani in modo
nettamente prevalente o addirittura esclusivo. "Ma – come ha fatto
notare Mario Seminerio (Giornalista pubblicista, è stato editorialista
di Libero Mercato), - “a questo punto si tratterebbe di un salvataggio
monetario in piena regola, che certamente porterebbe con sé nuove
condizionalità, elaborate in seno alla Commissione europea con ratifica della
Bce. È sin d’ora certo che condizionalità non farebbe rima con deficit". Tradotto in termini più
semplici, ciò significa: che non solo è terminata la stagione della spesa
facile ma rischia di riaprirsi quella dell'austerity nel momento in cui gli
Stati Uniti e l'Europa rischiano di sprofondare in recessione a causa della
guerra in Ucraina. "Visto che siamo un paese ad elevato indebitamento -
ha proseguito Mario Seminerio - le condizioni recessive generali
potrebbero fortemente deteriorare i conti pubblici e generare una crisi di
fiducia tra gli investitori. In tal caso, non si può neppure escludere il
ritorno di attualità del famigerato Mes, il Meccanismo europeo di
stabilità".
Cari amici, sul futuro
della nostra economia si addensano grossi nuvoloni, che minacciano forti temporali.
All’Italia, come sappiamo, sono stati assegnati tanti fondi dall’Unione Europea
con il PNRR, ma non dimentichiamo che questi non sono soldi regalati, in quanto
in gran parte sono da restituire! Ma in che modo? Difficile dirlo. Il debito
pubblico aumenterà ancora di molto, e con lo spread che continua a crescere, pagare
gli interessi costerà molto più caro. "Sapevamo che sarebbe
successo" ha affermato il Ministro dell'economia Daniele Franco,
riferendosi al ritiro dell’ombrello da parte della BCE. Ma a questo punto
sorge spontanea una domanda: se la classe politica sapeva benissimo che prima o
poi l'ombrello protettivo di Francoforte si sarebbe chiuso, perché negli ultimi
anni i soldi pubblici sono stati allegramente spesi a pioggia concedendo bonus
di ogni tipo?
Credo che a partire
dall’autunno, torneranno i vecchi fantasmi dell’austerità…
A domani.
Mario
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