venerdì, gennaio 07, 2022

STOP ALLA PESCA DEL RICCIO DI MARE. LA SARDEGNA HA DI RECENTE IMPOSTO UN DIVIETO DI DURATA TRIENNALE. UNA DECISIONE SAGGIA, SEPPURE TARDIVA.


Oristano 7 gennaio 2022

Cari amici,

Purtroppo è vero! Per un bel periodo, dovremo fare a meno di una ricetta tanto amata: quella degli spaghetti ai ricci! Durata lunga, valida per circa 3 anni! Niente ricci nel piatto, dunque, e, a stabilirlo, è stata la Legge Regionale n. 17 del 22 novembre 2021, che, con decorrenza 22 gennaio 2022, resterà in vigore per tre anni. Da tempo si ventilava la possibilità di  porre dei limiti alla pesca del riccio di mare nelle acque della Sardegna, tant’è che fin dal novembre 2019 le associazioni animaliste si erano fatte avanti con numerose proteste proprio agli inizi della stagione di raccolta, sperando così di tutelare questi animali dal rischio di estinzione.  

L’associazione “QuiEtica” era intervenuta lanciando addirittura l’hashtag #iRicciMiPiaccionoInMare, volto all’astensione dal consumo dei ricci durante la stagione di raccolta (che inizia a novembre), che porta nelle mense  dei sardi i prelibati ricci, frutti di mare amatissimi, consumati, spesso, anche nei chioschetti del lungomare. Dopo le proteste, i gruppi FB come “Nessun riccio nel piatto” (non sottovalutiamo il potere dei social) e le prese di posizione di alcuni ristoranti, arrivò la risposta della Regione: l’Assessora dell’Agricoltura Gabriella Murgia firmò un decreto che limitava la platea degli autorizzati alla pesca dei ricci.

Ora, finalmente, è arrivato, con la legge prima richiamata, il “riposo biologico”, che, in tre anni, consentirà il ripopolamento dei fondali, andati praticamente deserti col passare del tempo, lentamente ma inesorabilmente, spopolatisi per l’eccessiva pesca. Con l’entrata in vigore della legge che blocca la pesca del riccio, la Giunta regionale ha dato il via libera anche alle linee di indirizzo per gli interventi a sostegno dei pescatori subacquei professionali, per i quali sono stati stanziati in totale 2 milioni e 800mila euro: 400mila euro per il 2021, 1 milione e 200mila euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023).

L’Assessora dell'Agricoltura, Gabriella Murgia, in un’intervista si è così espressa:  "Quello disposto è un fermo necessario, atto a consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa nel nostro mare territoriale, messa a rischio dal massiccio prelievo effettuato negli ultimi anni. Questo sovra sfruttamento, se continuato a perpetrare, potrebbe determinare nel breve periodo il collasso della risorsa e l'estinzione commerciale della specie; si è reso quindi necessario intervenire con drastiche misure gestionali e con una chiusura temporanea".

A maggior chiarimento sulle conseguenze del “fermo”, l’Assessora Murgia ha precisato: "Durante questi tre anni, con il coinvolgimento degli stessi pescatori, attueremo un piano di monitoraggio scientifico per valutare gli effetti della chiusura della pesca e daremo la possibilità agli operatori di svolgere attività di recupero ambientale, come la pulizia dei fondali e la rimozione delle attrezzature di pesca. Tutte queste attività saranno affidate all'Agenzia AGRIS, che provvederà a redigere uno specifico Piano operativo, sentito il Comitato tecnico consultivo regionale per la pesca e l'acquacoltura".

Cari amici, in questi tre anni di sospensione, sarà anche possibile portare avanti degli studi approfonditi sulla situazione attuale della pesca  del riccio, con la sperimentazione anche di un credibile piano di ripopolamento, che potrebbe risultare  molto utile per trovare una soluzione definitiva circa il giusto prelievo annuale di questa specie, mettendo così d’accordo tutti, pescatori e consumatori, oltre a tenere in salute la vita degli abitanti del nostro mare. Salvaguardare la natura, non dimentichiamolo, significa salvare noi stessi!  

A domani.

Mario

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