Oristano 2 gennaio 2022
Cari amici,
A quelli della mia età
non sembra vero che sia passato così tanto tempo dall’introduzione dell’euro! Eppure, la moneta che
sostituì la lira a cui eravamo tanto abituati ed affezionati, entrò in vigore nel 2001, ovvero 20 anni fa.
La nuova moneta fu allora salutata in pompa magna, considerata uno straordinario mezzo
di salvezza per la nostra economia, anche se questo, in realtà, potrebbe non essere
stato il toccasana tanto decantato. Oggi, a distanza di vent'anni, analizzando
l’andamento dei prezzi, possiamo dire che ci sono state delle oscillazioni
notevoli e che molti dubbi rimangono.
Secondo un'indagine
condotta da Altroconsumo, bastano pochi esempi a dimostrarlo. Pane e caffè, per
esempio, sono schizzati alle stelle: un +82% per il pane fresco, che è passato
dai 2€ al chilo a oltre 4€, mentre una tazzina di caffè al bar, che costava
vent’anni fa intorno ai 46 centesimi, è schizzata alle stelle, in quanto oggi costa
in media ben oltre 1€. Altroconsumo ha analizzato i prezzi di tutta una serie
di beni e servizi, confrontando i costi del 2001 e quelli del 2021, rilevando
variazioni davvero impattanti per le tasche degli italiani.
Analisi che hanno
spaziato dai trasporti alle bollette, dal caffè al bar alla spesa quotidiana, con l'acquisto dei beni di largo consumo. Nel 2001, per esempio, la consumazione molto usata
di “pizza e bibita” costava l’equivalente odierno di 5,50 euro e un biglietto
dell'autobus 1.500 lire (0,77 euro); oggi, vent’anni dopo, per mangiare in
pizzeria bisogna tirare fuori in media 9,66 euro e per salire sui mezzi
pubblici bisogna avere in mano un biglietto da 1,50 a 2 euro. Che dire, poi,
degli elettrodomestici, come frigoriferi, ferri da stiro con caldaia, forni a
microonde e aspirapolvere? Sono anche arrivati ad aumenti record i costi per
l'energia elettrica e quello dei carburanti, praticamente raddoppiati.
Insomma, amici, una
perdita di valore che può essere approssimata alla metà, praticamente
falcidiando la metà del precedente valore. Secondo gli ultimi dati Istat di
metà novembre, ora l'inflazione è tornata ad aumentare, spinta dai prezzi
dell'energia, con una crescita così ampia mai registrata da settembre 2012.
L'aumento dell'inflazione porta con sé una ulteriore diminuzione del valore del
denaro e quindi del potere d'acquisto delle famiglie.
In dettaglio, lo studio
di Altroconsumo ha analizzato la crescita dei prezzi al consumo, per capire
quanto le variazioni dei prezzi abbiano influito sulle spese degli italiani; lo si è fatto considerando quattro categorie principali: beni durevoli
(elettrodomestici e hi-tech), trasporti (carburanti e mezzi pubblici), spesa
(beni alimentari), servizi (conti correnti ed energia) e tempo
libero (bar, pizzerie, cinema). Negli ultimi vent'anni i prezzi sono
aumentati complessivamente del 33,4% a fronte di un tasso di inflazione annua
del 3,8%, secondo l'Istat.
Sui beni durevoli,
quanto agli elettrodomestici e hi-tech spicca l'aumento di frigoriferi (+64%),
fotocamere (+71,17%) e cellulari (+40,91%), mentre sono calati quelli di notebook
(-48,06%), lavatrici (-30,70%) e forni a microonde (-51,33%). Economia di scala
e nuove abitudini in famiglia concorrono a spiegare queste variazioni. Quanto a
Trasporti e spesa, nel novembre del 2001 la benzina costava 1 euro al
litro, mentre il gasolio 0,86 euro al litro; Nel trasporto pubblico, a
vent'anni di distanza, il costo dei biglietti è aumentato del 94% (con
l'eccezione in negativo di Milano, +158%). Quanto alla spesa relativa al
settore alimentare, negli ultimi vent'anni è Il pane, come detto, è quello che è
aumentato più di tutti (+82%);
Analizzando le variazioni
dei prezzi dei servizi (energia e oneri di sistema) Il boom delle spese
per l'energia è ancora in aumento. In vent'anni la spesa per l'energia
elettrica è cresciuta del 360%: nel 2001 una famiglia residente e con un
contatore da 3 KW aveva in bolletta un prezzo per kWh pari a 0,045 euro, mentre
nel 2021 quel prezzo è lievitato fino a 0,34 euro. Influiscono ovviamente le
variazioni nei mercati all'ingrosso degli idrocarburi, anche se spiegano solo
in parte questa crescita. C'è da considerare infatti la questione degli oneri di
sistema, nella quale nel tempo sono confluiti i corrispettivi inclusi nella
bolletta per il finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili e che
in situazioni di ordinarietà, pesa sino al 25% della bolletta elettrica.
Infine, anche le spese per il tempo libero
sono aumentate non poco. Spicca l'aumento del caffè al bar, il cui prezzo è
cresciuto in vent'anni del 124%. Tra le abitudini modificate degli italiani in
questi ultimi vent'anni c'è anche il cinema. Si va in sala molto di meno e
l'aumento dei prezzi dei biglietti è più contenuto. Per andare al cinema nel
2001 si spendeva in media 5,36 contro i 6,25 di oggi (+16,7%).
Cari amici, la
convinzione di tanti è che l'introduzione dell'euro ha raddoppiato i prezzi,
anche se non è esattamente così. Tuttavia, i dati prima indicati, rilevati
dall’indagine del Codacons, indicano chiaramente che certi beni e certi servizi
hanno subito un forte aumento di prezzo in concomitanza col cambio da lira ad
euro. Personalmente la mia convinzione è che il percorso di passaggio dalla lira all'euro sarebbe potuto essere meglio gestito in partenza, ovvero andare molto, ma molto meglio….
A domani.
Mario
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