venerdì, gennaio 14, 2022

I NOSTRI RISPARMI DEPOSITATI SUL CONTO CORRENTE, MANTENGONO IL REALE VALORE INIZIALE? SE PROVIAMO A FARE UN PO’ DI CONTI…


Oristano 14 gennaio 2022

Cari amici,

Se è pur vero che il valore nominale dei soldi depositati in Banca o messi da parte, col passare del tempo resta identico, quello reale, ovvero il loro potere d’acquisto, varia in continuazione, arrivando a mangiarsi anche una fetta importante del suo valore. Questa diminuzione di valore è dovuta all’inflazione, che in determinati momenti “galoppa” a ritmi preoccupanti, come sta ri-accadendo ora, in percentuali che non si vedevano da un quindicennio, ovvero dall'esplosione della crisi globale del 2008.

L’Inflazione è la bestia nera del valore/potere d’acquisto del denaro, perché con l’aumento dei prezzi si può comprare di meno. Dopo un periodo in cui l’inflazione si era stabilizzata in una media inferiore all'1% annuo (scendendo addirittura sotto lo 0 nel 2016 (-0,1%) e nel 2020 (-0,2%), ora il clima è cambiato, e l’inflazione ha ripreso a correre. Se nell'anno della pandemia (il 2020) è stato registrato il picco negativo, a partire dallo scorso 2021, ma maggiormente ora nel 2022, complice l’inizio della ripresa economica globale post-pandemica, i prezzi sono lievitati alle stelle.  

In Italia, l'indice dei prezzi al consumo, pubblicato a fine novembre scorso, ha registrato un aumento annuo dell'inflazione del 3,8%. Un aumento importante, che non si vedeva dal 2008. Aumento destinato certamente a salire, in quanto, comunque, inferiore all’inflazione registrata nell'eurozona e negli Stati Uniti. I Paesi dell'euro hanno riportato un balzo al 4,9% - mai così alto dai primi anni Novanta - e a Washington addirittura si sfiora il 7% dopo più di quarant'anni.

Per tranquillizzare i risparmiatori, sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea hanno asserito che si tratta di un problema transitorio, anche se viene difficile negare che l'aumento dei prezzi in atto potrà ridimensionarsi ma è probabile che dovremo conviverci a lungo. Famiglie e risparmiatori dovranno dunque imparare a fare i conti, in particolare sulle somme depositate in conto corrente, perché le riserve liquide degli italiani, stando ai dati forniti dalla Banca d'Italia, superano i 1.800 miliardi di euro, cui vanno aggiunti gli oltre 500 depositati sui conti delle imprese.

Una somma enorme quella prima citata, superiore di qualche decina di miliardi al PIL italiano (il prodotto interno lordo). Le imprese, per loro fortuna, hanno gli strumenti tecnici per affrontare il momento e ridurre la perdita di potere d'acquisto delle riserve liquide, ma non così le famiglie. Chi rischia davvero di vedere intaccati i propri risparmi sono proprio le famiglie! Se, ad esempio, l'andamento inflazionistico rimanesse costante al 3%, nel solo 2022 verrebbero bruciati 55 miliardi di risparmi. Una cifra mica di poco conto!

Amici, il rischio è che l'allarme sui prezzi non solo non rientri ma possa ancora crescere. In questo caso, le previsioni sono ancora più fosche. Un'inflazione ferma a questi livelli per un decennio comporterebbe una perdita del valora d'acquisto del capitale libero al 28,5%. Cinque volte la percentuale ipotizzata sulla base dei tassi di crescita dei prezzi del 2019, l'ultimo anno prima che la pandemia sconvolgesse il pianeta. E potrebbe andare anche peggio.

Il problema è davvero serio, considerata la mancanza di alternative di investimento a rischio contenuto, facendo così peggiorare lo scenario. Che fare allora, dato che i conti correnti non fruttano interessi, e i Bot continuano ad avere tassi di interesse negativi? I conti correnti di deposito sono gli unici a tamponare la perdita, ma solo nell’ordine dell'1-1,5%. L'unico modo per scampare a questa vera e propria "tassa occulta" è investire, almeno in parte, in attività a rischio maggiore. Altrimenti non resta che sperare nella capacità delle banche centrali di riportare l'inflazione su un valore medio nel lungo periodo del 2%. 

Cari amici, è un problema non certo di poco conto, per il quale sarà davvero difficile trovare una adeguata soluzione.

A domani.

Mario

1 commento:

Giovanni ha detto...

Il problema principale in questo momento è che l'intero sistema economico sta attraversando una deflazione da debiti abbinata ad altri eventi in simultanea. Se uno legge quanto scrivevano qui ( https://icebergfinanza.finanza.com/) già da parecchio tempo c'erano le avvisaglie. Ma lui non era il solo. Infatti autori come Martin Armstrong ( https://www.armstrongeconomics.com/?__cf_chl_f_tk=gyE1Soy2Yee8Dj9Es7pjv7uf3YFnsAUdYks23WyPByE-1642269933-0-gaNycGzNCf0 ), Michael Hudson, Charles Hugh Smith ( https://charleshughsmith.blogspot.com/ ) insieme al compianto Michael Rupert avevano avvisato fin dagli anni 2000 dei problemi che sarebbero apparsi. Leggetevi questi articoli ( https://comedonchisciotte.org/obbligo-vaccinale-per-la-salvezza-del-sistema-finanziario/ ; https://comedonchisciotte.org/perche-i-paesi-nato-stanno-facendo-harakiri-sullenergia/ ; https://comedonchisciotte.org/pandemia-e-strategia-economica-un-ordito-inestricabile/) e capirete come mai la situazione era tale da creare e gestire in maniera dittatoriale un virus: se l'economia gira si crea inflazione e se c'è inflazione la bolla creditizia scoppia! Ricordiamoci che le banche centrali hanno pompato miliardi nelle grandi istituzioni bancarie e tassi negativi! L'UE è intenzionata a imporre manu militare l'euro digitale e il green pass ne è un tassello. Ma ieri ho visto per la prima volta una moneta da 6 euro! Voi direte: è impossibile! No, infatti i tagli monetari fuori dall'area 1,2,5,10,20,50,100, 500 e 1000 euro sono permessi all'interno dell'UE! Cosa si sta preparando? Non pensiate che la situazione USA/Russia/Cina non sia fuori da questo quadro. Teniamoci forte!
P.s: il 1 Febbraio 2022 decade il DL 52/2020. In base alla legge 244/2018 decade lo stato d'emergenza! Da quel giorno buttate via le regole imposte per il Covid-19 ( https://www.youtube.com/watch?v=jT-YdnT93UM )!