venerdì, gennaio 28, 2022

FACCIAMO ATTENZIONE AL RADON, IL GAS RADIOATTIVO PRESENTE NELLE NOSTRE CASE. ECCO COME POSSIAMO PROTEGGERCI.


Oristano 28 gennaio 2022

Cari amici,

Il RADON è un gas naturalmente presente in tutta la crosta terrestre. Lo si trova nel terreno e nelle rocce ovunque, in quantità variabile. Lo si trova maggiormente in alcune tipologie di suolo vulcanico o all’interno di alcuni materiali da costruzione, quali tufi, pozzolane e graniti. Questo gas, incolore e inodore, è però radioattivo, e anche  se non è immediatamente pericoloso, lo diventa durante il suo decadimento, in quanto può generare delle particelle che si "attaccano" ai polmoni. Il radon in ambiente domestico, non dimentichiamolo,  col passare del tempo può minare la nostra salute, essendo la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo del tabacco.

Si, amici, Il vero problema del radon sono gli atomi che si formano dal suo decadimento; queste particelle sono estremamente reattive e riescono ad entrare nel nostro organismo legandosi a particelle di polvere, fumo e vapore acqueo. Dopo aver raggiunto i polmoni queste particelle figlie si “attaccano” ai tessuti e in pochi minuti emettono particelle alfa. Esse sono in grado di danneggiare le cellule polmonari in modo irreversibile. Stante quanto sopra, la domanda che tutti ci facciamo è: Come possiamo difenderci da questo pericoloso gas?

Dal momento che la principale fonte di radon è il suolo, i locali seminterrati sono in genere quelli più a rischio, rispetto ai locali più alti. Il radon, inoltre, essendo  più denso dell'aria, tende ad accumularsi in ambienti chiusi, specialmente se con uno scarso ricircolo dell’aria. Quindi la cosa più importante da fare, giornalmente, è cambiare l’aria dei locali o inducendo artificialmente un aumento di pressione. In Italia le aree con la concentrazione maggiore di radon sono la Lombardia assieme al Friuli e il Lazio insieme a Campania e Abruzzo.

La concentrazione maggiore di radon nelle abitazioni di queste Regioni, dipende più che altro dal tipo di substrato sul quale sono state costruite le case. Nel caso dell'Italia settentrionale queste concentrazioni sono legate alle litologie presenti lungo la catena alpina. Ecco perché i valori più alti si registrano nelle zone montane. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato il radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano.

Il Radon, amici, è un pericoloso nemico silente: lo possiamo trovare anche nell’acqua potabile. La concentrazione è molto variabile, sia dal punto di vista spaziale che temporale e, anche se in maniera molto minore rispetto alla sua presenza in atmosfera, può comunque rappresentare una fonte di esposizione dello stomaco alle radiazioni ionizzanti. Molti Paesi hanno emanato delle normative o raccomandazioni per far sì che i livelli di concentrazione del radon non superino determinati valori di riferimento, detti anche “livelli di azione”.

La Commissione Europea, nella Raccomandazione CEC 90/143, pubblicata nel 1990, stabiliva un livello di riferimento di 400 Bq/metro cubo per le abitazioni. La radioattività del radon, infatti, si misura in Becquerel (Bq), dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria si esprime in Bq/metro cubo, indicando così il numero di trasformazioni al secondo che avvengono in un metro cubo d’aria.

L’Italia, a differenza di diversi altri Paesi europei, non ha recepito questa raccomandazione, né adottato finora altra norma specifica per il radon nelle abitazioni. In alcuni casi, però, i valori specificati dalla raccomandazione CEC 90/143 sono stati utilizzati come riferimento. L’Italia avrà comunque entro tre anni circa una normativa nazionale sul radon nelle abitazioni tramite il recepimento della Direttiva europea sopra citata.

Per ora nel nostro Paese negli ambienti di lavoro, con il Decreto legislativo 26/05/00 n. 241, si è fissato un livello di 500 Bq/metro cubo, superato il quale il datore di lavoro deve valutare in maniera più approfondita la situazione e, se il locale è sufficientemente frequentato da lavoratori, intraprendere azioni di bonifica. La concentrazione di radon, comunque, deve essere misurata in tutti i luoghi di lavoro sotterranei. Circa il radon nell’acqua potabile, le linee guida fornite dall’OMS e dalla Commissione Europea, raccomandano un’intensificazione dei controlli se la concentrazione di radon nelle riserve di acqua potabile supera i 100 Bq/litro.

Cari amici, a mio avvio il problema Radon appare in Italia abbastanza sottovalutato. Ora siamo tutti presi per cercare di combattere la pandemia del Covid, ma purtroppo, anche in questo triste frangente, le altre malattie, anche quelle particolarmente pericolose, come quelle causate dal Radon,  non sono certo andate in vacanza!

A domani.

Mario

 

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