martedì, gennaio 04, 2022

UN INTERESSANTE LIBRO DA LEGGERE: “KILLER HIGH” DI PETER ANDREAS, CHE SPIEGA L'INDISSOLUBILE CONNUBIO TRA GUERRE E DROGHE. DALL’ALCOOL FINO ALLE MODERNE DROGHE SINTETICHE.


Oristano 4 gennaio 2022

Cari amici,

Oggi mi sento di consigliare ai miei lettori un libro davvero interessante, che ritengo di grande utilità, in particolare ai più giovani. Questo libro, dal titolo “KILLER HIGH” è stato scritto da Peter Andreas, e analizza con grande lucidità lo stretto legame che da sempre esiste tra la guerra e le droghe. Da sempre chi combatte, chi è utilizzato nella feroce competizione bellica, si è sempre dato coraggio con l’assunzione di qualche droga: dal tabacco all’alcool, dall’oppio alla caffeina, dalle amfetamine alla cocaina. Tutte sostanze necessarie per rendere più vigili, più aggressivi e scacciare, in qualche modo, la paura.  La guerra, perciò, si è sempre fatta “sotto l’effetto di droghe”, ieri come oggi. Ma il legame che tiene insieme droghe e guerre è declinato anche all’inverso: Tante sono infatti le guerre che, ieri come oggi, vengono portate avanti per stroncare il narcotraffico, da cui si ricavano somme gigantesche.

Sì, amici, in realtà, non si può comprendere appieno la guerra senza una vera conoscenza delle droghe, essendo i due fenomeni strettamente legati, quasi indissolubili. Un connubio davvero simbiotico lega guerre e droghe, “conflitti con la droga e per la droga”; contese cruente nascono, infatti, per accaparrarsene i mercati, e spesso assistiamo alla militarizzazione di interi apparati polizieschi e bellici “contro la droga”, così come la droga è servita anche come pretesto per attaccare altri Paesi.

Nel libro “KILLER HIGH”, Storia della guerra in sei droghe (Meltemi, traduzione di Andrea Maffi e Paolo Ortelli, pagg 363, euro 20) Peter Andreas scava nella Storia umana per scoprire il ruolo decisivo che le sostanze psicoattive - pesanti o leggere, lecite o illecite, naturali o sintetiche - hanno avuto nei conflitti armati sin dall'epoca romana. Dalle antiche battaglie inzuppate di vino e birra alle metamfetamine che alimentarono l'aggressività dei soldati nazisti; dalle Guerre dell'oppio, strumento del "narco-imperialismo" britannico, alle Drug Wars americane contro la cocaina, che ora devastano il Messico dopo aver già segnato la Colombia.

Peter Andreas, nel suo libro, in un lungo excursus parte da lontano; dalle guerre europee a quelle della conquista del continente americano, dall'invenzione della distillazione, che facilitò la conquista e la pulizia etnica del Nuovo Mondo, agli sconcertanti effetti dei conflitti armati sulla diffusione del tabacco e della polvere bianca; l'appassionante viaggio nella Storia, condotto da Andreas, dimostra che droga e guerra sono cresciute insieme e sono diventate dipendenti l'una dall'altra.

L’autore del libro, con certosina precisione e con grande chiarezza espositiva, analizza le sei droghe più importanti: alcol, nicotina, caffeina, oppio, amfetamine e cocaina, in ordine di apparizione sui mercati.  Ad ogni sostanza viene, nel libro, dedicato un capitolo. Se è pur vero che la relazione tra conflitti bellici e sostanze dopanti è “antichissima”, come scrive l’autore, “variabile è, invece, l’utilizzo della droga: dalla motivazione dei soldati all’uso dei proventi dei narcotici per pagarli, dall’andare in guerra per salvaguardare i mercati della droga all’utilizzo di strumenti militari per sopprimerli. La droga, comunque, ha alimentato espansioni imperialiste, ha causato rivolte e rivoluzioni, ha consolidato Stati e ha contribuito a rendere tossicodipendenti non solo gli eserciti, ma intere nazioni.”

Droga e guerre sono, senza ombra di dubbio,  un’accoppiata mortale. Lo racconta con precisione Rock Reynolds su Globalist.it: "Gli Stati l’hanno vissuta come un’arma a doppio taglio: le droghe hanno migliorato il morale delle truppe e le prestazioni sul campo di battaglia, eppure hanno anche creato masse di soldati… drogati; hanno finanziato conquiste imperiali ma anche insurrezioni; hanno supportato governi e talvolta, al tempo stesso, ne hanno rovesciati”.

Cari amici, credo che il libro “KILLER HIGH”, scritto da Peter Andreas, sia davvero un libro che molti giovani dovrebbero leggere con attenzione. A parte l’analisi fatta su ciascuna delle sei droghe analizzate, il libro a mio avviso risulta utilissimo per capire lucidamente lo stretto legame tra i due veleni: la guerra e la droga. In particolare l’uso delle droghe non è, come a molti sembra, un paradiso autoindotto, facile da conquistare, una semplice via di fuga dal dolore che all’apparenza ci fa diventare più forti e resistenti e, in guerra, più capaci di combattere e uccidere il nemico! La droga è un veleno subdolo, che lentamente ma inesorabilmente uccide chi la usa, senza lasciare scampo o vie di fuga. I giovani stiano, davvero, lontani da ogni tipo di droga!

A domani.

Mario

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