Oristano 22 gennaio 2022
Cari amici,
I corsi e i ricorsi della
storia! Dopo il lungo, tragico abbandono delle campagne, ora si vive, da parte
dei giovani in particolare, un grande ritorno alle campagne. È, in realtà, uno
storico ritorno alla terra. Sono oltre 56mila i giovani sotto i 35 anni che
guidano le imprese agricole, un primato a livello europeo, con uno
straordinario aumento del 12% negli ultimi cinque anni. Frutto certamente,
almeno in parte, anche della pandemia di coronavirus, che idealmente ha riportato
nei giovani il desiderio di vivere una vita all’aria aperta in campagna.
Si, sempre più giovani,
in Italia, inseguono il sogno di lavorare la terra. E non lo fanno da poco
acculturati come una volta, ma con fior di laurea in tasca, investendo risorse
e idee in progetti che, seppure lentamente, stanno rinnovando l’approccio al
mestiere di agricoltore; lo fanno nel segno dell’innovazione, che fa il paio
con la sostenibilità ambientale ed economica. Negli ultimi cinque anni, il
numero dei giovani imprenditori agricoli è cresciuto del 14%, con un balzo
significativo registrato proprio nel corso del 2020. Questo lascia pensare che
il ritorno all’agricoltura possa finalmente rivelarsi
una grande opportunità per le generazioni future.
A sognare di fare gli imprenditori
agricoli non sempre sono i figli di agricoltori, ma dei giovani che scoprono la
passione per la terra! Giovani acculturati, particolarmente sensibili ai
problemi legati all’ambiente, oltre che attenti al sociale. Giovani che utilizzano
la tecnologia e l’web, come dimostra un’indagine condotta dalla Coldiretti; i “nuovi
giovani agricoltori”, insomma, sono altamente tecnologici! Il 70% di essi
utilizzano le TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita), la frontiera più
evoluta e sostenibile delle biotecnologie applicate in agricoltura. Il 45% di essi
già usa una o più soluzioni di agricoltura digitale, per migliorare la
sostenibilità e la gestione aziendale, oltre che per valorizzare la qualità
delle produzioni.
E sono giovani che non i
limitano a coltivare la terra. Otto su dieci, dei nuovi giovani agricoltori sono
soliti viaggiare all’estero attenti al commercio mondiale, caratteristica quest’ultima
che avvantaggia nell’inserimento in nuovi mercati e nelle dinamiche per
l’export; uno su quattro è laureato e uno su quattro è una donna. In futuro di
certo il numero crescerà, visto che sono 213 le facoltà presenti in Italia, tra
agraria e veterinaria. Un buon incentivo al
ritorno dei giovani alla terra è rappresentato anche dal sostegno promosso
dalla Comunità Europea, che mette a disposizione dei fondi relativi ai Piani di
Sviluppo Rurali (PSR), in base ai quali i giovani agricoltori dovrebbero
ricevere aiuto per far decollare la loro attività con sovvenzioni
all’avvio, sussidi al reddito e altre forme di sostegno, come la formazione
supplementare.
Nella fase iniziale, come
appare ovvio, i giovani, sempre più numerosi che vogliono sperimentare la loro
voglia di operare in agricoltura, iniziano con la ricerca di terreni in affitto,
dove poter poi operare. Un problema non certo difficile, visto che sono tante
anche in Sardegna le terre incolte, per cui possono facilmente essere prese in affitto. Vediamo, però, in che
modo è regolato dalla legge il contratto d’affitto di un terreno agricolo e come
può essere stipulato.
Il contratto d'affitto di
un terreno agricolo è regolamentato dalla Legge 203/1982. Conoscere la
normativa vigente in materia è necessario per stipulare un contratto valido.
Questa tipologia di contratto prevede che il proprietario del terreno si
impegni ad affittarlo al conduttore per un determinato periodo di tempo e
dietro pagamento di un canone di locazione. Il conduttore si impegna a prendersi
cura del terreno, come accade con altro tipo di contratto affittuario, corrispondendo
il canone di locazione prestabilito. Nel caso specifico di un terreno destinato
all’agricoltura, il pagamento corrisponde ad un importo in denaro calcolato
secondo criteri specifici nazionali e indici Istat riguardanti i prezzi della
produzione dei prodotti coltivati.
Il proprietario ha
l’obbligo di permettere al conduttore di usufruire del terreno secondo quanto
prestabilito nell’atto, mentre il conduttore deve impegnarsi a pagare il canone
di locazione con puntualità e a non modificare la destinazione agricola del
terreno. Il contratto d'affitto di un terreno agricolo, inoltre, entro 30
giorni da quando viene stipulato, deve essere registrato all’Agenzia delle
Entrate del Comune in cui il terreno si trova oppure direttamente online.
La legge 203/1982
sancisce che i contratti di affitto di un terreno agricolo hanno una durata
temporale di minimo 15 anni, quando stipulati tra proprietari terrieri e
agricoltori o conduttori privati che non sono coltivatori diretti. Questo
accade per far sì che i contratti abbiano una durata che possa permettere un
efficiente sfruttamento della terra. Nel caso in cui
o il proprietario o l’agricoltore volesse disdire il contratto di affitto di un
terreno agricolo, deve darne notizia con almeno un anno di anticipo alla
controparte tramite raccomandata a/r, indicando le relative motivazioni.
Cari amici, personalmente
sono alquanto favorevole al ritorno dei giovani alla vita dedicata all’agricoltura,
un’attività che non avrà mai fine, considerato che è l’agricoltura che ci nutre
e ci mantiene vivi. Ovviamente un’agricoltura fatta applicando nuova tecnologia
e nuovi sistemi, ma certamente capace di regalare una vita serena, valida anche economicamente, e certamente più salutare
di quella passata nelle fabbriche e nelle grandi metropoli!
A domani.
Mario
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